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Autore: ali04    02/08/2020    3 recensioni
Gli dei del Monte Olimpo raggiungono una piccola isola nel Mar Giallo per portare a termine una missione: ritrovare Eros, il dio dell'amore, rapito da Crono e dai Titani e nascosto tra i mortali.
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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22. Ventidue
(δύο καὶ εἴκοσι)
 

 
Non era stato lo scrosciare del mare a svegliarlo, ne era sicuro. Quando Chanyeol aprì gli occhi, ancora insonnolito, tutto intorno a lui era avvolto dal silenzio.
Eppure…
Riposò la testa sul cuscino e fece un lungo sospiro: chissà se sarebbe riuscito a riaddormentarsi.
Stava per chiudere gli occhi quando delle grida lo fecero mettere sull’attenti. Allora non se l’era immaginato: qualcosa stava davvero succedendo.
Scese velocemente dal letto e si affacciò alla finestra della camera. Bastò solo uno sguardo per capire la situazione.
Corse fuori dalla stanza e, lungo il corridoio, picchiò su tutte le porte che incontrava, per svegliare gli altri dèi.
Nonostante lui fosse il dio del mare, aveva bisogno di aiuto: una barca stava affondando.
Si precipitò fuori e, pochi istanti dopo, era già in mare e nuotava veloce verso quello che, visto da vicino, riconobbe come un peschereccio.
Sarebbe stato semplice sollevare l’acqua, farla muovere in modo da creare un varco che permettesse all’equipaggio di non affogare. Poteva salvare tutte quelle persone con uno schiocco di dita, ma non poteva mostrare così apertamente i suoi poteri.
Le urla dell’equipaggio risuonavano nella notte e Chanyeol si affrettò a raggiungere il primo pescatore, che si dimenava picchiando forte le mani contro l’acqua.
- Ora ti porto al sicuro! - gli urlò, per sovrastare le grida dell’altro. Afferrò l’uomo per il braccio e se lo issò sulla schiena. Era forte, poteva prenderne un altro.
C’era un ragazzo poco distante e Chanyeol raggiunse ben presto anche lui.
- Aggrappati a me! - gli ordinò, ma dovette afferrarlo lui, visto che l’altro era troppo terrorizzato per capire.
Fece per tornare verso riva, ma prima si guardò intorno: non ce l’avrebbe mai fatta a salvare tutti quegli uomini.
- Siamo qui!
La voce di Jongin lo fece sospirare di sollievo: stavano arrivando i rinforzi.
Lui e Sehun erano già lì e poco distante si vedevano anche Suho, Chen e Seulgi.
Nessuno di loro era veloce quanto Chanyeol, ma erano numerosi: se facevano in fretta potevano salvarli. Ritornò verso riva e lasciò i due uomini sulla spiaggia, ansimanti e spaventati. Controllò che stessero bene, prima di rituffarsi in mare. Nel frattempo erano arrivati anche tutti gli altri dèi e stavano portando i primi sopravvissuti sulla spiaggia.
Il mare era così calmo e piatto, l’unica anomalia era la barca che si stava inabissando e le persone in acqua che si dimenavano chiedendo aiuto.
Cosa l’aveva fatta affondare? Si guardò intorno e vide alcuni dei rottami che segnavano una specie di percorso verso lo scoglio più vicino.
Doveva essere stata quella la causa. Ma come avevano fatto a scontrarsi con quello scoglio, quando era così lontano da una possibile rotta?
Per tornare al peschereccio, ormai quasi completamente affondato, Chanyeol usò la forza del mare che gli permise di raggiungerlo in pochi secondi.
- Ci sono persone dentro? - gli chiese Suho, indicando la barca.
Senza rispondere, Chanyeol si immerse per verificare.
Essere sott’acqua gli diede subito la calma di cui aveva bisogno. Si avvicinò al peschereccio e guardò attraverso la finestrella che si affacciava sulla sala di controllo: fortunatamente era deserta, tutti erano riusciti a uscire in tempo. Stava per tornare in superficie quando un rumore lo fece pietrificare sul posto. Qualcuno stava battendo dei colpi per rivelare la sua presenza. Chanyeol nuotò alla ricerca di una botola o una scala che gli permettesse di andare sottocoperta e, una volta trovata, provò a usare tutta la sua forza per aprirla.
La pressione del mare la teneva bloccata ed evidentemente all’interno non era ancora entrata molta acqua, perciò per quanto si sforzasse, non ci riusciva. Batté dei colpi per far capire alla persona all’interno che stava arrivando, che era lì per salvarlo.
Fece per afferrare nuovamente la maniglia, ma improvvisamente la porta scomparì dalla sua vista, per finire in mezzo al mare. Chanyeol si voltò d’istinto, seguendo quello sportello di metallo sprofondare sempre di più. Era come se fosse stata divelta dai cardini.
Era esterrefatto, ma non poteva perdere tempo a riflettere: poco lontano da lui c’era la persona che fino a poco prima era rimasta bloccata.
Era un ragazzo giovane e, forse per l’adrenalina o lo shock, sembrava molto lucido. Chanyeol lo afferrò per un braccio e lo aiutò a riemergere.
Poter respirare aria a lui non cambiava nulla, ma il ragazzo ne prese una grossa boccata e cominciò a tossire.
- Ti porto a riva. - gli disse Chanyeol e quello annuì. Aveva le labbra violacee e il viso era bianco come un lenzuolo. Tremava e batteva i denti.
Chanyeol doveva sbrigarsi, prima che la situazione peggiorasse.
Buttò al vento i buoni propositi di non mostrare i suoi poteri e andò verso riva quanto più veloce gli era consentito per non destare sospetti.
Più si avvicinavano, più il ragazzo sembrava stare meglio e, infatti, quando arrivarono non stava più tremando e il viso aveva preso un po’ di colorito.
- Stai bene? - gli chiese Chanyeol, fingendo di ansimare per la fatica. Il ragazzo annuì e lo guardò negli occhi. Sembrava volergli dire qualcosa, ma non si decideva.
- Tutto bene? - la voce di Irene interruppe quel gioco di sguardi - Come ti senti?
- Bene, grazie - rispose il ragazzo, parlando per la prima volta - Mi… mi hai salvato.
- Non c’è di che - rispose Chanyeol e si alzò - Come ti chiami?
Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lui e, anche se notò che Chanyeol ormai era completamente asciutto, non fece nessun commento.
- Jungkook. Mi chiamo Jeon Jungkook.
 
***
 
Stava facendo un sogno bellissimo quando il pugno di sua madre si scontrò con la porta.
- Baekhyun! Svegliati, è successa una cosa spaventosa!
Dopo una frase del genere, il bel sogno di Baekhyun sparì completamente dalla sua mente e il ragazzo si mise a sedere sul letto. Cosa poteva mai essere successo di così spaventoso? Forse gli isolani avevano scoperto la vera identità di Chanyeol e della sua famiglia…
Incuriosito, Baekhyun si liberò delle coperte e scese dal letto. I suoi genitori erano entrambi in cucina a fare colazione e parlavano fitto fitto tra loro.
- Cos’è successo? - chiese, passando lo sguardo dall’uno all’altro.
- Un peschereccio è affondato stanotte. - rispose suo padre e Baekhyun sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
- Come sta l’equipaggio? Ci sono dei dispersi? Delle vittime?
I pescherecci raramente affondavano lì sull’isola, perché la pesca era una delle fonti di lavoro maggiori e veniva sempre fatta in tutta sicurezza. Poteva succedere, certo, ma era comunque un evento raro e terribile per tutti.
- Fortunatamente è andata bene e sono tutti in salvo.
Baekhyun tirò un sospiro di sollievo, ma suo padre non aveva ancor finito di parlare.
- Se non fosse stato per loro…
- Loro chi? - chiese Baekhyun, ma una piccola parte di lui già sapeva a chi si riferiva suo padre.
- Quella nuova famiglia che vive nella casa sulla scogliera. Sono stati loro a salvarli.
- Hanno dimostrato davvero molto coraggio. - commentò sua madre, ma Baekhyun si era già alzato ed era corso a vestirsi.
Non era certo che Chanyeol sarebbe stato in classe quel giorno, ma se aveva capito qualcosa di lui, sapeva che salvare un equipaggio era una sciocchezza per il dio del mare.
Non aspettò nemmeno l’arrivo di Luhan e Doyeon, prima di partire a passo spedito per raggiungere la scuola.
Come aveva sospettato, Chanyeol era lì, fuori dall’aula, in compagnia di Jongin e Sehun. Il ragazzo alto non si era accorto della sua presenza e forse non avere il suo sguardo puntato addosso facilitò Baekhyun, che mandò al diavolo l’imbarazzo per le persone che li potevano vedere e si lanciò letteralmente verso di lui, buttandogli le braccia al collo.
Chanyeol era palesemente sorpreso, ma sul suo viso apparve anche un sorrisino divertito: - Buongiorno anche a te. Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?
Rendendosi conto di ciò che stava facendo, Baekhyun arrossì e sciolse l’abbraccio, preferendo fissare le proprie scarpe piuttosto che il viso del più alto.
- Li hai salvati - spiegò - Quelle persone.
- Sul peschereccio? - chiese Jongin e Baekhyun annuì.
Chanyeol sorrise e fece per allungare una mano verso di lui, ma Baekhyun fece un passo indietro.
- Io… non li avrei di certo lasciati morire. - concluse.
- Lo so, ma… sei stato coraggioso.
- Siamo - puntualizzò Sehun - Siamo stati coraggiosi.
- C’eravamo tutti - spiegò Jongin, appoggiandosi con una mano al muro del corridoio - Abbiamo fatto tutti la nostra parte. Vuoi abbracciare anche noi?
Il dio della guerra allargò le braccia e fece un passo verso Baekhyun, ma la mano di Chanyeol si piazzò immediatamente sulla sua faccia e lo spinse via.
- Giù le zampe dal mio piccolo sonnambulo. - borbottò e, afferrato Baekhyun per un braccio, lo portò lontano dai due ragazzi.
Il suo piccolo sonnambulo. Suo.
Baekhyun era arrossito e sentiva il viso andare in fiamme per quell’appellativo. Non voleva ancora dare a Chanyeol quella soddisfazione, ma dovette ammettere con se stesso che sentirsi definire suo era stato bellissimo ed emozionante. Stava ancora fantasticando quando la voce roca di Chanyeol si abbassò sensibilmente mentre parlava.
- È stato strano, quello che è successo.
Finalmente Baekhyun riacquistò lucidità: - Come?
- Il peschereccio. Credo abbia sbattuto contro lo scoglio, ma il mare era così calmo.
- Le luci di navigazione? - chiese Baekhyun, aspettandosi che Chanyeol rispondesse che erano spente, perciò la barca era senza illuminazione.
- Funzionanti - disse invece lui - Almeno, finché non si sono inabissate.
- Allora perché sono andati addosso allo scoglio? Un errore umano?
- Non ne ho idea - rispose Chanyeol, abbassandosi di più verso Baekhyun - C’è anche un’altra cosa.
Il più basso gli fece cenno di continuare, incuriosito da tutto quel mistero.
- C’era un ragazzo intrappolato sottocoperta. Sono andato a salvarlo, ma la porta era bloccata e non riuscivo ad aprirla. Improvvisamente però è stata spazzata via.
- È esplosa? - chiese incredulo Baekhyun.
- Più che altro sembrava essere stata strappata via dai cardini e gettata in mare.
Baekhyun aggrottò le sopracciglia, confuso.
- E non sei stato tu. - affermò.
- No.
Si guardarono in silenzio, entrambi pensando la stessa cosa, ma non riuscendo a dirla ad alta voce.
- Chi era il ragazzo intrappolato? - chiese finalmente Baekhyun.
Era impossibile strappare via una porta dai suoi sostegni, a meno che tu non fossi un uomo davvero forzuto. O un dio dell’Olimpo.
- Si chiama Jeon Jungkook, ti dice niente?
Baekhyun ci pensò un momento, sicuro di conoscere quel nome. Gli tornò in mente un ragazzino, con qualche anno meno di lui.
- Credo di conoscerlo, almeno di vista.
Chanyeol si passò una mano sul viso: - Nemmeno io riuscivo ad aprire quella porta. Magari prima o poi ci sarei riuscito, ma di certo non così facilmente.
- Pensi che… - Baekhyun sussurrò con un filo di voce - Sia Eros?
Chanyeol alzò le spalle, ma non fece in tempo a rispondere perché una voce conosciuta rimbombò nel corridoio.
- Byun Baekhyun! Non si aspetta più il proprio migliore amico?
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e si voltò, vedendo Luhan sorridere ammiccante a Sehun.
- Ehi, ciao. - lo salutò, ma Sehun lo degnò appena di un’occhiata.
- Luhan, ascolta… - iniziò Baekhyun, ma il suo amico gli diede un pizzicotto sul braccio, facendolo urlare.
- Questo è per non avermi aspettato stamattina. E sappi che Doyeon è ancora più arrabbiata di me.
- Mi dispiace, ma avevo una cosa importante da fare.
Luhan alzò un sopracciglio e fece scorrere lo sguardo da Chanyeol a Baekhyun e viceversa: - Certo, importante.
Baekhyun arrossì e si voltò verso Chanyeol, ignorando completamente Luhan.
- Dopo le lezioni andiamo a cercarlo?
Chanyeol guardò Luhan, che era palesemente scocciato per essere stato così brutalmente ignorato.
- Ehm… forse è meglio se ci vado con Sehun e Jongin.
- Uh, dove va Sehun voglio andare anch’io! - esclamò Luhan, battendo le mani tra loro.
- Pensaci - disse Baekhyun, ignorando ancora il suo amico - Lui non vi conosce, ma almeno un po’ conosce me. Forse per un primo approccio sarebbe meglio non andare con la cavalleria.
- Ma di cosa state parlando? - chiese confuso Luhan.
- Sì, forse hai ragione. Ma non gli diciamo nulla, ci facciamo solo spiegare cosa è successo la scorsa notte.
- Andata. - confermò Baekhyun, sorridendo, poi precedette Chanyeol dentro l’aula di storia.
Luhan li guardò incredulo e poi alzò le mani davanti al viso: - Ma sono diventato invisibile?
 
***
 
Jeon Jungkook era un ragazzino di diciannove anni ed era iscritto all’ultimo anno al liceo dell’isola. Baekhyun non l’aveva mai frequentato, ma ricordava di conoscerlo da anni ormai, se non da sempre.
Il che, rendeva più inquietante il sospetto che fosse lui Eros. Se Baekhyun era davvero convinto di conoscerlo da tutta la vita, allora i suoi ricordi e la sua percezione della realtà erano stati manomessi. Mentre camminava insieme a Chanyeol verso la scuola superiore, non poté fare a meno di guardarsi intorno e chiedersi se fossero reali i ricordi che aveva di tutte quelle persone.
Il signor Lee, che gli vendeva le caramelle da piccolo, l’aveva davvero fatto? O era una manomissione della foschia?
E la signora Jung, che portava a passeggio il suo cagnolino demoniaco, era davvero sempre stata lì sull’isola?
E i suoi insegnanti? I clienti dei suoi genitori? I suoi vicini di casa? I ragazzi della classe? La squadra di pallanuoto?
Si portò una mano al petto e si fermò in mezzo al marciapiede. Alcuni ragazzi rischiarono di andargli contro e perciò lo fissarono in malo modo. E loro, erano reali? Forse li stavano seguendo mentre li portavano inconsapevolmente da Eros!
Iniziò a respirare affannosamente, come se avesse corso una maratona. Chanyeol si piegò immediatamente davanti a lui, arrivando ad avere il viso all’altezza del suo.
- Cosa c’è, ehi - sussurrò, prendendo ad accarezzargli dolcemente i capelli - Cosa ti succede?
- N-non lo so, è che… - Baekhyun cercò di respirare lentamente - Non so più a cosa posso credere.
Stava avendo un attacco di panico, ne era certo. Chanyeol gli prese il viso tra le mani e incatenò gli occhi ai suoi.
- Va tutto bene, tranquillo.
- Ma…
- Ci sono io qui con te, andrà tutto bene.
Piano piano, la paura folle e la confusione sembrarono diminuire, fino a scomparire. Non completamente, ma almeno ora riusciva a respirare normalmente.
- Mi dispiace, non so cosa mi sia successo.
- La tua vita e tutte le tue certezze sono state messe sottosopra - rispose Chanyeol - È incredibile che tu abbia resistito così bene finora.
Gli sorrise e Baekhyun si sentì molto più calmo: il brutto momento era passato.
- Se preferisci, vado da solo. - propose Chanyeol, ma Baekhyun scosse la testa.
Anche se lui non era un dio, anche se non serviva poi a molto in quell’impresa, ormai ci era dentro e voleva dare il suo contributo.
Fece un respiro profondo e si avviò risoluto verso il cortile del liceo.
Le lezioni erano appena finite e i ragazzi si erano già riversati in strada. Quella folla urlante ricordò a Baekhyun i suoi anni al liceo, sempre in compagnia di Doyeon, mentre cercavano di sopravvivere alle lezioni e alla vita sociale. Ora tutto ciò gli sembrava una sciocchezza, nulla in confronto al motivo per cui era lì quel giorno: cercare un dio dell’Olimpo.
- Aspettiamo qui fuori? - chiese a Chanyeol, che faceva scorrere lo sguardo tra i ragazzi.
- Credo sia meglio. Dobbiamo parlargli mentre è solo e… - il ragazzo alto si interruppe, quando i suoi occhi incrociarono un volto conosciuto. Baekhyun seguì il suo sguardo e vide chi l’aveva colpito: Yeri.
La dea era circondata da un gruppetto di ragazze, che sembravano pendere dalle sue labbra. Anche lei vide Chanyeol, perché alzò la mano in un gesto di saluto e si affrettò a raggiungerli, seguita a ruota dalle sue amiche.
- Yeol! Ma che ci fai qui? - chiese con voce squillante, prima di sorridere anche a Baekhyun.
- Siamo venuti a cercare un ragazzo. - rispose quest’ultimo, visto che Chanyeol non parlava.
Il più alto stava fissando il gruppo di ragazze, che si erano tenute ben distanti da loro. Erano in sei e le loro risatine arrivavano distintamente alle orecchie di Baekhyun. Alzò gli occhi al cielo, certo che fossero così gioiose a causa del bel ragazzone accanto a lui.
Chanyeol però non era così tranquillo: assottigliò lo sguardo, puntandolo verso la ragazza bionda di fronte a loro.
- Yeri…
- Sì?
- Suho lo sa?
Yeri sospirò e si voltò solo un istante verso le altre ragazze: - Sehun lo sa. A Suho lo dirò, prima o poi.
Baekhyun passava lo sguardo dall’uno all’altro, confuso. Quei due stavano parlando nella loro lingua divina e lui non ci capiva un accidente.
- Mi rendete partecipe? - chiese, leggermente scocciato.
Prima che Chanyeol potesse impedirglielo, Yeri rispose: - Quelle sono le mie cacciatrici, le mie compagne in battaglia. Le Pleiadi.
Chanyeol la guardò male e abbassò il tono di voce, perché i ragazzi che ancora affollavano il cortile non li sentissero.
- Yeri non è stata così gentile da dirci che le sue amichette erano qui nel mondo mortale.
La ragazza posò le mani sui fianchi, con aria irritata: - Per prima cosa, dì ancora una volta amichette e ti infilo il tuo tridente sai dove.
A quelle parole, Baekhyun non riuscì a trattenere una risatina divertita, soffocata subito dallo sguardo accigliato di Chanyeol.
- Punto secondo: volevo tenerle un po’ per me, senza che Suho si facesse venire l’ansia perché anche loro sono qui. Ma non temere, hanno fatto le brave e non sono state colpite dall’incantesimo che ci impediva di riconoscerle. Le ho scoperte subito.
- Perciò da quanto lo sai? - chiese sconvolto il più alto.
Yeri fece spallucce: - Beh… dal primo giorno di scuola.
Erano passati mesi ormai! Chanyeol sembrava sempre più furioso.
- Io ho parlato subito quando ho incontrato Chirone.
- Io no. - ribatté Yeri, dimostrando che non temeva minimamente la furia di suo zio. Poi si rivolse direttamente a Baekhyun.
- Te le presenterei, ma hanno una paura tremenda dei maschi.
Detto ciò, si spostò accanto al ragazzo e gli indicò il gruppetto, che ora li guardava.
- Hanno tutte giurato fedeltà a me, la dea Artemide. Sono le mie alleate, abilissime nel tiro con l’arco e nella caccia. Ho promesso loro la giovinezza eterna, ma in cambio loro saranno le mie serve e compagne in battaglia.
Yeri indicò la prima ragazza, la più alta del gruppo: - Sono tutte sorelle, figlie di Atlante. Hanno anche loro dei nomi mortali, ovviamente, per potersi mischiare meglio tra voi. Lei è Sowon, cioè Maia, la primogenita. Poi abbiamo Eunbi, Elettra. Yerin, cioè Sterope, è stata amante di Jongin, perciò Joy la odia. Non dirle che è qui. Eunha è Taigete, che trasformai in una cerva perché mio padre non potesse… hai capito. Poi ci sono Umji, cioè Celeno, e Yuju, per noi Alcione. Loro…
Yeri si interruppe e lanciò un’occhiata a Chanyeol, che fissava proprio le ultime due che aveva nominato. Baekhyun si accorse di quello sguardo e istintivamente sapeva cosa Yeri stava per aggiungere.
- Sono state amanti di Poseidone.
- Molti secoli fa - precisò Chanyeol, distogliendo finalmente lo sguardo dalle due ragazze - Talmente tanti secoli fa che l’avevo quasi scordato.
Baekhyun gli lanciò un’occhiataccia: non gli credeva nemmeno un po’.
- Le sorelle delle Pleiadi sono sette però. Manca Merope.
- E dov’è? - chiese Baekhyun che, nonostante tutto, stava amando da impazzire quella situazione.
- Lei ci ha lasciate da molto tempo.
- È morta? - chiese il ragazzo, sconvolto.
- Peggio. Si è sposata! - rispose Yeri, schifata - Con un mortale e ha abbandonato me e le sue sorelle.
La ragazza poi li fissò: - Attenti voi due, vi tengo d’occhio. Sia mai che succeda la stessa cosa.
Baekhyun arrossì e aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse subito: non aveva senso ribattere ciò che gli dèi dicevano.
- D’accordo, basta con le sciocchezze - disse Chanyeol, che dopo l’imbarazzo cercava di far tornare la conversazione sulla strada giusta - Siamo qui per un motivo.
- Cioè? - chiese Yeri e i due ragazzi le spiegarono brevemente ciò che sospettavano riguardo Jungkook. Yeri lo conosceva, essendo che erano nello stesso liceo, ma lui era un anno più grande.
- So dove può essere. - disse la ragazza, poi andò a consultarsi con le sue amiche, che poco dopo si diressero verso la scuola.
- Le ho mandate a controllare se è dove immagino io. - spiegò ai due ragazzi - Pensi davvero possa essere Eros? Cioè l’avrei avuto sotto il naso tutto questo tempo? Pensa che Eunha ha persino una cotta per lui!
Chanyeol si fece pensieroso: - Non lo so, ma non voglio lasciare niente di intentato.
- Ed è un bene che lui sia qui? - chiese ancora lei, indicando Baekhyun con un cenno della testa.
Chanyeol sembrò dimenticare momentaneamente l’ansia e la tensione e si lasciò andare a un sorriso spontaneo.
- Ormai lo conosci, quando vuole mettersi in mezzo non lo ferma nessuno.
Baekhyun gli diede un piccolo schiaffo sul braccio, fingendosi offeso, ma in realtà sapeva che Chanyeol non intendeva farlo. L’aveva detto con una punta di tenerezza nella voce che Baekhyun non gli aveva ancora sentito. Le Pleiadi tornarono poco dopo, confermando ciò che Yeri sospettava: Jungkook si trovava nella palestra della scuola.
Le lasciarono ai loro risolini e seguirono la dea bionda dentro la scuola. Baekhyun ricordava bene dove fosse la palestra, ma si tenne comunque accanto a Chanyeol. Sia mai che saltasse fuori qualche creatura mitologica pronta a ucciderlo.
Quando arrivarono davanti alla porta della palestra, Chanyeol e Yeri si scambiarono un’occhiata di intesa. In quello sguardo si erano detti tutto ciò che dovevano sapere: come muoversi, cosa dire, come affrontare la possibile consapevolezza che Jungkook fosse davvero Eros.
Baekhyun provò invidia per loro, per quel modo di intendersi che lui e Chanyeol non avrebbero mai avuto. Rimase alle spalle del ragazzo alto e li seguì dentro.
Jungkook era l’unico ragazzo presente in palestra e stava tirando pugni contro un sacco da box. Il fisico scolpito era coperto da una tuta nera e la canotta lasciava scoperte le braccia muscolose. I suoi capelli, ricci e neri, gli ricadevano sugli occhi a causa della loro lunghezza. Le mani erano fasciate con delle bende consumate, necessarie per proteggere il più possibile dai colpi.
Non si accorse subito di loro e continuò a picchiare il sacco da box come se fosse stato il suo peggior nemico. Solo quando i tre ragazzi finirono sul suo campo visivo notò la loro presenza e si fermò.
- Dobbiamo parlare. - decretò Chanyeol, guardandolo dritto negli occhi.
   
 
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