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Autore: karla_savv    03/08/2020    1 recensioni
Luna è una studentessa diciassettenne di una piccola scuola, in provincia di Milano. È proprio lì che incontra lui; appena i loro occhi si scontrano, lei si innamora immediatamente. Lui, però, è il suo professore di spagnolo e 14 anni più grande. Sa di provare qualcosa per quella ragazza, nonché sua studentessa, ma prima di cedere deve rompere ogni suo principio.
Tra incontri segreti, baci velati, sentimenti celati agli occhi della gente, loro si ameranno incondizionatamente.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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E finalmente è giunto questo momento tanto atteso: il primo giorno della quinta superiore.  Sono sveglia da 5 minuti mentre osservo il bellissimo soffitto di camera mia. Sembro Damon di The Vampire Diaries quando quelle volte si mette sdraiato sull'asfalto di quel famoso ponte. Lui contempla il cielo almeno, io un muro bianco. Ahh, vorrei tanto essere lui, ma sfortunatamente non è possibile, quindi è ora di alzarsi e affrontare questo nuovo e ultimo anno di scuola. Dopo essermi preparata saluto i miei con un bacio sulla guancia e mi dirigo a scuola. Nel tragitto attacco le cuffiette al telefono per sentire un po' di musica nelle strade di Magenta, una piccolissima provincia di Milano dove si trova il "Liceo Linguistico Salvatore Quasimodo" che è famoso per.. Ok, non farò mai la guida turistica. Dopo aver smesso di fantasticare sul mio futuro da guida fallita, decido di ascoltare "Youth" di Shawn Mendes. È il mio cantante preferito da 5 anni ormai. Appena arrivata a scuola sento qualcuno che dietro di me urla «Ma ciao Lunitaaaa». Io mi giro e vedendola arrivare mi preparo per morire soffocata. Lei è Clarissa, la mia migliore amica, incontrata esattamente 4 anni fa, quando ho cambiato scuola. Prima facevo l'artistico, decisione più stupida di quella non potevo farla, eh.. «Cla, ehi. Così mi uccidi» le dico con voce strozzata ancora stretta nell'abbraccio cercando di staccarla da me. «Oh sì. Scusami ma mi eri mancata» esclama. «Anche tu» le dico sorridendo. Iniziamo a parlare della nostra estate. Non ci siamo viste o sentite per niente, ma l'amicizia non è scriversi tutti i giorni. L'amicizia è sapere che c'è una persona che ci sarà sempre per te, che ti vuole bene e che non ti lascierà mai sola. Appena suona la campanella entriamo nell'edificio, anche comunemente chiamato carcere, e cerchiamo la nostra classe. Sfortunatamente ci mettiamo un po' a trovarla perciò appena entrate in classe troviamo solo il primo banco libero. Come iniziare l'anno scolastico nel modo giusto. «Un posto dietro potevate anche lasciarcelo» tuona la mia amica al resto della classe che, da perfetti imbecilli, non si degnano nemmeno di rispondere. «Che cretini» sbuffa mettendo lo zaino a terra e successivamente sedendosi dalla parte destra del banco. Io faccio esattamente la stessa cosa e attendiamo l'arrivo della preside per farci il suo solito discorso. Ma quest'anno sarà diverso. Abbiamo la maturità e l'unica cosa che vorrei è morire, ma con del sangue di vampiro nel corpo, eh. Magari divento un vampiro e starò con Damon. Devo seriamente smetterla di farmi film mentali su cose che non potranno mai accadere perchè i vampiri non esistono. Vero? Appena arriva la professoressa di inglese ci alziamo in piedi per darle il buongiorno e con lei c'è la preside. Inizia a fare il suo solito e noioso discorso. Ormai ho imparato tutto a memoria, ma come avevo previsto ci parla anche dell'esame di maturità e che quest'anno dobbiamo impegnarci molto di più. Faccio uno sbadiglio abbastanza rumoroso e la preside lo nota. Maledetta. «Se non le interessa ciò che dico può anche accomodarsi fuori» mi deride davanti a tutti con quella sua voce insopportabile. «No signora preside. Sto apposto così» le faccio un sorriso sarcastico e, dopo avermelo ricambiato con un sorriso tirato, riprende la sua inutile diceria. Poco dopo l'uscita della preside  sentiamo bussare alla porta e in coro rispondiamo con avanti. La porta si apre lentamente e appare un uomo, avrà come minimo 25 anni. Rimango incantata dai suoi occhi, sono stupendi. Incrocio il suo sguardo e subito dopo abbasso la testa. «Buongiorno. Scusate l'interruzione, ma vorrei sapere se questa è la quarta B» domanda l'uomo misterioso. È vestito in modo elegante con una camicia celeste, un gilet e una cravatta a righe nere e bianche. Sotto ha un pantalone nero e delle scarpe nere. «Professor Sala, buongiorno. Questa è la quinta B, l'aula affianco è quella che sta cercando» risponde la professoressa di inglese. Quindi è un professore. Cazzo, è bellissimo. Credo che tra un po' mi uscirà della bava dalla bocca. Lui la ringrazia e saluta, ma prima di chiudere la porta rivolge un ultimo sguardo a me. Ho le guancie rosse e il cuore batte forte. È normale? «Luna, sei sulla luna?» domanda bisbigliando Clarissa sventolandomi una mano davanti agli occhi. «Io..sì. Sono in Sal-, cioè in classe.. sì» rispondo pensando ancora a lui. «Va bene Lunita. Quando sei sulla Terra fammi un fischio». Da quando è uscito non ho smesso di pensare al professore e di fissare insistentemente la porta nella speranza che entrasse di nuovo. Appena la campanella indica la fine dell'ora di inglese io scuoto la testa come per riprendermi da quello stato di trans. «Ti piace il misterioso professore, ehh» mi dice Clarissa dandomi una gomitata appena la prof esce dalla classe. «Ma a chi? A me? No, ti starai sbagliando» le rispondo girando la testa dall'altra parte. «So che non è così. Ti conosco e so anche che sei arrossita». Ecco perchè è la mia migliore amica. Mi capisce da subito, prima che mi capisca io. Mi aiuta in ogni cosa e c'è sempre quando ne ho bisogno. Le voglio un bene che nemmeno si immagina. «Ok, cambiamo discorso..» La quinta campanella della giornata suona, ciò significa che ci manca una sola ora. Sono sfinita, tre insegnati su cinque hanno iniziato a spiegare dal primo giorno. Ma si può? Spero che in quest'ora ci sia spagnolo. È la mia materia preferita in assoluto. «Buenos días chicos». Sento una voce che esclama queste parole. Le mie preghiere sono state esaudite! Alzo velocemente la testa dal banco e mi ritrovo a fissare quei stupendi occhi, quelli che ho incontrato per la prima volta cinque ore fa. Spalanco la bocca e gli occhi per la sorpresa, non pensavo che sarebbe stato un mio professore. Lo continuo a fissare mentre prende un gesso dal porta gessi e alla lavagna scrive "Professor Giovanni Sala". Il nome è stupendo come lui. Riposa il gessetto e si pulisce le mani sfregandole tra loro. Lui mi sorprende a fissarlo e così guardandomi negli occhi proclama «Señorita, vuoi iniziare tu a presentarti?». Deglutisco e annuisco per poi chiedere «In spagnolo?» annuisce. «Ok allora.. Buenos días, soy Luna y me apellido Amati. Tengo 17 años y seré mayor de edad el 28 de Julio. Me encanta el fútbol aunque no parece y.. Nada, no sé qué decir». «Luna eh? Un bellissimo nome latino che deriva da luce, con cui si auguara la bellazza e la luminosità di quel pianeta affascinante» dice alzandosi e facendo il giro dell'aula per vedere bene i volti dei suoi nuovi studenti. «Comunque non è "parece", ma "parezca". Me encanta el fútbol aunque no parezca» mi corregge il prof. Sala. Finito il giro arriva di fronte al mio banco, si china e mi sussurra «Ah e l'augurio di mamma mettendoti quel nome è servito» divento tutta rossa e il mio cuore tra poco potrebbe pure esplodere nel petto. Adesso che vedo più da vicino i suoi occhi non sono solo turchesi, ma hanno anche delle sfumature argentate. Cazzo morirò oggi, me lo sento. «Bien. Podemos seguir adelante» esclama il prof Sala mentre io cerco di riprendermi. La mia amica nonché compagna di banco mi domanda sussurando se è tutto apposto. Annuisco, ma so che non c'è niente di apposto in quello che ora sto provando. Non mi è capitato mai di sentirmi così, mai. Ho sentito qualcosa allo stomaco mentre lui diceva quelle parole riservate a me. E se mi stessi innamorando? No, non posso permetterlo. Lui è il mio professore di spagnolo, niente di più. Solo ed esclusivamente questo e poi lo conosco da 10 minuti nemmeno. Finalmente si presenta anche lui, in spagnolo ovviamente. «Soy el profesor Giovanni Sala, tengo 31 años y este es mi segundo año como profesor. Amo mi trabajo y no lo dejaré en este mundo en absoluto. Si alguien se pregunta esto no, no estoy casado ni tengo novia. Soy soltero por elección» mi lancia uno sguardo beffardo, ma io lo ignoro. Appena suona l'ultima campanella della giornata in fretta e furia metto tutto nello zaino per poi dirigendomi fuori dalla classe in un lampo. Flash chi? Non ho nemmeno salutato il professore ma non mi importa, dovevo uscire immediatamente da quell'aula. Sarei letteralmente scoppiata se fossi rimasta un secondo di più. Sento la mia amica arrivare e rallento il passo. «Ehi Luna! Aspetta! Come mai sei corsa fuori che nemmeno Flash avrebbe potuto superarti?» mi domanda Clarissa affiancandomi. «Io? Corsa fuori? No, ma che dici?» faccio una risatina nervosa. «Se lo dici tu» alza le spalle e insieme ci dirigiamo fuori dalla scuola. Dopo 30 minuti di camminata ascoltando il mio amore, ovvero Shawn Mendes, finalmente sono a casa. I miei come al solito non ci sono, papà è un cuoco e mamma lavora come cameriera nello stesso ristorante. Sono pochissime volte a casa e li vedo solo la mattina. Adesso che ci penso dovrebbero prendere delle ferie. Prima ho chiesto a Clarissa se le andava di pranzare con me, ma era occupata per problemi di famiglia. Ad un tratto sento una notifica di Instagram, di Facebook e anche di Whatsapp. Bhe, non mi scrive mai nessuno perciò mi sento importante. Prendo il telefono buttato a caso sul divano insieme allo zaino e apro per prima la notifica di Instagram. È chiaro, morirò oggi. Mamma, papà, Clarissa, vi ho voluto bene. Shawn Mendes farà un concerto qui a Milano a Marzo. Ok, respira, non sclerare e apri la seconda notifica. Ed ecco che il mio cuore contiua a battere ancora più forte. Il prof Sala mi ha inviato la richiesta di amicizia su Facebook. Innaugurerò questo giorno come il più fortunato della vita. Io la accetto con mani tremanti e subito dopo controllo il messaggio su Whatsapp. Mi ha pure scritto, ma come fa ad avere il mio numero? "Buon pomeriggio señorita Luna. Ti scrivo perchè oggi sei uscita di fretta e non hai sentito i compiti che ho assegnato. Adesso te li scrivo." Ah, quindi è per questo che mi scrive? Per darmi i compiti? Rispondo immediatamente scegliendo con cautela le parole da usare. Gli chiederò il come abbia avuto il mio numero la prossima volta che ho spagnolo, non ci hanno ancora detto l'orario essendo il primo giorno. "Buon pomeriggio anche a lei professore. Potrei anche chiederli a Clarissa Mandelli, non c'è bisogno che si disturbi." "Devi fare un testo, in spagnolo ovviamente, descrivendo qualsiasi cosa. Che sia una persona, un oggetto o un animale. Non importa la lunghezza, ma ci sarà un voto quindi stai attenta alla grammatica, al lessico e alla struttura. Spero di essermi spiegato, buona serata Luna." Oh, ha già risposto, veloce il professore! "Grazie prof. Adiós!" Digito sulla tastiera la risposta e invio. Decido di fare subito il compito essendo che non so quando avrò di nuovo spagnolo. Non ho nemmeno mangiato, ma fa niente, ci sono abituata. Vado in camera, mi siedo sulla sedia della scrivania e decido che il testo lo farò su Shawn. Sì, sono fissata con lui. Faccio uno dei miei soliti rumorosi sbadigli, cavolo mi sono addormentata! Alzandomi dalla sedia decido di andare in bagno. Ho il collo e la schiena a pezzi, porca merendina. I miei saranno arrivati essendo notte e decido di controllare appena uscita dal bagno. Vado in cucina e nella loro camera da letto. Fantastico, non ci sono. Decido così di farmi del latte caldo con il nesquik con il caffè di mamma, quello adatto per il latte di cui non ricordo il nome. Di solito appena sveglia sono rincoglionita e non so più niente, nemmeno il mio nome quindi figuriamoci se ricordo il nome di queltipo di caffè. Appena pronto vado in camera con la tazza e la appoggio sul comodino. Mi metto con le gambe incrociate sul letto e nel mentre bevo, controllo il telefono e noto che sono le 23 e 41. Dopo aver risposto ai messaggi della mia migliore amica, finendo la mia bibita mi stendo anche se ho dormito maggior parte del giorno, tra parentesi su una sedia scomodiassima, ho ancora sonno. Metto le canzoni del mio amato cantante e mi addormento immaginandomi che il prof Sala sia qui con me. Traduzione frasi (vado in ordine): - Buongiorno ragazzi; - Buongiorno, sono Luna è il mio cognome è Amati. Ho 17 anni e sarò maggiorenne il 28 luglio. Mi piace il calcio, anche se non sembra e.. niente. Non so che altro dire; - Bene, possiamo andare avanti/ possiamo proseguire; - Sono il professor Giovanni Sala, ho 31 anni e questo è il mio secondo anno da insegnate. Amo il mio lavoro e non lo lascierei per niente al mondo. Se qualcuno se lo chiede no, non sono né sposato né ho una ragazza. Sono single per scelta.
   
 
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