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Autore: Haru Paradise    04/08/2020    1 recensioni
In una terra di miti e leggende, un giovane mago si troverà a fare una scelta che potrebbe cambiare il suo destino e delle persone a lui care, quando Morgana chiederà il suo aiuto. Il suo nome, Merlino.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Morgana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Qualcosa di nuovo


Erano trascorsi alcuni giorni dall’addestramento nel bosco. Morgana non era più venuta a sostenere le lezioni. Inizialmente pensavo che mi stesse evitando; quando ci incontravamo mi salutava distrattamente, al massimo scambiavamo poche parole di cortesia e poi se ne andava. Gaius diceva che probabilmente era semplicemente occupata e che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Dal canto suo, Gwen mi aveva confermato questa versione, anche se non aveva voluto addentrarsi nei dettagli. Non ne capì il motivo. Iniziai a credere che l’incidente che era accaduto quel pomeriggio, l’avesse segnata nel profondo, più di quanto avessi pensato. Avevo cercato di rassicurarla, ma purtroppo non ero io a trovarmi nella situazione di superare e metabolizzare ciò che era accaduto in quell’episodio. Avrà bisogno del suo tempo, di rifletterci su o, non so. L’unica cosa di cui ero certo era che mi mancava. Le giornate senza di lei erano più grigie e noiose, ma avevo deciso che avrei atteso, fin quando fosse stato necessario per lei. Ammetto però, che sarei volentieri, voluto andare nelle sue stanze a chiederle come si sentisse, in qualsiasi momento.
Andai a sedermi davanti al tavolo del laboratorio, sconsolato. Il lavoro al fianco di Artù mi aveva aiutato a tenere la mente impegnata, ma non mi bastava. Oramai era da giorni che andavo avanti in questo modo: lavoro, combattere briganti, lavoro, sciogliere maledizioni ed ancora lavoro. Gaius mi diceva di prendermela con calma, ed io gli rispondeva sempre, che non doveva preoccuparsi, di stare tranquillo e che si trattava semplicemente dei miei doveri, in quanto servitore dell’erede al trono ed aiutante del medico di corte.
Qualsiasi cosa mi andava bene, l’importante è che mi tenesse occupato e mi distraesse dai miei pensieri.
Ero intento a sintetizzare una cura per i mal di pancia; mi serviva solo, un determinato ingrediente. L’occhio mi cadde su di una boccetta. Conteneva una delle erbe preparate da Morgana. La presi in mano lentamente, rigirandomela tra le dita come se fosse una preziosa reliquia. E prima che me ne rendessi conto, il suo viso tornò a tormentare la mia mente.
La depressione che stavo provando, non durò a lungo.
La porta si aprì e qualcuno varcò la soglia. Una figura femminile con un lungo abito celeste, i capelli cadevano lisci dietro la schiena ed il capo era adornato da una tiara bianca, con pietre brillanti.
Morgana.
La boccetta mi saltò di mano come se scottasse. La osservai volteggiare per aria. Mi alzai rapidamente, rischiando di far cadere la sedia, cercando di prenderla al volo. Più semplice a dirsi che a farsi. Continuava a sfuggirmi ed a roteare, nemmeno fossi divenuto una qualche sorta di giocoliere. Proprio appena stavo per perdere il ritmo, di questo stupido giochetto che mi ero auto inflitto… << Stationar! >>. La boccetta si fermò a mezz’aria. Mi voltai lentamente sorridendo imbarazzato << Grazie >> << Di nulla >>.
Presi la boccetta e la rimisi sul tavolo. << A cosa devo la tua visita? >> Morgana entrò, muovendosi verso una delle librerie, con passi lenti ed aggraziati. Posò una mano sui libri e la fece scorrere lungo il ripiano ove erano posizionati; si fermò su uno di essi, non so secondo quale criterio, mettendosi poi a rimirarlo << In questi giorni il re ha conseguito un armistizio con il regno adiacente. Grazie all’aumento della sicurezza interna al territorio con la firma di questo accordo, ho riproposto di studiare nuovamente sul campo e di poter affiancare, in futuro, Gaius nelle sue attività, nel mio tempo libero, potendo così raggiungere il livello del suo assistente. Ovviamente senza disturbarlo od essere un peso per lui >> << Quindi, questo vuol dire… >> << Domani ci troveremo all’entrata della cittadella. Presentati solo con i tuoi strumenti, farò già trovare due cavalli pronti e carichi di vettovaglie ed altro >> concluse riponendo il libro, al suo posto. Sollevò con le mani leggermente il vestito, mentre faceva un inchino << A domani >>. Ero rimasto così sorpreso dalla notizia, che ci misi un pò a fare l’inchino di commiato. << Certamente, mia signora >>.

Come la prima volta, l’indomani partimmo in mattinata verso la stessa zona boschiva. Stavamo galoppando in totale silenzio, l’uno a fianco all’altra, quando Morgana si decise a parlare << Ti chiedo scusa per esserti stata lontana in questi giorni. E’ stato scortese da parte mia, ma non ho potuto farne a meno >> << Ti capisco, dopo quello che è accaduto nel bosco…dovevi pensarci su >> << Non è solo per quello. Sì, ammetto di averci pensato; in fondo accettare il proprio lato oscuro non è molto facile, ma ciò che mi dicesti allora, aveva già compiuto metà del lavoro. Inoltre, non ho fatto solo quello, ho anche cercato di tenermi occupata in vari modi. Ho convinto Gwen ad accompagnarmi in città, in questi giorni. Anche nella parte bassa. Volevo stare vicino al popolo di Camelot, per vedere come vivevano o cosa pensassero, ma la gente mi riconosceva e ciò risultava problematico e controproducente. Così da lì in poi mi sono…travestita >> << Davvero? >> chiesi sinceramente sorpreso dalla cosa << Sì, è stato semplice o forse non era un grande travestimento, ma bastava. Vestiti comuni e per nulla lontanamente vicini al lusso di quelli che indosso solitamente ed il classico cappuccio calato sul volto >> concluse sorridendo al ricordo << Mi sarebbe piaciuto vederti >> << Non avresti mai potuto, perché non mi avresti riconosciuto >> fece sicura di sé. Risi a quella possibile, seppur poco probabile, evenienza << Ho finito per dare una mano a Gwen nelle consegne che fa solitamente per conto delle persone bisognose…aiutare ed essere utile agli altri, mi ha fatto star bene perché mi facevano provare cosa significasse fare la differenza. Quindi sì, mi è stata davvero utile come esperienza. Mi ha avvicinato di più alla mia gente. Quando Artù sarà re, voglio essere al suo fianco, per poterlo aiutare a rendere queste terre un posto migliore, dove la magia non sia più temuta, le persone possano vivere in pace ed i bambini crescere godendosi la loro infanzia, senza preoccuparsi di quello che il domani avrà in serbo per loro. >> << Mi fa piacere che tu sia riuscita a trovarti una sorta di pace interiore…e di averti convertito al mio credo per Artù >> << Ammetto di essere stata scettica all’inizio, ma quei lati positivi che hai potuto vedere in lui grazie all’amicizia che vi lega, li ho notati anche io, ogni tanto, in tutti questi anni che lo conosco. Nonostante sia una boriosa testa di fagiolo… >> alzai il sopracciglio sorpreso, sentendola rivolgersi ad Artù con quel epiteto << …so che è una brava persona, e che ha tutte le carte in regola per diventare un re giusto e migliore dei suoi predecessori. Inoltre, c’è anche un’altra ragione, per la quale ho iniziato a relazionarmi con le persone. Volevo assicurarmi che ciò che era accaduto nel bosco, non fossi io, ma una parte di me. Ho iniziato egoisticamente per provare a me stessa di non essere una persona cattiva, ma qualcuno in grado di empatizzare, aiutare e supportare. Non avrò incominciato con il più nobile degli intenti, ma non me ne vergogno >>.
<< Avresti potuto parlarmene. Ti avrei aiutato volentieri >> << Lo so, Merlino, ma volevo riuscire a fare chiarezza dentro di me, da sola >> << Già, però sai, mi è mancato passare le giornate ad addestrarti >> << Anche tu mi sei mancato >> disse guardandomi negli occhi con intensità. Le sorrisi nervoso,<< “Testa di fagiolo”, eh? >> Morgana sorrise, divertita del fatto che lo avessi notato << Sì, che c’è di male? E’ normale per un apprendista ripetere citazioni del suo saggio maestro >> Ne ridemmo ed io ero contento di poterla nuovamente sentire ridere. Era un suono stupendo. Per il resto del viaggio, raccontammo tutti gli annedoti che ci erano accaduti in quel periodo, mentre continuavamo a galoppare, verso la meta.

Legammo i cavalli nello stesso punto della volta scorsa. << Oggi, propongo di invertire i ruoli. Sarai tu a doverti difendere. Che ne dici, sei pronta? >> << Certo >>. Ci mettemmo in posizione. << Hleap on baec! >> annunciai, << Bacainn funnimh! >> rispose rapida Morgana resistendo all’impatto, anche se digrignando i denti per lo sforzo.
Decisi di imporre maggior potenza.
Il suo viso si corrucciò nel cercare di mantenere alte le proprie difese. Chiuse gli occhi per concentrarsi e rispose avanzando di un passo con aria decisa, resistendo ancora. Sorrisi orgoglioso, mentre scioglievo l’incantesimo. << Bravissima, per caso ti sei esercitata in questi giorni? >> << Molto meno di quanto avrei voluto >> << Immagino…va bene, vediamo cosa possiamo fare adesso >> << Aspetta un attimo Merlino, vorrei proporre io un esercizio, stavolta >> Mi trovai sorpreso ed incuriosito dalla sua proposta << Va bene, dimmi pure >> << Sarà un esercizio per te >> << Davvero? >> << Sì, vedilo anche come un ringraziamento per quello che hai fatto per me. Mi hai aiutata molto, in diverse occasioni, e quindi ti farò l’onore… >> disse incamminandosi verso i cavalli, mentre indossava i guanti di cuoio << …di avere me come insegnante, almeno per questa volta >> concluse passandomi al volo una delle due spade infoderate. Morgana estrasse la sua gettando il fodero per terra, facendola poi volteggiare un paio di volte << Non credo che ce ne sia il bisogno >> commentai, poco convinto dalla sua proposta << Mi hai insegnato che per lanciare un incantesimo c’è bisogno di tempo e concentrazione, Merlino; magari in un’imboscata, trovandoti in una momentanea posizione di svantaggio, avresti la necessità di deviare un paio di colpi prima di rispondere con la magia >> vedendomi ancora incerto, incalzò << Probabilmente questo discorso varrebbe più per un novizio e non per un mago potente come te, ma pensa solo a quante volte ti potrebbe capitare di incrociare la lama con un avversario, anche solo per dover mantenere segrete le tue reali capacità >> ripensai a tutti i combattimenti sostenuti fianco a fianco di Artù, nel corso delle nostre disavventure << In effetti mi è già capitato in diverse occasioni, in passato >> ammisi mestamente << Per l’appunto. Allenarti con la spada, male non ti farà; magari potresti anche iniziare a pensare di diventare un grande spadaccino, oltre che un grande mago. Per il momento le mie intenzioni sono di mantenerti allenato e darti qualche dritta in modo tale da poter assumere una corretta postura in uno scontro, sapere come evitare di perder posizione, farsi aggirare o disarmare >>. Messa in questa modo, la sua idea mi piaceva; mi aveva proprio convinto << Conto su di te, allora >>.
Morgana mi massacrò. Non mi sembrava di ricordare che nemmeno Artù mi avesse spedito a terra, gambe all’aria, così tante volte. << Forza Merlino, più salde le gambe, concentrarti. No, non arretrare mantieni la posizione ed affronta l’avversario senza timore o remore. Se proprio devi cadere in continuazione, cerca almeno di rotolare di lato, provare a prendere lo slancio per rialzarti ed essere immediatamente pronto all’ingaggio >>. Mi faceva male tutto il corpo, nemmeno allenarmi con la magia mi aveva mai stancato così tanto. Forse fu proprio a causa della stanchezza che mi lasciai sfuggire un << Sei davvero una maestra spietata >>. Per tutta risposta lei mi fulminò con lo sguardo. Forse avevo parlato troppo ed a sproposito. Morgana mi si avventò contro, letteralmente, con una serie di attacchi repentini. Io riuscì a fatica a pararli ed a deviarli, usando il mio istinto, senza alcuna parvenza di tecnica, almeno fino a quando non finì con la schiena contro un tronco. Ero arretrato troppo, ed ora ero in trappola. Resistetti il più possibile, ma dopo pochi colpi, mi vidi costretto a capitolare; mi aveva disarmato. << Spietata >> ripetè << Vedrò di prenderlo come un complimento >> disse infilzando la spada nel terreno. Sospirai rumorosamente, lasciandomi cadere alla base dell’albero, ansimando per la fatica. Alzai lo sguardo verso di lei e la prima cosa che notai nel mio campo visivo, fu la sua mano guantata protesa verso di me. << Grazie >> dissi afferrandola. Mi rimisi in piedi, battendomi i vestiti dalla polvere. Fu lì che sentì le sue dita sul mio viso. Mi bloccai sorpreso, fissando i miei occhi nei suoi. Il color verde delle sue pupille era più luminoso del solito, o almeno così mi parve. Mi rilassai credendo di aver capito la situazione << Cosa c’è? Per caso ho ancora qualcosa tra i capelli? >> le chiesi sorridente. Appena terminai la frase, le sue mani mi presero il viso con fermezza, mentre lei avvicinò il suo. Rimasi pietrificato dallo stupore. Morgana aveva gli occhi chiusi mentre le sue labbra morbide e calde erano premute contro le mie. Dopo alcuni istanti si staccò, osservando la mia reazione, mettendosi poi a ridere. << Cosa… >> tentai di formulare con un filo di voce << Niente, è solo che la tua faccia- >> si interruppe ancora preda della ridarella << -meriterebbe di essere ritratta su di un quadro. Non pensavo che sarei stata così tremenda nel dare il mio primo bacio >> << Ti a- >> dissi, riuscendo a fatica a frenarmi dal completare ciò che mi era sfuggito dalla bocca. Morgana smise di ridere ed io mi affrettai a prenderle le mani, prima che fosse in grado di rendersi conto delle parole importanti che le avevo quasi rivolto. In quel momento dentro di me, stavano vorticando un turbinio di emozioni. La mia mente cercò di trovare un filo logico all’interno di quel guazzabuglio, per poter convertire , finalmente, a parole quello che stavo provando. Feci un respiro profondo e, dopo aver placato il mio animo, tentai di esprimerle i miei sentimenti << Morgana, io tengo molto a te, e questo..non mi sono mai sentito così vivo come in questo momento, come mai nella mia vita. Nemmeno quando uso la magia >>. Le sue guance si colorarono, alle mie parole, di un leggero rossore << Anche per me vale lo stesso >>. Ci guardammo intensamente, notando una luce nello sguardo di ognuno, nuova ed attraente. Mi mise le braccia al collo, mentre io, con iniziale esitazione, la cinsi in un abbraccio. Lentamente ci baciammo ed io stavolta, anziché rimanere fermo come una statua, risposi con passione. Percepimmo ancora più i nostri sentimenti e la dolcezza di quel contatto. Il ritmo divenne sempre più veloce come se fosse divenuta, per noi, una necessità. La pressione tra le labbra ed i nostri corpi aumentò così come il calore che percepivamo provenire da essi. Non avevo mai provato prima d’ora una sensazione così potente, e adesso che la avevo assaggiata, sapevo che non avrei mai più potuto farne a meno. Era così magica ed intensa, che mi parve di vedere le foglie cadute sollevarsi in aria e vorticare attorno a noi, lentamente. Chissà se stava accadendo realmente o era tutto frutto delle sensazioni di quel momento. Francamente non seppì neanche come ci ritrovammo all’interno del rifugio, di come ci spostammo senza inciampare, fino al giaciglio. Di una cosa ero certo: avrei tenuto dentro il mio cuore, come un prezioso ricordo, ciò che avvenne dopo che ci lasciammo cadere su quell’improvvisato, letto di paglia.

Respirai.
Fu un respiro profondo.
Aria umida e calda riempì i miei polmoni, ma per me fu come una boccata d’aria fresca. Come se ora fossi rinato per la seconda volta. Come se mi trovassi a percepire il mondo che mi circondava, nuovamente, osservandolo ora sotto una luce diversa. Mi sentivo…felice. Sorrisi. “Felice”. Trovavo divertente che una semplice parole potesse riassumere perfettamente il mio stato d’animo in quel momento, soprattutto dopo il mare di emozioni e sensazioni che avevano precedentemente percorso le mie membra. Mi sentivo come quando ci si sveglia da un bel sogno, con l’unica differenza che non percepivo quella piacevole realtà scivolare via dalla mia mente. No. Era concreta, calda, morbida e viva. Ed era a fianco a me. Le sue braccia mi cingevano, le sue mani mi carezzavano, la sua chioma corvina mi sfiorava il corpo ed il suo respiro mi solleticava la pelle. Mi voltai con il capo, per poterla rimirare: sorrideva, muovendo dolcemente il viso contro il mio petto << Vorrei rimanere così per sempre >> << In fondo cosa ci impedisce di non farlo? >> dissi baciandole delicatamente la fronte. Morgana mugolò di piacere, aprendo poi gli occhi divertita << Non saprei, hai ragione. In effetti non abbiamo mica un regno da supportare e guidare verso il suo “grande” futuro. Inoltre, non c’è nessun tiranno arroccato dietro le mura di un castello pronto a sguinzagliare plotoni di guardie, se io non rientrassi prima del tramonto >> << Infatti, nessun problema >> . Lei sorrise arricciando le labbra divertita, protendendosi verso di me e baciandomi dolcemente. << Sai che ti dico? Hai ragione. Perché dovremmo tornare? Potremmo andarcene, senza guardarci indietro >> Alzai entrambe le sopracciglia, sorpreso dalle sue parole. Non tornare a Camelot, da Artù…rinunciare al mio destino, per poter vivere con lei alla luce del sole…
Morgana doveva aver notato che qualcosa non andava e si affrettò ad aggiungere << Ehi, Merlino, non crucciarti inutilmente. Era così per dire. Pensavo che- >> << Che avrei scelto subito Camelot per poi provare a convincerti a rimanere, anzichè scegliere immediatamente te? >> << Mi dispiace, non volevo metterti nell’ottica di pormi su di una bilancia con il regno, davvero. Non ti chiederei mai seriamente di scegliere. So cosa desideri e sarò al tuo fianco, ovunque questo ci porterà >> La guardai e non riuscì ad impedirmi di sorriderle << Ah, questi occhi, questi tuoi stupendi e bellissimi occhi >> dissi baciandoglieli, mentre lei cercava di sottrarsi ridendo.
<< Non devi dispiacerti. Pormi questa domanda a me stesso, pensare a questa eventualità… mi fa solo capire quanto tu significhi per me. Quanto io sia un uomo fortunato ad averti al mio fianco >> .
Mi abbracciò forte, nascondendo il volto contro il mio collo. Rimanemmo in un silenzio calmo e sereno. Ci godemmo quegli istanti di pace, conditi dai battiti dei nostri cuori.
Morgana inspirò ed espirò sonoramente.
<< Forza, dobbiamo andare >> << Ma come? Avevi detto che volevi stare qui per sempre >> << Si, ma purtroppo o per fortuna abbiamo dei nobili doveri >> << Non so se voglio ancora perseguirli, per oggi. Magari domani o… >> le dissi, facendo finta di lamentarmi. << Scommettiamo? >> disse, alzando il sopracciglio con aria di sfida. Prima che potessi rendermene conto, prese le “coperte” e le gettò via. Mentre lei si alzò tranquilla, io saltellai tremando fino a raggiungere i miei vestiti << Freddo, freddo. Sei sleale >> << Ah-ah. Spietata >> mi canzonò.
Rivestirsi fu un azione che richiese più tempo del previsto: non la smettevamo di lanciarci delle occhiate sbirciandoci, e allungando lascivamente le mani l’una verso l’altro, ma alla fine riuscimmo a trovarci fuori con abbastanza tempo per tornare a Camelot, entro l’orario limite. Uscimmo dal rifugio, borse in spalla, incamminandoci verso le nostre cavalcature. Morgana mi diede un colpetto con la spalla << Quando lo hai capito? Che provavi dei sentimenti per me? >> Sorrisi, tornando subito con la mente, a quei ricordi << E’ stata la prima sera trascorsa a corte. Quando ti vidi entrare nella sala grande. Non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso. Dopo quella volta, cercai di lasciar perdere; in fin dei conti ero semplicemente un servitore. Non ho mai smesso, però, di provare affetto per te e, da quando hai incominciato a venire a studiare botanica e magia, quella sciocca ed infantile speranza di un amore impossibile si è riaccesa. Dapprima, timidamente, ma poi come una fiamma sempre più viva. Lavorare con te, conoscerti meglio, non ha fatto altro che rafforzare i miei sentimenti: sei una persona di buon cuore, intelligente e coraggiosa. Quando prima mi hai baciato… >> << Immagino che dopo quel gesto completamente privo di senso ed importanza, il cuore abbia voluto essere più sincero del suo padrone. Almeno così suppongo >> << Supponi bene, allora. E tu invece? Tocca a te adesso parlarne >> << Non ho mai detto che lo avrei fatto >> << Cosa? Ehi aspetta, ma prima- >> << Ti ho fatto una domanda, la quale non implicava che io… >> Morgana scoppiò a ridere, guardando la mia reazione alle sue parole << Va bene va bene. Sei troppo tenero quando ti corrucci. Allora, se non ricordo male, ti notai anche io quella sera >> << Uao, non pensavo di poter risaltare tra tutti >> << In realtà fu facile notarti: eri un ragazzo che non avevo mai visto prima a corte e mi stavi fissando a bocca aperta >> << Cosa? Non è vero, non ho mai fatto nulla di simile >> << Hai ragione, mi sbagliavo >> << Infatti >> << Dire che avevi la bocca aperta non rende l’idea, affatto…avevi la bocca spalancata, sembrava che stesse per caderti la mandibola. Dopo che ti passai davanti, mi voltai giusto in tempo per vedere Gaius riprenderti. “Carino” pensai. >> A quelle parole gonfiai il petto << Per essere un servitore >> accusai la frecciatina, perdendo la mia postura orgogliosa << Con il passare del tempo notai che eri educato, rispettoso, gentile e quando mi aiutasti a far fuggire il bambino druido, mi resi conto che eri diverso dagli altri. Eri degno della mia fiducia; in pochi lo sono. Per questo motivo, quando seppi che Artù voleva andare, contro gli ordini di suo padre, a proteggere il tuo villaggio dai banditi, mi unì anche io. Per ricambiare, perché sapevo che avresti fatto lo stesso per me, perché eravamo amici e ti volevo bene. E’ stato, poi educativo imparare così tanto al tuo fianco e trascorrere del tempo insieme. Dopo l’incidente nel bosco, non solo mi resi conto che mi avevi salvato la vita praticamente una seconda volta, ma iniziai a vederti sotto una luce diversa. Ammetto che fu uno dei motivi per i quali mi tenni a distanza nei giorni seguenti; volevo fare chiarezza nel mo cuore, capire cosa provavo realmente per te. Per questo ho proposto nuovamente un’uscita direttamente sul campo: per avere l’occasione di parlarti e…direi che è andata bene >>, sorrise dolcemente.
Arrivati, presso i cavalli, mi assicurai delle loro condizioni, ma mentre controllavo le borse mi fermai, mugugnando pensieroso. Morgana lo notò e mi si avvicinò << Ehi, tutto bene? Hai un espressione così triste >> << Scusami, non voglio rovinare questa giornata, ma mi sono ritrovato a pensare, tutto qui >> il suo silenzio mi invitava a parlare << E’ solo che…pensavo al fatto che ora probabilmente sarà ancora peggio di prima vivere a Camelot con i miei segreti >> << Perché dici così? >> << Perché ora dovrò nascondere anche ciò che provo nei tuoi confronti >> Morgana fece un sorriso triste e mi abbracciò. Mi capiva. << Evitare di far notare ad Artù che sono un mago è un conto, ma non essere libero di toccarti, baciarti, guardarti…ecco guarda, sto già male al solo pensiero >> Un leggero riso interruppe la mia depressione << Non sei solo. Sarà un fardello che porteremo assieme. E magari riusciremo a ritagliarci dei momenti per noi, chi lo sa? >> << Nel castello? >> << Beh, sì. Sarà interessante…dico, incontrarci in segreto >> Concluse mordicchiandosi il labbro inferiore, con fare sensuale. Risposi al suo abbraccio baciandola con ardore e sentendo le sue labbra che si dispiegavano sorridenti contro le mie.
Per quanto fosse arduo, riuscimmo a scioglierci dal nostro piacevole contatto. Salimmo sui cavalli galoppando il più velocemente possibile.
  
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