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Autore: Cassandra Black    05/08/2020    0 recensioni
Sette anime si sono trovate, Amore le ha plasmate in una famiglia.
Una battaglia, la fine di tutto.
Odio ha vinto.
Una scelta che si rivela l’unica possibilità.
Lei deve essere pronta, perché tutto sta per cambiare.
Amore ha trovato la strada.
* * *
Nel Velo non esistono né lo spazio né il tempo. Ci sono solo Anime e Porte.
*
«Buon viaggio, Comandante.»
*
«Ti aspetteremo lì, Ris… al confine tra Terra e Cielo e, per quanto possa sembrarti assurdo, spero che quel nostro ricongiungimento avvenga il più tardi possibile, perché il mondo ha bisogno di te e il Paradiso non è ancora pronto per noi.»
*
«Dovrà darmi delle risposte, lo sa Signorina Granger?»
«Io non credo, Signor Preside.»
*
«Addio, mio Sole.»
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Sirius Black, Tom O. Riddle
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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ALL THINGS MUST PASS
 
Capitolo 2

«Madre! Madre, dove sei?» Cammino per i corridoi guardando nelle stanze. Non trovo la mia mamma. Non c’è. Forse è di sotto?
Comincio a scendere le scale. Papà mi aveva detto di non farlo per nessun motivo. Ma mamma non c’è, e io voglio stare con lei. Le magie involontarie sono importanti, me lo dice sempre papà. Devo dirlo a mamma che ho chiuso Dra nel bagno. Sono stata proprio brava.
Scendo le scale.
Sento dei rumori, delle risate. Mamma è qui!
Corro verso il primo salottino. Mi fermo.
Non conosco quelle persone. Chi sono quei sconosciuti vestiti tutti di nero? Alcuni hanno una maschera sul viso.
«Ris! Cosa ci fai qui!»
«Padre!» Sono così felice. «Ho fatto la mia pri-»  
Papà mi interrompe subito «Sali di sopra, adesso.»
Perché fa così? «Ma-»
«Niente ma, figlia. Vai immediatamente in camera tua, e non scendere fino a quando non te lo diciamo io o tua madre.»
Guardo il mio papà. I suoi occhi grigi sono seri. Ha paura, lo sento. Ma non so perché.
Mentre vado in camera mia sento ancora le risate di quelle persone. Chi sono? E dov’è la mia mamma?
Ho paura, perché è il mio papà ad avere paura. E lui è forte. E coraggioso. Non ha mai paura.
Voglio la mia mamma.
 
* * * 
 
All things must pass
None of life's strings can last
So, I must be on my way
And face another day
Now the darkness only stays the night-time
In the morning it will fade away
Daylight is good at arriving at the right time
It's not always going to be this grey
(All Things Must Pass – George Harrison)
 
 
Ciao tesoro,
Qui stiamo tutti bene e non vediamo l’ora di rivederti presto. Teddy ti saluta e dice che ha fatto il bravo ometto, proprio come gli avevi detto di fare tu.
Trixie continua a gattonare per la casa e ogni tanto prova anche ad alzarsi in piedi, ma non riesce ancora a camminare, cade subito a terra. Ogni volta rido quando vedo le sue guance gonfiarsi per il disappunto: mi ricorda tanto te quando avevi la sua età. È veramente buffa. E le manchi tanto. Manchi a tutti e tre.
Dalla prossima settimana dovrebbero partire le uscite a Hogsmeade, giusto? Ci vediamo ai Tre Manici di Scopa, proprio come avevamo deciso prima che partissi. Poi ci organizziamo per l’orario, tranquilla.
Il nuovo lavoro va bene, ho iniziato venerdì scorso, e la paga è buona. Certo, non è il massimo, però almeno è un posto tranquillo e la responsabile mi permette di tenere con me i bambini. Di solito stanno con me dietro al bancone oppure seduti a uno dei tavoli a colorare. Ringraziando Merlino, Trixie è una bambina calma e pacata e riesce a placare Teddy: irruento potrebbe essere il suo secondo nome! Oh, e il nostro ragazzo ha iniziato a capire come cambiare colore dei capelli in modo cosciente: è così carino quando si concentra!
Sono davvero contenta che tu abbia trovato delle amiche! Non alzare gli occhi al cielo, ti conosco Ris! Non isolarti, stai con quelle ragazze. Non accadrà di nuovo, lo sai. So che non vuoi distrarti, e neanche io lo voglio. È troppo importante. Però devi ricominciare a vivere, almeno un pochino. Il dolore non passerà da un giorno all’altro, e avere accanto delle persone fidate può solamente aiutarti. Da come me ne hai parlato sembrano delle brave ragazze, affidabili. Mi piacerebbe conoscerle, sai? Già il fatto che tu me ne abbia parlato è un passo avanti, Ris, e lo sai anche tu. Devi solo imparare a fidarti di nuovo, tesoro.
Solo, stai attenta, va bene? E avvertimi quando le cose inizieranno a prendere forma, in modo da essere pronta se avrai bisogno di me.
Ora ti lascio, quei due stanno distruggendo la cucina. Teddy non è esattamente quel che si dice un buon esempio…
Ti voglio bene, piccola Ris.
A prestissimo,
Zia Meda.
 
Quanto mi mancano la zia e quei due terremoti. Dopo una vita insieme fa male lasciarli indietro, ma non si poteva fare in altro modo. Abbiamo tentato, ma così è più sicuro.
E poi li rivedrò la prossima settimana. A Hogsmeade.
È tutto così strano. Non avrei mai pensato che Trixie e Teddy avrebbero mai potuto vedere il villaggio, passeggiare tranquillamente per le strade, entrare da Zonko o da Mielandia. Non pensavo che avrei rivisto tutto questo, che avrei potuto godermi la normalità, almeno per un po’.
Tra qualche settimana, forse anche meno, dovrò iniziare quello per cui sono qui. E non sarà facile, anche perché sono sola. È vero, c’è Meda, ma sta fuori da scuola e, soprattutto, deve proteggere i cuccioli. Chiederò il suo aiuto solo se sarà strettamente necessario e, se tutto va secondo i piani, non ne avrò mai bisogno. Mi sono preparata una vita intera, non posso sbagliare. Non devo.
La Sala Grande è ancora deserta, ci sono giusto un paio di Grifondoro, qualche Tasso e una decina di Corvi. Al tavolo verde-argento sono l’unica. Effettivamente è un po’ presto, ma sapevo che sarebbe arrivata una lettera e non volevo aspettare questa sera per leggerla. Di certo non avevo intenzione di farlo davanti a tutti, soprattutto non di fronte a quelle tre. Non voglio rispondere a ipotetiche domande sulla mia famiglia. Ed è vero che non sono invadenti, più o meno, ma sono pur sempre le persone con cui ho legato di più in queste tre settimane, e magari qualche domanda ci starebbe anche. Le capirei se lo facessero, quindi meglio evitare.
Questa mattina, ringraziando Merlino, abbiamo solamente Incantesimi e Trasfigurazione dal momento che Lumacorno è impegnato con il Preside per non so quale evento, e Cura delle Creature Magiche è stata sospesa per il maltempo. Salazar, è fine settembre e sembra di essere già a novembre!
«Ei Granger, come mai già in piedi?» La voce squillante di Amber mi fa sobbalzare. Merlino che colpo!
«Ma non sarebbe il caso di chiamarla per nome?» Non di nuovo. È da ieri che Cassiopea e la rossa continuano con questa storia. Diana si è saggiamente dissociata dalla situazione.
«Ti ho già detto che a me piace così» Niente, la rossa molesta non si arrende proprio.
«E io ti ripeto che non è carino chiamare un’amica per cognome.» E neanche la mocciosa petulante a quanto pare.
«È un vezzeggiativo!»
«No che non lo è, scema!» Beh, sceme lo siete entrambe cara Cassiopea.
«Si!»
«No!»
«Si!»
«E io ti ho detto di no!» Aiuto…
«Ma potrò chiamarla come mi pare?!» Ecco, finalmente una frase sensata: brava Amber, fai come vuoi. Sono esasperata.
«Tanto ho ragione io» Due bambine, ecco cosa sono.
«Granger, dì qualcosa, su!» Niente, ritiro il mio “brava” di dieci secondi fa.
«Zitta stupida, lo sai che la mattina è facilmente irritabile!» E menomale che lo sanno…
«Oh, giusto…» sussurra Cassiopea mentre si volta verso di me, con gli occhi sgranati, le sopracciglia aggrottate e sulle labbra un broncio di finta costernazione. La mocciosa si sta divertendo…
«Ti prego, fermale, o giuro che le ammazzo» Il sussurro disperato di Diana mi fa voltare verso di lei. Ha uno sguardo omicida negli occhi e stretta tra le dita della mano destra c’è la sua bacchetta.
Prima che davvero possa affatturare qualcuno decido di intervenire: «Piantatela! Mi state uccidendo con le vostre lagne. Chiamatemi un po’ come vi pare. Ora andiamo, che tra poco inizia la lezione.»
Mentre ci incamminiamo verso l’aula di Incantesimi, sento Cassiopea sussurrare soddisfatta ad Amber: «Vedi? Avevo ragione io.»
Basta.
Ringraziando Salazar raggiungiamo l’aula piuttosto in fretta. Subito Diana mi fa cenno di sedermi vicino a lei. Cosa pensava, che mi sarei seduta vicino a quelle squilibrate?
«Grazie Laris, non ce la facevo proprio a sopportare una delle due stamattina»
«Figurati, neanche io ce l’avrei fatta.»
«Buongiorno ragazzi.» La voce del Professor Vitious interrompe il brusio in aula. Ma quando è arrivato? Merlino che colpo. «Oggi, come vi avevo già preannunciato la scorsa lezione, studieremo come lanciare incantesimi non verbali. Si tratta di una tecnica singolare che si rivela particolarmente utile durante un duello, dal momento che non utilizzando la voce, ma solo il pensiero, è più facile riuscire a cogliere di sorpresa il proprio avversario. Questo è un processo piuttosto lungo e complicato da imparare, in quanto tutto dipende dal grado di concentrazione del mago ma anche, e soprattutto, dalle sue abilità magiche e fisiche. Quest’ultime sono molto importanti per la riuscita di un incantesimo non verbale, specialmente se è potente o di natura difensiva, in quanto solo una buona resistenza permetterà di non cedere alla successiva spossatezza del corpo. Ora, a fronte di quanto detto, vi annuncio subito che inizialmente potrete usare solo incantesimi di potenza piuttosto moderata, che non siano né di attacco, né di difesa. Parlando con il vostro professore di Difesa Contro le Arti Oscure, abbiamo deciso di lavorare in parallelo, in modo tale che al termine dell’anno scolastico, per i M.A.G.O., i più capaci saranno in grado di lanciare un incantesimo difensivo o uno più blando di attacco. È vero che con gli incantesimi di protezione c’è bisogno di una concentrazione nettamente maggiore, quindi sarà più complicato riuscire nell’intento, ma non sono pericolosi come quelli di attacco; di conseguenza, gli incantesimi offensivi che vi sarà permesso praticare saranno pochi e accuratamente selezionati da me e il Professor Hamilton. Ora, non pensate di riuscirci al primo tentativo, e neanche al decimo. Ci vuole pratica e una buona dose di resistenza fisica, e ognuno di voi avrà tutto il tempo di cui necessita durante l’anno per esercitarsi e raggiungere una corporatura adeguata, quindi non preoccupatevi se oggi o anche nelle prossime settimane non ci riuscirete. Bene, possiamo iniziare! Sistematevi per la stanza, in modo che possa vedervi tutti quanti.»
Queste lezioni sono sempre più interessanti…
«Che spettacolo! Non credevo che avremmo affrontato la pratica. Pensavo si trattasse solo di un argomento teorico.» Il commento di Amber mi fa voltare verso le ragazze. Sono tutte eccitatissime per questa lezione.
«Dai, iniziamo! Vuoi provare prima tu, Laris?» Mi chiede maliziosamente Diana, probabilmente ripensando alla prima lezione. Alzo gli occhi al cielo. Non me ne fa passare una… devo stare più attenta, non posso pensare anche a lei.
«No, tranquilla, vai pure tu. Probabilmente non mi riuscirebbe, è abbastanza complicato.» Certo, come no.
«Bene!» E subito afferra la bacchetta con entusiasmo.
Mi guardo intorno. Alcuni sono piuttosto scettici mentre osservano straniti il professore, altri sono solamente buffi: stanno in piedi di fronte al proprio compagno con la bacchetta puntata e la fronte corrugata. Immobili. Scena memorabile.
Tra tutti penso che McNair sia il più ridicolo, insieme al suo fedele compare Mulciber: stanno lì, al centro dell’aula, che si osservano a cinque o sei passi di distanza, agitando violentemente le braccia senza un minimo di controllo. Pivelli. Subito Vitious li raggiunge, evitando così il possibile danno. Non tanto perché quei due possano davvero riuscire in un incantesimo non verbale, quanto piuttosto per l’elevata possibilità che accechino qualcuno colpendolo in un occhio.
Ogni tanto si sente un urletto di felicità di fronte a una scintilla sulla punta della bacchetta, che però si smorza subito in un lamento di disappunto quando quel luccichio si spegne rapidamente.
Però devo dire che sono tenaci: non si arrendono subito ai primi tentativi anzi, riprovano ancora più ostinatamente con sguardo risoluto.
Purtroppo non sarà la loro determinazione ad aiutarli. O meglio, non solo quella. Vitious, quando ha spiegato gli incantesimi non verbali, non ha dato un’informazione importante, fondamentale. Bisogna crederci davvero. Bisogna avere fede nelle proprie capacità, nelle proprie abilità di mago; bisogna essere certi che all’incantesimo formulato nel pensiero, la bacchetta risponderà come fosse un’estensione della propria mente. E del cuore. Soprattutto del cuore, perché è proprio da lì che ha origine la sicurezza in sé stessi. Lanciare un incantesimo non verbale significa raggiungere l’essenza di essere Mago.
Sorrido malinconicamente con un nodo in gola, sugli occhi una patina di lacrime. Sono Sue queste parole, del mio maestro, del mio mentore. Tutto ciò che sono lo devo a Lui e ai suoi insegnamenti, al suo essere così puro. L’ho perso troppo presto e ora tutto ciò che mi rimane sono i ricordi e le sue parole, che non mi abbandonano mai. La sua voce è la mia coscienza. E questo è così sbagliato, perché una volta era accanto a me, sempre. Ora guardando al mio fianco, c’è solo il vuoto.
Dei mormorii di stupore attirano la mia attenzione. Tutti stanno guardando verso il fondo dell’aula, così faccio un paio di passi avanti per avere una visuale completa della scena. Il mio sguardo si sofferma sulla punta di una bacchetta ancora luminosa per l’incantesimo. È di legno chiaro e flessibile. Legno di tasso, lo so. È una bacchetta rara e bellissima. Potente. Sono così simili. I miei occhi proseguono verso il braccio forte ancora disteso nel movimento elegante del polso, poi più su, sul petto solido e vigoroso. Un corpo prestante e atletico, il fisico di un uomo. Alzo lo sguardo e i suoi occhi gelidi color veleno incontrano i miei. È concentrato, lo vedo, ma la sua fronte non è corrugata per lo sforzo; sul suo viso non ci sono segni di tensione, i lineamenti sono distesi. Nel suo sguardo non c’è l’euforia e la soddisfazione di chi c’è finalmente riuscito. Nei suoi occhi leggo solo compiacimento e sicurezza. Non è la prima volta e non è stata fortuna: sa perfettamente cosa ha fatto. E come.
Il suo sguardo acquista una vena di curiosità: si è reso conto che lo sto studiando. Mi osserva anche lui, mi studia. I suoi occhi si spostano sul mio volto, sul mio corpo, scendono sulle braccia incrociate sul petto, poi più giù, fino ai piedi. Piano il suo sguardo torna in alto, ai miei occhi. Sta cercando di irritarmi. Lo fisso ancora e le sue labbra si arcuano in un sorriso pigro, compiaciuto. Ha capito che l’ho notato e la cosa lo soddisfa. Gli sorrido anche io. Bravo ragazzo.
«Vedo che ascolti sempre i consigli giusti, eh Laris?» Le parole di Diana mi riportano alla realtà.
«Come dici, scusa?» Di cosa sta parlando?
Sospirando la castana alza gli occhi al cielo. «Tanto intelligente, eppure…» Ma come si permette? ‘Sta scema…
«Ricordi il primo giorno? Sbirciatine, occhi negli occhi, sguardi languidi… Ecco, l’avete appena rifatto.» Ah, ho capito…
«Cioè, lui può guardare pure quanto vuole, che m’importa; ma tu, mia cara, non dargli troppa confidenza. Te l’ho detto, sarà anche bello come il Sole, una divinità, tutto quello che vuoi, ma è un tipo strano, direi quasi pericoloso.» Continua Diana con la sua filippica. Che carina, si preoccupa per me.
«Non hai capito niente, Diana: non mi piace, puoi stare tranquilla.» Le dico io, scuotendo la testa. Ma per favore.
«Ah davvero? E quegli sguardi? Cosa mi dici di quelli?» Non molla proprio…
«Se non te ne sei accorta, Riddle è stato l’unico che è riuscito a lanciare un incantesimo non verbale con successo.»
«Certo, ora è per questo che lo stavi fissando come fosse una bistecca.» Commenta Cassiopea dando manforte all’amica. Queste sono sempre più stupide.
«Guarda che l’abbiamo visto tutte, è inutile che fai finta di niente e ti nascondi dietro i suoi successi scolastici. È bello, e non c’è bisogno di negarlo. Solo, fai attenzione, va bene? Lascia pure che guardi, ma non dargli corda: dietro di lui c’è una scia di cuori infranti, e non solo quello.» Aggiunge Amber guardandomi negli occhi.
«Allora ragazze, partendo dal presupposto che non mi interessa minimamente, perché dite che dovrei fare attenzione? Cosa ha fatto di così pericoloso?» Merlino ti prego, no. Non ancora.
«Non è che abbia mai fatto qualcosa…» Diana si interrompe e guarda le altre. «È solo che sta sempre da solo, sembra quasi che eviti le persone, nonostante queste lo cerchino e gli gravitino intorno. E l’unico con cui parla volentieri è Malfoy, cosa non proprio positiva: molto affascinante, ma subdolo. Credo sia il solo che possa essere definito suo amico; con gli altri, il gruppo di Abraxas, non ha un grande rapporto. Ogni volta che lo si vede con loro ha uno sguardo annoiato, quasi scocciato.»
«E quindi? Non gli piace la gente. Neanche a me piace, ma non sono una psicopatica.» Ironizzo io.
«Stiamo parlando seriamente, Granger.» Amber è seria mentre mi parla. «È difficile da spiegare. È sempre preparato su ogni argomento di qualsiasi materia, ma non si mette in mostra per questo, anzi… come oggi: non è lui in sé per sé, o meglio, non solo… è anche la reazione degli altri a ciò che fa, a destabilizzare.»
«Si, va bene, anche la maggior parte dei Corvonero sa sempre tutto…» Provo a dire io. Devo capire.
«È magnetico.» Mi interrompe Cassiopea. «Può anche stare seduto su una sedia a non fare niente e vicino a lui, non so, Malfoy che parla: per quanto il biondo possa essere affascinante, nessuno lo ascolterà perché tutti staranno guardando Riddle. Quando parli con lui sembra come se… ecco, come se tu fossi la sua unica preoccupazione nella stanza e la persona più noiosa del pianeta allo stesso tempo. Capisci? E poi è un manipolatore. Sa quello che vuole e lo ottiene, sempre. Se tu gli servissi allo scopo non si farebbe problemi a usarti, solo che alla fine, in qualche modo, lo aiuteresti con piacere.» Le parole di Cassiopea mi fanno riflettere. «È pericoloso, ma non direttamente per le sue azioni. È quando parla che lo diventa davvero…» Ragiono ad alta voce. Bingo!
«Esatto!» L’esclamazione di Diana conferma la mia deduzione. Bene, sono ancora in tempo. Non è successo nulla.
«Quindi, per favore: stai attenta» Continua preoccupata la castana. Ancora?
«State tranquille, non mi interessa. Ma vi prometto che starò attenta, per la vostra pace mentale.» Le rispondo io sbuffando. Le ragazze mi sorridono in risposta.
«Ecco, bravissima biondina. Non farci stare in pensiero.» Cassiopea mi fa l’occhiolino.
* * *
 
Oggi la Sala Grande è più rumorosa del solito: da ognuna delle quattro tavolate si sentono gridolini di eccitazione e schiamazzi; così decido di chiedere alle ragazze se ne sanno qualcosa.
«Ma come, non ne sai ancora niente?» La faccia di Amber è sbalordita.
«Se l’ho chiesto evidentemente no, non lo so.» Le rispondo io roteando gli occhi.
«Ma come fai a non saperlo? L’avviso è appeso in Sala Comune, accanto all’avvertenza per Hogsmeade.»
«Attaccato, non accanto. Attaccato.» Puntualizza la rossa con fare petulante. La fulmino con lo sguardo: è terribilmente irritante quando parla con quella vocetta acuta.
«E la notifica per l’uscita l’hai vista, mi sembra. Anzi, è tutta la settimana che chiedi di Hogsmeade. Come hai fatto a non vedere l’unico altro avviso appeso su quella bacheca? Hai problemi di vista? E i ragazzi… tutti i ragazzi, e sottolineo tutti, di ogni Casa e di qualunque anno, ne parlano da stamattina. Come fai a non sapere ancora niente?» continua Amber, irritandomi sempre di più.
«Magari, e dico magari, non so ancora niente perché è l’uscita a Hogsmeade che mi interessava e quindi, dopo essere venuta a conoscenza della data, quella bacheca per me è diventata inutile? Ah, e non mi attirano per nulla i discorsi altrui, ergo, non ascolto ciò di cui parlano i ragazzi.» Alle mie parole, la rossa mi guarda con un sopracciglio alzato e gli occhi socchiusi.
«Beh, sei sempre così distratta, Granger, che non fai caso alle persone intorno a te. A volte sembri quasi assente. Capisco che sei impegnata con lo studio per i M.A G.O., tutti lo siamo, ma la scuola è appena iniziata, puoi permetterti qualche momento di svago: ci sarà tempo più avanti per chiudersi in biblioteca a fare l’eremita.» Amber mi ha appena definita “eremita”?
«In ogni caso, cerca di non distruggere quel poco di vita sociale che hai, va bene biondina? Io e le ragazze ci siamo impegnate per evitarti l’etichetta di “asociale scontrosa”. D’altra parte lo sappiamo che in fondo, molto in fondo, sei una cucciolina tenera di puffola pigmea, con un cuore grande che trabocca di amore per il mondo.» Allibita, guardo Cassiopea e il suo sorrisino sarcastico. Salazar, cosa è appena uscito da quella bocca? Mi volto verso le altre due che stanno evitando il mio sguardo. Appena riesco ad agganciare i loro occhi vedo la smorfia divertita che hanno in volto. Loro guardano la mia espressione stralunata. E niente, non ce la faccio: scoppio a ridere, subito seguita dalle altre tre.
Merlino, da quanto non ridevo così?
«Sei pazza. Davvero, lo sei: rasenti lo squilibrio mentale.» Ridacchio io guardando Cassiopea. «Ma come ti è venuto in mente? Cucciolina tenera di puffola pigmea
«Ah, tu ridevi per quello? Pensavo fosse per il resto: sai, la parte del cuore grande pronto a mettere in circolo il tuo amore ancora più grande per le persone.» Dice sarcastica Diana, prima di scoppiare a ridere di nuovo, trascinandosi dietro le altre due.
Le guardo mentre ridono di me. No, non di me. Con me. E mi rendo conto che mi mancava tutto questo. Il calore di un sorriso, la felicità in uno sguardo, l’intesa tra simili, la normalità.
Mi è mancato poter ridere senza sentirmi in colpa; mi è mancato avere un motivo per sorridere, o anche non averlo quel motivo, e sorridere e basta, riuscire a farlo, a incurvare le labbra senza che mi si spezzasse il cuore. Perché non pensavo ci sarei mai riuscita, non con qualcun altro, qualcuno che in realtà non conosco.
Ed è vero, loro non le conosco: so i loro nomi, le famiglie da cui provengono, in quale letto dormono la notte e quali materie odiano. Ma ignoro totalmente le cose più importanti: le loro speranze, i loro sogni, le piccole abitudini quotidiane, il colore preferito. E non perché sono distratta, non potrei mai esserlo. Semplicemente non ho mai prestato loro attenzione: le guardavo, ma non le vedevo; le ascoltavo, ma non stavo a sentire.
Anni fa ho perso tanto e questo mi ha quasi distrutto, ma sono riuscita a rialzarmi per coloro che erano rimasti, per Meda e Teddy, per Trixie. Ma non per me. Il mio corpo è andato avanti insieme a un cuore ammaccato, pulsante di dolore, ma la mia anima… Oh, la mia anima. Lei non è più stata la stessa. Un tempo avevo uno scopo per non morire, per rimanere viva. Ora riesco solo a sopravvivere per non abbandonare mia zia e i cuccioli, per raggiungere il mio obbiettivo. E la mia anima ne ha pagato il prezzo: arrancare, senza vivere davvero, l’ha logorata pian piano, non permettendole di aggiustarsi, almeno un po', dopo la devastazione subita. Mi sono chiusa in me stessa, nel mio dolore, non permettendo a nessuno di entrare e prendersi cura di me e aiutarmi a tornare a vivere.
Ora capisco anche le intenzioni di Meda quando mi dice di non isolarmi e di fare amicizia: la solitudine nel mio caso non è un bene, per niente. Devo riuscire a parlare con quelle ragazze, stabilire un contatto per non perdermi nel mio dolore. Devo riuscire ad andare avanti per me. Non per Meda. Non per Trixie. Non per Teddy. Per loro l’ho già fatto, lo farei ancora, sempre. Questa volta però devo farlo solo per me, e queste ragazze potrebbero essere il primo passo.
Le guardo negli occhi ancora lucidi di divertimento. Posso farcela.
«Va bene, va bene. Tralasciando le tue oltraggiose parole, mocciosetta.» Comincio io, rivolgendomi a Cassiopea con un sorriso in viso. Un sorriso un po' tirato ed esitante, ma pur sempre un sorriso. «Qualcuna di voi vuole dirmi di cosa stanno parlando tutti i ragazzi, e sottolineo tutti, da questa mattina?» continuo io, facendo il verso ad Amber che rotea gli occhi al cielo con una smorfia divertita in volto.
«Dai, abbiamo cincischiato anche troppo! Non è di certo un segreto.» Sbuffa Diana in direzione di Amber e Cassiopea.
«Cincischiare? Sei seria?» La rossa è sul punto di scoppiare nuovamente a ridere, con le labbra strette tra loro per non farsi scappare un riso divertito alle parole di Cassiopea. Io invece non mi faccio alcun problema mentre sogghigno in direzione della castana.
«Piantatela, non siete affatto divertenti. Cincischiare è una parola come un’altra, normalissima e assolutamente adeguata al contesto.» Brontola Diana in risposta. «E comunque stavo solo tentando di riferirti la grande notizia di cui parlano tutti. Forse però, davvero non ti interessa…» continua lei, guardandosi le unghie delle dita con aria fintamente annoiata.
«Va bene, okay: mi arrendo. Voglio saperlo.» Le rispondo io alzando le braccia in segno di resa.
«Meraviglioso, cara.» Mi prende in giro lei, battendo velocemente le palpebre in uno svolazzare di lunghe ciglia scure. «Si tratta semplicemente dell’annuale annuncio per le selezioni della squadra di Quidditch.»
Oh. Subito raddrizzo la schiena e mi chino in avanti sul tavolo per avvicinarmi a Diana. «Quidditch, davvero?»
«Biondina, cos’è quel ghigno inquietante che hai stampato in faccia?» La voce di Cassiopea attira la mia attenzione, facendomi spostare gli occhi sulla sua figura, seduta alla sinistra della castana.
«Ghigno inquietante? Quale ghigno inquietante?» Minimizzo io, inarcando un sopracciglio. «Semplicemente mi stavo chiedendo se la squadra di Serpeverde, sapete, la nostra squadra, avesse già un Cercatore confermato…»
Amber, seduta di fianco a me, sobbalza sulla panca come se fosse stata attraversata da una scossa, e si volta rapidamente verso di me con gli occhi verdi sgranati.
«Beh, io prima potevo anche avere un ghigno inquietante in viso, ma è evidente che la sua espressione» dico io, indicando la ragazza accanto a me «è seriamente preoccupante. Rossa, tutto bene? Hai assunto una sgradevole tonalità color melanzana.»
«Tu, tu giochi a Quidditch?» Gracchia lei con voce strozzata e gli occhi lucidi. Salazar, sta per tirare le cuoia?
«Amber, stai bene? Veramente, sei viola in faccia. Ma respiri? Merlino, stai respirando?!» Le do un colpetto sul braccio per farla riprendere. Niente. Mi sto preoccupando.
«Tranquilla Laris, sta bene. È normale amministrazione.» Sbuffa Diana lanciando uno sguardo divertito alla rossa. «Devi sapere che la nostra ragazza qui, è il Capitano della squadra dall’anno scorso. E, per rispondere alla tua domanda, sta cercando disperatamente qualcuno che sappia inseguire decentemente la pallina dorata con le ali, e che magari riesca anche a prenderla senza precipitare dalla scopa nel tentativo.» Aggiunge Cassiopea alzando gli occhi al cielo, piuttosto divertita anche lei.
Di colpo Amber si riprende dal suo stato catatonico e, mettendomi le mani sulle spalle, comincia lievemente a scuotermi. Beh, non proprio lievemente. Diciamo più al limite della cortesia, ecco.
«Quindi? Rispondimi Laris: sai giocare a Quidditch, sei un Cercatore?» Mentre mi guarda, Amber ha gli occhi sgranati e speranzosi.
 «Dunque, diciamo che su una scopa non me la cavo affatto male: come Cacciatrice sono abbastanza discreta, ma inseguire il boccino e afferrarlo mi riesce dannatamente bene.» Le rispondo io con un ghigno orgoglioso in viso. Perché sì, in sella a una scopa sono davvero brava. Superba direi.
«Sei seria?» Amber mi guarda negli occhi «Merlino sei seria. Salazar, grazie!» E mi abbraccia, stritolandomi tra le sue braccia. Subito si allontana mettendomi le mani sulle spalle. «Tu potresti essere la risposta a tutte le mie preghiere. Granger, tra un’ora ti voglio in campo per le selezioni. E niente storie per lo studio, lo so che hai già terminato tutti i compiti della settimana.»
«Ma io-»
«Niente ma! Forza, fila a prepararti!» M’interrompe lei immediatamente con uno sguardo di fuoco.
«Veramente vo-»
«Subito Granger!» Ora la uccido.
«Merlino, Amber! Lasciala parlare!» Si intromette Diana guardandola con severità. «Sta solo cercando di dirti qualcosa, cara.»
«Ecco, si. Grazie Diana» Le dico io, riconoscente. «Volevo solo dirti che non ho una scopa. Non ho avuto modo di comprarla prima dell’inizio delle lezioni.» Continuo poi con un sorriso esitante rivolto alla pazza.
«Ah! Ma non ti preoccupare, Granger! Per oggi puoi usare la mia.» Mi risponde la rossa sorridendomi beata. «E ora, vai a prepararti! Mettiti qualcosa di comodo, la divisa l’avrai solo se supererai la selezione, ovviamente.» Continua poi, inarcando un sopracciglio con un sorrisetto sagace in viso.
«Quando supererò la selezione, non se. Quando.» Puntualizzo io, alzandomi in piedi.
«Ottimo, dimostramelo Granger.» Bene, avrò quel boccino tra le mani prima che se ne renda conto.



ANGOLO AUTRICE
Lo so, sono sparita. Scusatemi davvero, ma non è stato proprio un periodo facilissimo, ecco. Con questo non mi voglio giustificare, affatto, ma sento di dovervi almeno una spiegazione e le mie sincere scuse. Per le spiegazioni: l'università è stata il problema maggiore, e lo è ancora in effetti, ma vi prometto di non sparire di nuovo anche per i prossimi otto mesi; poi, di certo questi mesi chiusi in casa non sono stati esattamente uno spasso. Vi chiedo umilmente scusa ragazze (e ragazzi, se ci siete anche voi), ma non vi farò promesse a vuoto: non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, ma so che sicuramente non passeranno mesi (forse un paio di settimane). Sto tentando di scrivere più capitoli possibili prima di pubblicarne uno, in modo da avere una scorta decente per quando sarò nuovamente in sessione. Quello che posso dirvi, però, è che questa è la mia creatura, sono anni che ci lavoro e non ho alcuna intenzione di abbandonarla.
Detto questo, spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto, come è piaciuto a me scriverlo. E non esitate a scrivermi o recensire se avete delle domande da farmi, dei consigli da darmi o anche solo per farmi sapere se vi è piaciuto o meno il capitolo.
Grazie a chi non si è ancora arreso con me e aspetta ancora i miei aggiornamenti per vedere come andrà avanti la storia.
PS: Ho un piccolo problema con il banner che ho creato per la storia. Non riesco ad inserirlo. Se qualcuno di voi sa come fare e vorrebbe darmi una mano ve ne sarei grata.
Buona serata,
Cassandra Black
   
 
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