“Non
capisco cosa ci sia da pensarci. Ti ha invitata qualcun
altro?”
“La
mia
risposta non dovrebbe dipendere dal numero di inviti”
puntualizzò Luna.
Osservava con curiosità il ragazzo davanti a lei –
l’aveva colta alla
sprovvista.
Lui
esitò;
infine si trovò ad annuire. “Hai ragione, non
conta. Ma perché non verresti con
me?”
In quel
momento Draco Malfoy si intromise, piazzandosi al fianco di Luna.
Squadrava con
malcelata irritazione il ragazzo davanti a loro. Non c’erano
dubbi che avesse
origliato buona parte della conversazione.
“Perché
dovrebbe accettarti? Non sei neanche nel musical”
affermò, voltandosi poi verso
Luna. “Vieni con me al ballo, Lovegood”.
“Che
buffo, non sembrava una domanda”.
“Nessuno
ti
ha interpellato, Malfoy”.
Draco non
si aspettava un tono tanto strafottente da un emerito nessuno, ma non
si lasciò
certo intimidire. “Tu chi saresti?”
“Oh,
non
vi ho presentati! Draco, lui è Rolf. Rolf, Draco”.
“Rolf Scamander”
specificò l’interessato, scandendo bene il
cognome. “Ma immagino tu sia troppo
ignorante per conoscere mio nonno”.
Scamander gli
sembrava d’averlo già sentito, in
realtà. “Theseus Scamander è un eroe di
guerra. E allora?”
Rolf
sbuffò. “Non mi riferivo a lui. Ma per voi Malfoy
esistono solo le guerre,
vero?” domandò acido, ma non lasciò a
Draco il tempo di rispondere. “Mio nonno,
Newt Scamander, non è solo un esperto
magizoologo” dichiarò, “è
anche
stato il primo e più noto interprete di Marius Pontmercy. E tu
mi hai
soffiato il ruolo, solo perché sei un
raccomandato!”
“Basta,
Rolf, non sei gentile! Draco è molto bravo a cantare,
sai?” rimarcò Luna, che
fino ad allora non era intervenuta, osservando curiosa lo scambio tra i
due.
“Dubito
che sia migliore di me, ma si è sottratto a un
confronto” replicò Rolf,
portando nuovamente su di lei la sua attenzione. “Non
accettare il suo invito.
C’ero prima io”.
“Hai
frainteso” sibilò gelido Draco. “Non ho
partecipato ai provini per risparmiare
a te e agli altri una sonora umiliazione, non certo per
paura”. Si voltò verso
Luna. “Non dargli retta, Lovegood”.
Lei
passò
lo sguardo dall’uno all’altro alcune volte, infine
batté le mani. “Come nelle
fiabe della mamma! Anche se non sono una principessa. Perché
non vi sfidate a
duello, per decidere?”
I due
ragazzi guardarono Luna a dir poco perplessi, ma quando i loro sguardi
si
incrociarono la competizione finì per avere la meglio sul
buon senso. Draco
aveva già la mano sulla bacchetta, ma per fortuna Rolf lo
precedette iniziando
a intonare una canzone e non una qualsiasi: Empty chairs at
empty tables,
quella da solista di Marius nel musical. Draco si inserì
immediatamente e il
duello-duetto ben presto attirò l’attenzione di un
ampio gruppo di studenti. I
due si cantavano addosso, si spingevano, alzavano sempre di
più la voce e si
rubavano le battute, mentre Luna rimaneva al centro imperturbabile.
Alla fine
fu Draco ad avere la meglio, quando diede uno spintone alla maniera
babbana al
povero Rolf e si mise di fronte a Luna con aria vittoriosa, modificando
ad hoc
la parte finale della canzone.
“Oh
mio
nemico, nemico perdonami
Ché
io ti
soffio il musical e la ragazza
C'è
una
felicità di cui non si può parlare
E una
fortuna che aumenta e aumenta”.
Il
pubblico improvvisato iniziò ad applaudire – e le
ragazze perlopiù a sospirare
in modo romantico –, e intanto nessuno si curava del povero
Rolf che solamente
adesso riusciva ad alzarsi da terra. Luna non ancora aveva risposto, ma
per
Draco si trattava già di una vittoria schiacciante.
“È
l'ispettore Javert!” urlò all'improvviso Ginny,
calandosi nel ruolo. “Cioè,
volevo dire, la professoressa Umbridge”.
Pochi
istanti dopo la figura bassa della donna apparve, palesandosi con la
sua solita
finta tosse.
“Che
cosa
sta succedendo qui?” chiese senza parlare a nessuno in
particolare, per poi
sorridere nel vedere i suoi due pupilli del musical. “Ma che
bravi, stavate
provando? Sì, portate la musica anche ehm al di fuori
dell'aula. Venti punti in
più a Serpeverde e dieci in più a Corvonero. Di
sicuro è stata un’idea del
signor Malfoy e, ehm, signor Scamander, la sua divisa è
sporca e i suoi capelli
sono in disordine! Dieci punti in meno a Corvonero!”
Rolf
sembrò sul punto di protestare, sul momento, ma
passò in fretta. Si limitò a
fissare torvo la Umbridge che si allontanava nel corridoio.
“Non
è
stato carino spingerlo a terra, Draco” affermò
Luna, pensosa.
“Mi
sono
lasciato prendere dall’emozione”.
“Tu
stai
bene, Rolf?”
“Sì”
rispose il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli nel tentativo di
sistemarli. “Dovevo saperlo che Malfoy bara,
pur di non accettare la
sconfitta”.
“Ora
non
accampare scuse, Scamander. Mi hai spinto almeno quanto io ho spinto
te. La mia
vittoria è giusta”.
“È
vero”
dichiarò Luna, prima che Rolf potesse ribattere.
“Ha vinto Draco”.
Alcuni
dei ragazzi intorno a loro, che avevano ascoltato tutto con molto
– fin troppo
– interesse, annuirono.
Rolf,
irritato, si voltò a fronteggiare nuovamente Draco.
“Perché l’hai invitata,
comunque? È semplicemente un gioco per un giovane
ricco?”
“Hai
cambiato personaggio?” intervenne Ginny, uscendo dalla folla
per unirsi a loro.
“Sinceramente non tifo per Malfoy, anzi,
però è vero, ha vinto lui.
Piuttosto!” esclamò, voltandosi verso Luna,
“Non ti ha invitata anche Neville?”
L’interrogata
scosse la testa, ma a parlare fu Rolf. “Hai origliato tutta
la conversazione, Weasley?
Non hai niente di meglio da fare?”
“Oh,
Rolf,
tutti questi studenti stanno origliando” dichiarò
tranquillamente Luna,
indicando la folla intorno a loro. “Dovete averli attirati
cantando”.
“Allora
verrai con me?” si inserì nuovamente Draco,
piuttosto soddisfatto per la piega
presa dagli eventi ma un po’ infastidito per quanto si
stessero allungando le
cose. Se non altro, aveva trionfato davanti a una trentina di compagni.
Nessuno
avrebbe più potuto mettere in dubbio le sue doti canore.
Luna lo
guardò.
“Sì, penso di sì”
affermò semplicemente, facendo accigliare Ginny e sbuffare
Rolf.
“Sei
pazza, Lovegood – più del solito,
intendo” sibilò, scontento, quest’ultimo.