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Autore: Mahlerlucia    09/08/2020    1 recensioni
{Questa raccolta di OS partecipa alla #BokuAkaWeek2020}
Se guardi il cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore.
(Khalil Gibran)
[Bokuto x Akaashi]
PROMPT:
Day 1 - Childhood friends
Day 2 - Roommates/College!AU
Day 3 - Florist shop!AU
Day 4 - Clothes sharing
Day 5 - Touch/Bed sharing
Day 6 - Five Things (5+5)
Day 7 - Hurt/Comfort
Day 8 - Secret admirer
Day 9 - Cooking/Baking
Day 10 - Free day (Japan National Team)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Questa raccolta di One-shots partecipa alla #BokuAkaWeek2020
 
9 agosto: Free day (Japan National Team)




Manga/Anime: Haikyū!!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life
Rating: verde
Personaggi: Koutarou Bokuto, Keiji Akaashi
Pairing: #Bokuaka
Avvertimenti: Missing moments, Lime, Spoiler!, Tematiche delicate
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi



 
 
 
10. Una Stella e il suo Mondo

 
 
La Nazionale di pallavolo maschile giapponese si accingeva a concludere il suo secondo match contro l’Azerbaigian, a seguito di una gloriosa vittoria contro la Polonia. Nazioni di certo non tra le più blasonate per quanto riguardava l’efficienza sportiva, ma di sicuro da non sottovalutare. L’ultimo set vedeva il Paese del Sol Levante nettamente in vantaggio sugli avversari: ancora una manciata di punti e avrebbero potuto ufficialmente considerarsi agli ottavi di finale.
Keiji si era recato all’arena assieme a Konoha, i fratelli Tsukishima, Yamaguchi e la loro ex mangager Yachi. Udai-san aveva preferito restare a casa per terminare le ultime tavole di un lavoro che, come oramai accadeva sempre più spesso, gli era stato commissionato in estremo ritardo rispetto alle tempistiche di scadenza. In biglietteria avevano incontrato Osamu Miya e un gruppo di ex studenti del Shiratorizawa Gakuen. Decisero di sedersi nella stessa area, pronti ad unirsi per sostenere i loro amici in maglia rossa. Non vi era alcuna invidia malsana, dato che avevano appurato con i loro stessi occhi quanto quei loro ex compagni di scuola e di squadra avessero lottato per arrivare sin dove si trovavano in quel momento, senza usare mai alcun tipo di scorciatoia o favoritismo. La parola d’ordine per tutti era talento ed era inconfutabile il fatto che determinate capacità dovessero essere presenti nel loro DNA sin dalla nascita.

“Nessuno riesce a sincronizzare i proprio tempi con quelli di Hinata meglio di Kageyama.”

Kei Tsukishima si lasciò andare ad un nuovo commento tecnico e, a tratti, nostalgico. Nessuno obbiettò la sua osservazione, anche se il sopracciglio aggrottato di Osamu Miya non sfuggì a nessuno dei presenti. Vedere suo fratello costretto ad imbastire il ruolo di riserva di un ragazzo di un anno più giovane non doveva essere di certo il massimo della vita per lui e, soprattutto, per Atsumu stesso.
Keiji abbassò appena lo sguardo, allontanando per qualche istante la sua mente dal frastuono presente in quell’enorme tempio della pallavolo e lasciandosi sopraffare dal ricordo dell’ultima occasione in cui aveva alzato la palla per Bokuto, ad un passo dalla vittoria del campionato nazionale. Se avesse avuto lo stesso quid che rilevava in Tobio Kageyama ogni qualvolta che si soffermava a osservarlo mentre entrava in azione sul rettangolo di gioco, le cose sarebbero andate diversamente; magari per il verso giusto.

Un boato di urla ridestò la sua attenzione nei confronti del match. I quattro ragazzi della Shiratorizawa erano balzati in piedi all’unisono, invocando il nome di quello che una volta era il loro capitano. Eita Semi arrivò a tirar fuori un megafono, ma Kenjiro Shirabu glielo strappò di mano ribadendo quella che secondo lui non era altro che “stupidità umana”.
La palla era di nuovo in mano al Giappone e la battuta sarebbe toccata proprio a Koutarou.
Lo vide voltarsi nella sua direzione, rispondere al saluto di Akinori con un simpatico occhiolino, per poi tornare a concentrarsi su quello che avrebbe dovuto portare a termine di lì a pochi frangenti di secondo.
Nel momento esatto in cui il direttore di gara fischiò, il numero quattro alzò la palla ed iniziò a prendere un’energica rincorsa. Saltò oltre la rete, mostrando tutta la prestanza fisica e l’energia del primo giorno in cui un giovanissimo Akaashi ebbe il piacere di vederlo all’opera. Quest’ultimo osservava l’intera sequenza come se si trovasse di fronte alla scena più bella del suo film prediletto. Il cuore in tumulto, le mani che tremavano e sudavano in maniera innaturale, gli occhi che brillavano di una luce non propria, ma riflessa. Sì, perché quella che si stava levando in volo per schiacciare la palla era una Stella talmente pura e luminosa da lasciare l’intera platea in completa e silenziosa ammirazione.
Gli avversari non fecero nemmeno in tempo ad organizzare la loro difesa di gioco che la palla aveva giù toccato terra, al centro del campo, a pochi centimetri da un tentativo di recupero in bagher da parte del libero azero.
I compagni gli andarono incontro per congratularsi e Koutarou, in tutta risposta, si avvicinò al bordo del campo e allungò un braccio in direzione del punto esatto in cui si era seduto il suo Akaashi. Quest’ultimo non poté desistere dal desiderio di nascondersi dall’imbarazzo ponendo entrambe le mani tra il suo viso e tutti coloro che si erano voltati nella sua direzione.

Hey, hey, hey! Avete visto tutti il mio Mondo?”

Keiji ringraziò gli dèi che non avesse in mano un microfono o qualcosa del genere, altrimenti l’unica soluzione per potersi liberare definitivamente da tutti quegli sguardi indiscreti sarebbe stata davvero quella di sprofondare tre metri sotto terra. Certo, amava immensamente essere considerato al pari del suo intero Mondo, anche se spesso non si sentiva propriamente all’altezza della sue aspettative. Ma gli aveva da sempre ribadito che certe cose dovevano restare tra loro, anche per non permettere a nessuno di sminuirle o, ancor peggio, infangarle senza nemmeno uno straccio di motivazione valida.

Konoha gli mise un braccio intorno alle spalle per tranquillizzarlo. Chi meglio di lui poteva capire quella bizzarra situazione senza dover per forza di cose commentare o porre domande personali? Lui sì che ne aveva viste di cotte e di crude fra quei due ai tempi della Fukurōdani; e non sempre era stato così semplice abituarcisi.
Alzò il pollice per lasciargli intendere di aver recepito il messaggio, ma anche per invitarlo a concentrarsi su quell’importante match che in realtà non era ancora terminato. 

Richiamato da Sakusa, tornò in posizione per prepararsi alla seconda schiacciata consecutiva. Questa volta fece di tutto per concentrarsi totalmente sulla palla, senza indugiare troppo sul pubblico totalmente rapito dalle sue movenze e dal suo incommensurabile talento. Scelse di muoversi in diagonale, lasciando stridere la suola delle sue scarpe leggere contro il pavimento in legno prima di librarsi in volo piegando entrambe le gambe e mantenendo lo sguardo vivo e fisso sulla sfera, appena poco più in alto della sua testa. Schiacciò con tutta la potenza della sua mano e la palla andò oltre la rete senza alcun indugio. Fu ancora punto per il Giappone.

“Bokuto-san!”

Il giovane editore scattò improvvisamente in piedi, come era solito fare nei momenti in cui veniva colto da una forte agitazione che gl’impediva di trovar pace. Tsukishima e Yamaguchi si guardarono più volte in viso per capire quale fosse il motivo di quell’uscita improvvisa; Konoha si era già portato una mano al viso, pronto a scoprire in cosa si sarebbe tramutato quell’improvviso richiamo d’amore avvenuto in mondovisione.
L’ace si avvicinò ancora una volta alla platea, ai limiti del richiamo arbitrale. Puntò di nuovo il dito verso il suo Mondo, mostrando un enorme sorriso colmo di gioia e speranza. Non poteva di certo sapere che a pochi metri da lui, Hinata e Kageyama si stavano chiedendo tra loro cosa stesse succedendo tra i loro senpai.

Agaashee! Dammi cinque minuti per il match-point e arrivo.”

Il pubblico presente in arena cominciò a mormorare in maniera sempre più insistente, creando ben presto un brusio che non passò inosservato alle orecchie di Keiji e degli amici che gli stavano accanto. Tornò a sedersi con un unico movimento macchinoso, per poi nascondere ancora una volta il viso tra le mani. Non aveva la benché minima idea su ciò che lo aveva spinto a richiamare la sua attenzione in quel modo nel bel mezzo della partita. Forse voleva solamente trovare un espediente tutto suo per poterlo incoraggiare a dovere. Peccato che non avesse fatto prima i conti con le migliaia di occhi che li avevano visti flirtare come se nulla fosse.

“Ah, che imbarazzo!”

“Non ti preoccupare, ne parleranno solamente tutti i quotidiani sportivi e qualche giornale di gossip. Vorranno indagare sulla tua vita, sul perché tu conosca Bokuto e su quale sia il tuo colore preferito. Poi-”

“Konoha-san, comunque non ci sarebbe niente di male.”

“Appunto. Quindi stai tranquillo e goditi il finale della partita.”

Koutarou era già in posizione per la sua terza battuta, che questa volta fu intercettata dal muro di difesa avversario. Yaku recuperò la palla un attimo prima che toccasse il suolo e Kageyama fece poi il resto, alzando la palla in favore di un Hinata già pronto a scattare. Neanche a dirlo: fu una vittoria schiacciante!

Tsukki! Abbiamo vinto, abbiamo vinto... abbiamo vinto!”

L’ex capitano della Karasuno abbracciò il suo storico amico nonostante gli avesse più volte fatto presente di non essere particolarmente propenso ad exploit affettivi di quel genere. Lo sapeva bene anche Yachi, ma non riuscì a trattenersi dall’unirsi a loro per l’immensa gioia.
Anche i ragazzi della Shiratorizawa stavano festeggiando a modo loro, preoccupandosi persino di chiamare alcuni loro compagni che, trovandosi all’estero, non avevano potuto assistere in prima persona al match; tra questi spuntò il nome di Tendou Satori, ricordo mai sbiadito nelle menti di Tsukishima e del suo migliore amico.

“Sì, abbiamo vinto tutto...”

“Beh, non esageriamo. Siamo solo al secondo match.”

Keiji non si accorse di non aver solo pensato a quel vecchio mantra motivazionale pronunciato da Koutarou molti anni prima, all’inizio di un torneo nazionale che sognavano entrambi di vincere. Al contrario, aveva mosso le labbra dando sfogo alla sua voce soave, pur limitandosi a pochi sussurri che erano comunque arrivati sino alle orecchie di chi gli sedeva accanto.

“Konoha-san, io ho fiducia in lui. L’ho sempre avuta.”

“E chi si scorda della magica intesa che c’era tra voi? ‘Akaashi, le tue alzate sono le migliori del mondo!’. Oh, ma sai che ogni tanto me lo ripete ancora?!”

“Cosa?”

“Quello che ti ho appena detto. Intendo dire che ancora oggi pensa che il miglior alzatore che abbia mai avuto al suo fianco sei tu.”

Keiji spalancò gli occhi frugando tra la folla che si stava creando sul campo. Tra giocatori, riserve, staff di vario genere e giornalisti, aveva perso di vista il suo obbiettivo. E pensare che aveva adocchiato persino un Kuroo ben vestito che discuteva con un ragazzo più basso che indossava a sua volta la tuta ufficiale della nazionale, ma di un colore più scuro; con ogni probabilità doveva trattarsi di Iwaizumi, l’ace che militava nell’Aoba Johsai di Oikawa.

“Io non posso essere paragonato nemmeno lontanamente a Kageyama o a Miya, per cui è impossibile quello che stai dicendo.”

“Akaashi-kun, dai! Lo conosci meglio di me! Sai che Bokuto non fa mai considerazioni di tipo tecnico. A quello pensavi sempre tu, ricordi? Lui ragiona in ben altro modo.”

L’editore avrebbe voluto soffermarsi ad approfondire la questione con quell’amico di vecchia data che non lo aveva mai abbandonato nel corso di quegli anni. Ma l’imponente sagoma di Bokuto si fece finalmente largo tra quella miriade di altre sagome tutte uguali e per lui poco importanti. I loro visi s’incrociarono, mentre il suo sorriso riuscì ad illuminare quell’anima perennemente inquieta. Lo salutò da lontano e gli fece un breve applauso per congratularsi per la grande impresa.

“Vai da lui.”

“Magari dopo.”

“Vai da lui, adesso.”

Non se lo fece ripetere una terza volta.
Sistemò lo zaino scuro sulle spalle e si diresse verso la parte più bassa della platea, a pochissimi passi da lui. Si chinò appena e lo afferrò per le guance, portandolo a sé. Non aveva la più pallida idea rispetto a quello che gli stava ordinando la sua mente; sapeva solo di desiderare la vicinanza e il calore di Koutarou come non gli era mai successo prima di allora.

Hey, Keiji!”

“Complimenti, Koutarou.”

Le loro labbra si toccarono appena, per poi adagiarsi le une alle altre senza il minimo indugio. Si baciarono con trasporto, incuranti di coloro che li stavano osservando con aria perplessa.
D’altronde, cosa c’era di tanto sbalorditivo in ciò che stavano ammirando? Bokuto e Akaashi non erano altro che due semplici ragazzi intenti a festeggiare a modo loro il passaggio del Giappone agli ottavi di finale; due giovani che si amavano dal primo giorno in cui avevano avuto la fortuna di conoscersi, quando Keiji – appena quattordicenne – comprese di non avere davanti a sé un semplice ace, ma una Stella talmente brillante da aver oltrepassato i suoi pensieri, modificandoli per sempre. Ci volle poi qualche tempo affinché Koutarou stesso potesse realizzare quanto l’ex setter fosse importante per lui; così importante da arrivare a rappresentare il suo unico punto di riferimento, il suo intero Mondo.

“Sei venuto a vedermi?”

“Come potevo non venire?”

“Non lo so, magari eri impegnato. Il tuo lavoro è importante.”

“Tu di più.”

“Oh! Keiji?”

“Dimmi.”

“Le tue alzate sono sempre le migliori.”










 

Angolo dell’autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che passeranno a leggere questa mia raccolta di piccole one-shot!

Sono riuscita nel mio intento, ovvero partecipare a tutte e dieci le giornate previste dalla #BokuAkaWeek2020! *festeggia*
Nel mio piccolo spero di avervi strappato almeno una piccola emozione mentre vi siete impegnati a leggere questi miei deliri (e siete stati tanti, davvero). Grazie a tutti coloro che passando hanno deciso di lasciare un commento e/o di inserire la raccolta in una delle tre liste di EFP.

Decima one-shot/prompt: Free day (Japan National Team)
Siamo alle battute finali e dunque mi sembrava giusto concludere con un capitolo in puro stile Furudate, radunando un po’ tutti i miei personaggi preferiti.
La storia inizia con la nazionale di pallavolo maschile del Giappone intenta ad affrontare le prime partite delle Olimpiadi e Bokuto, Hinata e compagnia sono in splendida forma. Akaashi e gli altri non possono fare a meno di andare ad assistere dal vivo a queste meravigliose performance sportive, spinti anche da qualche motivazione in più.
Per quanto riguarda il finale volevo farvi presente che in prima battuta avevo pensato alla fatidica proposta di matrimonio da parte di Bokuto, ma in fase di rilettura la cosa mi è sembrata un tantino forzata. Così ho optato per la conferma alle parole di Konoha, riprendendo la famosa massima di Bokuto “Akaaaashi, your tosses are the best!”. Mi è sembrato più carino chiudere con maggior semplicità, considerando anche la loro ancor giovanissima età. ;)

Il testo è scritto in terza persona e al tempo passato.
Qui il rating è verdissimo, ma resta globalmente arancione.

Un ringraziamento speciale va agli ideatori di questa fantastica iniziativa. Grazie per aver permesso tutto questo! **

Dato che siamo arrivati alla fine della #BokuAkaWeek2020, non posso che salutarvi con un bel “A presto”!

Mahlerlucia
 


 
   
 
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