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Autore: Caillean    14/05/2005    3 recensioni
...E se il Mondo Magico corresse seriamente il rischio di essere rivelato? Gli incantesimi di Cancellazione della memoria, questa volta, potrebbero non bastare...
Genere: Avventura, Azione, Dark, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 38

 

Capitolo  39

 

 

Il coraggio di ogni giorno

( Stanotte resta )

 

 

Uno sparuto gruppetto di Auror in divisa stava immobile, gli occhi puntati verso l’alto.

Ognuno di essi ripeteva mentalmente il breve testo inciso nella semplice e rigorosa pietra grigia.

                                                                                               

Perché la follia non bruci più giovani vite,

perché la lezione imparata

non abbandoni mai

le nostre coscienze.

Ricordando coloro

       maghi e babbani

                                                                       che ci hanno insegnato a lottare

donandoci con la loro vita

un nuovo domani.

 

“ Mi vengono i brividi ” stava sussurrando Ginny a Luna, quando Harry ed Hermione uscirono dall’enorme camino e li raggiunsero nell’atrio del Ministero.

“ E’…maestosa. Tetra e maestosa ” osservò Seamus, cingendo da dietro la vita della sua compagna.

Convivevano da appena due mesi, una scelta che era il loro punto fermo, una delle poche gioie in mezzo a tutto il dolore e alle difficoltà di andare avanti.

Andare avanti…alternarsi tra i periodi della loro vita “normale” e quelli che invece li vedevano viaggiatori verso l’altra realtà, l’Inghilterra del passato. Il mondo del loro nemico, il luogo dal quale continuavano a intrufolarsi nelle loro vite le creature più oscure e ancora in gran parte sconosciute.

Per questo si alternavano tutti in quei brevi viaggi. I primi erano stati Harry e Ron, che avevano diviso il tempo della loro prima permanenza ad Avalon tra la ricerca degli alberi sacri che avevano donato loro le bacchette e i tentativi non meno incerti di riappacificare totalmente i gemelli con Rebecca.

Rebecca se ne era andata quella sera di metà gennaio, e non era stato difficile capire quale fosse stata la sua meta.

Aveva seguito Taliesin, Morgana e i due medi-maghi in procinto di partire con Gwydion, per gli ultimi disperati tentativi di curarlo ad Avalon, per cercare di annullare la punizione che Yan aveva previsto per lui.

Ginny era rimasta sconvolta dalla reazione di Fred e George, incredula di fronte alla loro freddezza…Lo sapeva, in realtà era solo una maschera per celare il dolore…per andare oltre il loro orgoglio. Fatto era che a nessuno della famiglia era riuscito di convincerli a fare loro il primo passo per riunirsi a Rebecca.

Erano trascorsi quasi otto mesi.

Ad ogni ritorno degli Auror e dei professori dall’Antica Britannia, Fred e George si erano scontrati con l’orgoglio che impediva a Becky di tornare.

In questi mesi Ginny aveva visto Rebecca poche volte, anche se aveva varcato spesso la soglia di Avalon, perché la ragazza si dedicava anima e corpo a stare accanto a Gwydion e ad addestrarsi sotto la Sacerdotessa, trascorrendo intere settimane in una piccola casupola isolata nella Foresta.

Era davvero ben protetta, ciascun mago e strega che era stato ospitato nella comunità dell’Isola si era reso conto che - per difendere Becky e Gwydion – il Druido e i suoi Cavalieri, anche se privati per sempre della forza di Excalibur, che non era più stata trovata, non si risparmiavano di certo.

Questo però non annullava il pericolo che si stringeva attorno a tutti loro, anzi…probabilmente attirava ancora di più l’attenzione delle creature sfornate giorno dopo giorno da Yan.

Proprio la battaglia contro una di quelle creature aveva chiarito la gravità della situazione. Ginny ne portava ancora il segno, oltre che il ricordo…che già di per se sarebbe bastato a cambiarla. La cicatrice che le scavava la gamba, e che aveva cambiato per sempre il suo modo di camminare, era pronta a rinnovare l’orrore di quel ricordo…a rammentarle l’odio che traboccava dai lineamenti distorti e mostruosi di quell’enorme uccello nero.

Ormai tra gli Auror veniva chiamato Titano del Cielo.

Era uno, solo uno degli esseri ormai avvistati anche dai civili, anche dai babbani. Finora era il peggiore, il più pericoloso. Non si sapeva quando avrebbe attaccato, non si sapeva su quali città avrebbe imposto il suo funesto battito d’ali. 

Poteva accadere in ogni momento.

Ginny…ci sei? ”

La giovane donna si riscosse, salvata dall’angoscia dei propri pensieri dalla voce di Seamus. “ Sì, andiamo dentro…la conferenza sta per iniziare. ”

  

“ Avete di fronte a voi solo un simbolo di ciò che proveremo ad attuare in futuro. Questa semplice stele è stata eretta nel punto  in cui un tempo esisteva una statua enorme, qui…in questo anfitrione. Raffigurava un Mago, una Strega, un Centauro e un Elfo domestico. ” Gli occhi chiari della McGrannitt si posarono sulla gente “importante” che animava il Ministero in quel tiepido mattino di settembre. “ Non ho elencato a caso i personaggi del monumento che tutti i maghi inglesi ricordano…perché l’ordine che ho seguito è quello con il quale per secoli abbiamo creduto di dover considerare i rapporti tra gli umani e le altre Creature Magiche. ”

Nell’immensa sala di accoglienza del Ministero della Magia non erano presenti soltanto maghi, di ognuno dei Paesi che aveva costituito la Resistenza collaborando e sostenendosi nei diversi territori nazionali. C’erano anche molti babbani, e si erano meritati ampiamente la stima della professoressa, che sentiva di avere il pregio ma anche la responsabilità di vivere giorni epocali.

“ Questa statua andò distrutta agli inizi della Seconda Guerra, la notte in cui Tom Riddle cercò di arrivare a conoscere la Profezia che riguardava lui ed Harry Potter. Per farlo attirò con un inganno il ragazzo, che ora si trova qui con noi…ed è diventato uno dei migliori Auror che abbia avuto il piacere di conoscere…” sorrise a lui e ad Hermione, che teneva per mano Maddy ed esibiva i primi accenni di una nuova gravidanza, “ …a parte la totale negazione in Pozioni. ”

I maghi che conoscevano bene Harry risero di gusto, i babbani lo guardarono con curiosità…prima fra tutti la Regina. Lei e il Primo Ministro inglese avevano già fatto visita diverse volte al Ministero della Magia e ad Hogwarts, dopo la pronuncia della condanna a danno del Generale e dei militari corrotti che lo avevano sostenuto.

“ Non venne ricostruita, quella statua, neppure dopo la morte di Riddle…il mago oscuro che covava progetti di dominio assoluto, di eliminazione totale delle persone di sangue sporco. ” Inspirò a fondo: “ Mezzosangue, li chiamava…anzi, ci chiamava. Perché secondo lui…secondo le famiglie di maghi che davano importanza alla cosa, anche i McGrannitt sono sempre stati mezzosangue. Alcuni maghi disprezzavano i loro simili, così come molti maghi umani consideravano inferiori le altre Creature Magiche.

La Seconda Guerra ci ha quasi distrutti, per questo. Il Mondo Magico stava ancora cercando di riprendersi, lentamente e faticosamente, anche se avevamo “vinto” contro Riddle e i suoi Mangiamorte. ”

Dentro di sé, pensava a Silente, e al suo ultimo dello contro Tom Riddle, alla sua decisione di proteggere soprattutto Harry dall’odio che Riddle aveva instillato in lui, costringendolo a richiamare dal Velo le Ombre, mirando all’appoggio di un demone molto più potente di quanto non fosse lui. Per dominarli tutti quanti.

Yan aveva portato avanti un progetto diverso, ma nato da un odio egualmente devastante. Anche all’origine di quel progetto c’era un desiderio di vendetta…non più verso i babbani, questa volta verso i maghi…per placare la sua rabbia verso la magia che gli aveva portato via l’affetto del padre.

Le debolezze dell’uomo avevano nutrito le peggiori emozioni negative, veicolando il Male.

Era sempre stato così. Così sarebbe sempre stato…

Si poteva soltanto continuare a lottare.

Non solo contro le armi del nemico…ma anche contro le proprie mancanze di uomini imperfetti.  

In questo, pensava Minerva McGrannitt, alcuni babbani si erano dimostrati più determinati e coscienziosi di tanti maghi.

Pensò a Barbara, quella ragazzina che aveva scoperto nella prigionia di esser stata tradita dalla sua stessa famiglia. Pensò alle decine di babbani che erano morti nei campi voluti dal Generale, soltanto per aver nascosto famiglie intere di maghi, a volte senza esserne neppure parenti…fino a che avevano potuto.

Questa tenacia non avrebbe mai potuto essere veramente onorata da un monumento. Ma se questo fosse servito a far riflettere anche solo una persona…allora avrebbero compiuto un primo passo.

Riprese: “ Una guerra è sempre e comunque un fallimento. A causa di Voldemort sono morti – fino a sette anni fa - centinaia di maghi…e altrettante persone che noi maghi chiamavamo babbani. ” si rivolse alla Regina, con tono umile. “ Voi, le persone alle quali come Ministro voglio chiedere perdono. La Comunità Magica Inglese vuole ringraziarvi, non solo scusarsi con voi…perché senza questa vostra scelta, molti maghi non sarebbero neppure in vita. ”

“ Perdoni la domanda ” si fece avanti un giornalista della Gazzetta del Profeta, “ ma che ci dite delle persone che hanno servito il Generale e il mago oscuro di cui parlate? E’ colpa di queste persone, secondo diverse voci, se ora dobbiamo difenderci da Creature delle quali non sappiamo abbastanza, o meglio…nulla. ”

La McGrannitt serrò le labbra sottili. “ So di chi parlate…mi chiedo perché non nominiate nemmeno queste persone. ”

“ Meritano forse di essere ricordate? Questo monumento vorrebbe essere anche per loro? ”

La strega incontrò gli sguardi di Molly Weasley, Hagrid, Bill e Ginny. “ Lo stimato giornalista qui presente si sta riferendo a due ragazzi, due studenti di Hogwarts, che mesi fa sono stati catturati dal Generale. Mi sembra doveroso rispondere, doveroso soprattutto per loro: posso dirvi che Gwydion McCallister e Tamis Stevens sono stati costretti alla volontà di Yan, il mago del passato che ancora stiamo combattendo. Dopo averli catturati ha soggiogato le loro menti in modi che non lascerebbero scampo a nessuno dei presenti qui oggi. ”

Sono stati ricattati, intende…? ” chiese una reporter di un importante quotidiano babbano. 

“ No, intendo costretti nel totale significato della parola. ”

“ Non si trattava di maghi? ” insinuò il primo giornalista intervenuto.

“ Adesso basta! ” tuonò Seamus, indifferente alla stretta di mano con cui Ginny lo invitava alla calma, “ Quei ragazzi avevano sedici e quindici anni! Non lascerò che infanghiate i loro nome solo perché hanno avuto la sfortuna di incappare nel progetto di quel mago e del suo alleato. ”

Seamus, calmati ” sussurrò Hermione, mentre accarezzava la fronte di Maddy. “ Minerva…posso avere un attimo la parola? ”

La McGrannitt annuì, e si pose in ascolto della sua ex-allieva, avvicinatasi ai giornalisti senza dare le spalle alle persone che occupavano i posti “importanti”.

“ Avremmo tutti bisogno di scaricare le nostre frustrazioni, le nostre paure…su persone vive. Ci sono dei responsabili, ma non sono quei due ragazzi. O meglio, nei fatti sono stati loro a originare le prime delle creature oscure che sono venute dal passato a infestare il nostro mondo…ma la vera fonte di quella magia oscura è l’arma principale nelle mani di Yan. E’ il Bacile al quale ha incatenato le menti prima del padre di Gwydion e Daniel McCallister, poi del Signor Ollivander…rendendoli delle spie…poi i ragazzi stessi.

Il brusio crebbe.

Gwydion e suo fratello Daniel furono rapiti nella Foresta Proibita che circonda Hogwarts, ormai un anno fa. Pochissimo tempo prima i loro fratellini erano stati tra i bambini presi in ostaggio a Tintagel, durante una gita della loro scuola. La famiglia di questi ragazzi è stata bersagliata dalle attenzioni del Generale, e dal primo momento abbiamo tentato di liberarli. Non sapevamo fino a che punto il Generale volesse servirsi di loro. Quando siamo arrivati a loro, non sapevamo che Yan aveva già cominciato a trasformare Gwydion.

“ E Tamis…quando Tamis venne arrestata – e parlo di arresto perché i due erano già riusciti a portare dalla loro parte diversi ordini militari, che effettuavano vere e proprie retate – e portata di fronte al Generale, scoprì quello che stava succedendo nel peggiore dei modi. Volete conoscerlo…? Mi auguro di non dovervelo raccontare. ”

Hermione Granger fissava senza esitazione gli occhi scuri del giornalista, che aveva smesso del tutto di prendere appunti. “ Lei era legata a quei due ragazzi…Se è così, mi scusi. ” le disse.

L’Auror annuì, facendo poi cenno al nuovo Ministro della Magia che non aveva più nulla da dire.

Minerva McGrannitt si preparò ad altre domande. Quanto tempo era già durata quella conferenza? Per quanto tempo ancora avrebbero dovuto andare avanti ribattendo, difendendo quei poveri ragazzi da tali accuse?

 

  

      * * *        

 

      Le cose non vanno mai come credi.

Un’altra notte ti svegli e ti chiedi

se hai sbagliato per quella promessa,

se hai mentito per una carezza…

 

“ Rebecca…”

I piedi scalzi della messaggera si inseguivano l’un l’altro in una corsa frenetica, lungo il sentiero che portava alla casupola.

“ Rebecca! ”

Quando ebbe scostato la tenda di pelli di cervo, la ragazza che le dava le spalle si voltò, interrompendo senza remore la sua esercitazione nell’antica e più potente versione dell’incantesimo di appello.

La nuova bacchetta vibrava ancora tra le sue dita, quando Rebecca riconobbe nel volto accaldato quello di Eilan.

“ Cos’è successo? ” chiese, raggiunta da un terribile presentimento.

Gwydion…sta male. Devi venire. ”

Rebecca si sentì sul punto di svenire, e nell’appoggiarsi alla parete di canne e fango della capanna si lasciò sfuggire di mano la bacchetta. “ No, non è possibile! ” obiettò scioccamente. Gwydion aveva cominciato a riprendersi, Gwydion…stava meglio!

“ Devi venire, Rebecca. E’ stata Morgana a mandarmi qui di corsa! ”

Rebecca raccolse la bacchetta e non perse altro tempo. Le due partirono alla volta della Collina Sacra di Avalon, dove si trovavano gli alloggi del druido e delle sacerdotesse, ma anche quelli dei maghi ospitati per l’addestramento.

Dov’è? ” domandò quando si ritrovarono ai piedi della collina cerimoniale che conduceva al Tor.

Sulle acque del lago, il solito “letto” di nebbia che ancora non aveva smesso di inquietarla. Era come se quella nebbia stesse per esserle ficcata a forza in gola, rendendole quasi impossibile deglutire. 

Intravide alcune deboli fiamme, dietro gli stralci di pelle che costituivano le porte di quelle piccole abitazioni.

Ancora a corto di fiato per la corsa a rotta di collo, Eilan le indicò una casupola bassa e rotonda, diversa da quella dove avrebbe dovuto trovarsi Gwydion. Quel trasferimento era davvero un pessimo segno.

Gwy-Gwydion? ”

Alla fine l’aveva tradita anche lui? Non capiva che lei sarebbe morta, se le fosse successo di assistere ad un’altra delle sue crisi? Perché le faceva questo, perché?

Gwydion? ”

Non ci fu risposta verbale. Un respiro assai flebile e difficoltoso avrebbe dovuto essere una risposta sufficiente…se Rebecca avesse avuto la forza di accettarla.

Eilan era rimasta fuori, e quando ebbe varcato la soglia dell’alloggio Rebecca ebbe la sensazione che ci fosse qualcun altro all’interno, oltre a lei e a Gwydion. Ma fu lui ad attirare tutta la sua attenzione: lui, quel corpo avvolto da due strati di pelle, eppure visibilmente percorso da brividi di freddo.

Rebecca si avvicinò al basso giaciglio, e si acquattò vicino al ragazzo fino a baciarne la fronte madida di sudore. Aveva gli occhi chiusi, eppure le sue labbra si tesero in un sorriso dolcissimo, tutto per lei.

Cosa mi combini? ” tentò di sdrammatizzare Becky. Ma la sensazione di averlo abbandonato nel momento peggiore smorzò anche quella parvenza di allegria che era riuscita a racimolare chissà dove, dentro di sé.

“ Non sgridarmi, ti prego…” si difese scherzosamente lui.

Le faceva male guardarlo spegnersi, alla luce di quell’unica candela.

Gli passò il dorso della mano sulla guancia gelida. “ Per cosa dovrei sgridarti, non capisco? ”

“ Per loro…”

Rebecca si voltò con il cuore in gola, mentre le due figure emergevano dall’ombra e torreggiavano malinconicamente su lei e Gwydion, gettandosi indietro i cappucci delle mantelle.

Fred e George.

“ Ciao, Becky ” esordì il primo, occupandosi di rompere il ghiaccio.

C’era un intero iceberg da affondare…

Da mesi Rebecca sentiva soltanto le loro voci, percependo momenti della loro vita attraverso i contatti mentali con lo zio Harry e con Ron. Loro non erano mai venuti a cercare di parlarle. Non l’avevano perdonata, non avevano più cercato un dialogo per capire le sue ragioni. Non avevano appoggiato la sua scelta di dedicarsi a Gwydion.

“ Perdonami, Becky ” mise le mani avanti Gwydion, prevedendo la sua rabbia, figlia dell’orgoglio. “ Non sapevo…ho dovuto andare, parlare con loro. ”

“ Hai usato una Passaporta? Hai viaggiato nelle condizioni in cui eri? ”

Becky, ti prego…ascolta quello che vogliono dirti. ”

Gwydion, perché? Tu non avresti nemmeno dovuto muoverti dal letto, non ancora! Avevi appena cominciato a stare meglio…”

Becky, avevamo già parlato di questo. Perché ti sei illusa che io potessi guarire? Mi avevi promesso che…”

“ E’ vero, avevamo già parlato, e io ti avevo detto che tu non potevi pretendere che io mi arrendessi. E adesso…”

“ …E adesso potrai farmi stare un po’ meglio, se mi concederai di spiegare... ” Gwydion le sfiorò le maniche della tunica blu da sacerdotessa…o per lo meno, da novizia agli inizi del suo addestramento. “ Da quando Daniel ed Excalibur mi hanno riportato indietro, non ho fatto altro che errori. Non avrei dovuto nasconderti quello che mi aveva detto Tamis, non avrei dovuto lasciare che questo segreto ci allontanasse…Non avrei dovuto lasciare che tu mi accompagnassi qui. ”

Gwydion, smettila! Non eri tu a dover decidere per me! Io ho voluto partire per starti vicino, io!…E non me ne pentirò mai. ”

“ Non devi pentirti di questo, Becky. Io mi pento di aver permesso che tu ti allontanassi ancora di più anche da Fred e George. Sono la tua famiglia, Becky! ”

Dovette fermarsi a riprendere fiato. Faticava a portare a termine le frasi, ormai.

Se anche avessi una vita davanti a me, non potrei mai sostituirmi a loro! Tu hai bisogno di loro, e loro hanno bisogno di te! Non voglio morire sapendo di averti…”

Perché parli così? ”      

“ Dannazione…guardati, Becky! Non sei più stata la stessa dalla sera del litigio! Non saresti mai felice, senza di loro! Io non ci sarò ancora per molto, non puoi giocarti tutto quello che sei per vincolarti al tuo primo ragazzo. ”

“ E per convincermi di questo hai pensato bene di affossare del tutto la tua salute?!

Becky, ora sei tu a farlo stare male! ” osservò George.

Rebecca strinse le mani a pugno. “ Perché non lasciate che io prenda le mie decisioni…anche a costo di sbagliare? ”

Cadde un pesante silenzio, presagio dei giorni che sarebbero seguiti. Giorni senza Gwydion. “ Perché è così sbagliato che io voglia dedicarmi a te…che voglia amarti fino in fondo? ” 

E’ sbagliato che tu voglia annullarti per me. Ricordi i tuoi sogni? Ricordi quello che dicevi di voler diventare? Non ne hai più parlato. Non sei più stata la mia Rebecca. Io rivoglio lei, non una gelida ed efficiente guaritrice…” sorrise, “ anche se è stato piacevole essere accudito da lei. ”

Alcuni rumori alle sue spalle le suggerirono che Fred e George erano usciti dalla casupola.

Presto ci sarebbe stata una lunga chiacchierata. Ma non adesso.

Guardò Gwydion: “ Insomma, non ne faccio una giusta…”

“ Al contrario…” replicò lui, “ non immagini nemmeno il bene che continui a farmi. E io invece ti sto condannando. ”

“ Io resto con te, Gwydion. Comunque. ”

 

Per questo viaggio ci vuole coraggio,

per questo amore pieghiamo il destino

Ti resto accanto su questo cammino,

però, ti prego, tu dammi la mano…

 

“ Resto con te. Quindi rassegnati ad avermi attorno ancora per molto. ”

“ Testarda cocciuta…Jordan ” commentò Gwydion, accettando che lei gli si sdraiasse acanto.

Jordan-Weasley ” precisò Rebecca, posando la testa sulla sua spalla.  

 

Vieni con me

ti porterò

sopra i deserti che ho scoperto con te

Vieni con me,

ti condurrò

per quegli abissi dove mi perderei…

 

 

Ed io sarò una regina,

sarò l’estate e la nebbia di mattina

Sarò il tuo miele,

sarò le tue vele

e per questo ti chiedo: amami.

 

 

Le cose non vanno mai come credi

il cuore è pieno di lacrime rotte

il tempo è ladro di cose mai dette

e so che indietro mai più si ritorna.

Eppure ancora ti resto vicino,

stanotte resta su questo cuscino…

 

 

Era rimasto, anche se solo per poche ore.

Poche ore era durato il loro futuro insieme.

Gwydion se ne era andato all’alba, dopo essersi donato a lei per l’ultima volta…dopo aver accettato da lei i doni più grandi che potessero esistere dopo la vita: tutto il suo amore, tutta la sua amicizia.  

Rebecca aveva implorato al suo corpo un ultimo contatto, un ultimo abbraccio. Dopo avergli chiuso le palpebre, gli era rimasta accanto…indifferente al passare del tempo, al sorgere del nuovo giorno.

Anche se – vedendola uscire dalla casa dei guaritori - Eilan aveva accolto e asciugato le sue prime lacrime, quindi probabilmente la notizia della morte di Gwydion era già nota a tutti, gli altri membri della piccola comunità di Avalon rividero Rebecca solo al tramonto, quando lei entrò nell’alloggio personale di Morgana, sicura di trovarvi Fred e George.

Non si era sbagliata.

E non si era sbagliato Gwydion, nell’interpretare il suo legame con i gemelli. Non si era lasciato ingannare dalla fragile e fittizia felicità di cui Rebecca aveva cercato di convincerlo.

Lontana da loro, Rebecca non era felice, non poteva esserlo.   

Far sì che anche lei se ne rendesse pienamente conto era stato uno dei suoi ultimi, preziosissimi doni.

“ Mi dispiace ” riuscì a sussurrare Rebecca, gettandosi tra le loro braccia.

Becky…” iniziò a dire Fred.

Come lei, si stava scoprendo all’improvviso povero di parole.

“ Ci sei mancata ” fece George.

“ Mi dispiace. ”

Se ti conosciamo bene quanto credo…e se conosciamo Gwydion, questa sera dovrebbe essere successo qualcosa di speciale, no? ” le rispose lui. “ Dovresti essere tutt’altro che dispiaciuta. ”

      Rebecca pensò che…sì. Effettivamente Fred e George potevano dire di conoscerla molto bene. Tanto bene che parlando di Gwydion al presente, come se lui fosse ancora con loro, avevano trovato il modo più giusto per tenderle la mano e sollevarla dal baratro.

      “ Non ho fatto altro che deludervi…ultimamente. ”

      Per tutta risposta, i due gemelli rinsaldarono l’abbraccio.

      “ Torniamo a casa, Becky? ” le chiese Fred.

      Lei annuì, tra le lacrime. “ Portatemi a casa. ”  

 

FINE

 

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14 Maggio 2005

 

Eccoci qui, ragazzi, alla fine della prima ff che ha come protagonista principale Rebecca.

La ritroveremo in futuro, dopo qualche anno, alle prese con una vita da reinventare...e non solo per se stessa.

Spero che questo epilogo vi abbia soddisfatto, anche se certo non è un lieto fine nel senso puro del termine.

Ve l’avevo detto che non sarebbe stato un epilogo nel vero senso della parola. Le cose non sono affatto risolte…Yan è un osso duro, e le armi per affrontare lui e le sue Creature devono ancora essere conosciute…e collaudate!

Se avete voglia, recensite…anche per stroncare, per farmi crescere come scrittrice!

GRAZIE A: Marcycas, Lella80, Maripotter, N F LEYDEN, Angelwings, BlackMoody…e a quelli che posso aver dimenticato in questo momento. Vi voglio un mondo di bene, dopo avervi conosciuti attraverso le vostre storie!

Disclaimer sul testo inserito in questo epilogo: è parte del testo della bellissima “Marzo”, di Giorgia. Ascoltandola in macchina, mentre pensavo a come buttare giù il finale che avevo in mente,ho scoperto che poteva parlare proprio del futro di Gwydion e Rebecca, bellissimo anche se durato una sola notte.

Strizzatona per tutti voi!

Caillie ;)        

     

   
 
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