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Autore: Scarlet Jaeger    09/08/2020    3 recensioni
"Ma a volte
l'amicizia fra maschio e femmina non è fatta per
durare a
lungo, perché prima o poi uno dei due finisce per innamorarsi
dell'altro."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 32



Ci imbarcammo sull'elicottero che ci avrebbe portati sul luogo della sfida subito dopo essere usciti dall’Hotel. 
Kai era stato bravo ad organizzare tutto nei minimi dettagli, non c’era che dire. Ci aveva messo a disposizione un mezzo privato per fare in modo che lo raggiungessimo ed in quel momento eravamo in volo alla volta del lago Bajkal senza riuscire a capire cosa ci saremmo dovuti aspettare.
I conducenti avevano parlato solo per darci delle direttive circa il volo e per informarci sul comportamento da tenere una volta decollati, poi erano rimasti in totale silenzio, chiusi nella cabina di comando. Io rimasi seduta a fissare l’oblò con ancora Dranzer stretto tra le mani. Non ero riuscita a lasciarlo in albergo. 
Il fatto che avremmo rivisto Kai mi lasciò un po’ di inquietudine, soprattutto perché non riuscivo a capire per quale motivo e per quale scopo avesse deciso di sfidarci prima della finale del campionato. Ma purtroppo una minima parte del mio animo aveva capito cosa ci fosse dietro quella strana richiesta. Aveva rubato senza ripensamenti i Bit Powers degli amici Cinesi ed Americani, ed era chiaro che volesse fare lo stesso anche con noi, rendendoci così più deboli ed essere sicuri di diventare campioni del mondo. E visto come si era comportato Vorkof non stentai a crederlo possibile.
Era un piano astuto ed ingegnoso, non c’era che dire, ma quello che mi fece più rabbia fu il fatto che Kai non avesse battuto ciglio per realizzarlo. Da quando era riapparso nella mia vita era sempre stato freddo e distaccato, ma pensavo che almeno l’orgoglio di Blader, o l’orgoglio in generale, gli fosse rimasto. Non potevo credere al fatto che avesse ceduto ai marchingegni di Vorkof. Dovevano proprio averlo abbindolato per bene!
Dopo aver scacciato questi pensieri spostai lo sguardo sui miei compagni, che erano seduti sui singoli sedili di cui era provvisto quel macchinario nero, ed osservai le espressioni di tutti senza farmi notare. Rei stava osservando il paesaggio fuori come avevo fatto io prima di quel momento, ma il suo viso era piegato in un’espressione quasi sofferente, chiaro segno che quella vicenda non gli stava piacendo per nulla. Provai ad immaginare quali pensieri stessero affollano la sua mente, ma probabilmente erano gli stessi che albergavano nella mia.
Il Prof Kappa invece stava digitando qualcosa sulla tastiera del suo immancabile PC con aria assorta. Ero sicura che fosse intento a cercare qualche informazione sullo strano Beyblade nero che aveva utilizzato Kai nelle scorse amichevoli.
In ultimo Takao era seduto in prima fila ed aveva lo sguardo rivolto di fronte a sé, anche se non stava guardando un punto fisso. Forse anche lui, come me, era in balia di emozioni discordanti.
Mi chiesi come ci saremmo dovuti comportare col nostro vecchio compagno. Avremmo dovuto trattarlo come sempre, cercando di farlo ragionare? Oppure ci saremmo dovuti far muovere dalla rabbia?
A parer mio ero più propensa ad utilizzare la seconda opzione. Mi sentivo così tanto arrabbiata con lui, sia perché aveva abbandonato il suo Beyblade senza ripensamenti, sia per aver abbandonato noi, che la rabbia mi sembrava l’opzione migliore. Inoltre ci aveva abbandonato senza dirci nulla! La sua codardia mi aveva lasciata esterrefatta, più del fatto che avesse voluto imbastire quella sfida a così tanti chilometri di distanza. Ma come gli era potuto venire in mente? Ma, soprattutto mi chiesi se fosse stata una cosa organizzata da lui o qualcosa che gli era stato imposto dai vertici. Ma purtroppo la risposta a quella domanda poteva darcela solo lui…


Arrivammo a destinazione circa un ora dopo essere partiti dal centro di Mosca e scendemmo dal mezzo meravigliandoci di trovare Kai già in piedi in mezzo al ghiaccio, con le braccia conserte e l’espressione contrita. Aveva il cappotto scuro proprio ai membri della Borg aperto sul davanti e gli svolazzava alle spalle spostato dalla corrente d’aria generata dalle pale dei due elicotteri. Uno dei quali doveva essere stato quello con cui era atterrato lui.
«Kai…», lo salutò Takao con tono quasi amichevole e forse era riuscito a calmare i bollenti spiriti durante il viaggio. Non c’era più l’espressione furente che avevo scorto sul suo volto quella mattina. Probabilmente aveva provato a cambiare approccio.
«Ce ne avete messo di tempo…», ci disse però in risposta il chiamato in causa, con un tono di voce incredibilmente risentito.
«Hey sta’ calmo…», cercò di calmare i suoi bollenti spiriti il nostro campione, ma Hiwatari perse la pazienza e questa cosa mi sembrò alquanto strana.
«Stai zitto!», gli imprecò contro, ma si calmò dopo aver visto le nostre espressioni perplesse. Probabilmente anche i miei compagni avevano pensato la stessa cosa. «Neanche immagini da quanto tempo io aspetti questo momento. Da quando hai avuto la meglio su di me al torneo nazionale non aspetto altro che batterti!», continuò, prendendo Black Dranzer dalla tasca dei pantaloni e mostrandocelo in segno di sfida.
Takao digrignò i denti e fui sicura che la rabbia avesse di nuovo preso possesso di lui, ma fui altrettanto sicura che stesse facendo di tutto per tenerla a bada. Dovevamo stare calmi e non cedere alle sue provocazioni, solo così lo avremmo indispettito di più.
«Bene, accetto! Non mi tiro certo indietro, spero solo che non te ne pentirai!», gli rispose, emulando il suo gesto prendendo Dragoon. 
Lo stesso però fece Rei, con l’espressione molto simile a quella  del nostro compagno. Fece un passo avanti, affiancando Kinomiya e mostrando il suo Driger pronto per essere lanciato.
«Combatterò anche io!», gli rese noto «abbiamo un conto in sospeso con te…», lasciò cadere così la frase e non fui sicura in che modo avesse potuto continuarla. Era arrabbiato con lui per come aveva trattata me? Per la preoccupazione che mi aveva dato e che ci aveva dato quando era sparito? O per il fatto che ci avesse abbandonato? Probabilmente però, conoscendo Rei, credo che fosse risentito per tutte e tre le cose.
«Ti consideravo un compagno di squadra…un amico che sarebbe corso in nostro soccorso…Ma ora che ti sei tolto la maschera vedo soltanto un rivale! Ed adesso proverai il dolore di sentirti tradito dagli amici» continuò a parlare, piantando le sue iridi ambrate in quelle ametista di Kai, che erano infiammate da un nuovo vigore. Probabilmente non vedeva l’ora di poterli umiliare, soprattutto dopo che entrambi si erano mostrati pressoché amichevoli. 
Le parole di Rei però, mi diedero la forza di tirare fuori Star Pegaso dalla borsetta che avevo a tracolla. Da vera Blader avevo sempre con me il mio Beyblade, e mai come in quel momento ero pronta a lanciarlo. Anche io volevo dare una lezione a quell’ingrato, e farlo combattendo al fianco dei miei compagni di squadra infiammava il mio spirito. In più volevo tenere alto il mio orgoglio!
«Mi batterò anche io con voi!», resi loro noto e vidi i volti di tutti voltarsi nella mia direzione mentre mi affiancavo a Rei. 
I miei compagni si aprirono in un’sorriso d’incoraggiamento, tranne Kappa, che rimase pressoché scioccato. Probabilmente la mia risolutezza li aveva incoraggiati a voler a tutti i costi affrontare quell’incontro. Eravamo 3 contro 1, e nonostante questo non lo avesse fermato nell’incontro contro gli All Stars, noi non ci saremmo fatti battere da lui e dal suo strano Beyblade. Non avevamo nessuna intenzione di dargli partita vinta, né di lasciargli prendere i nostri Bit Powers. Inoltre ognuno di noi voleva fargliela pagare per tutto quello che aveva fatto fino a quel momento. Sia per averci abbandonato, sia per aver impunemente rubato gli animali sacri dei suoi vecchi amici. 
Ma in fondo, cosa contava l’amicizia per Kai Hiwatari?
Nulla. 
Fu quello che mi spinse a ringhiare contro il nostro sfidante mentre incoccavo Star Pegaso al caricatore.
Lui invece mi osservò con un’occhiata sprezzante, come se non fossi stata nemmeno degna della sua considerazione. Ma quello non mi importava più oramai. Non mi interessava più nulla di quello che pensava di me, ero intenzionata a fargli sapere cosa invece pensavo io di lui e lo avrei fatto affrontandolo a testa alta in quell’incontro.
«Per me non fa nessuna differenza affrontarvi tutti insieme o meno, tanto prima o poi vi avrei sfidati uno ad uno!», ridacchiò soddisfatto e si mise in posizione di lancio.
I suoi occhi lampeggiarono nella nostra direzione quando sposò il suo sguardo di fuoco su ognuno di noi. Indugiò su di me per ultima, e lo fece per tutto il momento del lancio.
Mi aveva penetrato con lo stesso sguardo che aveva usato Yuri e sentii lo stesso brivido che avevo accusato osservando le iridi di ghiaccio di quel Blader, ma non mi lasciai sorprendere né impensierire. Ero determinata a fare del mio meglio. Anche io come tutti loro ero una Blader di un certo livello e non mi sarei fatta sorprendere da nessuna distrazione.
I nostri quattro Beyblade atterrarono sul ghiaccio nello stesso momento e da quell’istante la lotta si fece serratissima. Non ci furono esclusioni di colpi, e nessuno dei tre risparmiò Black Dranzer, che riusciva incredibilmente a sostenere ogni nostro attacco.
«Però, è forte…», disse tra i denti Rei, parlando più a sé stesso che a noi. Io riuscii a sentirlo perché mi ero spostata al suo fianco. 
Ogni tanto si voltava nella mia direzione, per sincerarsi che stessi bene, e mi sorrideva leggermente  come per infondermi coraggio, ma io ero rimasta ferma nella mia posizione, ad osservare il mio avversario con il labbro inferiore stretto tra i denti. Non volevo farmi prendere dalle emozioni, ma la rabbia in quel momento la stava facendo da padrone.
Driger dal canto suo proteggeva Star Pegaso dagli assalti di Black Dranzer ed in un primo momento gliene fui grata. Non ero sicura di poter reggere il confronto con quello straordinario Beyblade, ma non volevo nemmeno arrendermi o perdere così la mia occasione di battermi al massimo delle mie possibilità.
Ma quel Bey era veramente fuori dal comune, così tanto forte che Kai, approfittando di una distrazione di Rei, riuscì a mandare k.o Driger.
«Maledizione!», sentii Rei imprecare tra i denti e quando spostai il mio sguardo su di lui vidi la sua espressione farsi furente. Quello fece alimentare la rabbia che provavo per il mio ex amico, così tanto che partii alla carica senza una vera e propria strategia.
«Stai attenta Saya!», mi disse il mio compagno, quasi vicino al mio orecchio. Sapevo che stava cercando di aiutarmi o impedirmi di farmi muovere dalla rabbia e gliene fui grata, perché così facendo riuscivo a rimanere concentrata. Però ero veramente  accecata dal risentimento e dalla voglia di riscattare tutti quelli a cui Kai stesso aveva fatto del male. A partire da me stessa!
«Non preoccuparti», gli sorrisi di rimando e quello bastò per tranquillizzarlo.
Anche Takao mandava il suo Beyblade all’attacco ed anche lui quasi alla cieca, sotto le imprecazioni del Prof Kappa, che invece cercava di suggerirgli qualche tattica. Purtroppo il carattere del nostro amico, come d’altronde il mio, a volte era troppo impulsivo.
«Tzè, non sei degna della mia considerazione!», mi disse invece Kai, inveendomi contro con un tono di voce talmente risentito che mi stizzì non poco. Stavo per cantargliene quattro, o per rispondergli a tono, ma la ricerca delle parole giuste mi impedirono di rimanere concentrata su Star Pegaso, che volò ai miei piedi sotto un colpo ben assestato da parte di Black Dranzer.
«Visto?», disse poi, ridacchiando malignamente ed io non potei fare altro che inveirgli contro mostrando tutto il mio risentimento e la mia rabbia.
«Ti odio Hiwatari!», gli resi noto, ma lui non solo non mi stava ascoltando, ma sembrava annoiato dal monotono scontro che aveva intrapreso con Dragoon una volta messa me fuori gioco.
Takao aveva sul volto la mia stessa espressone, che si aprì in una maschera di disperazione quando anche Dragoon cadde ai suoi piedi, ridotto in pessimo stato.
«Oh no, guarda com’è distrutto!», imprecò il Prof Kappa con le mani nei capelli, recuperando l’oggetto da terra, e per poco non gli venne un infarto. 
«Ho vinto! Ti ho battuto. Ho battuto tutti voi!»
Kai iniziò a ridere, soddisfatto del suo operato. Probabilmente aspettava quel momento da molto tempo, come lui stesso aveva dichiarato. Vidi un lampo assassino nelle sue iridi ametista e non riuscii a sostenere quella vista.
Abbassai gli occhi a terra, sconfitta, e sentii la mano di Rei unirsi alla mia in un gesto consolatorio, e non mi sfuggì la smorfia contrariata di Kai sotto quel gesto, come se a lui desse fastidio ogni minima dimostrazione d’affetto. Ma in fondo lui era completamente privo di ogni tipo di sentimento benevolo. In quel momento mi tornò alla mente la smorfia contrariata che tenne sul volto anche durante tutta la sfida tra Rei e Mao, alla finale della tappa Cinese. 
«Adesso non mi resta altro da fare che prendermi i vostri Bit Powers!», ci rese noto, assottigliando lo sguardo con risolutezza. 
Per fortuna però, qualcuno stava per fargli saltare i suoi piani, e noi ne fummo immensamente felici.
«Prima dovrai battere me!»
Alzammo gli occhi al cielo e vedemmo Max atterrare con grazia sul ghiaccio del lago. Si era lanciato con il paracadute dall’elicottero privato del PPB, probabilmente messo a disposizione da sua madre, e si era messo in posizione di lancio sorreggendo un nuovo Beyblade, che ovviamente non passò inosservato agli occhi attenti del Prof Kappa.
«Ma quello…», iniziò infatti.
«Me lo ha dato la mamma! Vi presento Draciel Fortress!» ci sorrise il nostro amico Americano e quel sorriso ci dette una nuova speranza. 

Per fortuna il nuovo Bey di Max riuscì a tenere testa a Black Dranzer, ma quel dispositivo nero era incredibilmente tenace e resistente. Anche se in un primo momento Kai era stato messo in difficoltà dal nostro biondino, era riuscito a trovare il modo di mettere in difficoltà a sua volta il nuovo arrivato, che perse tutta la sicurezza in sé stesso che aveva ostentato fin da quando era atterrato. Aveva digrignato i denti in un’espressione furente, mentre Hiwatari continuava a guardarlo con superiorità.
Fu quel suo atteggiamento a far scattare qualcosa nel mio animo. Non mi ero ancora arresa alla sconfitta. Volevo ancora fargliela pagare, e solo quando strinsi la borsetta tra le mani capii come avrei potuto farlo. Quando l’aprii vidi il Bit Chip di Dranzer illuminarsi appena e quello mi dette la forza per fare quello che feci.
Successe tutto in una manciata di secondi e nessuno dei miei compagni, né il diretto interessato, si accorsero di quello che successe. Le loro attenzioni erano tutte per i due Bey in campo, anche quella di Rei accanto a me. 
Lanciai il Beyblade blu con una velocità ed una forza che non credevo di possedere, e lo feci direttamente contro quello che stava usando Kai, cogliendolo di sorpresa.
Dranzer riuscì a separare i due avversari, e girava così velocemente che sembrava avesse preso fuoco.
«Ma che…?!», sentii Hiwatari imprecare, mentre il suo sguardo confuso saettò alla ricerca della persona che aveva lanciato in campo il suo vecchio compagno d’armi.
Ammutolì con un’espressione truce e confusa quando si accorse che ero io ad avere il caricatore in mano, con le braccia posate lungo i fianchi e l’espressione decisamente incazzata.
Ci guardammo negli occhi per degli istanti che sembrarono infiniti, entrambi per tenere alto il proprio orgoglio. Entrambi volevamo vincere la nostra causa, anche se la sua era totalmente sbagliata a mio avviso. Ed era chiaro che nessuno dei due voleva cedere sotto i colpi dell’altro.
Dranzer seguiva la mia volontà e si lanciava all’attacco di Black Dranzer come se in tutto quel tempo non avesse aspettato altro, mentre il suo avversario cercava di schivare la massima rotazione che gli avevo imposto.
«Tu come…come fai a controllare Dranzer?», mi chiese furente ma io non potei fare altro che rispondergli con un sorriso sprezzante, molto simile a quelli che solitamente caratterizzavano lui.
«Davvero ti interessa come io abbia fatto a controllare il tuo vecchio Beyblade? Seriamente? Dopo che lo hai abbandonato come un ferro vecchio?», gli imprecai contro, ma non mi bastava. «Tu che ti decanti come il miglior Blader del mondo dovresti sapere che i Beyblade, e soprattutto i Bit Powers, hanno dei sentimenti, e quello che hai fatto al tuo è riprovevole Kai! Non mi sarei mai aspettata un tale atteggiamento da parte tua, nonostante tutto! Speravo che almeno l’orgoglio di Blader ti fosse rimasto, invece non hai più nemmeno quello!», insistetti. «Dranzer ed io siamo legati dallo stesso sentimento che aveva legato un tempo noi due! Come ti ho già reso noto, costruimmo insieme i nostri fedeli compagni ed il fatto che tu abbia abbandonato il tuo mi ha profondamente delusa. Mi hai ferita nello stesso modo in cui tu hai ferito l’aquila rossa!»
Danzer aumentò ancora a dismisura la rotazione ed il bit chip si illuminò di una luce intensa, fino a far manifestare la maestosa fenice in tutto il suo splendore. Il tutto successe sotto lo sgomento del diretto interessato ed i suoi occhi maligni guizzarono in direzione della sua vecchia amica, che però lo stava guardando con delusione.
«È riuscita a richiamare l’Aquila Rossa!», disse il Prof Kappa, con un tono di voce talmente incredulo da essere quasi irriconoscibile. Ma io non avevo staccato i miei occhi da Kai nemmeno per un momento. Volevo cogliere ogni sua espressione, così da poterlo attaccare nel momento più propizio.
Inoltre la possente creatura si era posta dietro di me ed aveva spiegato le ali fino a chiudermele leggermente di fronte, come a volermi proteggere da un possibile attacco del mio avversario.
Quell’incredibile segno di fiducia da parte del suo vecchio Bit Powers lo indispettì parecchio, lo lessi nei suoi occhi ametista…
«La fenice sta proteggendo Saya!», disse incredulo Takao e quando mi voltai con un sorriso nella loro direzione mi stavano guardando tutti con gli occhi sgranati.
«Lo vedi Kai? Hai perso! Hai perso la fiducia dei tuoi compagni e del tuo animale sacro. L’Aquila Rossa mi sostiene perché sa che quello che ti sto dicendo è la verità. Sa che quello che hai fatto è sbagliato!», ripresi a parlare con un tono di voce più dolce, nonostante avessi assottigliato gli occhi in un’espressione abbastanza truce. 
«Noi non possiamo perdere contro di te! Tu sei da solo e noi siamo in quattro, in cinque col Prof, e siamo tutti uniti contro la stessa causa!», continuai, per poi girarmi a parlare direttamente ai miei compagni. «Che dite, i vostri amici non avrebbero voglia di dare una lezione a questo impertinente?» sorrisi loro e vidi i loro volti aprirsi in un sorriso complice. Capirono al volo il mio intento e così non potei fare altro che riportare la mia attenzione a quello che oramai era un nostro nemico.
«Osserva bene Kai, questa è la forza di una squadra unita! Questa è la forza dei Bladebreakers!»
Alzai un braccio verso il cielo come per dare il segnale per attaccare Black Dranzer e vidi negli occhi di Kai farsi strada una strana consapevolezza. Arretrò di un passo, ma si stava sforzando di non far trasparire l’inquietudine che ero estremamente sicura avesse iniziato a sentire.
Sotto il mio cenno l’Aquila si librò in cielo con un’aura infuocata, seguita da Driger, in un bagliore verde, Draciel in un bagliore violaceo, Dragoon in un bagliore azzurro e Star Pegaso, in un bagliore bianco. 
Tutti e cinque gli animali sacri si scontrarono contro l’Aquila Nera, che Kai aveva richiamato per cercare invano di fermarci. Il suo era stato un gesto alquanto disperato, e penso lo avesse capito anche lui.
Ci fu un boato assordante ed una luce accecante che ci costrinse a chiudere gli occhi. 
Quando tutto si fu quietato e dopo che riuscimmo a riportare la nostra attenzione sulla sfida appena conclusa, Black Dranzer giaceva immobile ai piedi di Kai, mentre Dranzer continuava a ruotare ai miei piedi come se non fosse successo nulla.
«Non può essere…», disse Hiwatari, guardandosi introno con aria disperata. Aveva totalmente cambiato il tono della voce ed ero riuscita a far crollare la sua maschera di apatia. Mi sentii talmente soddisfatta del mio operato che iniziai a sorridere come una scema mentre recuperavo il Beyblade che mi aveva aiutata in quell’impresa.
«Grazie», gli dissi solamente, sfiorando di nuovo il bit in un gesto riconoscente e lui non mancò di rispondermi con un piccolo bagliore.
Purtroppo fui talmente presa da quel gesto, ed i miei compagni erano ancora increduli per quanto successo, che nessuno si accorse di quello che accadde dopo. Sentimmo provenire un rumore sinistro dalla zona in cui era Kai e quando alzammo gli occhi su di lui notammo che era in piedi su di un piccolo pezzo di ghiaccio, che si era brutalmente staccato da quello che lo circondava per via della sfida che avevamo appena concluso. In più quel misero appiglio non sarebbe rimasto a galla per molto, visto che iniziava pian piano ad affondare, sotto lo sguardo disperato dello stesso Kai, che era rimasto immobile a fissare le acque scure che tra non molto lo avrebbero catturato.
Io ero rimasta a bocca aperta, quasi impaurita dalla scena che mi si era presentata di fronte. Avevo voluto fargliela pagare per tutto quello che ci aveva fatto, e lo avevo fatto battendo Black Dranzer con il suo Beyblade, ma non avrei mai voluto che il mio vecchio amico pagasse in quella maniera le sue colpe, morendo affogato o assiderato nelle acque gelide del lago.
Stavo pensando ad un modo per aiutarlo, ma per fortuna Takao fu più veloce di me. Si inginocchiò sul ghiaccio, al bordo del precipizio, e tese una mano verso il nostro ex compagno. 
«Avanti afferrala», gli disse serio, cercando di allungarsi il più possibile. Ma Hiwatari rimase impalato al suo posto, a fissarci come se fosse la prima volta che ci vedeva. Aveva un’espressione talmente allucinata che stentai a credere che fosse davvero lui. E mi preoccupai, sia per il suo strano comportamento fin troppo passivo, sia perché l’acqua gelida aveva iniziato a bagnargli le scarpe. Sarebbe affondato o morto assiderato, ed ovviamente nessuno di noi avrebbe voluto questo.
«Forza, che aspetti, prendi la mia mano!», gli gridò ancora contro il nostro campione, cercando di insistere e di farlo reagire. Il suo tono di voce era furente, ma stava solo cercando di farsi ascoltare da lui.
Kai era troppo orgoglioso. A costo sarebbe affondato, ma non sarebbe mai tornato sui suoi passi o ammesso di essere nel torto. Ma lui sapeva di aver sbagliato, glielo avevo letto in volto quando aveva incrociato lo sguardo della sua Aquila Rossa. Credo che la delusione nello sguardo del suo animale sacro fosse stato il colpo di grazia che lo aveva fatto rinsavire, oltre al vederla proteggermi.
«Dai, sbrigati!», dette man forte il Prof Kappa, accostandosi a Takao. Anche Max e Rei si avvicinarono leggermente, in sostegno dei compagni. Io invece rimasi in piedi alle spalle di Takao, con lo sguardo risoluto e le braccia posate lungo i fianchi, per cercare di far capire a Kai che doveva fare come gli era stato ordinato. Il mio animo era inquieto, perché nonostante lo volessi sano e salvo, non riuscivo a perdonargli ciò che aveva fatto.
Il suo sguardo però saettò subito verso di me, probabilmente perché aveva sentito il mio addosso, e mi rivolse lo sguardo più colpevole che riuscì a fare e quello mi dette una stilettata al cuore che mi fece serrare la mascella con disapprovazione. 
Avrei voluto gridargli molte cose, ma mi trattenni. Fino a che non fosse stato in salvo non volevo azzardarmi a parlare, ma continuai a sostenere quelle iridi ametista che tanto mi confondevano.
«Voi mi volete aiutare?», disse invece, rivolgendo quelle parole a tutti ma continuando a tenere la sua attenzione su di me. «I compagni di squadra che ho tradito vogliono salvare me?»
«Certo, siamo tuoi amici e ti vogliamo bene!»
A rispondergli però fu di nuovo Takao. Io avevo impercettibilmente dischiuso le labbra per controbattere con una frase simile, seppur lo avrei fatto con durezza, ma il nostro capitano era stato di nuovo più veloce di me. Inoltre stava dimostrando una risolutezza ed una perseveranza nel volerlo salvare che mi meravigliò. Quel ragazzo era incredibile! Nonostante fosse rimasto ferito dal comportamento di Kai, nonostante lui ci avesse fatto arrivare fin lì per sfidarci e dopo averci quasi sottratto i nostri Bit Powers, Kinomiya aveva ammesso di volergli bene. Ed in fondo lo capivo, perché era lo stesso sentimento che provavo io. Nonostante tutto quello che mi ero ripromessa e la rabbia e la preoccupazione che quell’ingrato mi aveva fatto provare, io non ero riuscita a sopprimere il sentimento benevolo che sentivo per lui. Avevo continuato a volergli bene nonostante il suo cambiamento.
Ma in quel momento era soppresso dalla rabbia.
«Gli amici non sempre vanno d’accordo…», insistette Rei e lo vidi spostare la sua attenzione su di me, quasi volesse captare la mia reazione. Anche il suo atteggiamento mi meravigliò, perché nonostante quello che Kai mi aveva fatto passare e come si era comportato nei nostri confronti, Rei non riusciva ad odiarlo. 
«A volte possono litigare, ma poi fanno pace!», continuò Max e vidi le sue spalle tremare per un istante. Anche nella sua voce non c’era il minimo accenno del rancore che sicuramente doveva aver provato verso il membro della Borg.
«Hai scelto una strada sbagliata, ma sicuramente adesso hai capito i tuoi errori…», dette man forte il Prof, dando voce ai miei pensieri.
Tutti loro avevano espresso un loro pensiero, cercando di mostrarsi amichevoli nei suoi confronti, ed in quel momento mi imposi di dire qualcosa. Non potevo rimanere ancora in silenzio, non dopo che lo sguardo di Kai non si era spostato da me nemmeno per un secondo.
«Ti prego Kai…», sibilai tra i denti con fare iracondo e col pelo dell’occhio vidi Rei voltarsi di nuovo nella mia direzione con un sopracciglio alzato, quasi fosse rimasto interdetto dal mio strano tono di voce. Spostò il suo sguardo ambrato prima su di me e poi di nuovo verso il chiamato in causa, quasi volesse vedere che effetto avrebbero avuto le mie parole così dure su di lui. Ed infatti riuscii a smuovere leggermente il mio vecchio amico, che sussultò nell’udire il suo nome dalla mia voce. «Afferra la mano di Takao!», insistetti «Il Prof ha ragione, hai scelto una strada sbagliata, ma sei sempre in tempo per rimediare ai tuoi sbagli…e qui ci sono cinque idioti che hanno aspettato insistentemente il tuo ritorno…», finii con una smorfia e per un momento abbassai lo sguardo a terra. Quando lo rialzai su di lui, aveva di nuovo un’espressione disperata che stonava molto sul suo volto sempre impassibile. Mi sembrò come se una parte del mio vecchio amico fosse tornata a galla. Il Kai bambino era sempre stato risoluto e fiero, anche se a volte lo avevo colto in momenti di pianto e disperazione, ma non era mai stato freddo ed insensibile.
Però le mie parole, seppur dette con un tono che di amichevole non aveva nulla, riuscirono a smuovere qualcosa nel suo animo. In più l’acqua gli era quasi arrivata a circondargli la vita, chiaro segno che ormai non c’era più molto tempo.
«Forza Kai!»
Takao batté un pugno a terra con fare spazientito e quello fu la goccia che fece crollare l’ultima traccia di orgoglio in Kai.
Spostò leggermente il volto di lato, serrando gli occhi come a volersi svegliare da quel brutto sogno, e giurai di aver visto una lacrima rigargli il volto. Però aveva fatto come gli era stato detto, seppur dopo una certa titubanza, ed afferrò risoluto la mano di Takao, alla quale si aggiunsero anche quelle degli altri. Ed anche io volli dare il mio aiuto, afferrando il braccio di Kai dopo essermi sporta da dietro le spalle del mio compagno inginocchiato a terra.
Con un balzo e grazie al nostro sostegno, Hiwatari riuscì a saltare dalla nostra parte e ci lasciammo tutti cadere a terra con un sospiro liberatorio. Era andata bene, e lo capì anche il diretto interessato, che osservò il ghiaccio da cui era scappato affondare drasticamente. 
Seguitarono alcuni istanti di silenzio, dove probabilmente nessuno di noi osò dire nulla. So che c’erano molte questioni in sospeso tra noi, come molte parole non dette, ma a rompere il ghiaccio fu come sempre Takao.
«Allora, torni con noi?», gli chiese titubante.
Io dal canto mio lanciai uno sguardo furente verso il mio vecchio amico, che si voltò a guardarmi dopo aver sentito i miei occhi addosso. Il suo sguardo era tranquillo, ma le sue labbra erano  incredibilmente serrate. Sostenni le sue ametiste per qualche istante, prima di voltare i tacchi e correre stizzita verso l’elicottero che ci avrebbe riportato a casa.
Ero sicura che Kai non sarebbe comunque mai tornato con noi. Non avrebbe in ogni caso rinunciato al suo sogno di gloria per noi.
Ed io non ero pronta per vederlo andare via di nuovo.
Fine capitolo 32


°°°°°°°°°°

Colei che scrive:
Eccoci qui al capitolo che segna la svolta ehehe il capitolo che segna ed ha segnato e nella serie il cambiamento di Kai. Ovviamente è stato leggermente cambiato dall’episodio originale per esigenza di trama. Qui è stata Saya a lanciare Dranzer, invece in originale lo fece Takao. I dialoghi, tranne quelli di Saya invece, sono quasi tutti ripresi da quello stesso episodio! 
Non ho molto da dire su questo, spero solo che vi sia piaciuto perché, il prossimo capitolo sarà incentrato su Saya e Kai ehehe 
Come sempre passo a scusarmi per gli eventuali errori, tempi verbali errati o frasi non scorrevoli T.T purtroppo la mia mente è provata dal lavoro T.T (e ieri sera ho perso metà dell’ultimo capitolo che stavo scrivendo, volevo piangere!!) 
Ringrazio al solito i recensori, chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite e tutti i lettori silenziosi giunti fin qua! 
Grazie ancora a tutti, al prossimo capitolo! 




  
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