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Autore: 8iside8    11/08/2020    1 recensioni
Questa long è il seguito de "La Spada della Vittoria" e di "Una vita per una vita", facenti tutte e tre parte della serie "Il Vero Amore è sempre la risposta. Tutti i fatti sono ambientati dopo il ritorno dall'Oltretomba e i racconti vanno letti in sequenza, perché sono profondamente collegati.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Vero Amore è sempre la risposta'
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Erano passate due settimane dal matrimonio di Emma e Killian e la città era tornata alla normalità. Biancaneve attendeva il ritorno della figlia ed era andata a pulire la casa, in modo che il suo nido fosse perfetto al ritorno. Stava sprimacciando i cuscini del divano, il tocco finale, quando la porta si aprì e gli sposini entrarono.  
«Emma!» la voce di Biancaneve era acuta dall'entusiasmo «Ben tornata!» 
«Ciao mamma!» e si abbracciarono.  
Appena ebbe stritolato la figlia, Biancaneve strizzò anche Killian.  
«Bentornati! Com'è andato il viaggio?»  
Emma sorrise e andò a sedersi sul divano con Killian.  
«Bene, mi ha portata a vedere tutta la costa. Poi le notti sotto la luna sono state davvero magiche.» Emma era abbronzata e le donava davvero «Qui, ci sono delle novità?» 
Biancaneve sorrideva.  
«Solo il vostro ritorno a casa.» 
«È bello essere stati via per scelta e non per un maleficio.» commentò il neomarito sorridendo.  
«Bene, ora vi lascio che devo andare a prendere Neal all'asilo, ma stasera vi voglio a cena da Granny. Tutti insieme.»  
 
La cena con tutta la famiglia era meravigliosa. Ritrovare tutti dopo il viaggio di nozze era una gioia. Emma andò in bagno dopo mangiato.
«Cos'avete fatto? Non preso il sola, la mamma è più bianca di prima!» chiese Henry.
«I realtà è stato un viaggio molto tranquillo.» rispose Killian. Biancaneve raccontava a David della giornata e Henry mangiava concentrato. Dopo poco Uncino si rese conto che sua moglie ci stava mettendo un po' più del solito in bagno, quindi decise di andare a controllare.
 
Emma uscì dal bagno della tavola calda con lo sguardo fisso, pensieroso.  
«Amore, tutto bene?» Killian capiva sempre quando qualcosa non andava, ma non era il momento per parlare.  
«Sì, stavo solo pensando a tutte le cose che avrò da fare domani.» gli sorrise e lo baciò. Tornarono al tavolo e la cena proseguì.  
Un boato venne da fuori. Emma e Regina si guardarono.  
«Carino da parte dei cattivi, aspettare che tornassi dalla luna di miele.» commentò la Salvatrice alzandosi e uscendo con la strega.  
Fuori tutti gridavano e scappavano. Il cielo si era annuvolato e a mezz'aria batteva le ali un enorme uccello nero. Aveva una cresta divisa in tre ciuffi sul capo, le piume nere erano opache e gli occhi erano due brillanti rubini. La schiena terminava con nove diverse code, sottili, che sfociavano a loro volta in altrettanti cristalli neri levigati. Era una creatura bellissima.  
«È una fenice nera!» gridò Tremotino che le aveva seguite fuori. 
«Che danni può fare?» chiese Regina urlando per sovrastare la folla.  
«Grossi!» urlò a sua volta Tremotino «Può radere al suolo la città!» 
«Cosa può volere?» chiese Emma.  
«Non lo so.» disse Gold «Io ne ho vista solo una prima d'ora, ma non è la stessa che ho visto io, perché la uccisi.» 
Non poterono dire altro, perché la fenice si alzò in volo e frustò con la coda tutto ciò che incontrava. Emma e Regina le lanciarono contro un attacco molto potente e la fenice gridò il suo dolore e sparì in una fiammata nera.  
«Tutto bene?» chiese Killian correndo verso sua moglie.  
«Sì, certo.» Emma aveva il fiatone. Con la coda dell'occhio vide qualcosa muoversi e spinse di lato il marito. Una pietra nera, grande come un pallone da calcio, era caduta dal cielo. Killian si rialzò subito e corse dalla moglie.  
«Emma come stai?» chiese in ansia.  
Emma era rannicchiata per terra, una mano sulla spalla e l'altra sull'addome.  
«Sto bene, mi ha preso la spalla, posso guarire con la magia.» disse lei mettendosi seduta.  
Regina si chinò su di lei e con un gesto fluido della mano la guarì, poi la fissò per un momento.  
«Emma, forse dovresti farti vedere da un medico lo stesso.» 
«Perché?» chiese Uncino preoccupato.  
«Con la magia curo le ferite, ma è meglio essere prudenti. Victor ti darà un'occhiata volentieri.» spiegò Regina.  
Biancaneve prese la figlia a braccetto e l'accompagnò alla clinica.  
«Non dirmi niente, Emma, io so già tutto. Parlerai quando sarai pronta.» le disse sua madre.  
Emma la guardò, per un momento smarrita, poi le sorrise.  
 
«Amore, tutto bene dal dottore?» Killian era seduto sul divano, intento a lucidare l'argenteria. Doveva essere impazzito nell'attesa.  
«Sì, prima di tornare mi sono fermata in un negozio a prenderti una cosa.» e gli porse un piccolo pacchetto morbido.  
«Perché? Qual è l'occasione? Non può essere l'anniversario, perché ci siamo sposati due settimane fa...» era ancora più nervoso.  
«Aprirlo e basta.» sorrise lei.  
Killian sospirò, poi strappò la carta. Era una maglietta nera.  
«Grazie Swan... Preferisco le camicie, ma...» 
«Girala.» lo interruppe lei.  
«Swan... È quello che penso?» era a bocca aperta. Sulla maglietta c'era disegnato in bianco un neonato e di fianco, sempre in bianco c'era una scritta: "papà, sto arrivando".  
Gli occhi di Killian si riempirono di lacrime.  
«Da quanto lo sai?» chiese con la voce rotta.  
«Stasera a cena. Avevo appena fatto il test, quando mi hai trovata fuori dal bagno. Era una settimana che avevo dei dubbi, ma ho aspettato di tornare per fare il test. Regina lo ha percepito quando mi ha guarita, per questo mi ha suggerito di andare a farmi vedere. Mia madre lo ha capito dal fatto che, quando sono caduta, mi tenevo una mano sul ventre. Non volevo che lo sapessero prima di te, ma...» Emma aveva iniziato a tremare.  
Killian la avvolse in un caldo abbraccio.  
«Oh, Emma... Sono l'uomo più felice del mondo.» lei si lasciò andare e iniziò a piangere «Perché piangi? Non ne sei felice?» 
«No, non pensarlo neanche per un momento! Sono emozionata, non credevo che avrei avuto altri figli prima di scoprire quanto ti amo e ora... Ho la possibilità di fare le cose per bene. Come i miei genitori con Neal.» gli zigomi le divennero rosati «Adesso devo stare molto attenta. Non posso farmi del male.»  
«Swan,» disse Uncino «siamo tutti una famiglia, faremo in modo di proteggere il nostro bambino e lo faranno anche i tuoi genitori, Regina, i nani... Questo bambino avrà tante persone che gli vorranno bene, perché già ne vogliono alla mamma.» 
Emma sussultò quando si udì bussare alla porta.  
Uncino andò ad aprire.  
«Buonasera, capitano.» disse Gold «Sono qui per parlare con la signorina Swan, anzi, la signora Jones.» 
 
«Cosa posso fare per te?» chiese Emma quando l'ospite si fu accomodato in salotto.  
«Io sto cercando di essere una persona migliore, ma ho molto a cui fare ammenda.» spiegò.  
«Per quello che riguarda me, non hai niente da fare. Il mio perdono ce l'hai già.» gli sorrise.  
«Ne sono sollevato, ma non è il solo motivo per cui sono qui. La fenice nera.» ribatté teso «Credo di aver capito da dove arriva. Nella Foresta Incantata ne ho incontrata una e l'ho uccisa. Lei era una Fenice, io l'ho resa nera in punto di morte. Sono rare, le credevo estinte un tempo, poi ebbi a che fare con una di loro. Lei venne a fare un accordo, ma mi mentì. Non aveva detto che non era l'ultima della sua specie, ma che aveva una figlia. Uccisi la madre, ma della figlia non seppi più nulla.» 
«Come posso aiutarti?» Emma lo scrutava.  
«Credo che il potere della Salvatrice possa farla tornare come prima. Glielo devo se ho ucciso sua madre, ma da solo non ho quel potere, sono il Signore Oscuro. A lei servirà la magia di luce.» spiegò ancora Tremotino.  
«Quanto é pericolosa una cosa del genere?» chiese Uncino.  
«Lo è certamente, ma non c'è un altro modo che non tocchi la magia oscura.» era supplichevole.  
«Possiamo vedere di trovare il modo di farlo in modo sicuro per me.» intervenne Emma guardando Killian «C'è sempre un modo. Se mia madre mi ha partorita durante un sortilegio, io posso fare delle cose mentre aspetto nostro figlio.» 
«Sei incinta?» chiese Gold.  
«Sì.» rispose Emma sorridendo «Tuttavia sono certa che riuscirò ad aiutarti.» 
 
«Killian,» Gold era appena andato via ed Emma stava spiegando la sua idea al marito «sono certa di poter trovare un modo per proteggere me e nostro figlio. Ne parlerò con Regina, Zelina, mia madre. Se servirà anche alla Fata Turchina!» 
Uncino era seduto sul divano e aveva il volto preoccupato. Il suo sguardo era fisso al pavimento. Sapeva che Emma era la Salvatrice, ma aveva bisogno di saperla una normale mamma che attende il suo bambino. La voleva impegnata solo a preparare la cameretta e il corredino per il nascituro, non a dare la caccia ai mostri.  
«Killian,» Emma si era seduta accanto a lui «io proteggerò questo bambino a tutti i costi. Non mi interessa quanto sarà difficile, lo farò. Mi dici sempre che credi in me, che a ogni problema trovo la soluzione... Non ci credi più?» lo guardava con gli occhi verdi ingranditi dalla paura che suo marito non si fidasse più di lei.  
«Swan...» Killian si era voltato a guardarla e aveva gli occhi blu che la penetravano intensamente «scusami. Non voglio che pensi che io dubiti di te. Non lo farò mai. Ho solo paura per te e per il bambino.» 
Emma lo abbracciò e lui si lasciò cadere sulla sua spalla.  
«Ti amo, Killian, e ti ho sposato perché mi fido di te. Credi in me, perché se non lo fai tu, non ci riuscirò io.» gli aveva sussurrato.  
 
Gold stava tornado al suo negozio. La Salvatrice era in dolce attesa. Solo questo pensiero lo accompagnò nel tragitto, perché non poté fare a meno di pensare che le cose avrebbero potuto essere diverse. Se Bealfire non fosse morto, adesso sarebbe stato lui ad avere un secondo figlio con Emma Swan, perché lei era il suo unico amore. Pensò ai suoi errori e a come sarebbe stato tutto diverso se non fosse stato prima un codardo, poi il Signore Oscuro. Non poteva rimediare ai propri errori, ma di certo poteva impegnarsi a non ripeterli. Doveva proteggere Emma, lei lo avrebbe aiutato.  
Entrò nel negozio e andò a passo spedito verso il retro. Spostò un asse del pavimento e prese un cofanetto intarsiato, molto antico. Quando lo aprì, trovò un bracciale e lo guardò. Un suo sospiro ruppe il silenzio del negozio. Richiuse il bauletto e lo mise sotto il braccio prima di uscire.  
 
Toctoc!  
Emma era in camera e Killian andò ad aprire.  
«Signor Gold... Emma è a riposare.» disse freddo il pirata.  
«Voglio parlare con te.» rispose semplicemente Gold.  
Uncino lo guardò sorpreso e lo invitò in salotto.  
Tremotino gli porse il bauletto.  
«Che cos'è?» chiese il pirata.  
«È un dono per la Salvatrice, a prescindere che mi aiuti o meno.» spiegò Tremotino «Dentro c'è un bracciale di origine divina che proteggerà lei e il vostro bambino. Ho chiesto il suo aiuto e voglio che, se accetta di aiutarmi, lo faccia nel modo più sicuro. Tuttavia, penso che possa usufruirne a prescindere dalla sua scelta. Questo bracciale fu forgiato su richiesta di Frigg e da lei incantato, perché nessuna madre dovesse soffrire quel che lei aveva patito per la dipartita del figlio Baldur. Protegge chiunque lo indossi da qualunque cosa. Niente di origine umana, animale, vegetale o magica potrà nuocere a chi lo indossa.»  
«Io sono... Commosso...» disse Killian guardando la scatola «Stavolta hai deciso di cambiare e ce la stai mettendo tutta. Grazie.» 
Gold fece un piccolo cenno col capo, poi se ne andò.
   
 
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