Il Maestro Qui
Gon Jinn camminava lungo i corridoi del
tempio, aveva passato tutta la notte accanto alla vasca del Bacta dove
stava
Anakin, ed ora, dopo aver saputo che il suo giovane padawan era in via
di guarigione
aveva deciso di andare a mangiare qualcosa alla mensa e poi ritornare
nell’ala
dei guaritori. Sentiva intorno a se i commenti di ciò che
era successo la notte
appena trascorsa. All’improvviso sentì qualcuno
che lo chiamava, si girò e vide
un giovane padawan “Maestro Jinn scusatemi vorremo sapere
come sta Anakin.”
Qui Gon
guardò il gruppetto di ragazzi, erano tutti compagni
di Anakin e disse “Anakin sta bene, Ferus ma sta ancora in
una vasca di Bacta.”
“Ma
cosa è successo Maestro?
E’ vero che nel tempio è entrato un
Sith” disse una ragazza dai capelli
rosso fuoco.
“Se il
consiglio non ha ancora detto niente ci sarà un
motivo, Talia, ed io non posso andare contro il consiglio.”
Poi se ne
andò lasciando i ragazzi a parlottare tra di loro.
Entrò
nella mensa e si riempì il piatto dal tavolo del
buffet, ora che era sicuro che Anakin stesse guarendo il suo pensiero
andò ad
Obi Wan, cosa poteva essere successo per farlo passare al Lato Oscuro?
La mente
ripensò a quel giorno, quando aveva dichiarato al consiglio
che intendeva
prendere Anakin come suo padawan, Obi Wan non aveva preso bene la
notizia e
avevano discusso. Qui
Gon intendeva
dirgli che l’aveva fatto perché a suo giudizio lui
era pronto ad affrontare la
prova ed essere promosso Cavaliere Jedi, e questo già da un
po’ di tempo.
Voleva dirglielo dopo la questione di Naboo, ma poi lui era scomparso e
Qui Gon
si sentiva in colpa per non averglielo detto prima. No, non poteva
essere
passato al Lato Oscuro per quel motivo, avevano superato a fianco a
fianco
molti ostacoli, soprattutto dopo il fatto di Melinda/Daan il loro legame era diventato
molto forte, il
più forte nel Tempio. Doveva essere successo
qualcos’altro per far cambiare Obi
Wan in quel modo. I suoi pensieri furono interrotti dal suono del
comlink
conosceva quel suono era il consiglio che lo convocava, si
alzò irritato sapeva
di cosa volevano parlare e non intendeva essere troppo gentile .
Kane
entrò nel rifugio che lui e Jango utilizzavano, quando
si trovavano su Coruscant, vide che l’uomo stava leggendo un
data pad.
“E’
andato tutto bene?” disse Jango senza neanche sollevare
la testa.
“Si.”
rispose Kane in tono allegro, “anche se ho dovuto far
fuori un pò di jedi. Ho anche affrontato il maestro
Jinn”.
“E lo
hai ucciso?” disse Jango con aria di finto interesse.
“No,
purtroppo in quel momento si è messo in mezzo
l’intero
tempio e così me ne sono dovuto andare.” rispose
Kane imbronciato. “Ma cos’hai
Jango? C’è qualcosa che non va?”
“Non
mi fido di Sidious, almeno non quanto ti fidi tu” disse
l’uomo con l’espressione dura.
Kane
incrociò le braccia. “Non mi ha mai dato nessuna
ragione
per non fidarmi di lui. E tu perché ti fidi?”
Mentre parlava,
però, la sua mente ritornò a ciò che
era
successo durante la notte appena trascorsa.
Era nel tempio,
circondato dai jedi, ed era riuscito a
fuggire da una porta laterale. Come faceva a conoscerla? Aspetta, se
era stato
un jedi forse aveva vissuto lì dentro e perciò
doveva conoscerlo bene, si era
questa la spiegazione, e poi quel nome che Jinn aveva pronunciato, era
il suo o
il maestro jedi voleva solo ingannarlo? Fu interrotto dai suoi pensieri
dalla
risata di Jango, incurante dei pensieri che stavano ossessionando il
suo amico.
“Fidarmi?
Mi fido fino a quando mi paga bene e subito. E ti
dico un’altra cosa, per me Sidious non è per
niente interessato ai Sith perché
può trovare parecchio su di loro nella biblioteca,
perciò o è uno di loro o
vuole diventarlo.”
“E
allora perché mi ha chiesto di prendergli questo?”
“Io
credo che sia stata una prova. Ha detto che se tu avessi
superato la missione nel tempio ti avrebbe affidato un’altra
missione.”
Il cuore di Kane
fece un balzo di gioia, mentre un leggero
sorriso gli illuminava il volto, un’altra missione, era
questo che aveva sempre
voluto fare, passare da una missione all’altra invece di
stare ad allenarsi
tutto il giorno.
“Che
missione è?” disse con impazienza.
“Devi
uccidere un mercante di schiavi di nome Taran” disse
Jango, “ma come ti ho detto prima, temo che Sidious ti stia
usando per i suoi
scopi.”
“Ed io
ti ripeto che non mi ha mai dato motivi di dubitare di
lui” ringhiò Kane.
“Forse
a te no, ma ha me si e parecchi anche. Prima di tutto
io non ho scoperto niente su di te, quello che Sidious ti ha detto non
sono
stato io a scoprirlo, anzi è lui che mi dice quello che devo
dirti.” disse
Jango seccamente.
Lo sguardo di
Kane si scuriva mano a mano che Jango parlava
“per quanto ne so potrebbe aver inventato tutto, ho
controllato le
registrazione della Repubblica e non esiste nessun Kane della tua
età e poi non
ti ha mai detto il tuo cognome o da dove vieni. Non ti ha mai detto
niente di
te, e questo non lo trovi strano?” disse Jango
“Perché
mi stai dicendo queste cose, Jango? Chi ti ha detto
di dirmi queste bugie.” disse Kane con la furia nella voce.
“Non
ti sto mentendo Kane. Devi credermi, io voglio solo che
tu stia attento, questa faccenda non mi piace.”
Kane era confuso
sentiva che il mandaloriano era sincero e
sentiva anche un accenno del rude affetto che l’uomo mostrava
raramente. Ma
allora era Sidiuos che gli mentiva, Sidious lo aveva salvato, lo aveva
addestrato in modo che potesse vendicarsi. Ma allora a chi doveva
credere?
Improvvisamente
sentì che la confusione che provava si
trasformava in rabbia soprattutto quando sentì Jango
mormorare “Kane devi
credermi!” Il ragazzo sentì la rabbia trasformarsi
in un fuoco che lo bruciava
e cresceva sempre di più e gioì di quella
sensazione così appagante poi sentì
una voce che gli ripeteva di non fidarsi del mandaloriano che lo stava
solo
ingannando.
“No!”
dichiarò, con voce piena di rabbia e continuò
“Vattene
via, non voglio più vederti. Tu mi stai solo
ingannando.” Poi allungò la mano
destra verso Jango e un fulmine di fuoco bianco colpì
l’uomo mandandolo a
sbattere contro il muro che si trovava alle sue spalle.
Kane vide
l’uomo a terra con una
smorfia di dolore sul suo viso, si guardo inorridito la mano poi si
girò e
scappò via scosso per ciò che aveva fatto al suo
amico.
Qui Gon
entrò nella Sala del Consiglio con aria di voler
stare da un’altra parte.
“Maestri”
disse chinando appena la testa, se volevano
sgridarlo che lo facessero pure.
“Uhm,
sento che desideri tu di essere altrove.” disse Yoda.
Qui Gon
resistette all’impulso di sbuffare, e disse
seccamente “non capisco perché mi abbiate chiamato
visto che ho risposto a
tutte le vostre domande ieri notte.”
“Si.
Fino all’Orlo Esterno sentito penso ti hanno”
rispose
Yoda con un luccichio negli occhi poi continuò
“più forte la prossima volta
dovresti gridare.”
Malgrado la
situazione Qui Gon lottò per rimanere il più
serio possibile, come cercava di fare la maggior parte del Consiglio, ha parte Mace che
rimase
completamente impassibile.
Mace Windu si
alzò dal suo posto e Qui Gon sospirò
“ecco che
ora arriva la ramanzina: ti sei comportato peggio di un iniziato, lo
sai che
non si deve alzare la voce all’interno del Tempio’.
Invece Mace disse sentendosi
a disagio “ Io…e Yoda ti dobbiamo delle
scuse.”
“Che
cosa?” esclamò Qui Gon sorpreso. Mace era un uomo
molto
orgoglioso e delle scuse dette da lui voleva dire che si era reso conto
di
essersi sbagliato, un evento raro.
Qui Gon
sollevò un sopracciglio con fare interrogativo e Mace
continuò “Dovevamo sapere che
eri
preoccupato per ciò che era accaduto al tuo Padawan e
avremmo dovuto darti un po’
di tempo. Di questo ti chiedo scusa.” Yoda annuì
d’accordo, poi disse”
Tuttavia, più controllo devi avere.” Le ultime
parole furono rimarcate dai
colpi a terra del suo bastone Gimmer. Qui Gon sospirò solo
Yoda sapeva
chiedergli scusa e criticarlo con una sola frase.
Yoda
guardò il pavimento e disse “ Percepire avrei
dovuto il
giovane Obi Wan.”
“A
proposito, tu che eri
il maestro di Obi Wan, hai idea di dove può essere
andato?” chiese Mace
Qui Gon scosse
la testa e disse “Quello non era Obi Wan. L’Obi
Wan che conoscevo io non avrebbe mai ucciso dei jedi senza il minimo
scrupolo.”
Poi continuò “Non so proprio dove può
essere andato, forse su qualcuno dei
pianeti che abbiamo visitato durante l’apprendistato:
Phindar, Gilter e…” dopo
aver esitato un po’ continuò
“Melinda/Daan.”
“Umh,
nei pressi di Melida/Daan il giovane Reft si trova.
Chiedere di investigare a lui faremo.” disse Yoda.
“Nello
stesso tempo affideremo a te le investigazioni per
cercarlo. Sarai affiancato da Bant Eerin, Siri Tachi e il suo padawan
Ferus
Olin e gli iniziati Lawrence Teevan, Tru Veld e Talia Darren. Gli
iniziati non
possono uscire dal tempio, lo sai.”
Qui Gon
spalancò gli occhi e disse sorpreso “Hai incluso
nell’investigazione
tutti i vecchi amici di Obi Wan?”
“Stai
mettendo in dubbio la mia decisione e quella del
Consiglio?” di Mace Windu con un tono che intendeva eliminare ogni risposta, ma
fallì malamente.
“Si.”
rispose Qui Gon. Poi continuò “Bant e Siri sono
stati creati
cavalieri da poco e sono ancora inesperti.”
“E’
per questo che ci sei tu. Così potrai assisterli e
aiutarli nell’investigazione.” rispose Mace Windu
“E
Anakin? E’ ancora nell’Ala Guaritori, devo stare
vicino a
lui.” disse Qui Gon.
“Il
tuo Padawan sta guarendo in fretta, sarà un buon
addestramento
anche per lui.”
“E va
bene.” mormorò Qui Gon inchinandosi e andando
verso la
porta.
“Che
la Forza sia con te.” fu l’ultima cosa che
sentì mentre
usciva dalla Sala del Consiglio.