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Autore: _Il colore del vento_    17/08/2020    8 recensioni
Dal testo:
Non ha una meta, Sirius, solo l’urgenza di frapporre quanta più distanza possibile tra sé e la sua prigionia.
Ora si gode il silenzio, la purezza del blu e il lussureggiante verde delle foreste, la nitida vividezza di quel mondo nuovo.
I pianti, le grida, le risate folli dei prigionieri impazziti e il respiro roco dei Dissennatori, tutti i suoni che hanno scandito dodici anni della sua esistenza, sono ormai lontani – il mare li tiene a bada, via da lì.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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𝑻𝒆𝒎𝒑𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂 𝒗𝒊𝒂 𝒊𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐

 

"𝖲𝗈𝗅𝗈 𝗀𝗅𝗂 𝗂𝗇𝗊𝗎𝗂𝖾𝗍𝗂 𝗌𝖺𝗇𝗇𝗈 𝖼𝗈𝗆'è 𝖽𝗂𝖿𝖿𝗂𝖼𝗂𝗅𝖾 𝗌𝗈𝗉𝗋𝖺𝗏𝗏𝗂𝗏𝖾𝗋𝖾 𝖺𝗅𝗅𝖺 𝗍𝖾𝗆𝗉𝖾𝗌𝗍𝖺 𝖾 𝗇𝗈𝗇 𝗉𝗈𝗍𝖾𝗋 𝗏𝗂𝗏𝖾𝗋𝖾 𝗌𝖾𝗇𝗓𝖺."
-E. Bront
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Un biancore abbacinante piove su di lui, quando riapre gli occhi, e i colori esplodono in coriandoli di luce.

I secondi passano, vorticosi istanti di confusione e sogno, prima che la memoria si riassesti.

È libero - quello è il pensiero che il giorno trascina con sé ad ogni risveglio. Libero.

Sirius si guarda attorno, stiracchiandosi e inspirando profondamente.

Fierobecco sonnecchia col capo poggiato sulle zampe anteriori – l’orgoglioso sguardo dorato momentaneamente celato dalle palpebre – e tutto intorno a loro è silenzio. Quello sconosciuto, isolato angolo di mondo non conosce che pace.

Non sa, esattamente, quanti giorni gli ci sono voluti per approdare su quelle coste, uno dei punti più occidentali delle Azzorre. Sicuramente molti.

Eppure, di tutti i voli compiuti per lo più dopo il tramonto (preferisce sfruttare le ore di buio per spostarsi perché, nonostante gli incantesimi di Disillusione, la cautela non è mai troppa), non serba che un ricordo indefinito.

Ore intere trascorse a viaggiare attraverso le tenebre si mescolano nella sua mente in un’unica, lunga notte, che si lascia dietro – come un’eco - una sola sensazione: mani intorpidite e sferzante vento gelido sul viso.

Ogni luogo raggiunto diventa la loro casa per qualche giorno, ma mai per più di una settimana.

Non ha una meta, Sirius, solo l’urgenza di frapporre quanta più distanza possibile tra sé e la sua prigionia.

Ora si gode il silenzio, la purezza del blu e il lussureggiante verde delle foreste, la nitida vividezza di quel mondo nuovo.

I pianti, le grida, le risate folli dei prigionieri impazziti e il respiro roco dei Dissennatori, tutti i suoni che hanno scandito dodici anni della sua esistenza, sono ormai lontani – il mare li tiene a bada, via da lì.

È libero.

Nell’ultimo anno trascorso a Hogwarts e dintorni non ha avuto modo di cullare questo pensiero, di appropriarsene, preso com’era dal desiderio di vendetta - che comunque non è riuscito a soddisfare, alla fine -, ma ora può farlo.

È libero e se lo ripete ancora e ancora, assaporando quella parola che gli solletica i sensi assieme al profumo di sgargianti fiori esotici e alla brezza dell’oceano sulla pelle brunita dal sole.

Dopo tanto buio – tenebre inestirpabili che gli hanno tinto le viscere – e anni di apatia e rimorso, Sirius percepisce distintamente un lieve senso di eccitazione fiorirgli nel petto, risvegliato ogni giorno dai raggi di un’alba luminosa che indora uno sterminato orizzonte.

Si sorprende di ricordare un dialogo di tanto tempo prima, uno di quei momenti che credeva di aver completamente rimosso.

Si trovava a Grimmauld Place, all’epoca, con suo fratello Regulus, e il precettore era da poco andato via, dopo una noiosissima, interminabile lezione di geografia.  Sul tavolo ancora incombeva l’enorme mappamondo di suo padre Orion.

«Chissà cosa si prova» ricorda di aver esclamato, in quel pomeriggio lontano, mentre le dita sottili tracciavano rotte immaginarie, infinite, sulla superficie sferica.

«Attraversare oceani e terre inesplorate, verso nuovi mondi e nuove vite. Sempre in cammino, senza mai fermarsi. Cosa pensi si possa provare, Reg?»

Suo fratello seguiva il moto delle agili dita, ammaliato dalle sue parole, ma non gli aveva risposto. Come avrebbe potuto, del resto?

Prospettive del genere sembravano irrealizzabili, ai loro occhi di ragazzini, fantastiche e così assurdamente vaste che le polverose, ristrette pareti di Grimmauld Place non potevano certo contenerle.

Immagini da sogno destinate a sfumare non appena Sirius staccava le dita da quel mondo in miniatura.

Se Regulus fosse ancora vivo, ora, Sirius saprebbe rispondere anche per lui.

È la libertà, Reg, è lei ad attenderci quando ci si getta fra le braccia dell’ignoto.

Ma Regulus non c’è più e lui non può dirgli cosa si provi ad essere liberi; quel suo stupido, giovane fratello non ha mai saputo cosa fosse la libertà e non avrebbe più potuto scoprirlo.

Suo fratello è morto - e con lui James e Lily e tanti altri.

Sirius sospira. Il tempo di un respiro e l’eccitazione è già svanita.

Succede sempre così: quando gli sembra di stare finalmente bene, in pace, ecco che la calma si fa tristezza e un’angosciosa malinconia torna a reclamargli il cuore.

Anche questo avrebbe detto a Regulus, se solo avesse potuto: non importa quanto lontano si arrivi, su quali sponde la libertà ci sospinga, non c’è meta così distante che i nostri fantasmi non sappiano raggiungere, anticipandoci – “perché i morti viaggiano veloci”. 1

I suoi morti, almeno, viaggiano veloci e il passato già lo attende dove non ha ancora messo piede e ovunque, sempre, lo attenderà.

Sirius non ha che trentaquattro anni, ma se ne sente addosso molti di più. Ha già raggiunto la fase della vita in cui tra la gente che si è conosciuta i morti sono più dei vivi2 e le speranze impallidiscono al cospetto dei rimpianti.

Semplicemente, ha vissuto troppo a lungo nella tempesta per poter credere che la bonaccia sia destinata a durare.

Se si concentra abbastanza, può quasi fiutare odore di pioggia nell’aria – odore di foglie appassite e morte -, nuovi stravolgimenti che attendono appena dietro l’orizzonte.

Se chiude gli occhi, rivede il mappamondo di suo padre e un’altra scena riaffiora alla sua mente, una delle lezioni di geografia di quando era bambino.

«Immaginate l’equatore come una lunghissima linea che abbraccia il globo» ripete la voce monotona del precettore nella sua memoria.

«Immaginate di percorrerla tutta: alla fine vi ritroverete sempre dove siete partiti. Il viaggio non è che un eterno ritornare.»

Sirius inspira profondamente l’aria pulita e incontaminata di quel paradiso temporaneo – sembra già sbiadire sotto i suoi occhi, deve ripartire al più presto -, ma ad ogni respiro l’odore di pioggia si fa sempre più forte e l’ineluttabilità l’opprime.

Lo sa già, in un angolo del suo cuore, che prima o poi la sua fuga si concluderà.

Farà infine ritorno al luogo da cui era scappato, tornerà a casa.

(Il viaggio non è che un eterno ritornare.)

Chiude gli occhi, Sirius, cercando disperatamente di aggrapparsi alla sensazione del sole sulla pelle e al perfetto silenzio circostante – lampi e tuoni sono ancora così lontani, distanti come le urla e i pianti e il dolore.

Lontani, anche se li sente già premere contro le orecchie.

La tempesta lo attende – li attende tutti –, ma è così piacevole credersi libero, ora.

Tornerà indietro, alla fine (eterno ritornare), e la sua fuga si concluderà in tempesta (odore di foglie appassite e morte), ma per adesso s’illude di sapere cosa si provi davvero a essere liberi.
 



(Lo sarà mai veramente?)
 
 
 
 
 
 
 1Perché i morti viaggiano veloci , originale:"Denn die Todten reiten Schnell" (Gottfried A. Bürger, Lenore).
 2 Pensai: “Si arriva a un momento nella vita in cui tra la gente che si è conosciuta i morti sono più dei vivi” (Italo Calvino, Le città invisibili).
 
Note:

Questa storia nasce nel contesto dell'iniziativa "Scrivimi", sul gruppo Facebook "Caffè e calderotti".
Il prompt, assegnatomi dalla carissimLisbeth Salander, era il seguente:
Prompt : "Solo gli inquieti sanno com'è difficile sopravvivere alla tempesta e non poter vivere senza." - E. 
Brontë
Genere (obbligatorio): Angst
Personaggio: a piacere - vi giuro, ho provato a scegliere qualsiasi altro personaggio, uno qualsiasi, ci ho provato seriamente. Non c'è stato verso! Indovinate chi mi ha sbloccato, alla fine? Sì, come sempre, lui: Sirius Black! Mi dispiace riproporvi sempre lui (o i Black), ma ... quelle che lo riguardano sono le uniche storie che porto a compimento, vorrà pur dire qualcosa. Ahimè, con la speranza che non troviate le mie storie monotone e ripetitive, vi saluto.

Grazie a te, lettore, che sei arrivato fin qui. <3 Spero che il tempo che mi hai dedicato sia stato ben speso!


 

 
  
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