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Autore: fennec    18/08/2020    6 recensioni
Piccolo e, soprattutto, mio primo esperimento su Oscar e André… Vi prego, siate clementi.
Avrebbe potuto anche chiamarsi “Terribilmente complicato”, ma alla fine ho optato per questo titolo, un po’ in onore del Piccolo Principe… Spero si riesca a capire perché.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte quarta
 


 
 
Se solo avesse scoperto prima il suo amore per André, sarebbe stato tutto diverso.
Ancora si ricordava il loro primo incontro, il loro primo giorno insieme, come se fosse stato ieri.
 
Lui doveva essere appena arrivato.
Lo incrociò scendendo la scalinata di marmo che dava sull’atrio. Sarà stato neanche una spanna più alto di lei e sembrava esile come un giglio.
- Ehi, tu! Come ti chiami? –
Due occhi spaventati, un viso pulito, uno sguardo sincero. Le bambole di porcellana delle sue sorelle sapevano incutere più soggezione.
- A… André… André Grandier –
Gli piaceva il suono della sua voce. Non era molto diversa dalla sua, solo più insicura.
- Ah, allora sei tu il bambino che è stato assunto come mio compagno di giochi!
Stammi bene a sentire: io non voglio un compagno di giochi, ma un compagno d’armi! –
 
Eppure André non sarebbe stato solo il suo compagno d’armi. Presto sarebbe diventato il suo compagno di avventure, un amico da prendere a pugni e con cui confidarsi, il fratello che non aveva mai avuto, la sua anima gemella, il suo solo e unico compagno. Colui con cui avrebbe condiviso una vita intera fino a condividere il suo stesso cuore.
 
- Ho deciso di rinunciare all’uniforme e non essere più il vostro Comandante… E questo perché l’uomo che io amo, l’uomo della mia vita forse mi chiederà di battermi insieme al popolo in rivolta… e io lo farò. Amici, io ora sono la compagna di André Grandier e come tale seguirò il mio uomo, qualunque cosa faccia. Tutto sommato la mia è una scelta facile, per voi forse non lo sarà altrettanto e giuro che mi dispiace –
 
“Se qualche tempo prima mi avessero predetto questa mia decisione, non ci avrei creduto.
Io che non mi sono piegata alla scelta di mio padre di crescermi come un maschio, ma che ho abbracciato questa decisione e l’ho fatta mia, anche quando lui, tornando sui suoi passi, avrebbe preferito che mi sposassi come le mie sorelle; Io che mi sono rifiutata di obbedire agli ordini del re e della regina quando questi mi parevano ingiusti; Io che ho difeso la nobiltà per poi oppormi ad essa sentendomi fortemente tradita dai suoi crimini e peccati; Io che ho amato Fersen e ho deciso di dire addio agli uomini e al mio essere donna, perché il mio amore era destinato a una morte lenta e dolorosa; Io ora mi abbandono alle braccia, al cuore, all’anima dell’uomo che mi ha sempre amata per ciò sono, per chi sono veramente e che null’altro mi ha mai chiesto in cambio se non di potermi amare a sua volta.
Perché non vedo stupore negli occhi dei miei soldati? Perché il mio stesso padre, colui che era stato così ingenuo da organizzare per me un ballo a scopo matrimoniale, non si era scandalizzato quando André aveva preso le mie difese, offrendosi, anzi, pregando di poter morire prima di me? Il nostro amore è davvero così luminoso e cristallino da fugare qualsiasi dubbio, qualsiasi stupore?”
 
- Adesso vorrei stringervi la mano, Comandante, ed è anche il caso che mi congratuli con voi, ragazzi -
 
Alain, colui che l’aveva rifiutata come Comandante e che tuttora negava di amarla come donna, ora le tendeva la mano, un sorriso triste e consapevole sulle labbra.
Aveva difeso André sin dall’inizio, Alain, e aveva cercato di proteggerlo. Ancora non lo sapeva, ma lo avrebbe protetto sino alla fine, invano.
 
- Comandante! André è stato colpito, è ferito, Comandante, è ferito! -
 
Non era possibile. Dio non poteva volere questo.
Lo stesso Dio che li aveva avvicinati da bambini, che li aveva fatti crescere insieme, che era stato testimone della loro amicizia e del loro amore; lo stesso Dio che aveva sorriso alla loro unione sotto un manto di stelle e il volteggiare delle lucciole; lo stesso Dio che li aveva benedetti con il colore del grano e l’innocenza della rosa; quello stesso Dio ora li voleva separare nel modo più crudele e allo stesso tempo più equo che esistesse: una vita per una vita. Perché era stato un proiettile diretto ad Oscar che aveva colpito André in pieno petto, un proiettile che la stessa donna aveva deviato. Aveva salvato la propria vita e nel medesimo istante l’aveva persa, perché il sacrificio dovuto era la vita di André.
 
- Giuro che un giorno, se sarà necessario, darò la mia vita per te come tu sei stata capace di fare per me. È un impegno solenne quello che prendo con te, Oscar: un giorno, se il destino lo vorrà, sacrificherò la mia vita per te! –
 
Non era possibile. Dio non poteva volere davvero questo.
Ma se così fosse stato, lei non gliel’avrebbe data vinta. Avrebbe lottato per il suo uomo sino all’ultimo.
 
- Prenderò io il posto di André sul patibolo! -
 
Oscar era una furia, terribile e bellissima. Mentre sfidava la morte, seguita dai suoi soldati, il suo unico pensiero andava ad André, all’uomo che amava e che, stretto tra le braccia di Alain che, fedele e leale, lo teneva in sella, forse… Dio, ti prego! Forse poteva essere salvato. Doveva essere salvato.
O il mondo avrebbe avuto fine. Per sempre.
 
- Il sole sta tramontando, non è vero, Oscar? –
- Sì, sulla città è tornata la calma. Non si sente più rumore di spari, vero? –
- No, sento solo i piccioni che volano in alto per trascorrere la notte.
Che cosa c’è, Oscar? Perché stai piangendo? –
- Ascolta, André, io vorrei… vorrei diventare tua moglie. Vorrei che mi portassi in un piccolo villaggio, in una piccola chiesa dove ci sarà una semplice cerimonia… Ecco, André, vorrei solo che mi dicessi che io… diventerò tua moglie –
- Ma certo, Oscar, lo diventerai. È la cosa che più desidero al mondo… Oscar, perché stai piangendo? –
- Ricordi, André, ricordi quando eravamo ragazzi? Le splendide albe che abbiamo visto ad Arras? Bene, io vorrei… Vorrei tornare laggiù con te e vivere di nuovo quei meravigliosi momenti, stavolta in maniera più completa, perché adesso ci amiamo e l’amore rende tutto più bello –
 
Il tramonto rosso sangue lasciò il posto alla notte buia.
Rosalie soffocò un singhiozzo sul petto di Bernard.
Alain si tolse il cappello e lo strinse a sé, senza parole.
Le stelle cadenti tagliarono il cielo.
Il vento li colpì come un turbine, come se dovesse scacciare via tutto quello che fino ad allora era stato. Quello che lei era stata. Quello che loro erano stati.
E lei…
Lei si alzò in piedi, come se in questo modo potesse allontanarsi dal dolore.
L’aveva chiamato, ma non le aveva risposto.
Dicono che l’Inferno sia una cacofonia di urla, pianti e gemiti. Ma il suo Inferno era silenzioso, maledettamente silenzioso, perché André non le avrebbe più risposto. Mai più.
 
- No, non è giusto, André! Non avresti dovuto lasciarmi sola! -
 
Avevano cavalcato insieme quella notte. Poi lei si era svegliata e tutto si era dissolto.
Finché André non era ritornato per lei.
Aveva mantenuto anche quell’ultima e prima promessa.
 
- Non lo devi perdere di vista, André Grandier, nemmeno per un attimo, mi hai capito? Da ora in poi sarai responsabile di lui e di tutto ciò che gli accadrà. Oscar è forte e coraggioso, ma è giovane e talvolta manca di giudizio. Tu farai in modo che non gli succeda nulla di male, intesi? –
Il bambino annuì.
- Bene. Ora promettimelo solennemente, André –
- Glielo prometto, signor Generale. Proteggerò Oscar e mi prenderò cura di lei… ehm, volevo dire di lui –
 
André che le era sempre stato fedele; André che non l’aveva mai abbandonata; André che l’aveva amata come nessun altro; André che ora le sorrideva e le tendeva la mano per accompagnarla nel loro ultimo grande viaggio.
 
- André mi sta aspettando… Mettimi giù –
“Non mi sono mai sentita così serena prima d’ora”.
- Rosalie, ti prego… Seppelliscimi con André… Dopotutto, siamo marito e moglie –
“Dopo tutto, eravamo destinati ad essere marito e moglie”.
 
“Il destino, in fondo, è così terribilmente semplice”.
 
Due tombe bianche.
Due tombe bianche salutavano ogni giorno l’alba su una dolce collina di Arras.
Un campo di grano le illuminava d’estate e le rose sorridevano loro in primavera.
Non vi erano nomi a solcare il marmo. Non servivano, perché ormai erano diventati una cosa sola e tutti sapevano che Oscar e André, che erano stati fratello e sorella, compagni e sognatori, su quella collina si erano amati e su quella collina si sarebbero amati in eterno.
 
L’amore, in fondo, è così terribilmente semplice.
 
 
 
 
 
 
 
 


 
Salve, gente!
Eccomi qui con la parte finale di questa fanfiction, spero vi sia piaciuta.
Vi ringrazio per aver dedicato un po’ del vostro tempo alla lettura di questa storia, siete stati per me di grande supporto. Grazie mille per i commenti e l’incoraggiamento!
Se vorrete regalarmi un’ultima recensione, sarà per me un grande piacere leggerla.
Un caro saluto a tutti,
fennec
  
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