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Autore: ArcticBlast    19/08/2020    2 recensioni
La guerra è finita, la guerra è passata...ma che ne è rimasto degli eroi?
Severus è sopravvissuto, ma è davvero felice di ciò?
Hermione ha fatto le sue scelte, ma sono state le migliori?
Chi lo sa, nessuno può saperlo.
Quello che è certo però è che le loro vite si intrecceranno di nuovo in un modo tutto inedito, galetto fu...
Curiosi di sapere altro?
Entrate e leggete, sarà un bel viaggio insieme.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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POV HERMIONE
 
“Sei pronta?” guardai Lucius affianco a me.
“Sì”.
“Herm, stai tranquilla, Lucas è al sicuro qui ad Hogwarts” Ginny e Neville si sarebbero occupati di lui.
Con Harry avevamo escogitato un piano.
Hogwarts era sorvegliato sia dagli auror che dall’Ordine.
Tutti pronti ad un possibile attacco.
Gli studenti erano stati mandati a casa.
Niente più ballo di Natale.
Il castello era abitato soltanto da persone pronte al peggio.
Afferrai la passaporta.
Si sarebbe attivata tra pochissimo.
Questione di minuti.
Il biondo fece lo stesso.
Ed eccoci smaterializzati.
Fu tremendo come sempre.
Non ci si abitua mai.
“Salve, voi dovreste essere i due insegnanti mandati da Hogwarts...” ci accolse un uomo sulla quarantina con un fastidioso accento francese.
“Sì, siamo noi” annunciai.
“Bene, io e la mia squadra abbiamo setacciato tutte le zone che il signor Potter ci ha indicato ed abbiamo individuato due edifici”.
“Allora dividiamoci, e troviamo Severus Piton”.
Ci incamminammo.
Lucius il primo della fila.
A chiuderla degli auror francesi.
Dovevamo stare attenti.
Poteva essere una grande trappola.
Il terreno era scosceso.
Il rumore degli spari era quasi inquietante.
Arrivati in prossimità dell’edificio ci fermammo.
Dietro a dei cespugli.
Dovevamo capire se era vuoto.
Ci dividemmo.
Ognuno a sorvegliare un punto diverso.
Lucius continuava a farmi segno di stare dietro di lui.
Voleva proteggermi.
Lo aveva promesso.
Ma non sapeva con chi aveva a che fare.
Avevo combattuto una guerra anche io.
Non ero il tipo da starmene dietro alla schiena di un uomo.
Io lottavo in prima linea.
“Proviamo ad avvicinarci ad una finestra” disse il biondo.
Optammo per un incantesimo di disillusione.
Lentamente ci avvicinammo.
Avevo il battito del cuore accelerato.
Severus sto arrivando.
Ti riporterò a casa.
Da tuo figlio.
Dalla tua famiglia.
La casa era quasi del tutto diroccata.
Cadeva a pezzi.
Persino il tetto presentava dei buchi enormi.
Ci affacciammo dalla finestra.
Non c’era nessuno.
Feci per scavalcare ma Lucius mi fermò.
“Sta ferma, vado io”.
“Non sono una bambina, posso entrare per prima” sbraitai.
“E se ti attaccassero? Severus mi ammazzerebbe, no, entro io per primo che non ho nulla da perdere”.
Lo guardai spingere le imposte.
E scavalcare.
Appena ricevetti il suo permesso lo seguii.
La stanza era piuttosto buia.
Sembrava un salotto.
Su un lato c’era il caminetto.
Iniziammo ad ispezionare quel posto.
Lucius il piano superiore.
Io i sotterranei.
Scesi le scale sperando che non scricchiolassero sotto al mio peso.
Tutto libero.
A terra trovai un secchio con dell’acqua.
Qualche macchia di sangue secco.
Infondo al corridoio c’era una porta di legno.
Dall’altra parte non proveniva nessun rumore.
Piano la spinsi.
Era pesante.
Uno stanzino.
Buio.
La bacchetta ben spianata in avanti.
La mia unica arma.
Nessuno.
Usai lumus.
E lo vidi.
Vidi un corpo senza vita.
Legato ad una sedia.
I capelli neri a coprire il viso.
I vestiti squarciati.
Sangue raffermo ovunque.
“Severus!” urlai correndo vicino al corpo.
Cercai di sentirgli il battito.
Chiamai Lucius a gran voce.
A malapena riusciva a respirare.
Era in una condizione critica.
Appena il mio alleato arrivò gli sfilai lo zaino dalle spalle.
Ero partita pronta ad ogni evenienza.
Con tante pozioni mediche.
E materiale di bendaggio.
“Ma...è morto?”.
“No, ma non abbiamo molto tempo! Aiutami a poggiarlo a terra, dobbiamo curarlo!”.
Delicatamente lo spostammo.
Severus era privo di sensi.
Sporco.
Smunto.
“Fuori nel corridoio c’era un secchio d’acqua, prendilo” ordinai.
Cercai le pozioni di cui avevo bisogno.
Le stappai.
Piano alzai la testa all’uomo.
Gli feci ingerire tre pozioni ricostituenti.
Poi dell’acqua.
Le ferite erano infette.
Con il dittamo le disinfettai.
Poi con calma le bendai.
Cercai di scuotere appena il corpo.
Il respiro si era fatto più regolare.
Severus iniziò a tossire.
Lo spostammo su un fianco.
Così da non potersi soffocare.
Il petto forte in piena vista.
Lo avevano torturato per giorni.
Un miracolo che fosse ancora vivo.
Subito pensai a Lucas.
Aveva ancora un padre.
“...Her-mione” sussurrò con un filo di voce.
“Sono qui, sono vicino a te” lo strinsi a me.
Doveva sentire il calore del mio corpo.
Perché non era un sogno.
Era davvero salvo.
Anche se non potevamo dire di aver vinto questa battaglia.
Gli accarezzai il viso.
I capelli.
Ero così felice di vederlo.
Lucius non disse nulla.
Ma aveva tirato un sospiro di sollievo.
Il suo migliore amico era ancora vivo.
“Vado ad avvisare gli auror che lo abbiamo trovato” Malfoy ci lasciò da soli.
Severus si era aggrappato al mio braccio.
Non voleva che lo lasciassi.
“Adesso torniamo a casa, torniamo ad Hogwarts”.
“L-Lucas”.
“Sta bene, è sorvegliato da persone fidate”.
“...G-razie”.
Non riuscii a trattenermi.
Lasciai libere le lacrime.
Dopo giorni di tensione.
Mi avvicinai al suo viso.
Lo bacia.
Piano.
Delicatamente.
Volevo sentirlo solo mio.
Senza che nessuno ci giudicasse.
Eravamo soli.
Con fatica rispose al bacio.
Aveva le labbra ancora un po’ secche.
Mi staccai appena sentii dei passi.
Con l’aiuto degli auror lo portammo fuori.
Continuai a fargli bere qualche pozione.
Doveva avere la forza di affrontare il viaggio.
Lucius lo teneva in piedi.
“Hai ma-mantenuto la promessa” mormorò guardandolo negli occhi.
“Per te”.
L’amicizia che legava quei due era forte e particolare.
Nonostante tutto c’era rispetto.
“Ahi...” il pozionista crollò in ginocchio.
Stava male.
Si toccava la tasca dei pantaloni.
Infilai la mano.
La collana.
Lucas era in pericolo.
Dovevamo correre.
Il ciondolo scottava.
“Cos’è?” chiese il biondo confuso.
“Un amuleto che permette a Severus di sapere se Lucas sta bene oppure no, e in questo momento sta succedendo qualcosa” spiegai.
“Signorina Granger, la sua passaporta è pronta” l’uomo che ci aveva accolti qualche ora prima mi passò un vaso.
“Severus, credi di farcela?” fissai le sue iridi scure.
Annuii.
“Lo tengo io” mi rassicurò Lucius.
I problemi non erano finiti.
Afferrammo il vaso.
E partimmo.
Lucas stiamo arrivando.
Resisti.
 
 
POV SEVERUS
 
Ero vivo.
Di nuovo.
Sempre grazie a lei.
La mia piccola guerriera.
Hermione mi aveva trovato.
Mi aveva stretto tra le sue braccia.
E poi baciato.
Che significava?
Era bello poter uscire da quello stanzino puzzolente.
Vedere la luce.
Anche se mi bruciano gli occhi.
Respirare a pieni polmoni.
Il mio corpo andava a fuoco.
Avevo dolori ovunque.
Ed eccolo lì.
Un dolore diverso.
Nella tasca dei pantaloni.
Oddio.
Lucas.
Hermione prese la collana dai miei pantaloni.
Era spaventata.
Mi aggrappai a Lucius.
E via.
Verso Hogwarts.
Appena arrivammo crollai a terra.
Non riuscivo a muovermi.
“Andate, non pensate a me” dissi con difficoltà.
“No, non possiamo lasciarti qui” quella ragazza cocciuta.
“Hermione, vai da nostro figlio”.
La vidi pensarci un attimo.
Poi corse via.
Rimasi solo con Lucius.
“Andiamo, ti porto al sicuro” il biondo mi aiutò a rialzarmi.
“Non riuscirò a combattere”.
“...e con questa?” il biondo sfilò dalla cintura la mia bacchetta.
Avvertii un brivido lungo la schiena.
“Dove l’hai trovata?”.
“Per terra al piano superiore di quella catapecchia”.
“Ora lasciami qui, vai ad aiutare Hermione”.
“Sicuro?”.
Annuii.
Ero appoggiato al tronco di un albero.
Nel giardino.
Dal castello si sentivano dei rumori forti.
Di una battaglia.
Di una lotta.
Avevo recuperato qualche energia.
Tentai un incantesimo di cura.
Su me stesso.
Almeno per sentire meno dolore.
E rendermi utile.
Lì dentro c’era mio figlio.
Recitai una formula in latino.
Puntandomi la bacchetta sul petto.
Sentii qualche ferita chiudersi.
Finito il rituale provai ad alzarmi.
Le gambe erano leggermente inferme.
Ma mi sentivo un po’ meglio.
Anche se avevo bisogno di ben altre cure.
All’improvviso sentii dei scricchiolii provenire verso di me.
Mi nascosi dietro all’albero.
Era Carter.
Che strattonava mio figlio.
Seguito dalla Weasley.
Erano riusciti a salvare Lucas.
Ginevra lanciò una fattura in direzione dell’auror.
Cosa?
Carter rispose atterrando la rossa.
Era uno di loro.
Era una talpa.
Uscii dal mio nascondiglio.
“Papà!” urlò il bambino.
“Dove credi di andare?!” urlai verso il ragazzo.
Lo osservai.
Aveva le iridi vuote.
Fredde.
Mi attaccò.
Riuscii a proteggermi.
“Sectumsempra” lanciai l’incantesimo.
Riuscì a schivarlo.
Lucas cercava di sottrarsi a quella presa.
“Aiuto!”.
“Lascialo andare!”.
“Lui viene con me” fu l’unica risposta che ricevetti.
Non avevo abbastanza energie per vincere un confronto.
Non contro un auror.
Ero troppo debole.
La giovane Weasley non accennava a rialzarsi.
Dovevo trovare una soluzione.
“Lucas, ascoltami, puoi liberarti...sai come fare” accennai ai suoi poteri.
“...non riesco!”.
Gli avevano dato la pozione.
Lucas era senza difese.
Bastardi.
“Stupeficium!”.
“Protego”.
Andammo avanti così per un po’.
Stavo per cedere.
Adam Carter sembrava pieno di energia.
Come se tutto questo non lo scalfisse.
Negli occhi di Lucas vedevo paura.
Paura di essere portato via.
“Adesso basta, dobbiamo andare...Avada Kedav...” Carter stava per usare l’anatema che uccide su di me.
Il bambino approfittò della concentrazione dell’uomo sull’incantesimo per mordergli la mano.
La fattura finì in aria.
“Sectumsempra” urlai con tutta la voce e la forza che mi erano rimaste.
Lucas corse verso di me.
Carter cadde a terra.
Era in una pozza di sangue.
Dal sentiero arrivarono Hermione e Potter.
Il ragazzo corse dalla fidanzata.
Per fortuna aveva soltanto perso i sensi.
“Hai uccido Adam?” Hermione era senza parola.
Guardava quel corpo agonizzante.
Che le importasse ancora di quello stupido?
“Severus, lo hai ucciso?!” gridò di nuovo.
Come risvegliato da una sorta di trance corsi a vedere il corpo.
Era ancora vivo.
Perdeva molto sangue però.
Carter mi guardò negli occhi.
Confuso.
“C-che succede...” sussurrò toccandosi l’addome.
Era sotto Imperius.
Ecco perché gli occhi vuoti.
Avevo quasi ucciso un innocente.
“Era sotto imperius” soffiò la mora.
“Papà!”.
Non sapevo cosa fare.
Il mio cervello rifletteva a rallentatore.
Il mio corpo chiedeva pietà.
Troppi sforzi.
Decisi di tentare l’ultima mossa.
Ero l’unico a conoscere l’incantesimo di cura.
Mi inginocchiai.
La bacchetta a sfiorare i profondi tagli.
“Vulnera Sanentur...Vulnera Sanentur...” era una filastrocca, una canzone.
Continuai finchè il sangue non smise di uscire.
E le ferite non si chiusero.
Poi crollai sull’erba sfinito.
La mia redenzione.
Non ho ucciso un innocente.
L’ho salvato.
“Papà! Papà!”.
“Portiamo dentro al castello” ordinò la giovane grifona.
Stanco chiusi gli occhi.
Mi lasciai trasportare.
Anche questa volta era tutto finito.
Anche questa volta Lucas era in salvo.
   
 
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