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Autore: LadyPalma    21/08/2020    8 recensioni
"Ss-severus, ti prego... siamo amici".
Severus sussultò, non poté farne a meno, e poi stupidamente tentò di nascondere quella reazione continuando a fissarla. [...]
"Severus" esordì Voldemort, intercettando quella reazione. Ruotò la testa da rettile e lo fissò con un guizzo di divertimento e – cosa ben più pericolosa – di curiosità. "Allora forse la signorina Burbage non mente. Siete... amici".

What-if? Charity Burbage viene risparmiata da Voldemort e si creano alcuni effetti a catena.
Severus/Charity, accenni Draco/Luna.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charity Burbage, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Severus Piton | Coppie: Draco/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 2



 



Charity è davanti alla sua porta con un lungo abito blu notte e i capelli biondi stretti in una complicatissima acconciatura con fermagli a forma di stella a tenerla unita. Un'idea di Aurora, come le è venuto in mente di assecondarla?
Anche Piton è elegante, perlomeno indossa qualcosa di diverso dal solito. È un sacrificio che tocca anche a lui per quella sera.
Sono fermi l'uno di fronte all'altra – lei non entra nelle sue stanze, non perché non può ma perché non vuole. Anzi, il motivo per cui è lì è tirarlo fuori da quel buco.
"È una richiesta stupida".
"Se è così stupida, cosa ti costa accettare?"
Un ballo, non le sembra di chiedergli troppo. Solo un ballo, o forse due. Dovrà ballare come tutti, Minerva è stata chiara su questo punto, ma se si presenterà senza accompagnatore sa che non avrà scuse per rifiutare chiunque estenderà un invito. Non l'alletta troppo stare a stretto contatto con Moody – è davvero lui il grande auror? – e la terrorizza la vicinanza con Karkaroff, che ci prova con lei da quando ha messo piede a Hogwarts.
"Oh, sul serio, Severus, vuoi che ti preghi?" insiste con una leggera risata. Poi solleva teatralmente gli occhi al cielo e dice per scherzo le parole che faranno la differenza.
In anticipo di anni, con leggerezza.
"Severus, ti prego. Siamo amici".


Charity aprì gli occhi lentamente, solo per ritrovarsi per l'ennesima volta nelle segrete di Malfoy Manor. Non era un sogno, lo sapeva bene, era un ricordo. Per davvero lei gli aveva detto in tempi non sospetti quelle esatte parole e ripensarci ora era quasi peggio di una Cruciatus.
Strano che la sera del Ballo del Ceppo le fosse tornata in mente solo adesso, al giorno numero centoventisette di prigionia. O perlomeno le stanghette che aveva tracciato sul muro erano centoventisette. Non che avesse avuto altri pensieri prioritari, in effetti, perfino la preoccupazione per suo padre – e la sua disperata solitudine, più che il suo diabete – non erano andati oltre il giorno dieci, quando si era resa conto che pensare o meno al mondo fuori non avrebbe fatto alcuna differenza. Tutto il resto del mondo, perfino la guerra, era distante da lei quanto la Terra dal Sole.
Si faceva forza pensando che Ollivander era lì almeno dal doppio del tempo e sembrava ancora mentalmente sano – o così pareva quando ingaggiavano una delle loro conversazioni mangiatempo. La descrizione di una bacchetta per una curiosità sul mondo babbano: era uno scambio interessante in qualche modo. Non utile – corde di drago e lenti a contatto non li avrebbero tirati fuori di lì – ma interessante. E per due Corvonero come loro questo poteva essere anche abbastanza per sopravvivere.
Si passò una mano sul viso – cos'erano quelle, lacrime? – e poi gettò un'occhiata famelica al vassoio a pochi piedi da lei che qualcuno aveva lasciato. Era stata di sicuro Narcissa Malfoy, pensò cominciando a piluccare un po' di cibo, nessun altro avrebbe avuto l'accortezza di non svegliarla. A parte suo figlio, naturalmente, ma se fosse stato lui la razione sarebbe stata casualmente doppia.
Draco Malfoy: un altro mistero da risolvere, un altro più semplice però per fortuna, che si era cominciato a svelare già durante il quarto giorno di prigionia quando le aveva chiesto come stesse e se potesse fare qualcosa per lei. Sul finire di agosto – o comunque prima della trentesima stanghetta sul muro – era riuscito perfino a rivelarle parte della sua storia, e lei aveva cercato di fargli vedere la speranza che c'era anche nel punto in cui era lui (che era, secondo lui, il punto di non ritorno).
Aveva una coscienza – anche se non voleva.
Gli importava – anche se non lo pensava.
Adesso, però, Draco era tornato a Hogwarts e a lei toccava nei giorni buoni al massimo sua madre come carceriera.
In ogni caso, nessun altro si era mai davvero fatto vedere da quelle parti. Tutti stavano lontani da lei, consapevoli forse che lei era un problema di Severus. Ma Severus non si era affacciato neanche una volta.
Ecco, se c'era stato un pensiero costante e ancorato alla realtà era sempre stato l'enigma di Piton, seppure in modo ancora del tutto vano. Centoventisette giorni e lei di Severus Piton non aveva capito niente, o meglio sapeva molto ma non riusciva proprio a collegare i pezzi. La morte di Silente era il dettaglio che restava comunque fuori. Che lui si fosse unito in maniera definitiva ai mangiamorte restava ancora la spiegazione che aveva più senso.
E allora perché l'aveva salvata? Poteva essere un mangiamorte spietato e conservare sentimenti di amicizia? Poteva essere allo stesso tempo un mostro e un suo amico?
Non faceva altro che pensare che, nonostante tutto, se lei era viva era stato perché lui aveva avuto una reazione involontaria e che molto probabilmente senza l'interesse di Voldemort l'avrebbe lasciata morire.
Pensava continuamente a lui seduto a quella tavolata.
Non voleva pensare a cosa sarebbe stato di lei se lui invece a quella tavolata non ci si fosse mai seduto.
La verità era che era stata una stupida a giocare con il fuoco. Aveva sempre avuto la tendenza a rivelare le sue opinioni troppo apertamente e a non prendere troppo sul serio il fatto che per una diversa prospettiva si poteva anche morire. Non era una strega coraggiosa, non lo era mai stata: se avesse potuto tornare indietro nel tempo allora non avrebbe mai rilasciato l'intervista per la Gazzetta del Profeta.
Anzi, avrebbe continuato a insegnare letteratura inglese in quel piccolo liceo a King's Lynn, senza osare presentarsi per la cattedra di Babbanologia.
In quel modo, non sarebbe mai stata presa prigioniera.
E di certo non sarebbe mai diventata amica di Severus Piton.




 
🐍🐍




Le stanghette erano aumentate ancora un po' – doveva essere all'incirca Natale, calcolò Charity – quando si unì a loro una nuova prigioniera, scaraventata direttamente nella sua cella. Un volto famigliare, e non era una cosa che le procurava piacere.
"Luna" mormorò avvicinandosi lentamente, tentando di mettere su il più rassicurante dei sorrisi.
La ragazza, frastornata ma apparentemente illesa, ci mise un po' a decidere di spostare lo sguardo dai propri piedi al suo viso.
"Professoressa" mormorò alla fine in tono sognante, dando segno di averla riconosciuta nonostante i segni che sicuramente la prigionia le aveva inflitto. "Crede che mi ridarebbero la mia collana se lo chiedessi gentilmente?"
In qualsiasi altro momento, Charity avrebbe riso. In quel preciso momento, però, sollevò semplicemente le sopracciglia con aria confusa.
"Quale collana?"
"La mia collana di tappi di burrobirra… serve a tenere lontani i nargilli. Ce ne saranno tanti, specialmente in questo periodo dell'anno per via del vischio. E anche i gorgosprizzi saranno molti, ovviamente, sono sempre tanti ovunque. Senza alcuna protezione si infileranno nel nostro cervello e ci faranno avere tante idee sciocche e pericolose".
Charity la ascoltò con attenzione – era pur sempre qualcosa di diverso dalle bacchette di Ollivander –, ma non con sorpresa – le idee particolari della giovane erano note in tutta Hogwarts e, del resto, aveva letto per curiosità un paio di volte il Cavillo. Non credeva minimamente all'esistenza di quelle creature, anche se le sarebbe piaciuto concentrarsi su un pericolo diverso dai mangiamorte che camminavano sopra le loro teste.
Animaletti che facevano venire idee sciocche e pericolose? Quel luogo pullulava di gorgosprizzi allora, doveva essere il loro stramaledettissimo quartier generale.
E doveva averne già qualcuno in testa anche lei, se senza opporre resistenza la mente finì per completare a distanza di giorni il ricordo del Ballo del Ceppo.

 
 
"Ti consiglio di chiedere a qualcun'altra di ballare, Igor, la professoressa Burbage è la mia accompagnatrice".
Charity si volta e non nasconde un sorrisetto sorpreso che le spunta sul volto già solo nel riconoscere quella voce.
"Sei in vena di ballare, Severus?"
Il professore di pozioni la fulmina con uno sguardo, che lei ignora accuratamente, e poi scuote appena la testa.
"Prendilo come un favore. Siamo amici, dopotutto".
Pronuncia la parola come fosse una presa in giro, ma il tono è meno acido di quanto forse avrebbe voluto. Charity se ne accorge e le sembra più che abbastanza.










 
****
NDA: In questo capitolo non succede molto, ma mi serviva creare un salto temporale e anche introdurre due personaggi che si riveleranno importanti per la trama: Luna e Draco. Su quest'ultimo in particolare ho voluto dare qualche cenno nei giorni immediatamente successivi all'inizio della prigionia di Charity perchè - insieme a Severus - è il personaggio che più reagisce alla sua morte nel canon. All'altezza di questo capitolo siamo nel periodo di Natale e Charity è stata prigioniera per circa cinque mesi, in una situazione abbastanza di stallo finora (i mangiamorte l'hanno lasciata in pace per via di Severus, mentre lui non si è mai fatto vedere).
Piccola nota tecnica: ho adottato la divisione in celle del film, dunque Ollivander si trova in una celle diversa rispetto a quella di Luna (e Charity).
   
 
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