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Autore: Elisa_Malse    22/08/2020    0 recensioni
tαntσ tєmpσ fα, quєllσ chє nσí σggí dєfíníαmσ cσmє "lucífєrσ", ínvαѕє lα tєrrα αccσmpαgnαtσ dαí ѕuσí ínnumєrєvσlí ѕcαgnσzzí, mínαccíαndσ dí fαr єѕtínguєrє lα rαzzα umαnα ѕє ѕí ѕαrєввєrσ ínchínαtí αncσrα αl cσѕpєttσ dí díσ. quєѕt'ultímσ pєrò ríuѕcì α fєrmαrє lα guєrrα αncσr prímα chє cσmíncíαѕѕє αppєnα ín tєmpσ є rímαndò lucífєrσ αll'ínfєrnσ. íl prσвlєmα? ѕíα díσ chє lucífєrσ, nєllσ ѕtєѕѕσ mσmєntσ, єввєrσ mαndαtσ ѕullα tєrrα ѕєí αngєlí є ѕєí αnímє dαnnαtє chє ѕαrєввєrσ nαtє trα un pαíσ dí ѕєcσlí. lucífєrσ lσ αvєvα fαttσ pєrchè cσѕì pσtєvα ríαvєrє lα ѕuα vєndєttα, díσ ínvєcє lσ αvєvα fαttσ cσѕì chє ѕє ríѕuccєdєѕѕє un αltrα vσltα αvrєввє αvutσ unα mαnσ ín píù α ѕcσnfíggєrє l'αngєlσ cαdutσ.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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{Terra, Los Angeles}

Un gruppo di ragazzi uscì ridacchiando e scherzando dal centro commerciale con buste di varie dimensioni, dalle più grandi alle più piccole, una rischiava addirittura di strapparsi da quanto era piena. Erano tre ragazzi in tutto: due femmine e un ragazzo. Questo era minuto e aveva un taglio di capelli molto curato con una frangetta rosa che gli cadeva delicatamente sulla fronte, sicuramente se li era appena fatti tagliare e ritingere, tanto c'erano I saldi quel giorno! Le due ragazze erano anche loro piene di buste ma soprattutto la più alta, quella dai capelli riccioli d'oro e dalla pelle chiara e limpida, l'altra aveva meno buste, non poteva spendere tanti soldi ma almeno si era fatta tingere e tagliare anche lei i capelli, adesso erano di un nero che tendevano verso il Blu scuro verso le punte e si era fatta sistemare per bene la frangetta.

«Rega, ce', adoro! Non ho mai preso così tanta roba durante i saldi» disse il ragazzo mentre si avvicinavano alla fermata dell'autobus per ritornare a casa, sarebbe dovuto arrivare tra pochi minuti ma se la presero con calma. Vivevano a Los Angeles, nel pomeriggio c'era un sacco di gente che usciva da lavoro e questo significava file chilometriche di macchine, tutti gli autobus sarebbero arrivati in ritardo comunque. Claire, la corvina, sbuffò annoiata mentre si mise le mani in tasca dopo aver posato le borse a terra.

«Che palle, non ho potuto comprare la Palette da Huda Beauty per colpa di quella arpia di mia madre» si lamentò lei. Stephany, ovvero "riccioli d'oro", fece un verso di esasperazione.

«Mamma mia, quanto ti lamenti! Devi guardare il lato positivo, ti sei fatta la tinta e hai comprato anche un di creme idratanti per la pelle e per ammazzare i brufoli e i punti neri. Per non parlare poi di quel vestito da urlo che ti sei presa per uscire con Emily domani sera» commentò mentre si girava un ciuffo biondo tra le dita.

«A proposito di Emily, quella busgattona, perchè non è venuta?», chiese Claire riferendosi alla quarta amica che però non era potuta venire con loro a fare shopping.

«Perchè al contrario di voi mantenute, lei ha un lavoro e dovrebbe ritornare a casa tra trenta minuti circa. Dopo la chiamerò mentre proverò la mia nuova black mask!» disse il ragazzo per poi concentrarsi sull'autobus che si fermò proprio lì davanti a loro. «Andiamo raghi~» disse con il suo solito tono bambinesco mentre saliva sul mezzo seguito dalle altre. Appena arrivò a destinazione, scese dall'autobus, salutando le ragazze per poi avviarsi verso casa sua. Controllò velocemente l'orario, erano quasi le sette, Emily sará arrivata già a casa a quest'ora, ciò significa che poteva importunarla quanto voleva. Aprì la porta di casa, cercando di non far cadere la roba che aveva comprato, per poi entrare e tirare un sospiro di sollievo.

«Sono a casa!» urlò per farsi sentire dal padre che si trovava in cucina a preparare la cena.

«Ciao Tesoro», rispose il padre senza togliere lo sguardo dalle verdure che stava tagliando. «Come è andata con lo shopping?»

«Benissimo» esclamò il ragazzo, piegandosi per accarezzare il gatto che si era avvicinato per salutarlo, miagolando. «Ho preso un sacco di cose oggi, vado sù a metterle via e poi vengo a darti una mano» disse il rosa salendo le scale fino ad arrivare alla sua cameretta. Le pareti erano di un giallo pannocchia e i mobili di un colore bianco panna, solo le lenzuola del letto e le mensole erano di un colore rosa pastello, per non parlare poi del magnifico tappeto peloso rosa shock presente sul pavimento. Appoggiò tutta la sua roba sul letto, esaminandola un ultima volta. Vestiti, felpe, trucchi, scarpe e creme di ogni tipo, inutile dire che il ragazzo era estremamente soddisfatto dei suoi acquisti.

Una volta aver aiutato il padre con la cena e dopo aver mangiato, si stiracchiò pronto per la fatidica telefonata di almeno due ore con Emily.

«Vado a parlare con Emily mentre vado a fare la mia black mask, papà. Se mi cerchi sono là sù», disse prima di risalire le scale fino al bagno. Tirò fuori il telefono dalla tasca e la confezione nuova della maschera dalla credenza per poi comporre il numero dell'amica, avviando una video chiamata. Dopo un paio di squilli, la ragazza rispose. Aveva dei lunghi e ben curati capelli lisci e castani e due occhi grandi di un colore verde smeraldo. Stava seduta alla scrivania, ad armeggiare con il computer.

«Pronto?~» si sentì dall'altra parte del telefono.

«Ciao tezoro! Come è andata a lavoro oggi?»

«Bene, dai, c'era un bel po' di gente al bar oggi ma per fortuna erano quasi tutti nonnetti, me la sono presa con calma. Te invece? Come è andato lo shopping?»

«Benissimo! Ho comprato di quelle robe, teso, che devi assolutamente vedere. Ho anche comprato una nuova black mask e avevo intenzione di mettermela un po' sulla face mentre parlavo con te» disse il ragazzo, mostrando la crema alla ragazza prima di svitarla, pronto all'uso. Emily ridacchiò ai comportamenti infantili del ragazzo.

«Sei riuscito anche a comprare quella favolosa pelliccia che abbiamo visto l'altro giorno in tv?»

«Ovvio! È di un rosa shock bellissimo e ci ho abbinato anche un paio di pantaloni di un blu chiaro»

«Da donna, sicuramente, vero?»

«Eh beh, tezoro, non è colpa mia se ho un culo mega galattico» disse il ragazzo con fare ovvio mentre cominciava a spalmarsi la sostanza sulle guance, facendo ridere l'amica.

«Sì, Sunny, sappiamo tutti che hai un bel culo, non c'è bisogno che ce lo ricordi»

«Lo so ma mi diverto farlo» disse ridacchiando il ragazzo facendo intanto delle facce buffe per far in modo che la maschera ricopri ogni millimetro della sua pelle. «Te che fai adesso?»

«Niente di che, gioco su The Sims»

«Uh! Missione "avere un figlio con quel grandissimo pezzo di pannocchia di Jungkook" è completata alla fine?»

«Non ancora, cavolo, mi dice sempre che non sono ancora pronti i Sim per questo passo!!» urlò esasperata l'amica, guardando l'avatar che doveva rappresentare il cantante coreano nominato con disperazione. «Non è giusto, tu sei già alla missione "Sposarsi quel gran figone di Jimin"... E hai avuto addirittura due gemelli!»

«Hey, se può renderti felice, io volevo due femmine, non due maschi» commentò il rosa ridacchiando, ricevendo un "seh seh" da parte dell'amica. Appena toccò alla parte superiore della faccia, Sunny fece un verso sconvolto da vera drama queen.

«Che hai fatto?» Chiese l'amica quardandolo interrogativa.

«Ho dimenticato la fascia per capelli! La frangia mica sta sù da sola, ceh» disse Sunny mentre cominciò a lavarsi le mani per levare la sostanza nera. «Ora andremo a prenderla» disse prendendo sù con sè il telefono e abbandonando momentaneamente il bagno. La ragazza sospirò, tirando gli occhi al cielo.

«Dio, Sunny, che colpo! Manco ti fosse entrato un tipo per casa!» Commentò la ragazza mentre cominciò a sistemarsi i capelli in una coda di cavallo alta ben curata.

«Oi, guarda che la fascia è molto importante, eh!» Disse il ragazzo aprendo la porta della sua stanza velocemente, non voleva che la crema cominciasse già a seccarsi senza che avesse completato tutto il viso. Accese la luce mentre si chiuse la porta dietro.

«Insomma, come faccio dopo a mettermi la maschera sulla fronte? Sarebbe un vero- AAAAAAH!» Sunny lanciò il telefono, fortunatamente sul letto, per lo spavento mentre si reggeva alla porta terrorizzato mentre guardava la figura misteriosa che era seduta sulla sedia, che era davanti alla scrivania. Ci mise un attimo prima di provare a fuggire dalla camera, ma la porta era chiusa a chiave, come diavolo era possibile? Neanche ce l'aveva la chiave! Guardò la figura spaventato mentre sentiva gli occhi farsi gonfi per le lacrime, per non parlare del fatto che avesse ancora la black mask addosso ed Emily di sottofondo che continuava a chiamarlo spaventata per l'urlo improvviso del ragazzo. Sunny si armò della lampada gialla che c'era sul suo comodino, puntandola contro lo sconosciuto che per tutto il tempo era rimasto zitto e in silenzio, semplicemente lo guardava con sguardo malinconico.

«C-c-chi sei?... E come hai fatto ad e-entrare?...» Balbettò quasi in un sussurro il rosa con voce tremante. Il ragazzo misterioso sospirò, alzandosi dalla sedia, facendo sussultare il minore.

«Sta tranquillo... Non ho alcuna intenzione di farti del male» disse con calma e con voce rassicurante la figura, cercando di rassicurare il rosa, anche se non era abbastanza per calmarlo. Sunny deglutì mentre si sentiva già tirare un po' la faccia per colpa della maschera.

<> Chiese di nuovo il ragazzo con voce tremante. L'altro si sedette sul letto, accavallando le gambe.

«Mi chiamo Zhen, Ling Zhen, e arrivo da molto lontano per poterti incontrare... Oh, e vengo dalla finestra» concluse con non interesse lo straniero alzando leggermente le spalle. Il rosa rivolse uno sguardo veloce alla finestra e sì, in effetti era leggermente aperta, ma come diavolo aveva fatto ad entrare da lì se alla finestra ci sono le grate?! Sunny strinse con più forza, tremando, la lampada che aveva in mano ed era più che sicuro che, se avesse provato a fare un solo passo, sarebbe caduto a terra. Non riusciva neanche ad urlare per quanto era sotto shock, non è mai stato un ragazzo tanto coraggioso e ne era anche consapevole, ma non capitava tutti i giorni di ritrovarsi un uomo in camera da un momento all'altro, in più con addosso delle vesti abbastanza strane. Sembrava una tunica cinese che indossavano i samurai quando andavano in guerra, abbastanza vecchia, insomma un look un po' strano e bizzarro per un ragazzo che avrà avuto sì e no una ventina o una trentina d'anni. Zhen, dopo aver scrutato per ben due lunghissimi minuti il più giovane, e dopo aver pensato a come formulare in seguito il suo discorso, riprese a parlare.

«Sunny... Ti chiami così, vero?» Chiese prima di continuare dopo aver ricevuto un cenno di affermazione da parte dell'altro. «Adesso, ragazzo, dovrai ascoltarmi molto attentamente a ciò che andrò a dirti perchè non è tanto semplice da spiegare. Quindi potresti, per favore, posare in attimo quella lampada?» Chiese gentilmente il più grande regalando al rosa uno dei suoi dolci sorrisi. Sunny deglutì ancora impaurito, non sapendo che fare; la porta era chiusa a chiave quindi non poteva scappare, suo padre non lo aveva chiamato per affermarsi che fosse tutto okay quando aveva cominciato ad urlare, forse si era addormentato di nuovo sul divano con il gatto sulle gambe. E poi c'era lui, seduto sul letto, ad aspettare paziente una sua qualsiasi azione o movimento, non ha osato avvicinarsi a lui e neanche a fargli del male per tutto il tempo, si è limitato solo a guardarlo, a scrutarlo, in silenzio. Sunny tentennò prima di posare lentamente la lampada al suo posto sul comodino, senza staccare gli occhi azzurri a quelli gialli scintillanti del più grande. Prese un grande sospiro mentre cercava di mettere da parte la paura per un momento.

«O-okay, ti ascolto» disse il più giovane sempre balbettante ma almeno un po' più sicuro di prima, voleva provare a fidarsi di lui anche per quanto risultava strana la situazione. Vedendo la reazione del rosa, il viso del maggiore si illuminò di speranza.

«Okay, perfetto, allora ascoltami molto attentamente perchè dovrai credere ad ogni cosa che io ti dica per quanto possa risultarti pazzo» disse Zhen cominciando a camminare per la stanza per poi fermarsi davanti a lui sospirando, ovviamente tenendosi sempre distante dal ragazzo.

«Io... Sono un Angelo».

Ci fu un minuto di silenzio imbarazzante: da una parte Zhen sperava con tutto sè stesso che il ragazzo non gli chiedesse adesso tutta la storia di come è possibile tutto ciò e come si è formato il paradiso e dall'altra, Sunny che in quel momento, se si fosse trattato di una delle sue amiche a dire sta' cosa, gli sarebbe tranquillamente scoppiato a ridere in faccia ma, in queste circostanze, si limitò ad una faccia più che confusa.

«Un... Un Angelo?» Chiese il rosa, inarcando un sopraciglio.

«Lo so che sembra assurdo ma devi credermi, è tutto vero?» Cercò di convincerlo Zhen. «Io in realtà sono morto tantissimi anni fa, durante una guerra, trapassato da una lancia mentre cercavo di salvare una bambina in difficoltà». Il più grande sospirò prima di continuare.

«Io in realtà ho più di mille anni e si da il caso che sono anche la così detta "spalla destra" di Dio» concluse portandosi una mano tra i capelli per sistemare i ciuffi ribelli che cadevano sulla fronte. Ci fu un altro minuto di silenzio e il rosa era sempre più convinto di essersi "disarmato" di fronte a un pazzo che si era catapultato in chissà quale modo nella sua stanza. Sunny cercò di riavvicinarsi lentamente verso la lampada di nuovo con mano tremante, cercando di non farsi vedere ma fallendo comunque miseramente.

«M-mi stai davvero dicendo... Che tu saresti un Angelo mandato da Dio?» Chiese il più piccolo balbettante, facendo sospirare frustrato l'altro. A quella reazione il rosa sussultò, non si stava mica arrabbiando, Vero? Cominciò a sudare freddo mentre riuscì finalmente ad afferrare "l'arma" con ma insicura.

«N-n-non sto dicendo che non ci credo! Assolutamente no! Cioè, s-si vede che sei u-un ragazzo buono e-»

«Allora, primo: rimetti giù la lampada per favore» lo interruppe Zhen, indicando l'oggetto che l'altro aveva nascosto dietro la schiena. «Secondo: con angelo non intendo che sono buono di carattere, intendo che sono veramente morto e che sono veramente un Angelo in tutti i sensi» concluse per poi sospirare arreso, così non si andava da nessuna parte.

«Non volevo farlo ma non mi lasci altra scelta...» Borbottò il più grande, scrutando Sunny. Quest'ultimo impallidì, voleva fargli del male ora? Ucciderlo? No, non voleva morire, doveva ancora trovare un ragazzo, maledizione! I suoi occhi si gonfiarono di lacrime, temendo il peggio, ma al contrario di quello che si aspettava, il maggiore strinse leggermente le spalle e chiuse gli occhi, concentrandosi, così che dalla sua schiena spuntassero fuori lentamente due magnifiche ali bianche, abbastanza grandi da permettere all'angelo di spiccare poi il volo quando si trovava all'esterno o anche solo nel suo mondo terrestre. Sunny sussultò sul posto dalla sorpresa e ne rimase completamente sconvolto.

Fece cadere la lampada dallo sgomento, stropicciandosi più volte gli occhi. Stava sognando? Stava veramente assistendo a quella scena? Non si sa con quale legge fisica ma le gambe tremolanti del rosa riuscirono a fare un piccolo passo avanti, meravigliato.

«Sono... Sono finte?» Chiese con imbarazzo, guardando curioso il più grande. Zhen, vedendo la curiosità di Sunny e vedendo che piano piano la sua paura stava scomparendo, sorrise dolcemente.

«No, sono vere... Puoi toccarle se vuoi» disse sporgendo un ala in fuori. Il rosa piano piano si avvicinò, ora meno insicuro di prima, toccando delicatamente le piume soffici con timore di fargli male. La tunica che indossava il più grande si era spostata leggermente e il rosa potè vedere chiaramente che le ali fuoriuscivano dalla pelle dello straniero. Incredibile, non erano finte.

Mormorò un debole "wow" mentre continuava a tastare piano l'ala anche fino alla base, sfiorando la schiena di Zhen. Quest'ultimo si spostò piano piano dopo un po', così da guardare il ragazzo faccia a faccia.

«Adesso che ti fidi di più, mi ascolterai?» chiese ancora il grande, sorridente. Il più piccolo annuì dopo averci riflettuto abbastanza, non sapeva il perchè ma voleva provare adesso a fidarsi di lui. Dopo che Zhen gli abbia raccontato tutta la faccenda, il rosa sbattè più volte le palpebre sconvolto.

«I-io capo di un gruppo di perfetti sconosciuti a combattere una guerra che, se non vinta, potrebbe causare la fine dell'umanità?!» Urlò quasi Sunny in crisi ora, guardando l'altro grattarsi il capo, in difficoltà ora a convincere il ragazzo di accettare questo compito.

«Beh, detta in questo modo la stai rendendo molto tragica e pericolosa la cosa, ma-»

«La sto rendendo molto tragica?! Stiamo parlando di una guerra, maledizione! Contro dei diavoli o qualsiasi cose essi siano».

«Delle anime maledette».
«Ecco, appunto!» Concluse il ragazzo, buttandosi a peso morto sul letto sospirando amaramente. «Io non so proprio che cosa vi sia venuto in mente, cioè guardami! Come faccio io a combattere una guerra se un bambino di cinque anni ha più coraggio di me? Stavo per difendermi da te con una lampada di plastica per farti capire» concluse il più piccolo, accavallando le gambe frustrato.

L'altro lo ascoltò attentamente, sospirando, e sedendogli accanto lentamente. «So che può far paura, io ne so molto bene di cosa significhi andare in guerra e uccidere delle persone che non sapevo neanche della loro esistenza» disse, attirando intanto l'attenzione di Sunny.

«Io sono qua non solo per recuperarvi tutti, ma per allenarvi soprattutto. Non vi lascerò finchè non ve la caverete anche da soli e, soprattutto, vi aiuterò a controllare il vostro potere» concluse sorridendo rassicurante.

«Approposito del potere, a me sembra una totale assurdità. Insomma... Sarei in grado di illuminarmi manco fossi una torcia umana, sul serio?» Disse il più piccolo, guardandolo con un soppraciglio alzato. Zhen tirò su le spalle.

«Non è così scontato, sai?» Disse con naturalezza. «Nel fascicolo c'era scritto che sei andato all'ospedale all'età di nove anni con bruciature sulle braccia e dicendo di non vedere quasi niente e, soprattutto, di non ricordare niente di quello che ti è successo. Quelli sono i sintomi che si ha se si usa in modo non appropriato il tuo potere in questo caso» concluse il più grande.

L'altro non si stupì neanche più di tanto ormai di come l'altro sapesse del fatto che fosse andato all'ospedale all'età di nove anni ma più che altro rimase un po' sotto shock del fatto che era stata colpa del suo potere se si era fatto quelle bruciature. Cominciò a pensare alla guerra in questione, voleva rispondere di no. Assolutamente no. Non voleva fare tutto questo, ma cavolo se non ci andava poteva veramente accadere la fine del mondo? Suo padre, i suoi amici, tutti sarebbero morti solo perchè lui non aveva accettato questa responsabilità immensa. Guardò il più grande insicuro.

«Vorrei che mio padre e tutti i miei conoscenti non si accorgano della mia assenza, se dovessi accettare... S-se è possibile» chiese il rosa insicuro, ricevendo un sorriso rassicurante dall'altro.

«Posso inventarmi qualcosa su questo fatto» disse sicuro per poi diventare per un attimo serio. «Allora... Accetti?»

Il rosa tentennò, non voleva che per colpa della sua vigliaccheria le persone che amava sparissero per sempre. Anche se non era sicuro di fare così tanta differenza con o senza il suo aiuto nella squadra o nella guerra, per una volta voleva mostrarsi coraggioso. Guardò sicuro Zhen negli occhi, deglutendo appena.

«Io... Io accett-»

«SUNNY DIVA, GIURO CHE SE NON MI RISPONDI ENTRO CINQUE MINUTI, VENGO SOTTO CASA TUA A PRENDERTI A CALCI NEL CULO».

Il ragazzo nominato sussultò all'improvviso alla voce stridula della amica che per tutto il tempo non aveva osato fiatare. Ad in certo punto tutto sembrò riprendere vita: il gatto che raschiava sulla porta, la voce di Emily che urlava preoccupata e frustrata allo stesso tempo e la pelle del viso che gli tirava per colpa- oddio, la maschera!

Sunny arrossì fino alle orecchie dopo che realizzò di avere ancora la black mask sul viso. Prese velocemente il telefono in imbarazzo.

«Ehm... V-v-vado un attimo a... S-sistemarmi» dice per poi scappare in bagno e, per fortuna, la porta questa volta si aprì con facilità, investendo quasi il gatto. Tutto questo accadde sotto lo sguardo divertito di Zhen.

Meno uno, ora si passa agli altri.
   
 
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