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Autore: Kimly    22/08/2020    1 recensioni
Le coppie di Harry Potter alle prese con la scelta dei nomi per i loro figli.
Perché, a volte, è davvero difficile accontentare i gusti di entrambi i genitori.
Dall'ultimo capitolo: «Comunque, novità?» chiese Ron, prendendo in braccio la figlia che aveva allungato le manine verso di lui.
«Sì» buttò lì lei, non riuscendo però a trattenere un sorriso «Sembra che presto non sarai il solo figlio maschio di cui dovrò prendermi cura».
«Un maschio?»
«Eh, già» rispose lei, toccando la pancia che già aveva preso forma.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Harry/Ginny {Albus Severus}
 
 
 
Quando Harry Potter varcò il cancello della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, una sensazione di nostalgia mista a familiarità lo investì in pieno.
Non era più uno studente da un bel pezzo, ma quella in fondo sarebbe stata sempre casa sua. La sua prima vera casa.
Sua moglie Ginny, accanto a lui, lo studiava con un piccolo sorriso sul volto. Lo conosceva così bene da sapere quanti ricordi stessero attraversando la mente del marito in quel momento. Erano stati bambini in quei corridoi, erano cresciuti in quelle aule e si erano anche innamorati in quel Castello.
Il piccolo James Sirius trotterellava contento di fronte a loro, con Harry che lo teneva d’occhio ben bene, sapendo quanto fosse facile per il figlio combinare qualche guaio. Diretti verso l’ufficio della Preside, Harry e Ginny guardavano affettuosamente James, che assomigliava sempre di più alle persone da cui aveva preso il nome. Sebbene non lo dicesse, quel fatto rendeva Harry terribilmente orgoglioso.
Dopo aver detto la parola d’ordine, entrarono nell’ufficio e la professoressa McGranitt li accolse con un sorriso.
«Oh, che bello rivedervi!»
Lo sguardo carico d’affetto era sempre lo stesso, nonostante i coniugi Potter fossero oramai adulti.
«E così questo è James Sirius» disse la McGranitt, facendo un sorriso anche al piccolo che rispose con uno sguardo attento. Harry sapeva che era il modo che suo figlio usava per studiare il mondo che lo circondava. Analizzava, capiva il punto debole e colpiva.
«Prendi un biscotto, James» continuò la McGranitt, aprendo una scatola di fronte a lui. James allungò la manina verso il biscotto che gli veniva offerto, ma poi decise di avventarsi sull’intera scatola. Se la strinse al petto e prese a correre per tutto l’ufficio, sperando che i genitori non gli chiedessero di restituirla.
«James!» lo ammonì Ginny, più con rassegnazione che con convinzione «Mi dispiace, Minerva, adesso…»
«Lascia stare, può prenderli tutti» la interruppe la McGranitt, divertita «È identico a tuo padre, Harry».
«Lo è, vero?» disse l’uomo, gli occhi che gli brillavano.
«E quanto manca per il prossimo?»
Ginny posò in automatico una mano sul pancione e il volto le si illuminò.
«Davvero poco. Giusto un paio di settimane».
«E sapete già il nome?»
«A dire il vero, no» ammise Harry «È strano, per James l’abbiamo deciso praticamente subito e per lui non abbiamo ancora alcuna idea».
«È un altro maschio, quindi» disse la McGranitt, facendo poi accomodare Ginny su una poltrona. Harry, che aveva riacchiappato James, si sedette accanto alla moglie con il figlio sulle ginocchia. La McGranitt prese posto di fronte a loro, dall'altra parte del tavolo.
«Forse è quello che ci ha frenati» chiarì Ginny, spostandosi i capelli rossi dietro la schiena «Noi ci aspettavamo una femmina. E avevamo anche già il nome».
«Lily» se ne uscì la McGranitt, tirando a indovinare.
Harry e Ginny annuirono e James, vedendo i genitori compiere lo stesso gesto, li imitò di riflesso.
«Vedrete che troverete qualcosa» disse la McGranitt «Comunque, sono contenta che abbiate accettato anche quest’anno il mio invito».
«Ammiro la tua caparbietà» rise Ginny, guardando poi il marito che con un sorriso scosse la testa.
«Mi spiace, Minerva, la mia risposta continua ad essere no. Mi piace il mio lavoro al Ministero».
«Lo so, ma continui ad essere il miglior candidato come insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. In fondo, l’hai già fatto in passato, o sbaglio?»
Harry ebbe la fugace visione della Stanza delle Necessità e sorrise ancora.
«Ero un ragazzino allora».
«Ma eri già un grande insegnante» commentò Ginny, mentre James allungava le braccia verso di lei per farsi prendere. La donna lo accontentò e il piccolo passò dalle ginocchia del padre a quelle della madre.
«Sei un po’ di parte, Ginny».
«Ginevra ha ragione, Harry. Sei sempre stato portato per la materia».
«Mi piacerebbe davvero tornare qui, ma continuo a preferire la pratica alla teoria».
«Capisco» sospirò la McGranitt, incrociando le mani di fronte a sé «Sapevo che sarebbe stata una causa persa, ma ho voluto tentare comunque. Albus spera sempre che prima o poi cederai».
I tre adulti si voltarono verso il quadro che ritraeva Albus Silente, in quel momento vuoto. Aberforth aveva un quadro del fratello nella sua locanda e Albus andava spesso a trovarlo.
«Mi piacerebbe parlare ancora con lui» ammise Harry, lo sguardo triste «In carne ed ossa, intendo».
La McGranitt lanciò un’occhiata ad un altro quadro, quello di Severus Piton, che aveva gli occhi chiusi, ma non sembrava dormire davvero. Probabilmente non aveva voglia di chiacchierare con loro.
«Harry!» urlò all’improvviso Ginny, facendo quasi spaventare James, che la guardò con occhi spalancati «Ho trovato!»
«Cosa?»
«Il nome, ho trovato il nome!»
Harry e la McGranitt la fissarono in attesa e lei, con un bellissimo sorriso sul volto, disse.
«Albus Potter».
Harry non replicò subito, colpito com’era da quell’idea. Silente aveva fatto così tanto per lui, che dare il suo nome al figlio sarebbe stato solo il minimo.
«Silente ne sarebbe stato felice» disse la McGranitt, quasi commossa.
«Ti piace?» domandò Ginny, gli occhi castani speranzosi.
«No».
Ginny e la McGranitt si scambiarono un’occhiata perplessa.
«No?» ripeté Ginny e Harry scosse la testa. James, che aveva gli occhi puntati sul padre, fece lo stesso. Imitare gli adulti era uno dei suoi giochi preferiti.
«No, non Albus Potter. Albus Severus Potter» disse l’uomo. Il fervore della sua voce convinse anche le due donne che sorrisero in segno di approvazione.
Solo quando la McGranitt si alzò per congratularsi con Ginny, Harry notò che Severus Piton, nel suo quadro, aveva aperto gli occhi e lo stava guardando.
E quasi quasi poté giurare di averlo visto sorridere.
 
 
 
 
Note:
 
Sì, forse Piton che sorride ad Harry è un po’ OOC. Ma magari, dopo la morte, Piton si è un po’ ammorbidito con Harry. Non lo so, mi piace pensare che sia così.
Passando al capitolo, siamo arrivati al secondo pargolo dei Potter che stavolta ci hanno messo un po’ di più a trovare il nome!
Per il resto, sono convinta che Harry sia rimasto in ottimi rapporti con i professori di Hogwarts, soprattutto con la McGranitt, in quanto direttrice dei Grifondoro. E sì, da adulti ce li vedo darsi del tu e chiamarsi per nome.
L’idea della McGranitt che tenta di far diventare Harry insegnante di Difesa mi è venuta all’improvviso, ma non sarebbe poi così strana. Sappiamo quanto il nostro eroe sia bravo in quella materia (battendo persino Hermione!)
Bon, penso di aver chiarito ogni cosa.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno recensito/letto lo scorso capitolo <3
A presto :3
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
   
 
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