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Autore: Sognatrice_2000    24/08/2020    1 recensioni
"Mi chiamavo Piton, come il serpente. Nome di battesimo: Harry.
Avevo dodici anni quando fui ucciso, il 5 dicembre 1992."
All’inizio del suo secondo anno a Hogwarts, Harry scompare misteriosamente.
Pochi giorni dopo, alcuni dei suoi vestiti e pezzi del suo corpo vengono ritrovati nella foresta proibita.
Il racconto è affidato alla voce di Harry, che dopo la morte narra dal cielo la vicenda.
Le vite degli amici di Harry, spezzate dalla sua tragica scomparsa, verranno raccontate con la dolcezza e l'ingenuità dell'infanzia.
(Ispirata al libro “Amabili resti” di Alice Sebold)
Questa storia partecipa al contest "Chi ben comincia è a metà del prologo" indetto da BessieB sul forum di EFP.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Severus
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest, Non-con | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Quando entrai in Cielo, all’inizio pensai che tutti vedessero quello che vedevo io. 

Pensai che nel Cielo di tutti ci fossero campi di Quidditch con ragazzi e ragazze che sfrecciavano in sella a scope volanti.  

Che tutti i palazzi fossero identici alla scuola di Hogwarts.  Spesso, sulla Terra, fantasticavo sul mio futuro di studente  lì. 

Sarei stato il campione indiscusso di Quidditch della scuola. 

Avrei avuto un corpo desiderato dalle ragazze e invidiato dai ragazzi, magari avrei messo le lenti a contatto e i miei capelli sarebbero stati meno ribelli, ma soprattutto sarei stato un amico leale e generoso che avrebbe lottato contro i torti e le ingiustizie. 

Mi piaceva pensare a me che in sala mensa proteggevo gli emarginati della scuola. 

Se qualcuno si fosse azzardato a prendere in giro Neville Paciock perché era troppo paffuto, io l’avrei subito vendicato assestando al persecutore un incantesimo leviosa.  

Sarei stato uno studente modello, non mi si sarebbe potuto rimproverare niente.  

Avrei avuto dei buoni voti, magari non eccellenti come quelli di Hermione, ma abbastanza per essere considerato un bravo studente.

Sarei stato il paladino delle persone più deboli e avrei lottato contro i bulli e i prepotenti.

Ron e Hermione sarebbero stati per sempre i miei migliori amici. 

Avremmo trascorso innumerevoli pomeriggi insieme a esercitarci con gli incantesimi, a giocare e bighellonare per i giardini, a scambiarci confidenze e segreti.

Saremmo stati gli inseparabili tre, e niente avrebbe mai potuto dividerci, neanche quando saremmo cresciuti fino a diventare i maghi più famosi del mondo. 

Questi erano i miei sogni sulla Terra. 

 

Dopo qualche giorno, mi resi conto che i ragazzi che giocavano a Quidditch rappresentavano la mia versione personale del Cielo. 

Il terzo giorno conobbi Holly, che sarebbe diventata una mia cara amica. 

Se ne stava seduta su un’altalena, facendo dondolare le gambe avanti e indietro e canticchiando sottovoce in tono sognante.

“Ciao.” Le dissi sedendomi accanto a lei. “Io mi chiamo Harry.” 

“Io sono Holly.” Rispose con una voce che assomigliava ad una cantilena dolce e ipnotica.

Più tardi mi raccontò che aveva preso il suo nome da un vecchio film, Colazione da Tiffany

Ma quel giorno le era uscito con una naturalezza al di sopra di ogni sospetto. 

Anche lei aveva studiato a Hogwarts, ecco perché si trovava lì, insieme a me.

Era eterea come una fata, con lunghi capelli tanto biondi da sembrare quasi bianchi, minuta e graziosa, con un sorriso enigmatico che le ornava perennemente il viso pallido. 

Nei nostri rispettivi Cieli, mi spiegò lei, ci avevano regalato i nostri sogni più semplici. 

La scuola non aveva insegnanti e non dovevamo rientrare mai se non per l’esercitazione di Quidditch io e per le lezioni di Erbologia Holly, e i nostri libri di testo erano fumetti.

A mano a mano che la nostra amicizia diventava più stretta, i nostri Cieli si allargavano. 

Io e Holly scoprimmo che avevamo molti desideri in comune. Carrie, la mia consigliera, divenne la nostra guida. Carrie poteva essere nostra madre – aveva circa  quarantacinque anni – e con Holly ci mettemmo un po’ a capire che uno dei nostri desideri era proprio questo: la mamma. Sua madre era una strega morta quando lei aveva nove anni, e da allora aveva vissuto soltanto con suo padre.

Quando eravamo arrivati in Cielo, io e Holly ci aspettavamo di incontrare le persone care che avevamo perduto; io ero convinto che avrei rivisto i miei genitori, una consolazione che avrebbe reso la mia morte più dolce, ma persino questo mi fu negato.

Soltanto più tardi Carrie ci spiegò il motivo: i nostri Cieli erano una stazione intermediaria tra l’Aldilà, dove si trovavano i nostri parenti che avevano raggiunto la pace, e la Terra, a cui eravamo stati strappati troppo presto ed eravamo ancora legati. 

Per questo ci trovavamo lì, in mezzo ai due mondi.

Non avremmo potuto raggiungere i nostri cari finché non avessimo trovato la pace, e non potevamo raggiungerla finché ci ostinavamo a restare legati alle persone che amavamo sulla Terra.

Holly voleva vegliare su suo padre, io non volevo abbandonare i miei amici, e finché avremmo mantenuto questo legame con i vivi saremmo rimasti lì, sospesi in quello strano mondo tra la vita e la morte, ci disse Carrie. 

Nel suo Cielo, Carrie assisteva gli altri ed era ripagata dai risultati ottenuti e dalla gratitudine. 

Sulla Terra era stata un’assistente sociale babbana, aiutava barboni e indigenti.  

Carrie venne da me e Holly il quinto giorno. “Sono qui per aiutarvi.” Disse con un sorriso gentile. 

La guardai negli occhi e le dissi la verità.  

“Mi manca.”

“Cosa?”

Hogwarts. Le partite a Quidditch. Il sapore del latte caldo a colazione. La sensazione della bacchetta tra le mie dita.

Ron. Hermione. Il sole che mi scalda la faccia. Il cielo azzurro sopra di me. Mi mancavano tante, troppe cose.

Così risposi semplicemente: “La Terra. La mia vita.”  

“Ti svelerò un segreto.” Disse allora lei. “Se vuoi una cosa non devi far altro che desiderarla, e se la desideri abbastanza e capisci perché, ma solo se lo capisci davvero, quella cosa si avvererà. Cosa desideri, Harry?” 

Desideravo conoscere ciò che non avevo conosciuto sulla Terra. Volevo avere la possibilità di crescere. 

Ma sapevo bene che questo era impossibile, perciò tenni la bocca chiusa.  

Non potevo avere quello che desideravo di più, il mio assassino morto e io vivo. Il Cielo non era perfetto. 

Ma finii per credere che desiderandolo, avrei potuto cambiare la vita di coloro che amavo sulla Terra. 

 
  
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