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Autore: Signorina Granger    24/08/2020    7 recensioni
INTERATTIVA || Completa
Toujours Pur, per sempre puro.
Solo questo conta, per la Famiglia Black: la purezza che da tanti secoli decantano fieramente.
E' una famiglia dalle regole e dai valori molto rigidi, che non ammette anticonformisti al suo interno, chi esce dagli schemi viene cancellato, letteralmente.
Ci sono grandi aspettative per i membri più giovani della famiglia che un giorno, forse, terrano in mano le redini della società, prendendo il posto dei loro genitori. E altrettanto alte sono le aspettative verso coloro che sederanno accanto ad un Black.
[La storia prende ispirazione da "Elite" di Lady Blackfyre e ne è una sorta di prequel]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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Capitolo 10
 
 
Lilith era entrata nella loro stanza per dirle di raggiungere l’ingresso, e Megara l’aveva fatto chiedendosi il perché delle parole dell’amica e, soprattutto, perché Lily le avesse intimato di sbrigarsi: non aveva certo un treno da prendere, dopotutto.
 
L’ex Corvonero stava scendendo le scale quando comprese: nell’ingresso c’era Edward, in piedi e con le mani nelle tasche, così assorto mentre fissava il pavimento che non diede segno di essersi accorto di lei finchè la ragazza non scese anche l’ultimo gradino, raggiungendolo con un debole sorriso:
 
“Ciao… Mi volevi parlare?”
“Volevo salutarti, Megara.”
 
Solo in quel momento la strega si accorse di un dettaglio – non proprio insignificante – che le era sfuggito mentre scendeva le scale: accanto alla porta d’ingresso c’erano dei bagagli.
Megara, facendo saettare nuovamente lo sguardo sul ragazzo, deglutì mentre lo guardava sorriderle quasi malinconicamente:
 
“Te ne vai?”
“Purtroppo sì. Delle… questioni di famiglia urgenti mi richiamano a casa prima del previsto, temo. Ho già spiegato tutti ai Signori Burke, ma volevo salutarti prima di andarmene, naturalmente.”


“Oh, capisco. Mi dispiace.”    Il volto di Megara si rabbuiò, chinando il capo mentre Edward annuiva, mormorando qualcosa senza smettere di tenere gli occhi chiari fissi su di lei.
“Anche a me. Ci vedremo presto Megara, hai la mia parola.”
 
Megara sentì, all’improvviso, la mano di Edward poggiarsi sul suo viso, sollevandole leggermente il capo affinché lo guardasse a sua volta. La ragazza, tuttavia, ricambiò il suo sguardo solo per un paio di istanti, dopodiché il mago si chinò e appoggiò delicatamente le labbra sulle sue per qualche istante, sorridendole e accarezzandole la guancia prima di allontanarsi nuovamente.
 
“Sempre che tu voglia aspettarmi, chiaramente.”
“Certo.”
 
Megara sorrise, gli occhi chiari luccicanti, ed Edward ricambiò prima di incantare i bagagli con un colpo di bacchetta, facendo in modo che lo seguissero fuori di casa fluttuando a mezz’aria.
 
 
“Arrivederci Meggie.”
“Arrivederci Edward.” 
 
Edward la guardò un’ultima volta, poi si voltò e si diresse verso la porta d’ingresso, che si aprì da sola epr farlo uscire. Megara lo seguì con lo sguardo finché poté, poi, quando la porta si fu chiusa alle spalle del ragazzo, si voltò lentamente per tornare di sopra, felice e col cuore in tumulto.
 
 
*
 
 
“Non sai cosa ho visto stamattina!”
“Che cosa?”
“Hai presente che Edward se n’è andato stamattina, no? Beh, prima che lo facesse l’ho visto nell’ingresso insieme a Megara.”
 
Athyna sorrise, gli occhi da cerbiatta luccicanti: da inguaribile romantica qual era non poteva che essere felice per i due.
Aghata, invece, aggrottò la fronte mentre spalmava il burro sul pane e sembrò impiegare qualche istante prima di comprendere e sorridere a sua volta, asserendo che era felice che quella situazione un po’ assurda fosse almeno servita a far avvicinare delle persone.
 
Danae, seduta accanto a loro, ripensava alla partenza di Edward: non se ne era disperata, del resto anche se gli voleva bene tra loro era finita da tempo e non aveva mai avuto intenzione di intrecciare nuovamente qualcosa con lui, però un po’ le dispiaceva comunque. Soprattutto per Megara.
 
Sorrise nel ripensare a quanto li avesse visti insieme due giorni prima, durante la festa: e dire che tutti avrebbero scommesso che il ragazzo avrebbe cercato di riconquistarla… gli invitati dovevano essere ammutoliti nel vederlo passare quasi tutta la sera con Megara Travers e non con lei.
 
Non che lei se ne fosse dispiaciuta, chiaramente, Megara le piaceva e voleva sinceramente il meglio per il suo ex fidanzato. E poi, aveva goduto a sua volta di un’ottima compagnia in ogni caso.
Un sorriso quasi involontario increspò le labbra carnose della strega nel ripensare a tutto il tempo che aveva trascorso con Ewart, e quasi non si accorse che suo cugino Rigel le aveva raggiunte e si era fermato praticamente alle spalle di Athyna, schiarendosi la voce per attirare la sua attenzione.
 
Danae, pensando ad un ennesimo scherzo del cugino nei confronti dell’amica, stava per sbuffare e intimargli di sloggiare quando Rigel la precedette, sollevando una mano e scuotendo il capo:
 
“Non preoccuparti cugina, ti assicuro che non sono venuto ad importunare nessuno. Athyna, ho ricordi vaghi della seconda metà della festa dell’altra sera, ma so che stavo parlando con te, ad un certo punto… e mi vorrei scusare, se sono stato inopportuno.”
“Non preoccuparti Rigel, non importa.”
 
Athyna non battè ciglio e Danae, riducendo gli occhi a due fessure, stava per chiedere al cugino cosa avesse fatto alla sua amica, ma poi si rese conto che in quel caso Athyna gliene avrebbe suonate di santa ragione, e si ritrovò a sorprendersi della sua risposta pacata: non l’aveva praticamente mai sentita rivolgersi al ragazzo in quel modo, prima di allora.
 
 
“Athyna, ma cosa ti ha detto Rigel, esattamente? Non  d lui fare così, sembrava quasi… imbarazzato. E lui non è tipo da imbarazzarsi con poco.”
“Mi ha parlato della sua famiglia, sai, di suo padre. Non penso ti occorrano altre spiegazioni.”
 
Athyna si versò del thè caldo e Danae, guardando il cugino sedersi accanto a Vivian, capì il perché della sua reazione anomala: Rigel non amava parlare di suo padre, e ovviamente lei per prima aveva ricordi chiarissimi del periodo in cui suo zio si era dato all’alcol, prima di suicidarsi.
Non era stato un bel periodo nemmeno per la sua, di famiglia: una volta aveva persino sentito suo padre piangere per la prima volta in vita sua, passando davanti alla porta chiusa del suo studio.
Si era fermata e aveva pensato di entrare, ma poi si era detta che doveva essersi chiuso dentro per un motivo, così non l’aveva fatto.  
 
Il giorno dopo se n’era pentita e, non appena l’aveva visto la mattina dopo, l’aveva abbracciato e gli aveva detto che gli voleva bene.
 
 
“No, non ne servono.”
 
 
*
 
 
Erano passati due giorni dalla festa, e Cora non riusciva a dire chi stesse evitando chi tra lei e Gerry. Di sicuro lei aveva cercato in tutti modi di non trovarsi sola con lui, uscendo dalla sua stanza di rado ed evitando persino di sedersi accanto a lui a tavola.
 
Tutti in quella casa si stavano di certo chiedendo cosa stesse succedendo tra loro, abituati com’erano a vederli sempre insieme, ma se anche glielo avessero chiesto apertamente, Cora, non avrebbe saputo come rispondere.
Non sapeva nemmeno, di preciso, che cosa provava.
 
Quando sentì bussare alla porta Cora si sentì raggelare, ma invitò il suo visitatore ad entrare comunque, sperando che non fosse Gerard.
Quando, al suo osto, vide Vivian Lumacorno la ragazza tirò un sospiro di sollievo, ma allo stesso tempo si sorprese parecchio per quella visita inaspettata, rivolgendole un’occhiata scettica:
 
“Vivian, che ci fai qui, esattamente?”
“Mi annoio, Prewett, mi annoio. Edward è tronato a casa, e prima potevo almeno divertirmi spingendolo verso Megara… ora ho un passatempo in meno, così ho deciso di venire ad importunarti. Allora, dimmi, che cosa è successo alla festa tra te e Gerard?”
 
“Assolutamente niente, perché?”
“Pf, ti prego, non offendere la mia intelligenza. Siete sempre pappa e ciccia, ma guarda caso dalla festa vi parlate a malapena. Pensi che io sia stupida?”
“Certo che no, ma… non mi va di parlarne.”
 
Vivian sbuffò, sedendo sul letto della ragazza e incrociando le braccia al petto prima di informarla che lei stessa aveva consigliato Amanda per anni su questioni simili, dalla sua relazione con Shedir fino al fidanzamento con Perseus.
 
“E visto che sono felicemente sposati, adesso, direi che i miei consigli sono preziosissimi. Quindi sputa il rospo, Prewett. Ha a che fare con Elaine? Ti ho vista uscire per parlarle, ma Amanda ha liquidato tutto con una scrollata di spalle e non sono riuscita a cavarle altro.”
 
“Diciamo di sì. Lei ha detto una cosa che non mi aspettavo.”
“Ossia?”
“Ha detto che quando stava con Gerry spesso si sentiva come all’ombra di qualcun altro. Come se in realtà lui tenesse allo stesso modo o più ad un’altra persona, capisci?”
 
“Oh… certo. Parlava di te e tu non ne avevi idea, vero? Glielo hai chiesto, lui te l’ha detto ma per qualche motivo non aveva chiarito, e ora non hai il coraggio di farlo?”
 
Vivian accavallò le gambe e sfoggiò un sorrisetto, gli occhi verdi luccicanti mentre si godeva l’espressione sgomenta di Cora, in piedi davanti a lei e a braccia conserte:


“Ma come fai a sapere tutto, hai origliato per caso?”
“Origliare è volgare, io non mi abbasso a certe cose. Te l’ho detto di non offendere la mia intelligenza, Cora, per chi mi hai preso?”
 
 
*
 
 
“Allora, come vanno le cose?”
“Tutto bene, direi. Edward se n’è andato stamattina, pare che avessero bisogno di lui a casa. E’ simpatico.”
 
Ewart, seduto di fronte a Perseus ad un tavolo del Paiolo Magico, dove si erano dati appuntamento per pranzare insieme, giocherellò con un pezzo di pane mentre l’amico lo guardava appoggiato al tavolo:
 
“Direi che è un bravo ragazzo, sì, anche se confesso che quando stava con Danae non mi piaceva troppo.”
“Chissà perché.”
“Beh, ammetto che fino a qualche anno fa ero un po’ geloso, è sempre stata la mia piccolina, abbiamo un rapporto speciale. Ma insomma, anche tu hai una sorella, non mi capisci neanche un po’?”
 
“Mia sorella è sposata e con un figlio, quindi è un po’ diverso… Ma sì, anche io ci tengo molto a lei, naturalmente. Mi sorprende, tuttavia, sentirti dire che sei geloso di Danae quando in pratica mi hai convinto a partecipare perché speravi di avermi in famiglia.”
 
Ewart sorrise, versando della Burrobirra a lui e all’amico che sorrise di rimando, gli occhi azzurri illuminati da un bagliore soddisfatto mentre lo guardava:
 
“Ci spero, Ewart, parla al presente. Sai, credo proprio che tu le piaccia.”
“Te lo ha detto Amanda? Perché lei su queste cose ci vede meglio di te, Pers, rassegnati.”
 
Ewart sorrise amabilmente all’amico, guardando sbuffare e borbottare che non era assolutamente vero prima di informarlo che si capiva e basta.
 
“E da che cosa si dovrebbe capire, sentiamo. Illuminami col tuo acume.”
“Mia sorella ha rifiutato di ballare con più persone, l’altra sera, ma con te l’ha fatto. E credimi, non è il tipo che fa buon viso a cattivo gioco, se non le piaci o non ha interesse per te non dissimula per niente. E’ una cosa che manda mia madre fuori di testa, ma almeno è facile capire che stai simpatico o no a mia sorella. Inoltre, è una persona abbastanza selettiva nei suoi legami.”
 
“Non lo metto in dubbio, Pers, ma da qui a dire che è interessata a me passa molta acqua sotto i ponti.”
 
Ewart svuotò per metà il suo boccale di Burrobirra e Perseus alzò gli occhi al cielo, chiedendosi perché il suo amico fosse così testardo prima di prendere nuovamente la parola, sporgendosi leggermente verso di lui per studiarlo attentamente:
 
“D’accordo Malfoy, allora cambierò approccio. Dimmi, perché ancora non mi è chiaro, che cosa ne pensi TU, di mia sorella.”
 
 
*
 
 
Danae adorava entrambi i suoi fratelli: aveva un legame speciale con Castor, con cui aveva sempre condiviso tutto, ma fin da piccola nutriva una particolare ammirazione per Perseus, che aveva sempre visto come una sorta di principe azzurro.
 
Si era scoperta persino gelosa del suo fratellone e selettiva verso chi avrebbe dovuto stare al suo fianco per la vita, ma fortunatamente la ragazza che la sua famiglia aveva scelto si era rivelata tanto adorabile da aver conquistato anche lei seduta stante.
 
Per quando volesse bene a Castor e Perseus, Danae si era spesso ritrovata a desiderare una sorella, magari una sorella maggiore con cui parlare, confidarsi e ricevere consigli. Alla fine, aveva trovato quello che cercava proprio in sua cognata, che era sempre bendisposta ad ascoltarla.
 
“Scusa Amanda, ma se ne parlassi con le mie amiche non la finirebbero più di assillarmi… Non ti voglio disturbare, ma non so con chi altro parlarle. Castor non capirebbe niente, e mia madre… beh, è meglio di no.”
 
Danae si rabbuiò nel pronunciare quelle parole, ma Amanda le sorrise come se la capisse e le versò del thè nella tazza di porcellana dipinta a mano, assicurandole che non la disturbava affatto:
 
“Mi piace avere compagnia.”
“A proposito, dov’è Pers? E’ sabato.”
“E’ a pranzo con Ewart.”
 
Danae arrossì appena e Amanda sorrise, quasi divertita:
 
“E’ di lui che volevi parlare, Dany?”
“E’ solo che… in un certo senso siamo cresciuti insieme, sai? Lui veniva sempre a giocare con Pers. Anche io avrei voluto stare con loro, ma dicevano che ero femmina e che quindi non potevo, e mi mandavano sempre via, così correvo a piangere da mia madre, che mi ripeteva che una signorina non va a rotolarsi nel fango o ad arrampicarsi sugli alberi. Cosa che comunque facevo con Tor quando lei non c’era, ma dettagli. Insomma, ci conosciamo da sempre, in pratica, e ho paura che lui mi veda sempre e solo come la sorellina del suo migliore amico.”
“E hai questa paura perché lui a te piace, Dany? Insomma, ti ho vista molto contenta di passare la serata con lui, alla festa, ed è indubbiamente un bellissimo ragazzo.”
 
“Credo che sia cambiato tutto quando è tornato dagli Stati Uniti. Venne a casa nostra a salutarci, io non lo vedevo da anni: le poche volte in cui tornava andava dalla sua famiglia, o lui e Perseus si vedevano a Londra, o magari io ero ad Hogwarts per l’anno scolastico. Ha studiato ad Ilvermorny, come sai, poi suo padre l’ha convinto a tornare qui in qualche modo, Perseus mi ha accennato qualcosa a riguardo, ma non conosco tutta la storia. In ogni caso, è stato tre anni fa, io ne avevo 19, voi 22. Mi ricordavo che fosse un bel ragazzo, ovviamente – anche perché mia madre non faceva che ripeterlo ogni volta in cui si sfiorava l’argomento – ma quel giorno ci fu qualcosa di diverso, non so spiegarmelo.”
 
 
 
Tre anni prima
 
 
Ewart sorrise mentre si guardava intorno, notando con affetto che quel posto non era affatto diverso da come lo ricordava.
Erano almeno tre anni che non metteva piede in casa Burke, poiché col tempo le sue visite in Gran Bretagna si erano fatte sempre più sporadiche, ma lui e Perseus non avevano mai smesso di tenersi in contatto.
 
“Ewart, che piacere vederti, come stai?”
 
Il sorriso del ragazzo si allargò alla vista della padrona di casa, salutando Belvina, che gli stava venendo incontro, con un cenno e con un baciamano:
 
“Il piacere è mio, Belvina. Non mi lamento… Voi come state? State iniziando ad organizzare il matrimonio?”
“Credo che Perseus e Amanda si sposeranno tra due anni, Pers continua a ripetere che non c’è nessuna fretta, lo sai com’è fatto. Allora, quanto ti fermi questa volta?”
 
“Per ora posso dire per sempre, credo. Temo che sarò più spesso in circolazione, d’ora in poi.”
Ewart sfoggiò un sorriso quasi malinconico mentre Belvina, invece, sgranò gli occhi, sorpresa, prima di sorridere allegra:
 
“Beh, mi fa piacere… posso solo immaginare quanto e sarà felice Rosalind.”
“Mia madre è molto contenta, sì. Perseus è in casa?”

“E’ nello studio con Herbert, te lo vado a chiamare subito. Sarà felicissimo di vederti.”
 
Belvina gli regalò un ultimo sorriso prima di girare sui tacchi e allontanarsi, dirigendosi verso le scale. Ewart la seguì brevemente con lo sguardo prima di voltarsi verso la porta che conduceva alla sala da pranzo, ritrovandosi un paio d’occhi puntati addosso: appoggiata allo stipite della porta a doppia anta c’era una ragazza dai capelli scuri e la carnagione pallida.
 
“Salve.”
 
La strega piegò le labbra in un sorriso sarcastico, sollevando ad arte un sopracciglio prima di parlare con tono divertito:
 
“Salve? Questa mi è nuova, Ewart, non credo che tu mi abbia mai salutato così in vita tua… L’America ti ha reso più educato verso le signorine, forse?”
 
Ewart aggrottò la fronte, confuso, prima di soffermarsi con lo sguardo sugli occhi della ragazza. Ne aveva visti solo due paia di così azzurri in tutta la sua vita: sul volto di Phineas Nigellus Black e su quello della nipote.
Anche Perseus aveva gli occhi azzurri, ma lui li aveva ereditati da Belvina, mentre quelli di Danae erano diversi: a volte tendenti quasi più al grigio che all’azzurro, erano così chiari da sembrare, talvolta, quelli di un cieco.
 
“… Danae?”
 
“E’ da tanto che non ci vediamo… Come vedi, sono cresciuta anche io.”
 
 
 
“Danae, non penso che Ewart ti veda semplicemente come la sorellina di Perseus, sei cresciuta, hai 22 anni e sei una ragazza bellissima e con carattere. Vorrei essere forte come te.”
 
Amanda le sorrise gentilmente e Danae, che si stava portando la tazza alle labbra, la bloccò a pochi centimetri dal viso per guardarla con tanto d’occhi:
 
“Come me? Stai scherzando? Amanda, tu piaci a chiunque ti conosca, non si può non volerti bene!”
“Grazie, ma vorrei anche essere forte come te, Danae. Dico davvero. Tu non hai davvero bisogno di qualcuno al tuo fianco, potresti benissimo sopravvivere senza, se non vivessimo in un’epoca dove la società considera la vita di una donna non realizzata finché non si sposa e non ha figli. Chiunque avrà la fortuna – e sottolineo la fortuna – di stare con te sarà molto fortunato.”
 
“Così come Perseus è fortunato ad averti, Amanda. Gli hai fatto molto bene, e so che è molto felice con te.”
 
 
*
 
 
“Tu non me la racconti giusta: Edward se n’è andato, pensavo di doverti consolare per giorni… Perché sei così allegra?!”
“Diciamo che mi ha fatto capire che intende rivedermi quando anche io tornerò a casa. Sono molto felice.”
 
Megara sorrise mentre passeggiava insieme a Lily tenendo l’amica sottobraccio, lanciandole un’occhiata di sottecchi prima di parlare con tono vago:
 
“Sai, ieri ho parlato con Castor… E mi ha raccontato della festa. Come ti senti in proposito?”
“Non lo so. Insomma, non è che non mi piaccia, semplicemente non ho mai avuto modo di conoscerlo bene, visto l’atteggiamento che aveva nei miei confronti.”
“Beh, puoi sempre dargli una possibilità e provare a conoscerlo meglio, passarci del tempo insieme… così anche tu potrai capire meglio cosa provi in proposito. Io lo conosco abbastanza bene, Lily. E’ un carissimo ragazzo, fidati di me.”
 
Lily esitò, ma poi annuì: la festa era stata due giorni prima e da allora aveva evitato il ragazzo come la peste. Era arrivato il momento di parlargli faccia a faccia.
 
Di sicuro anche sua sorella sarebbe stata del suo stesso parere, e Amanda era sempre stata la sua confidente numero 1.
 
“Oh, c’è Danae… ciao Danae!”  Megara sorrise alla ragazza, che proprio in quel momento stava attraversando il giardino per tornare a casa e che sorrise loro di rimando, rivolgendo alle due Corvonero un cenno di saluto:
 
“Buongiorno ragazze. Sono appena stata da tua sorella Lilith, mi ha detto di salutarti. Sei davvero fortunata, è fantastica.”
Lilith sorrise a Danae, annuendo mentre asseriva che lo sapeva meglio di chiunque altro.
 
 
*
 
 
“Castor, posso parlarti?”
 
Castor quasi scattò in piedi sentendo la voce di Lilith, che era entrata nel salotto senza far rumore, cogliendolo a dir poco di sorpresa. Il ragazzo annuì, guardandola sedersi con cautela accanto a lui prima di schiarirsi la voce, aspettando che anche lui si fosse seduto prima di parlare:
 
“Spero che il mio comportamento alla festa non ti abbia offeso troppo, Castor, non era mia intenzione. Ho riflettuto su quello che mi hai detto, e sono lusingata, ma…”
 
Ecco, queste sono esattamente le parole che precedono sempre un rifiuto
 
Castor abbassò lo sguardo, pronto a ricevere una batosta che, invece, non sopraggiunse, perché Lilith non disse affatto quello che si aspettava:
 
“… non credo di poterti dare una risposta certa, adesso. Sono sicura che tu sia un ragazzo eccezionale. Castor, ma non ti conosco molto bene… Però, se ti va, potremmo cercare di porvi rimedio. Mi piacerebbe molto conoscere meglio il famoso Castor Burke-Black, a scuola avevano tutte una cotta per te, dovrà pur esserci un motivo.”
 
Lilith sfoggiò un sorrisetto divertito mentre il ragazzo, sorpreso, la guardava sorridendo:
 
“Grazie Lilith… mi fa piacere se lo pensi. Ti prometto che non ti farò perdere tempo, ne ho già sprecato abbastanza io.”
 
Il ragazzo prese la mano della ragazza e ci depositò un bacio, facendola arrossire lievemente.
 
Alla fine, dopotutto, Chris non si era sbagliato nel dire che entro breve tempo tutto si sarebbe risolto.
 
 
*
 
 
“E’ vero quello che mi hai detto l’altra sera?”
 
“Sì.”
“E perché non me l’hai mai detto?”
 
“Perché ero convinto che non ti sarebbe interessato.”
“Sei un idiota.”
 
Gerard non riuscì a reprimere un sorriso alle parole dell’amica, muovendo un passo verso di lei mentre Cora, continuando a fissarlo, scuoteva leggermente il capo:
 
 
“Perché pensavi una cosa simile?”
“Ho sempre pensato di non essere alla tua altezza.”
“E non ti sei mai fermato a chiederti, invece, che cosa provassi IO?”
 
Gerard esitò: no, forse non ci aveva mai pensato, troppo impegnato a dare per scontato che Cora non avrebbe mai potuto interessarsi a lui. Stava con Elaine da tre anni quando aveva iniziato a rendersi conto che forse non nutriva solo affetto per Cora, ma aveva accantonato quei sentimenti finchè lei non l’aveva lasciato.
Poi, quando l’amica lo aveva aiutato a superarla e gli era stato vicino, avevano iniziato a riaffiorare. E in quelle settimane, stando con lei ogni giorno come non capitava da Hogwarts, aveva iniziato a provare qualcosa che non aveva mai provato.
 
“So che mi vuoi bene, Cora, ma…”
“No, non lo sai, Gerry! Cioè, certo che ti voglio bene, è ovvio, ma io… Devi smetterla di fare così. Tu non sei inferiore a nessuno, quando lo capirai?”
 
Gerard sorrise e allungò una mano, tanto che Cora credesse che volesse prendere la sua. Il ragazzo, invece, andò a sfiorare la manica arrotolata sotto al gomito della sua camicia, scostandola leggermente:
 
“E tu quando capirai che non serve nascondere certe cicatrici, Cora? Sia in senso letterale che metaforico. Non devi vergognarti di quello che sei tanto quanto non devo farlo io.”
 
Cora deglutì e abbassò lo sguardo, ritrovandosi, suo malgrado, ad osservare le cicatrici che riportava sul braccio, motivo per cui indossava sempre maniche più o meno lunghe.
 
“Ho sbagliato, e non fanno che ricordarmelo.”
“Hai salvato i tuoi fratelli, non hai sbagliato.”
“Tutti meno uno.” 
 
Gerry sorrise e l’abbracciò, mettendole una mano sulla nuca per carezzarle i capelli mentre mormorava che era solo una ragazzina e che aveva fatto l’impossibile, che non era colpa sua se il fratellino più piccolo, che dormiva ancora nella culla in camera dei genitori, era morto insieme a loro a causa dell’incendio.
 
“A volte mi domando come sarebbe diventato. Ce lo chiediamo tutti, che aspetto avrebbe avuto, in che Casa lo avrebbe Smistato il Cappello… Non saprò mai niente di tutto questo, Gerry.”
“Lo so. Immagino che sia stata dura, Cora, ma è passato tanto tempo, ormai sono dieci anni… Devi andare avanti. Hai fatto tanto per la tua famiglia, più di chiunque io conosca. Sei meravigliosa, Cora Prewett.”
 
Gerard le sorrise mentre le prendeva il viso tra le mani, osservando i grandi occhi chiari che tanto amava.
 
“Anche tu. Non so come tu non riesca a vederlo.”
“Te  l’ho detto che siamo uguali, infondo.”
 
Gerard sorrise e appoggiò la fronte sulla sua per qualche secondo, gli occhi verdi chiusi per godersi il momento mentre le braccia di Cora gli cingevano la vita con delicatezza.
 
La strega stava giusto pensando che non avrebbe mai voluto lasciare quella stanza quando, all’improvviso, sentì le labbra di Gerard sulle sue. Non aprì gli occhi, ma sentì le sue braccia stringerla a sé e lei portò una mano ai suoi lisci capelli castani, accarezzandoglieli.
No, non avrebbe più voluto lasciare quella stanza.
 
 
 
 
 
…………………………………………………………………………..
Angolo Autrice:
 
Ebbene sì, Edward ha lasciato la storia, e temo che nel prossimo capitolo altri potrebbero seguirlo, ma sono stata insolitamente clemente e gli ho dato una buona uscita visto che stavo per rendere lui e Megara canon. Non temete, come si può intuire finiranno comunque felici e contenti (e potrei inserirlo brevemente nell’Epilogo), ma non mi sembrava giusto verso tutti personaggi che ho eliminato nel corso degli anni farlo restare nella storia solo perché faceva parte di una potenziale – e bellissima – coppia.  Dopotutto in Night School avevo ammazzato Frankie senza pietà, come sicuramente alcune di voi ricorderanno.
Inoltre, come si può intuire la storia si sta avviando verso la conclusione, non so di preciso quanti capitoli ci saranno ancora, ma penso non più di tre.
Detto ciò auguro buone vacanze a chi al momento se le sta godendo – anche se vi consiglio di scrivermi e avvisarmi se magari al momento non potete seguire la storia come, perché non sapendolo rischio di far fuori il vostro personaggio – e ci sentiamo presto con il seguito, ma prima ho un ultimo annuncio da fare:
 
Mi è sempre piaciuto molto parlare con le autrici che incontro qui sul sito, negli anni ho conosciuto persone davvero fantastiche e adoro discutere di Harry Potter e delle mie storie. Poiché siete le uniche persone con cui posso farlo – in quanto non faccio leggere a nessuno quello che scrivo e non avendo molti amici nerd come me, purtroppo –, dopo averlo visto fare spesso ho deciso di creare a mia volta una pagina Instagram dedicata al mio profilo di Efp.
Quindi, se volete contattarmi più rapidamente o avere informazioni di qualunque tipo, anticipazioni sulle storie, farmi domande di ogni genere o anche parlare di gatti, chiunque può trovarmi lì come Signorinagranger_efp, sarò felicissima di parlare con chiunque legga le mie storie, e in caso iniziassero a seguirmi diverse persone che vi partecipano o che le leggono potrei anche usare la pagina per anticipazioni, discussioni, contenuti extra e cose del genere.  
 
Con questo vi saluto, a presto!
Signorina Granger
 
Ps. Nel caso in cui a qualcuno fosse sfuggito, informo chi partecipa anche a The vengeance of Sins che qualche giorno fa ho finalmente aggiornato anche lì, dopo secoli. 
   
 
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