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Autore: ladypink88    26/08/2020    4 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Quel giorno, lo stesso sole che a Manuel appariva spavaldo e indifferente, a Laura e Serena apparì come complice di una giornata che inaspettatamente si stava rivelando piacevole e significativa.
Mentre uscivano dall’ateneo la puffa si ricordò del fatto che non aveva preso appunti durante la lezione precedente, e decise di chiedere aiuto a lei.  

“Ehm Serena, senti, mi scuso se ti apparirò sfacciata, ma il tuo invito mi è apparso tanto piacevole quanto inaspettato… ed ero talmente  immersa nei miei pensieri che… bè, per arrivare al sodo, mi puoi prestare gli appunti dell’ultima ora?” accompagnò l’ultima frase con un tono di supplica che, pur di malavoglia, fece sorridere Serena.
“Ti fai tutti questi problemi solo per questo? Tranquilla, te li passo volentieri, anche se ammetto che i miei appunti di oggi non credo siano stati presi con molta perizia… non sei l’unica con la testa fra le nuvole quest’oggi!”
“ Wow visto e considerato che tra poco più di un mese abbiamo gli esami della sessione estiva devo dire che siamo messe bene!” Scoppiò a ridere di gusto Laura.
Mi sono proprio sbagliata su di te, dietro quella tua riservatezza si nasconde qualcosa di molto piacevole” pensò tra sè  e sè la biondina.
“ A proposito, non amo essere invadente, tuttavia sappi che se hai voglia di parlare con me del perché oggi hai la testa fra le nuvole , bè, penso di essere una buona ascoltatrice.” Disse Laura in un soffio.
Serena provò una sensazione molto strana, ma estremamente piacevole, per la prima volta nella sua vita si sentì accettata, non giudicata, e non sentí il bisogno di indossare una maschera, per non apparire ciò che non era.
“ Sai, mi spiace non averti neanche chiesto se ti piacesse o se ci fossi mai stata, ma ti sto portando a pranzare nel posto preferito di mio padre, si chiama “La Gardenia”!” .

La ragazza si bloccò non appena si accorse che stava parlando di lui, di suo padre. Non ne aveva voglia. Non in quel momento.

Laura vide il posto dove la stava portando, e anziché evitare il problema come spesso aveva fatto in passato, decise che sarebbe stata sincera   :  
“ Serena, io apprezzo moltissimo il tuo invito, ma vedi, purtroppo non mi posso proprio permettere di pranzare in un luogo simile… se vuoi qui vicino c’è una piadineria fantastica! Tanto l’obiettivo è trascorrere del tempo insieme piacevolmente o sbaglio?”

Tempo. Piacevolmente insieme.

“Questa ragazza ha il potere di mandare in corto circuito la mia mente! Era più che chiaro per me che l’avrei invitata e avrei pagato io il conto, ma probabilmente per lei non lo è. Sembra arrivare proprio da un altro mondo profondamente diverso dal mio, eppure la cosa mi piace.”

Decise che avrebbe accettato.

“ Va bene Laura, proviamo questa piadineria!Ma promettimi in cambio, che un giorno verrai insieme a me al Gardenia”

“ Molto volentieri! Quando avrò messo da parte i soldi necessari, e quando mi accorgerò che andare in quel posto ti renderà felice, anzichè triste, ci andremo assieme! E questa è una promessa!” esclamò la puffa in modo deciso.
Serena stava iniziando ad abituarsi all’insidiosa perspicacia di quella ragazza, che sembrava leggerle la mente ed il cuore come un libro aperto.

Mentre le due ragazze si avviavano verso la piadineria suggerita dalla puffa alla biondina venne in mente una frase la cui fonte in quel momento non ricordava:

Spesso le persone tendono a dare ciò di cui hanno bisogno”. Non poteva fare a meno di chiedersi quale fosse il bisogno di quella strana ragazza che aveva al suo fianco, ma in quel momento si sentiva bene e a suo agio. E andava bene così.
                                                
                                                                                                                                                              ************
 
Roberta si era resa conto che Manuel aveva lasciato l’appartamento. Aveva visto la disperazione sul suo volto. E nonostante ciò non era riuscita a fare nulla.
Non si era ancora alzata dal divano di pelle nera su cui era sprofondata , sentendosi inerme e senza energie.

Guardò l’orologio :erano  quasi le 16.

I pezzi di vetro del bicchiere che il giovane aveva fatto cadere giacevano ancora al suolo, come se fossero anch’essi vittime di quella situazione così schiacciante, ma così reale.

Pensò che Laura sarebbe tornata da lì a poco, e solo l’idea di doverle dare spiegazioni le diede l’impulso di alzarsi e di ripulire ogni cosa.

Sapeva che non era la cosa corretta da fare, e iniziò a rendersi conto che spesso scegliamo inconsciamente il silenzio come rimedio alle emozioni represse, ma essa non è assolutamente una soluzione.
Finchè non decidiamo di affrontarle e processarle, quelle emozioni diventano sempre più pesanti, quasi dei fardelli che ci abituiamo a portarci dietro nel nostro quotidiano.
E forse la soluzione più semplice ce l’aveva lì a portata di mano e non aveva mai voluto vederla, aveva preferito sotterrare tutto quel marciume pur di non provare dolore .

Aveva preferito “non vedere”, “non pensare”, “non realizzare”, fingere che non fosse successo niente.

Ma quel niente in realtà era solo un vaso di Pandora che prima o poi sarebbe stato scoperchiato.

Nel suo cuore provò una forte ammirazione per Manuel . Dopo tutto quello che il giovane aveva passato, non doveva essere stato per nulla semplice decidere di parlare con lei.

Le tempie iniziarono a pulsare con veemenza. La sua cara emicrania era tornata a farle visita.

Decise che non si sarebbe fatta vedere da Laura in quelle condizioni. Non aveva intenzione di farla preoccupare.

Le scrisse un messaggio via whatsapp dove le diceva che per il resto della giornata sarebbe rimasta a riposo poiché le era venuto un attacco di emicrania.

Prese un paio di pastiglie di antidolorifico e si coricò sul letto.

Pensò a sua figlia e alla sua dipendenza dalle maledette e per un momento si immedesimò nei suoi panni :

Quanto dolore devi aver provato tesoro mio per aver desiderato dimenticare tutto?

L’antidolorifico fece effetto e la donna si addormentò con un’espressione assai malinconica in volto.
 
 

   
 
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