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Autore: _sesshomary    26/08/2020    1 recensioni
A distanza di un anno dalla fine della storia di Inuyasha succede qualcosa di nuovo e inaspettato. In attesa del nuovo anime che sarà il seguito di Inuyasha, io voglio dare la mia visione di come è andata avanti la storia.
Spero vi piaccia, buona lettura.
Tratto dal nono capito: “Mi è piaciuto questo bacio, perché ti sei allontanato?” gli chiesi, desideravo ancora baciarlo. Era stata la prima volta per me e mi sentivo soggiogata da quella splendida sensazione di benessere che mi aveva dato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando rinvenni mi trovai in una capanna. Era giorno, quindi sicuramente avevo passato la notte lì. Qualcuno mi aveva rivestito e adagiato su un futon per lasciarmi risposare. Quello che mi era accaduto era stato orribile, eppure qualcuno mi aveva salvata, forse in tempo.
Poco dopo nella stanza in cui mi trovavo entrò una donna che mi si avvicinò in maniera pacata e gentile.
“Come stai? Finalmente ti sei svegliata” mi chiese con tono dolce.
“Cosa mi è successo?” domandai io di rimando, mentre nella mia mente si disegnava l’orrendo ricordo di come quegli uomini terribili avevano violato il mio corpo.
“Per fortuna Inuyasha ti ha salvata prima che quegli uomini riuscissero a compiere il loro lurido piano. Tu eri già svenuta” mi disse lei e io mi rilassai, sollevata al pensiero che quell’aggressione non si fosse spinta fino all’irreparabile.
“Chi è Inuyasha? Vorrei ringraziarlo”.
“Inuyasha è mio marito. Tra poco tornerà a casa e potrai ringraziarlo per bene. Io invece sono Kagome”.
“Oh scusami, non mi sono nemmeno presentata. Piacere, io sono Hideko e ringrazio anche te per avermi ospitata in casa tua e avermi accudita”.
“Non devi ringraziarmi, mio marito non ti avrebbe mai abbandonata in quelle circostanze e io non ti avrei mai lasciata sola. Avevi bisogno di protezione. Hai passato dei momenti spaventosi, immagino”.
“Già, per fortuna è andato tutto bene, grazie a tuo marito” risposi io ancora più rilassata, sapendomi finalmente al sicuro.
Non trascorse molto tempo prima che sentissimo dei passi al di là della porta ed in una manciata di attimi mi ritrovai davanti un ragazzo con i capelli argentei e gli occhi color ambra. Notai delle curiose orecchie canine sulla sommità del suo capo e dedussi che non poteva essere un umano comune, ma piuttosto un demone o un mezzo demone. Non provai timore alla sua vista né ribrezzo. Dopotutto, se aveva deciso di accorrere in soccorso di una sconosciuta, doveva possedere un animo buono e altruista, qualunque fosse la sua natura.
Mosse le sue orecchie di scatto e posò il suo sguardo su di me.
“Guarda Inuyasha, si è ripresa” esclamò Kagome, rivolgendo lo sguardo verso il marito che subito la ricambiò con espressione amorevole. Era visibile alla prima occhiata quanto fossero innamorati.
“Sono molto contento” rispose lui senza distogliere gli occhi dallo sguardo della moglie.
“Ti ringrazio immensamente per avermi salvata” dissi e subito gli occhi di lui si posarono nuovamente su di me.
“Non avrei mai lasciato una donna indifesa nelle grinfie di tre luridi uomini con cattive intenzioni" esclamò lui, assumendo un’espressione disgustata.
“Grazie ancora” rincarai, chinando il capo.
“Ci hai già ringraziati abbastanza, stai tranquilla. Ora troveremo per te un posto dove stare, così che tu non debba allontanarti troppo da noi. Ti vogliamo sapere al sicuro” asserì Kagome, guardandomi negli occhi.
"Siete fin troppo gentili con me che sono solo una sconosciuta” aggiunsi non senza un lieve imbarazzo misto a gratitudine.
“Senti Kagome, prima di tornare qui ho parlato con la vecchia Kaede che mi ha detto che avrebbe potuto ospitarla lei. Nella sua capanna sarà sicuramente al sicuro. Inoltre, in sua assenza, Hideko potrebbe badare a Rin dato che è ancora una bambina e non è un bene lasciarla spesso da sola” riferì Inuyasha, guardando nuovamente negli occhi la moglie.
“Ci dispiace non poterti far restare qui con noi” disse Kagome come a volersi giustificare “ma non abbiamo molto spazio e tra qualche mese saremo in tre” aggiunse, abbassando istintivamente lo sguardo verso il proprio ventre, mentre un lieve e luminoso sorriso le increspava le labbra rosee.
Ancora scossa dagli eventi, solo in quel momento mi resi conto del gonfiore appena visibile fra le pieghe delle vesti all’altezza del suo ventre.
“Congratulazioni, sono molto felice per voi” dissi loro, sinceramente felice. “Se mai aveste bisogno di qualcosa, io sono una levatrice e cercherò di sdebitarmi per il vostro aiuto”.
Entrambi annuirono concordi. Si vedeva benissimo che erano entusiasti del bambino in arrivo e io li avrei aiutati con tutte le mie forze per renderli il più felici possibile.
“Bene, ti lasciamo riposare ancora un po’. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiamaci senza esitare” mi disse Kagome. Io annuii e lei si avvicinò ad Inuyasha che, affettuoso, la avvolse tra le sue braccia e le diede un tenero bacio sulle labbra prima di scomparire nell’altra stanza.
Rimasi sdraiata sul quel futon ancora per qualche istante. Ero stata fortunata a incontrare Inuyasha quella sera, mi aveva salvata da una terribile sciagura.
Dopo circa un’ora Kagome rientrò nella mia stanza e mi si avvicinò.
“Che ne dici di farti un bel bagno? Così potrai eliminare i residui di quella brutta esperienza”.
“Oh sì, sarebbe una bellissima idea” risposi grata.
“Riesci ad alzarti, vero?” chiese premurosa.
Annuii delicatamente e mi alzai.
“Bene allora, andiamo”.
Dopo aver preso due kimono puliti, uscimmo dalla capanna e ci incamminammo verso il bosco. Nonostante fosse pieno giorno, la vista della vegetazione rigogliosa mi scosse leggermente ed il mio passo si arrestò di scatto, ancora troppo vivido nella mente il timore di imbattermi nuovamente in quegli uomini crudeli.
“Tutto bene?” mi chiese Kagome avvicinandosi a me, mentre io non riuscivo a proferire parola.
“Hai paura che qualcuno possa attaccarti ancora?” continuò dolcemente e io annuii.
“Guarda lassù” mi incitò sorridendo, mentre puntava il dito verso un alto albero a pochi passi da noi. “Vedi? C’è Inuyasha che ci tiene sempre a portata di orecchie. Se succede qualcosa ci basterà urlare e lui verrà subito a salvarci” aggiunse, salutando con la mano suo marito che ricambiò con un leggero sorriso.
Sapendo della sua presenza mi tranquillizzai, mi aveva già salvata una volta, non avrebbe esitato a rifarlo. Per di più, anche sua moglie avrebbe potuto essere in pericolo e lui non l’avrebbe di certo abbandonata.
“Grazie” sussurrai a Kagome.
Lei mi prese per mano e ci dirigemmo verso la sorgente di acqua. Appena arrivate Kagome iniziò a spogliarsi e io feci lo stesso.
Mentre si sfilava il kimono mi caddero gli occhi sul suo ventre. Ora, privo del riparo fornito dalle vesti, la rotondità si notava di più. Avevo visto molte donne incinte, ma lei era sempre delicata e tranquilla nei movimenti e si accarezzava spesso la pancia come per infondere tranquillità a suo figlio.
Kagome si accorse dei miei sguardi e mi sorrise dolce, poi si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: "Sai, Inuyasha è un mezzo demone e una notte mi ha detto che era riuscito a sentire il cuore del bambino battere grazie al suo udito sviluppato e da quel momento ho iniziato ad accarezzarlo spesso, perché sono sicura che lui mi sente”. Le sue parole trasmettevano un’immensa amorevolezza.
“Sono sicura che ti sente e ti ama già” le dissi io accarezzandole la pancia.
Una volta in acqua, presi a lavarmi con estrema accuratezza, strofinando energicamente ogni parte del mio corpo per eliminare ogni minima traccia degli ultimi eventi e continuai fino a che non mi sentii completamente pulita.
Kagome si lavò con fare più rilassato e ogni tanto mi regalava qualche sorriso affettuoso.
Quando uscimmo dall’acqua, Kagome mi porse uno dei due kimono che aveva portato con se e io lo indossai tranquilla.
“Questo lo prendo io, lo brucio appena arrivo a casa” mi disse dopo essersi rivestita, afferrando il mio vecchio kimono.
“Kagome, non importa, basterà lavarlo e potrò utilizzarlo ancora e poi qui io non ho nulla da mettere, quindi potrebbe essermi utile”.
“Non ti preoccupare” aggiunse lei tranquilla “tra i miei e quelli di Sango troveremo qualche kimono da regalarti e poi potremmo sempre prenderne dei nuovi. Non saranno molto preziosi, ma almeno avrai modo di vestirti”.
“Ma io non voglio arrecarvi altro disturbo, avete già fatto così tanto per me”.
“Stai tranquilla e lascia fare a noi. Avrai tutto quello di cui sentirai bisogno” aggiunse dirigendosi verso la sua capanna. La seguii a passo svelto. Alzai lo sguardo verso l’albero su cui prima avevo visto Inuyasha ed egli era ancora lì, attento. Appena ci vide con un balzo si ritrovò accanto a noi e abbracciò sua moglie.
Entrammo nella capanna e Kagome si mise immediatamente a preparare il pranzo, mi avvicinai a lei con l’intenzione di aiutarla.
“Sei un’ospite, devi stare tranquilla” asserì categorica.
“Potrei esserti d’aiuto, non sono stanca, mi sento bene” risposi io.
Ma lei fece un deciso cenno di diniego con la testa, quindi decisi di non insistere oltre.  Mi sedetti e insieme ad Inuyasha aspettai che il pranzo fosse pronto.
Mangiammo tranquilli. Il pranzo era delizioso e non appena finito Kagome prese le ciotole e andò a lavarle.
“Non posso aiutarti nemmeno adesso?” le chiesi prima che uscisse dalla capanna.
“No” mi rispose lei con un sorriso.
Inuyasha mi si avvicinò tranquillo. "E’ testarda, quando dice una cosa non cambia mai idea” disse accennando un mezzo sorriso.
“Capisco” gli risposi, ricambiando il sorriso.
In poco tempo Kagome fu di ritorno e si sedette accanto a noi.
“Prima di portarti da Kaede, voglio presentarti i nostri amici” mi disse allegra e io annuii.
Ci dirigemmo verso una capanna non molto distante dalla loro.
Giunti in prossimità dell’ingresso, notai un uomo, dai cappelli scuri raccolti in un codino e gli occhi azzurri, seduto per terra, alle prese con due bellissime gemelline.
Quando fummo abbastanza vicini, vidi Kagome abbassarsi all’altezza delle bambine per dar loro un bacio sulla fronte.
“Zia, zia quando nasce il cuginetto?” disse una delle due gemelline toccando con la mano la pancia di Kagome.
“Piccola Hana, ancora ci vuole un po’ di tempo” rispose lei sorridendo e accarezzandole la testa.
Poi prese le due piccole per mano e ci avvicinò a me.
“Hana, Yuki, lei è una mia nuova amica, si chiama Hideko”.
“Ciao signora” mi dissero le due bimbe all’unisono.
“Ciao piccole” risposi io abbassandomi al loro livello e scompigliando loro la chioma. Erano così belle.
Poco dopo una donna uscì fuori dalla capanna con in braccio un neonato e l’uomo all’ingresso si alzò dalla sua postazione e le cinse la vita.
“Sango, Miroku lei è appena arrivata nel nostro villaggio e penso ci resterà per un po’. Si chiama Hideko” esordì Kagome presentandomi ai suoi due amici.
“Piacere di conoscervi” dissi.
“Il piacere è nostro” risposero, poi il loro sguardo andò verso il piccolo “Lui è Tadashi” aggiunse Miroku sorridendo in direzione del neonato che dormiva placidamente nell’abbraccio protettivo della donna.
“Dai entrate, così parliamo un po’” propose Sango.
“Bambine non allontanatevi troppo” raccomandò Miroku, affettuoso, alle due bambine. Dal suo sguardo si vedeva che le amava profondamente.
“Che bella la vostra famiglia” esclamai non appena fummo dentro.
“Grazie” mi risposero Sango e Miroku.
Sango si diresse verso un’altra stanza per lasciar dormire più tranquillamente il piccolo e tornò subito da noi.
“Qual buon vento ti porta al nostro villaggio?” mi chiese Miroku con voce rilassata, ma a quella domanda io mi irrigidii immediatamente. Kagome, capendo il motivo della mia reazione, prese la parola tenendomi la mano per tranquillizzarmi.
“Ieri stava per essere aggredita da tre uomini in una radura non molto distante da qui. Per fortuna Inuyasha è riuscita a salvarla”.
“Oh ci dispiace tanto” disse Sango con uno sguardo triste. “C’è qualcosa che possiamo fare per te?”
Io non feci in tempo a rispondere che non avevo bisogno di nulla, perché Kagome prese nuovamente la parola.
“Avresti dei kimono che non usi spesso da regalarle?”
“Ma non voglio che vi disturbiate così tanto per me” cercai di intromettermi, invano.
“Stai tranquilla, ti aiutiamo volentieri. Comunque sì, ho un paio di kimono che non indosso da moltissimo tempo” disse scomparendo dalla stanza e tornando subito dopo con i due indumenti. Me li porse gentilmente e io li presi.
“Grazie” dissi abbassando lo sguardo, commossa da tanta generosità.
“Non devi ringraziarci, lo facciamo con piacere” mi disse Miroku, rivolgendomi il suo sguardo.
“Vedi Hideko, noi siamo una grande famiglia e ora ne fai parte anche tu” mi disse dolce Kagome. “Ora ti porto da Kaede, così potrai sistemarti per bene, visto che la sua casa sarà anche la tua. E poi potresti aiutala, sono sicura che sei un’ottima levatrice”.
Guardai Kagome e poi rivolsi lo sguardo a Sango e Miroku. Ognuno di loro mi stava sorridendo. Forse davvero potevo entrare a far parte della loro grande famiglia.
“Grazie ancora” dissi loro prima di uscire dall’abitazione e seguire Kagome.
Davanti alla capanna vidi le piccole gemelline giocare con le orecchie di Inuyasha e scoppiai in una fragorosa risata quando incontrai lo sguardo afflitto del mezzo demone.
“Zio cane, zio cane” ripetevano all’unisono le due bambine.
Kagome si avvicinò e sussurrò loro: “Lasciate stare lo zio, altrimenti non vi farà mai conoscere il vostro cuginetto”. In un istante le due bambine si staccarono da Inuyasha e andarono ad accarezzare la pancia di Kagome.
“Ma noi vogliamo già bene al nostro cuginetto” dissero in coro, sorridendo.
Poi si allontanarono da Kagome e rientrarono nella capanna dai loro genitori.
Inuyasha si alzò e ci affiancò mentre ci dirigevamo verso la capanna dell’anziana sacerdotessa.
Appena entrammo mi trovai davanti una bambina di circa otto anni dagli occhi nocciola e i capelli neri.
“Ciao, benvenuta” mi disse sorridendo cordiale. Sicuramente era a conoscenza del mio arrivo.
“Ciao piccola, grazie per l’ospitalità. Tu devi essere Rin, io sono Hideko” mi abbassai al suo livello per guardarla meglio negli occhi.
La bimba annui con prontezza e corse ad abbracciarmi, dimostrando un’inaspettata dolcezza, nonostante ci conoscessimo solo da pochi secondi.
“Rin, dov’é la vecchia Kaede?” disse Inuyasha.
“E’ andata a cercare delle erbe medicinali per gli abitanti del villaggio, sarà presto di ritorno” rispose la bambina con voce argentina.
Poi mi rivolse nuovamente il suo sguardo e mi prese dalle mani i kimono che poco prima mi aveva dato Sango.
“Vieni con me, ti faccio vedere la tua stanza” mi disse in tono vivace e io la seguii.
Mi fece entrare in una stanza molto spaziosa e luminosa, adagiò i kimono sul futon e si girò verso di me.
“Ti piace la stanza?” mi disse allargando le braccia ed eseguendo una mezza giravolta.
“E’ bellissima” risposi io senza alcuna esitazione.
“Sono contenta, perché qui ci dormiremo insieme” mi disse sorridente. -Questa bimba non ha paura di dormire con un’estranea?-
Mi abbassai al suo livello e le sussurrai “Sono molto felice che tu voglia dividere la tua stanza con me. Sei molto gentile”.
Lei non mi rispose, ma mi abbracciò affettuosa. Non riuscivo a credere di avere incontrato delle persone tanto generose e disponibili.


Perdonate il ritardo dell'aggiornamento, ma sono stata impegnata!
   
 
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