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Autore: Dama delle Comete    26/08/2020    1 recensioni
"Tu temi di deludere tuo padre e gli altri, vero?"
Non suonò come una domanda vera e propria. Hiccup annuì di controvoglia senza aggiungere nulla. Da due anni era sopraffatto dalle aspettative altrui.
"Andiamo, non è detto che venga scelto tu! Il calice non guarda mica chi ha compiuto più imprese degli altri, è tutto casuale!" lo consolò Astrid.
"È proprio della casualità che non mi fido."

Un tentativo di riportare il Torneo Tremaghi in auge, tra vecchi amici, nuove conoscenze e difficoltà. Ma qualcuno trama per sabotare la gara.
Genere: Fantasy, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parte 18: Non ho paura di te

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima che si levassero le urla, prima che l'isolotto saltasse in aria, prima che la terza prova avesse inizio, Hiccup era stato preso da parte da suo padre. 

"Figlio" attaccò Stoick mettendosi le mani sui fianchi, "capisco che l'altra volta ti abbiano messo in difficoltà, ma quello" – e indicò lo scudo di Hiccup – "è ridicolo." 

"È questo che non capisci, papà. Non è stata solo l'altra volta. Adesso sono senza Sdentato, e se mi togliessero di nuovo la bacchetta sarei completamente inutile. Mi serve" ribatté Hiccup, fissando contrito la struttura in legno delle tribune. Le parole di Stabbington gli martellarono nel cranio. 'Un bambinetto qualunque'. Gli si strinse il petto in una morsa dolorosa. 

"Ti hanno deriso? Ti hanno detto che da mago non vali niente, che non sei nessuno, senza bacchetta?" sbraitò suo padre. Hiccup strinse i pugni e non rispose. 

"Per la barba di Merlino, Hic" disse Stoick. "Lo sapevo che non hai mai avuto un'alta opinione di te stesso, ma non immaginavo a che livello arrivassi." 

"B-Be'... be', voi non mi avete aiutato, fino ai miei quindici anni" disse Hiccup, accigliandosi. Suo padre scosse la testa. "Hai ragione. Per molto tempo ti ho fatto credere di volere assolutamente un mago per figlio, e ti ha fatto male." 

"Hai pianto, quando ho fatto la mia prima magia" mormorò solamente Hiccup. Non aveva mai pensato di essere rimasto tanto turbato da quella vecchia storia, ma evidentemente era proprio così. 

Stoick lo afferrò per le spalle. "Allora te lo dirò una volta per tutte, chiaro e tondo. Quando ho avuto la certezza che fossi un mago ho pianto, perché ero felice che potessi far parte del mio stesso mondo. I Maghinò non sono visti di buon occhio dalla nostra società, e vengono allontanati, o lo fanno spontaneamente. Non è un posto accogliente per chi non possiede la magia. Ero così sollevato che non ho pensato ai tuoi sentimenti, e non sai quanto me ne pento. 

"Hic, ti amerei anche se fossi un Magonò, non mi importa se sai usare una stecca di legno e dire formule magiche, o cavalcare un drago, saresti comunque mio figlio, e non c'è niente di più importante. La stessa cosa vale per tua madre." 

Hiccup sbatté un paio di volte le palpebre. Non aveva idea di quanto avesse avuto bisogno di sentirselo dire, finché non era successo. 

"Grazie, papà" balbettò. Lui gli sorrise. 

"Vai dai tuoi amici, ti staranno tenendo il posto" disse, e il ragazzo salì sugli spalti con gli angoli degli occhi che pizzicavano. 

 


Quando il botto fragoroso coprì la voce di Uncino e interruppe la telecronaca, Hiccup guardò il lago travolgere Astrid con orrore. 

Il suo Impervius si era rivoltato contro di lei, gettandole addosso una quantità spaventosa d'acqua. Astrid sapeva nuotare, e pure bene, ma la forza dell'impatto era davvero grande e probabilmente l'aveva stordita. 

Dal tabellone incantato si vedeva Eugene, che, distratto dall'esplosione che aveva distrutto l'isoletta della Coppa Tremaghi, era scivolato sul ghiaccio, e ora stava su un pezzo più grande degli altri, fissando lo spettacolo. Di Jack invece non si vedevano tracce. 

La folla assisté impotente alla catastrofe, mentre qualcuno si alzava in piedi e altri gridavano scioccati. Gli adulti della giuria erano già andati di corsa verso l'uscita del campo di Quidditch, seguiti dagli altri insegnanti. 

Il cielo sopra il lago era annerito da un'enorme nube di fumo che si alzava dal centro. Pareva una tempesta in arrivo. 

"Ma che sta succedendo?!" strillò Rapunzel con le mani davanti alla bocca. Merida scuoteva la testa incredula. 

"Sono loro" mormorò Hiccup, accorgendosi solo ora di essere scattato in piedi. "Sono tornati per impedire il Torneo." 

Come se una forza a lui estranea lo guidasse, si fece largo nelle tribune, diretto all'uscita. I suoi amici erano appena dietro di lui. 

"Che facciamo?" chiese Moccicoso nel panico. 

"Verranno qui per farci fuori tutti!" gridò Gambedipesce, atterrito. 

"No." Hiccup si voltò di botto, guardandoli negli occhi. "Dobbiamo fermarli prima che ci provino."

"Ehm, amico, ci metteremo una vita a uscire da qui" gli fece presente Testaditufo, indicando la marea di studenti terrorizzati che premeva contro di loro verso la via di fuga. 

Hiccup si guardò intorno, e riconobbe la zazzera di capelli rossi di Dagur. "Dagur! Dagur!" chiamò più forte che poteva. 

Fortunatamente, il ragazzo lo sentì, e gli venne incontro evitando un gruppetto del secondo anno. "Hai visto che roba?" disse. 

"Già, hai visto dove sono andati i professori? E i genitori dei campioni?" domandò Hiccup. 

"Sono sicuro che Nord e Haddock stavano correndo verso il lago, gli altri non so." 

"Ok, mi devi fare un favore" disse Hiccup concitato. "Vedi Skaracchio, laggiù all'uscita? Starà indicando agli studenti dove mettersi al riparo, ma con questa confusione è impossibile. Puoi dargli una mano, e aiutarlo a calmare tutti?" 

Dagur strinse gli occhi a fessura, osservando il custode di Durmstrang sbracciarsi per indicare alla gente di rifugiarsi al castello, invece di andare a vedere cosa stava accadendo al lago. "Ci penso io, fratello." 

Andò a grandi falcate verso Skaracchio, e si unì a lui. Hiccup e gli altri riuscirono a districarsi dalla folla con un sospiro di sollievo. 

"E adesso?" chiese Testabruta. 

"Voi quattro restate qui e formate un percorso verso Hogwarts, in modo da mostrare la strada" suggerì Hiccup, facendo cenno verso il sentiero che portava al castello. 

"Andiamo" disse Merida, trascinandosi dietro Rapunzel, che aveva un'espressione impaurita ma determinata. "Vieni, Hic." 

Lui era rimasto impalato in mezzo alla strada, esitante, mentre gli altri eseguivano come aveva detto. 

'Bambinetto qualunque.

'Sei inutile, senza di loro.

'Sei davvero un mago, Hiccup Haddock?' 

I ricordi della Stamberga Strillante gli bloccarono le gambe, rendendolo incapace di muovere un passo, come quando non era riuscito a saltare giù dalla finestra. 

"Va tutto bene?" gli chiese Rapunzel preoccupata. 

"Sì, ma non credo che verrò con voi" disse Hiccup stringendo le labbra. Merida si girò e marciò verso di lui. 

"Saresti molto più utile al lago, che qui." 

Tuttavia, lui non si mosse, colto da un'ansia improvvisa. Avrebbe solo messo in pericolo gli altri, se lo sentiva. 

"Hiccup Haddock III" annunciò allora Merida, "se non porti qui il sedere, ti ci mando a calci." 

Rapunzel la fulminò con un'occhiata. "Quello che intende dire è che ti vogliamo con noi." Lo guardò negli occhi intensamente. "Ci aiuteremo a vicenda, se servirà. Ai prof servirà tutto l’aiuto possibile." 

Hiccup era pienamente consapevole di starsi comportando in modo assurdo. Era irragionevole, eppure la sola prospettiva di ritrovarsi debole e inerme davanti al nemico lo stava inchiodando dov'era. Gli divorava lo stomaco. 

"Non… non sono con Sdentato, i-io non…" 

"Senti, non siamo diventati amici perché sei il grande domatore di draghi, o quel che è" scandì Merida con enfasi, mandando lampi dagli occhi. "Quando ci hai raccontato quella storia, a ottobre, non siamo rimasti colpiti perché cavalchi una bestia volante. Quello che ci ha fatto pensare 'Ok, questo tipo è davvero forte' non è stato Sdentato, ma tu, Hiccup. Quello che sei. Da quanto ci hai detto, sei sempre stato coraggioso, determinato e testardo, anche prima di incontrare Sdentato. Forse sì, ti ha reso migliore, ma non ti ha cambiato."

"Merida ha ragione. Sei una bellissima persona, drago o no" annuì Rapunzel incoraggiante. Tutti quei complimenti stavano disorientando Hiccup. Era bello, però. 

Rapunzel parve contenta di qualcosa nella sua espressione. "Andiamo, adesso?" 

Lui mosse appena un piede. 

'Sei intelligente e coraggioso, più di tutti noi.

'Non mi importa se sai usare una stecca di legno e dire formule magiche, o cavalcare un drago.

"Arrivo."

 

 


 

 


Giunti in cima alla collina, furono accolti da una visione incredibile. 

Gli insegnanti avevano accerchiato una decina di draghi, sostenendo una battaglia per respingerli. Erano di specie diverse, ma tutti apparentemente inferociti, con le grosse teste inarcate che sputavano fiamme e le code che guizzavano. I professori, invece, erano in mezzo a un mare di fuoco e incantesimi. Il lago era ancora sovrastato dal fumo. 

"Perché voi tre non siete al castello?" gridò Bunnymund vedendoli arrivare. Colpì con una stregoneria il drago davanti a lui come una frusta. 

"Ci sono i campioni, in mezzo a quel casino!" rispose Merida, indicando la riva immersa tra il fumo e le fiamme. Bunnymund disse qualcosa che suonò vagamente come un rimprovero, ma una fiammata coprì la sua voce. 

"Da dove sono saltati fuori, questi?!" disse Rapunzel, con i lunghi capelli sbattuti dal vento, fissando le grandi creature che oscuravano il cielo con le ali spiegate. 

"Sono emersi da lago!" esclamò Nord, impegnato con un drago particolarmente grosso e arrabbiato. "È luogo di passaggio magico, ma pochi sanno, dunque non abbiamo pensato a sorvegliarlo!" 

"Dev'essere stata Gothel a dirglielo, solo i presidi sono capaci di attraversarlo. Lei e Black saranno qui nei dintorni" mormorò Rapunzel con angoscia. 

Hiccup scrutò gli occhi delle creature, in cerca di qualcosa, e scosse la testa. "Hanno qualcosa che non va. Non sono sicuro, ma sembrano Imperiati." 

"Abbiamo provato a raggiungere campioni, ma draghi ci impediscono di passare. Pare che vogliono bruciare scuola" sbraitò il Preside. "Protego!" 

Merida chiese dove fosse sua madre, e le dissero che era corsa al Ministero della Magia a dare l'allarme. Ad affrontare la situazione c'erano anche il capo dell'Ufficio Auror e il padre di Hiccup. 

"Diamogli una mano" disse Merida rivolta agli altri. Sembrava l'unica cosa da fare. 

Lei e Rapunzel si unirono agli adulti, ma Hiccup stava osservando un punto lontano, oltre le bestie, e scattò improvvisamente in mezzo alla ressa, ignorando le numerose grida di protesta e rimprovero (soprattutto da Stoick). 

"DOVE VAI?" strillò Merida, prima di lanciare uno Schiantesimo contro un drago troppo vicino. 

"LI HO VISTI!" ripose Hiccup, evitando una coda che stava per fargli lo sgambetto. "NON FATEGLI MALE, VOI!" 

"NOI?!"

Ma lui era già sparito. 

 

 

 


 


Hiccup superò con un salto una grossa zampa artigliata ed entrò nell'acqua, che gli arrivava alle ginocchia, dove aveva visto Astrid. 

Jack e Eugene la sostenevano uno per lato, entrambi fradici ma illesi. 

"Astrid!" 

Aiutò i due a portarla a riva con il cuore gonfio di timore. La ragazza aveva gli occhi chiusi. 

Quando uscirono dall'acqua, sentirono la voce flebile di Astrid. "Cos'è successo?" 

"Sono tornati" disse semplicemente Jack, facendola sedere sulla ghiaia. Astrid guardò rabbrividendo le figure imponenti dei draghi che si stagliavano contro il fumo, poco lontano. 

"Non serve" disse seccamente rifiutando la mano tesa di Hiccup. "Sto bene." 

"Sei pallida e tremi" ribatté lui, tirandola in piedi con cautela. 

"Dovremmo portarti da un Guaritore" disse Jack guardando gli altri di sottecchi. 

Prima che Astrid potesse replicare, si offrì Eugene. "Sono il più veloce, posso andare io" affermò serio. Loro annuirono, e la ragazza si arrese a essere presa in braccio e portata via. Prima di non essere più in vista, scambiò a Hiccup uno sguardo di preoccupazione. Lui scrollò le spalle. 

"Gli altri stanno tenendo alla larga i draghi" disse rivolto a Jack, che però teneva gli occhi puntati verso il lago, mentre il fumo si stava diradando. Si inginocchiò, facendo cenno a Hiccup di fare lo stesso, e gli premette una mano contro il suolo. 

"Lo senti? Sta arrivando qualcosa di grosso…" 

Lui tolse le dita da terra, spaventato dal tremore che aveva sentito, e, come se l'intuizione dell’altro avesse dato il segnale, la superficie del lago venne scossa da uno spruzzo altissimo, che spazzò via gli ultimi residui di fumo. Hiccup e Jack rimasero a guardare con lo stomaco sprofondato un drago, così grande da risultare impossibile, alzare onde talmente elevate da far ondeggiare pericolosamente la nave di Durmstrang, attraccata alla riva opposta. Sulla sua vasta schiena, appena visibile, stava l'uomo con i dreadlock che avevano visto a Hogsmeade. 

"Gente di Hogwarts, sono qui in nome dei maghi Purosangue" declamò l'uomo, con la voce stregata per risultare udibile a metri e metri di distanza. "Il mio nome è Drago Bludvist, e sono venuto per punire i maghi che hanno gettato disonore sul nome del Torneo Tremaghi." 

Rivolse la bacchetta verso il castello. "Per iniziare, raderemo al suolo Hogwarts, e la ricostruiremo seguendo le volontà dei nostri predecessori." 

La sua voce grattava le orecchie di Hiccup. Gli insegnanti stavano ancora tenendo a bada gli altri draghi, ma guardavano Bludvist con la coda dell'occhio, preoccupati. La loro supposizione era vera, allora. 

L'uomo gridò qualcosa di incomprensibile, e il suo drago mosse un passo verso la terraferma, provocando tremori che fecero sobbalzare i sassi. Hiccup stava per dire a Jack di tornare dagli altri, tuttavia il ragazzo aveva spostato lo sguardo verso la Foresta Proibita. 

"Qualunque cosa tu abbia visto, adesso non ha decisamente la priorità" esclamò Hiccup, strattonandolo per un braccio. Jack non distolse l'attenzione dagli alberi. 

"Ho visto Black, laggiù!" disse voltandosi dopo qualche secondo. "Bludvist dev'essere un diversivo, non posso lasciarlo scappare un'altra volta." 

Non aveva torto, anche se l'idea di lasciare gli altri turbava Hiccup. "Allora non provare a inseguirlo da solo."

Jack fece mezzo sorriso. "Infatti stavo per chiederti di venire con me." 

 

 

 


 

 


Di tutte le cose fuori di testa che aveva visto, questa le batteva tutte, pensò Merida. 

Il drago, che era alto circa come la scuola e copriva pure il sole, stava venendo verso di loro a grandi passi, senza nemmeno aprire le ali. Bludvist continuava a urlargli ordini senza badare a loro. 

"Se streghiamo tutti insieme con sonno incantato, possiamo rallentare sua avanzata!" ordinò Nord senza tradire alcun timore. 

Gli altri draghi, intanto, erano volati via ad affiancare quello grosso, forse per dare man forte all'attacco che sarebbe avvenuto di lì a poco. 

Seguendo le indicazioni di Nord, i maghi si allargarono a semicerchio e pronunciarono la formula per indurre la bestia in uno stato di sonnolenza. Il drago socchiuse leggermente le palpebre squamose, ma non mostrò segni di cedimento. 

Si prospettava una lunga battaglia. 

 

 

 


 

 


Jack afferrò Hiccup per un braccio, appena in tempo per impedirgli di spalmarsi al suolo. Erano entrati nella Foresta Proibita per rincorrere Black, che Jack aveva visto di sfuggita mentre spariva nella boscaglia, e ne stavano seguendo le orme.

Nella foresta i rumori esterni erano appiattiti dagli alberi come per magia e il ragazzo sentiva solamente i loro respiri affannati, il suono dello scudo di Hiccup che urtava la sua schiena e i loro passi veloci che facevano scricchiolare le foglie. Si domandava cosa avesse intenzione di fare Black. 

Giunsero nella vasta radura dove mesi prima era stato smantellato il recinto per gli unicorni, quello dove Rapunzel aveva pedinato Gothel. Black era fermo al centro, e dava le spalle ai ragazzi. 

"Cosa stai cercando di fare?" gli chiese Jack, digrignando i denti. Aveva dimenticato quanto lo odiasse. 

"È finito il tempo di mescolarsi ai babbani. Hogwarts risorgerà come un luogo d'istruzione per veri maghi" disse calmo il professore, voltandosi. Jack strinse forte la bacchetta. 

"Non esistono i 'veri maghi'" disse Hiccup. "Arrenditi, Black." 

Senza scomporsi, lui avanzò un po' verso di loro, allargando le braccia. Jack si accorse solo in quel momento che l'uomo non aveva neanche sfoderato la bacchetta. Per qualche motivo sentiva che non era un buon segno. 

"I babbani ci hanno perseguitato per secoli, non capite? Loro detestano la magia, come tutto quello che non comprendono. Chi non ha il sangue puro è cresciuto a contatto con i babbani, di conseguenza ne ha assimilato la mentalità" spiegò Black passionatamente con la stessa espressione convinta, che gli faceva brillare gli occhi, che Jack gli aveva visto sul volto quando aveva parlato con Gothel. 

"Ne ho avuto una prova quando ero bambino" continuò l'insegnante, sempre più risoluto. "Sono nato da genitori maghi, ma mi hanno lasciato in un orfanotrofio babbano, e non avete idea di come mi trattassero, fin dal momento in cui mostrai i primi segni di magia. I piccoli incidenti che accadevano intorno a me diedero loro il pretesto per farmi del male, per reprimere i miei poteri."

"È per questo che stai cercando di distruggere Hogwarts? Perché dei bulli ti hanno dato fastidio?" disse Hiccup con gli occhi che traboccavano di disprezzo. Jack ricordò del suo racconto, secondo il quale era stato maltrattato fino a quando aveva stretto amicizia con il drago. 

L'uomo lo ignorò completamente. "Jack, tu capisci cos'ho passato. Tuo padre vi ha lasciati davanti alla verità, ha avuto paura di cosa sei. Agisci con noi, e nessun mago subirà più quest'onta. Anche Gothel è rimasta convinta delle nostre idee, ma era troppo impulsiva per essere un'alleata efficiente." 

Jack ebbe uno spasmo di repulsione. Black sapeva quelle cose solo perché gli aveva letto la mente fin dal primo anno. Come osava parlargli di alleanza, lui che lo aveva quasi fatto impazzire giocando con i suoi pensieri? 

"Non ti sopportavano perché eri malvagio, scommetto invece, perché ti sei sentito abbandonato dalla tua famiglia e ti comportavi in modo crudele. Non ho intenzione di farmi trascinare nei tuoi piani. Voi fate del male alle persone, maghi o no" ringhiò Jack, irrigidendo la schiena in attesa della risposta. 

"Questo non c'entra!" sibilò infatti Black alzando la voce. "Per anni sono stato picchiato, malvisto e insultato, sono stato costretto a sopprimere la mia identità. Credevo di essere ripugnante, un mostro. LORO mi hanno trasformato in QUESTO!" 

Iniziò a sussultare, gli occhi gli diventarono completamente bianchi e una strana nebbia, simile a polvere nera, si levò dal suo corpo. 

Hiccup indietreggiò verso gli alberi. "Che gli succede…?" 

Jack non poté rispondere, perché Black fu avvolto nella sostanza e quella si mosse velocemente verso di loro. Hiccup si tuffò di lato, e Jack venne colpito di striscio, senza riuscire a trattenere un urlo di dolore.

"Il Torneo Tremaghi è caduto in disgrazia!" gridò Black ricomparendo più lontano per un attimo, ancora immerso nella nebbia che si agitava inquieta mandando lampi. "Prima di convincere Gothel a passare dalla nostra parte, ho attaccato la sua carrozza insieme a Bludvist, e poi sono tornato subito a Hogwarts." 

La nuvola oscura scivolò rapidissima verso i ragazzi, che si ripararono esclamando insieme "Protego!"

"Ho cercato in tutti i modi di mettere fuori gioco i campioni, ma né pozioni né creature magiche hanno funzionato, così ho cambiato strategia." 

Spariva e tornava casualmente, costringendo i due a voltarsi da tutte le parti e a lanciare incantesimi di protezione, confusi. Gli alberi nei paraggi stavano morendo. Black era in preda alla rabbia. 

"Avrei colpito durante la seconda prova di persona, ma prima Bludvist è stato scoperto nel parco, poi quella stupida di Gothel si è fatta vedere a rubare unicorni dalle ragazzine" si sgolò, nascosto dalla nebbia sempre più grande. "Se non l'avessi avvertita Nord ci avrebbe fermati già allora." 

La nuvola corse nuovamente verso Jack e Hiccup, cogliendoli di sorpresa, seccando l'erba e seminando odore di morte, ma all'ultimo secondo, prima che i due venissero colpiti, una voce urlò. 

"Stupeficium!" 

 

 

 


 

 


Merida e Rapunzel emersero da dietro gli alberi rinsecchiti e affiancarono i ragazzi, mentre la nebbia veniva respinta. 

"Che ci fate qui?" esclamò Jack, sorpreso e ancora bagnato dopo il tuffo nel lago. 

"Vi abbiamo visti correre neanche foste inseguiti da un Dissennatore, abbiamo pensato che vi servisse una mano" disse Merida abbassando appena la bacchetta. 

"Avete trovato Black? Cos'è successo?" domandò Rapunzel. Sapeva di avere i vestiti sporchi e strappati e i capelli arruffati, ma Jack e Hiccup non erano conciati meglio. Quest'ultimo intervenne. 

"Vi spieghiamo dopo. Adesso vi basta sapere che quello" e indicò la nuvola, "è Black, e non ha buone intenzioni." 

"Capito. Vieni fuori da lì, e combatti di persona!" strillò Merida rivolgendosi alla sostanza che si espandeva nell'aria come fuliggine. 

"Sì, affrontaci faccia a faccia, senza usare i tuoi trucchetti mentali!" aggiunse Jack, che vedendole pareva aver recuperato il solito coraggio. 

Rapunzel li guardò entrambi allarmata, temendo che avessero appena fatto infuriare ancora di più Black, peggiorando la situazione. 

La nube si alzò in alto, diramandosi in filamenti guizzanti, e rivelò il volto dell'uomo, pallido come non mai, quasi cadaverico. Non disse nulla, e Rapunzel pensò che fosse l'occasione per cercare di farlo ragionare, ma qualcuno urlò dietro di lei. 

"Jack!" 

Il ragazzo era piegato in due, in preda alle convulsioni. Si teneva la testa tra le mani, gli occhi disperatamente serrati e la bocca piegata in una smorfia di dolore. Sembrava incapace di proferire parola ed era sbiancato. 

Riconoscendo i sintomi, Rapunzel fissò Black, in cerca del suo sguardo. Aveva capito cosa stava facendo, e voleva attirare il suo sguardo.

"Jack, cos'hai?" disse Merida, accucciata vicino al ragazzo con Hiccup. 

"Puoi combatterlo, Jack!" gli gridò Rapunzel nelle orecchie, vedendo che il suo metodo non funzionava. "Respingilo!" 

"Sei più forte di lui, puoi farcela" asserì Hiccup, che aveva intuito cosa stesse facendo lei. Jack tremava leggermente meno. 

"Concentrati, testone!" si accodò Merida stringendogli forte un braccio, forse per fargli sentire la sua presenza. 

Respirando affannoso, Jack aprì gradualmente gli occhi. Strinse i denti e sollevò la testa. 

"Vai, così!" lo incoraggiò Rapunzel. Lui ormai stava restituendo lo sguardo a Black, facendo agitare la nuvola nera. 

"Non ho più paura di te" sputò fuori. Loro esultarono e lo strinsero in un abbraccio di gruppo. 

Fu un errore. 

Fu un errore, perché non videro l'espressione furibonda di Black, distratti dal sollievo momentaneo. Fu un errore, perché si accorsero troppo tardi della nube che saettava verso di loro, prima che potessero difendersi con un incantesimo. 

La nebbia investì la testa di Jack, la parte di lui più esposta, e gli lasciò la fronte cosparsa di segni simili a crepe. 

Per uno scherzo del destino, Rapunzel li riconobbe dal passaggio di un libro della sezione proibita che aveva letto per una ricerca: Black era un Obscuriale. 


 

 

 

 

 

 

 

Note

Eccoci! Siamo nel pieno dell'azione, e i nostri protagonisti dovranno dimostrare di essere cresciuti. Jack lo ha già fatto, chiedendo l'aiuto di Hiccup e ribellandosi a Black, vedremo cosa succederà. 

Il professore di Difesa è infatti un Obscuriale, oltre a un abile Legilimens. È un concetto preso da Animali Fantastici, ma credo di aver reso l'idea anche per chi non li conosce. Mi sembrava perfetto, pensando al discorso che fa a Jack nel film. In più, ha cercato di convincerlo ad allearsi a lui come nella scena al Polo Sud. 

Abbiamo anche avuto l'ennesimo discorso d'incoraggiamento per Hiccup, che non è nemmeno l'ultimo, che ci crediate o no. Vai, Stoick!

Grazie per aver letto fino a qui! 


 

  
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