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Autore: Anil    27/08/2020    6 recensioni
Cosa accadrebbe se Sana e Akito si incontrassero dopo anni sul set?
Con Akito nella veste di regista, tutto può succedere...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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P.o.v. Sana
Bred mi fa entrare subito nella stanza, devo avere il viso sconvolto perché mi cinge le spalle e mi fa sedere su una piccola poltroncina accanto al letto. Si inginocchia davanti a me e mi prende il viso tra le mani costringendomi a guardarlo.
“Sana, stai bene? Ti ha fatto qualcosa?” Per qualche motivo sembra molto arrabbiato. Cerco di mettere a fuoco le sue parole. Non so se è l’alcool o le immagini di Akito che mi bacia che continuano a ronzarmi nella testa, o il fatto che mi senta così svuotata e spezzata, ma mi sento frastornata.
Bred mi scuote leggermente.
“Io lo ammazzo!” scatta in piedi prima che possa rispondergli e capisco che deve aver frainteso qualcosa. In effetti gli elementi ci sono tutti: dal suo punto di vista, Trank mi ha portata nella sua camera da ubriaca…e non ci è andato neanche tanto lontano.
Scatto in piedi anche io e lo blocco prima che possa aprire la porta “No, fermo! Non è come credi!”
Bred cerca nei miei occhi le tracce della bugia, posso percepire tutta la sua incredulità per ciò che sto per dirgli “l-lui non ha fatto niente. Ho perso le chiavi della mia stanza e ho aspettato nella sua”
“allora perché non hai risposto alle mie chiamate?”
“il telefono era nella borsa e non l’ho sentito”
“Sana, sono le 2 di notte e tu hai bussato alla mia porta sconvolta, credi davvero che non conosca quella volpe?”
Abbasso la testa, già, non me lo aveva forse detto che Trank era una volpe? Che stupida illusa…ma non permetterò che Bred sappia quello che è successo. Non lo riguarda affatto. E soprattutto ne andrebbe del mio orgoglio…lui non sa cosa eravamo io e Akito. Non potrebbe capire…nessuno può.
“Non è come credi. Non è accaduto nulla. E non sono sconvolta, sono solo i postumi della sbronza.”
È ovvio che non mi creda, posso vederlo scritto a chiare lettere sul suo viso, ma non dice nulla. Mi prende in braccio, si siede sul letto e lascia che mi rannicchi sul suo petto. Mi sento confortata e al sicuro, ma non dura a lungo…
 
P.o.V. Akito
Perché diavolo è andata a finire così? Dieci minuti fa ero l’uomo più felice sulla terra, lei era fra le mie braccia e tutto era perfetto. Ora invece l’ho appena vista entrare nella camera di quel Bred…sono indeciso se sfondare la porta e costringerla ad ascoltarmi o lasciar perdere. Come ha detto?! “non mi interessa della tua vita privata”. È la verità? Davvero non le importa se ho un’altra? Perché è per questo che è andata via vero? Ha scambiato Jessica per la mia compagna?
È vero, io e Jessica ci vediamo ogni tanto, ma non siamo legati sentimentalmente. Aspetto immobile nel corridoio per un tempo che mi sembra infinito. Attendo forse una porta che si apra, un pretesto o solo il coraggio di bussare a quella maledetta stanza, ma niente, non accade nulla. Nessuna traccia di coraggio, nessun barlume di speranza per me. Se sfondassi la porta e li trovassi a…a…no, non voglio neanche pensarci. Eppure com’è che ha detto? Non le importa niente della mia vita privata, si è proprio così che ha detto. Allora dovrei pensare che è quel tipo di ragazza che se la spassa con i colleghi o con i registi, ma mi rifiuto categoricamente di credere una cosa del genere. Sana, la mia Sana non è così. Devo spiegarle, devo dirle che ciò che è accaduta ha un senso per me, un significato che solo lei può capire. Nessun altro!
Ma non è affatto facile parlare con lei, l’indomani sul set è sempre con quel Bred. Non la molla un minuto. E se avessero…no. Non ci voglio pensare. Cerco in tutti i modi il contatto con lei, ma non riesco ad avvicinarmi, durante le scene sono costretto a stare su questa maledetta sedia, immobile a guardarla con lui… e durante le pause non c’è modo di parlare da soli.
“capo!”
Maur mi sventola una mano davanti per richiamare la mia attenzione, che com’è ovvio, è assorbita tutta su altre faccende.
“mhm?”
Maur si siede davanti a me dall’altra parte della mia scrivania, accavalla le gambe e sporge le labbra.
“Sputa fuori il rospo”
Non sfugge proprio nulla alla sua sensibilità…
Mi abbandono contro lo schienale della poltrona e chiudo gli occhi. Cosa dovrei dire? Cosa c’è da dire?
“Non ho nulla da dire…”
“Avanti boss, siamo amici da anni, non ti ho mai visto in questo stato.”
Dal profondo dello stomaco sento uno strappo, tutto il mio corpo è sbalzato in piedi. Ho agito prima di capire che ho uno slancio di orgoglio:
“Stato? Quale stato?” dico alzando la voce di qualche ottava.
Maur non si scompone, non comprende che lei ha la capacità di distruggermi?! Non posso permettere che sia così, non posso lasciare che il mio cuore sia in mano a qualcun altro.
“non serve negare, la segui ovunque, come una calamita. Se non fai la tua mossa, qualcun altro la farà al tuo posto e poi sai dove potrai ficcarti il tuo dannato orgoglio?”
Maur esce dalla stanza lasciandomi solo con il mio stupido orgoglio, ma subito rientra facendo capolino
“ah, e credo che tu debba prendere un caffè. Adesso!” aggiunge con aria di comando e sbattendo la porta per giunta.
Non so perché dovrei prendermi un caffè, ma faccio quello che mi dice. Vado in sala relax e so ancora prima di varcare la soglia che lei è lì: il suo profumo ha già invaso le mie narici e si è diffuso nella mia testa, inebriandomi. Spero solo sia sola…Lei è di spalle, sorseggia il caffè in piedi davanti alla macchinetta. Soffia piano e agita il bicchierino per farlo raffreddare. Perché deve essere così stramaledettamente bella?!
Inspiro e mi avvicino facendo rumore per non farla spaventare, girandosi un po’ di caffè le si rovescia sulla camicetta e nella foga del momento non riesco a vedere la sua reazione nel vedermi, l’ultima volta che siamo stati vicini io ero sopra di lei e…mi manca un attimo il respiro mentre nella testa mi si affaccia l’immagine di lei mezza nuda.
“Ti sei bruciata?” riesce a dire la parte di me che ha ancora un briciolo di buonsenso.
“No, non preoccuparti è tutto ok, vuoi un caffè?” Stranamente non ci sono indicatori nella sua voce, delusione o rabbia o imbarazzo. Nulla. Come se non fosse successo niente. Chissà perché la cosa mi ferisce…
“si grazie”
Sana posa il suo caffè ormai mezzo rovesciato e versa nella tazza il caffè anche per me.
“ecco” dice porgendomelo con un sorriso, nessuna esitazione, nessun tentativo di nascondere o evitare il contatto visivo. D’un tratto, tutte le mie intenzioni di parlarle, svaniscono nel nulla. È così abituata a questo genere di cose da non darci alcun peso? Sono solo stato l’attimo fugace della sbronza, e dopo di me andava bene anche Bred?
Cerco di non far vedere la rabbia che mi monta dentro.
Ascolto la mia voce lontana e fredda che le dice di tornare sul set in fretta per le riprese.
 
 
 
 
 
P.O.V. Sana
Oggi è l’ultimo giorno delle riprese e sono sfinita. Affrontare questa settimana come se nulla fosse accaduto mi ha sfiancata. Ho dovuto tenere a bada Bred che con tutte le sue buone intenzioni non mi ha mollata un attimo, e Trank il cui sguardo non mi lasciava mai, chissà perché poi. Forse avrebbe voluto finire ciò che aveva cominciato, ma non ho dato spazio a nulla che potesse fargli intendere che ricordassi qualcosa di quella sera. Un colpo di spugna e via. Tutto cancellato…forse. No. Per niente…l’ennesima cicatrice che mi porterò a vita. Le immagini di quella sera non mi lasceranno mai. Persa nei miei pensieri nemmeno mi accorgo del grosso applauso che si leva dallo staff. È finita, le riprese sono terminate. E io sono ancora viva. Più o meno.
   
 
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