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Autore: Neko    17/08/2009    5 recensioni
Voglio raccontarvi una storia. La mia e quella di una persona a me cara. voglio parlarvi delle ingiustizie che i capi di un villaggio commettono su esseri senza difese. della lotta di una persona che per 15 anni non ha conosciuto altro che dolore e che era all'oscuro di cosa volesse dire vivere una vita normale. Voglio dirvi come è riuscito, con grande capacità, a lasciarsi il passato alle spalle e a diventare la persona che ora è apprezzata da tutta Konoha
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 17: Ritorno a Konoha

 

Erano ormai trascorsi tre anni.

Tre anni fantastici a mio parere.

A parte i guai che mi facevano passare quei due pazzi, mi sono divertita da morire.

Bhe si, ci sono stati anche parecchi problemi, come brutti incontri con dei ninja non tanto volenterosi di fare amicizia, ma tutto si risolse sempre per il meglio.

Naruto adorava quando un nemico ci si presentava davanti. Voleva sempre mettersi alla prova e migliorarsi quando notava qualche cedimento nel suo modo di combattere.

Era migliorato tantissimo se si pensa che a 16 anni non sapeva nemmeno cosa fosse un Kunai e ora esso era diventata la sua arma preferita.

Devo ammetterlo, per quanto pervertito sia Jiraya, si è rivelato proprio un bravo insegnate.

Non solo a insegnato le basi a Naruto, ma ha voluto insegnargli anche qualche tecnica del padre e la manipolazione della natura del chakra.

Naruto era affine all’elemento vento. Infatti a volte sembrava parlare con esso, come se il vento gli sussurrasse cose.

Sinceramente non ho ancora capito se davvero sente il vento parlare o se è tutto frutto della sua immaginazione.

Però Jiraya non si limitò ad allenare solo il mio compagno…anche io infondo ero una sua allieva. Insegno anche a me la manipolazione della natura.

L’elemento con cui sono affine è la terra.

Non amo molto usare quel tipo di tecniche, mi trovo meglio a usare i miei soliti pugni e usare jutsu medici,  ma in caso di necessita, il doton si può rivelare molto utile.

 

Era ormai giunto il momento di rientrare a Konoha.

Ero felice di tornare, ma anche malinconica.

Il viaggio in giro per il mondo era terminato.

Una cosa mi inquietava maggiormente…una volta tornati che fine avremmo fatto io e Naruto?

I consiglieri dell’hokage erano ancora intenzionati a metterci in prigione?

“Sakura? Cosa c’è? Sembri preoccupata!” mi disse Naruto.

Ah dimenticavo…ormai il ragazzo aveva imparato a parlare perfettamente…si, gli capitava di fare qualche errore ogni tanto, ma cosa importa? Anche chi parla da tutta una vita capita di dire cose assurde, quindi lui era giustificato.

Un ultima cosa prima di raccontarvi cosa è accaduto al villaggio.

Vi ricordate il ragazzo ingenuo e puro che faceva sempre domande imbarazzanti perché non sapeva come andava il mondo? Bhe anche lì Jiraya è stato un “buon” maestro. Per fortuna però Naruto non era cambiato poi molto…non si era fatto trascinare dal maestro alla sua corsa dietro le donne…no, su quello non potevo lamentarmi. Aveva occhi solo per me e a dir la verità, la cosa non mi dispiaceva per niente.

 

Non avvertimmo nessuno del nostro arrivo. Volevamo fare una sorpresa ai nostri amici.

Però avremmo potuto incontrarli solo una volta esser andati dall’hokage.

Tsunade non era cambiata di una virgola, ma la cosa non mi sorprendeva. Ancora un po’ e presto io sarei sembrata più vecchia di lei.

“Avanti!” disse una voce nervosa quando sentì bussare alla porta.

E si Tsunade era sempre la stessa, possibile che fosse già innervosita senza nemmeno sapere chi era?

Ma il suo tono cambio quando ci vide.

S-sakura, N-naruto!” ci guardava come se fosse stata la prima volta.

Bhe d’altronde dovevamo essere cambiati parecchio.

Naruto era alto quasi un metro e ottanta, facendomi sentire bassa. Era più muscoloso rispetto alla prima volta che l’avevo visto, il volto più maturo e i capelli leggermente lunghi che a volte raccoglieva in una piccola coda, assomigliando un po’ a Jiraya.

Io com’ero? Bhe non mi sembrava di essere cambiata molto.  Di altezza ero cresciuta solo qualche centimetro. I miei capelli invece si che si erano dati da fare. Erano lunghi fino alla schiena.

A volte avevo la tentazione di tagliarli, ma a Naruto piaceva tanto accarezzarli…quindi lasciavo perdere quell’idea.

“era ora che tornaste! Ma guardatevi, siete cresciuti tantissimo!”

Arrossii leggermente mentre Naruto si limito a sorridere.

“Comunque ci sono anche io Tsunade!” disse Jiraya con il broncio.

Tsunade ridacchiò “Scusa Jiraya! Ti avevo visto, ma…bhe volevo salutare i due ragazzi e poi tu sei sempre lo stesso!”

Jiraya si ritrovò in un angolino a disegnare cerchi per terra.

Era sconsolato per quel trattamento.

Naruto gli si avvicinò e gli diede qualche pacca sulla spalla.

“Su, su! Maestro, ha sempre detto che Tsunade era un vecchia zitella senza un filo di sex appeal, maschiaccio e violenta. Inoltre ha sempre affermato che ci sono milioni di donne migliori di lei e ora se la prende perché è stato ignorato? Sa che non la capisco?”

Mi trattenni dal ridere. eh si, un po’ della sua ingenuità l’aveva mantenuta.

Improvvisamente sentii un brivido nella schiena e istintivamente mi girai a guardare Tsunade.

Aveva il fumo che le usciva dalle orecchie e accorgendosi di un pericolo imminente Jiraya si pietrificò.

“Ah è cosi che mi descrivi ai tuoi allievi!” disse Tsunade caricando un colpo.

Jiraya cercò di giustificarsi, ma presto venne scagliato contro il muro.

N-Naruto, q-questa me la paghi!” disse dolorante il povero pervertito.

Naruto mi guardò interrogativamente “Colpa mia?”

Non gli risposi e mi limitai a sorridergli.

Dopo aver menato Jiraya, l’hokage tornò a rivolgersi a noi. Volle sapere cosa avevamo fatto e cosa avevamo appreso.

Tsunade era particolarmente curiosa di sapere cosa avevo imparato io per quanto riguardava l’arte medica, mi informò inoltre che avrei ripreso gli studi sotto sua sorveglianza.

Ne fui estremamente felice.

Fu invece molto sorpresa nel venire a conoscenza che Naruto si era allenato per diventare un ninja e volle conoscere le sue capacità.

Naruto avrebbe dovuto affrontare il maestro Kakashi per dimostrare le sue abilità e in caso di un buon risultato, Tsunade gli avrebbe consegnato il suo primo copri fronte.

Quando Naruto si ritrovò faccia a faccia con il copia-ninja, scoprii che anche io avrei dovuto partecipare allo scontro, dato che la mia vecchia squadra era nuovamente composta da tre elementi.

Mi domandai da chi venni sostituita.

L’incontro con Kakashi andò benissimo. Ci propose nuovamente l’esame dei campanellini.

Sapevo già cosa avrei dovuto aspettarmi da lui, mentre ero un po’ preoccupata per Naruto.

Il maestro era solito fare degli stupidi giochetti per far cadere il “nemico” in trappola, ma il mio compagno non cadde in certi tranelli.

Kakashi sembrò rimanerci un po’ male, ma non ne rimase poi stupito, infondo era pur sempre allievo di  un sennin.

Alla fine riuscimmo a entrare in possesso dei tanti desiderati campanellini.

Ci riuscimmo solo grazie all’unione della nostre abilità.

Fuuton, vortice imprigionante” disse Naruto dopo aver composto dei sigilli.

Da sotto Kakashi si cominciò a scaturire un vento che girava in circolo fino a creare una tromba d’aria che lo imprigionò.

Kakashi era abile a schivare gli attacchi nemici, ma non aspettandosi niente del genere da Naruto, rimase incastrato nella tecnica senza possibilità di uscirne.

Quella tecnica aveva solo la capacità di immobilizzare in nemico, senza ferirlo. Lo scopo originario di quella tecnica era anche di provocare danni al nemico, infatti il vento era in grado di tagliare, ma Naruto non era mai riuscito a completare la tecnica, ma in quel momento anche incompleta si dimostrava alquanto utile.

Poi fu il mio turno. 

Essendomi allenata con Naruto per tre anni, conoscevo bene il mio compagno e conoscevo anche le sue tecniche.

Sapevo che quella appena attuata non era pericolosa e sapevo qual’era l’andamento del vento e quindi mi avvicinai al vortice, stando attenta a non finirci intrappolata anche io.

Cercai di vedere i campanellini e appena ciò avvenne, allungai il braccio per afferrarli.

Non si rivelò un impresa facile. Il vento era forte e il mio braccio non riusciva ad afferrare i due oggetti rumorosi, ma cercava di seguire l’andamento dell’aria.

Naruto capendo la mia difficoltà cominciò a sciogliere la tecnica calmando il vento, tanto Kakashi si sarebbe liberato una volta che il jutsu si fosse fermato completamente.

La vittoria fu nostra e Kakashi si complimentò con noi per le nostre capacità.

bhe è stato merito di Jiraya, senza i suoi insegnamenti non saprei fare molto!” disse Naruto imbarazzato.

Io lo corressi “Non è solo merito di Jiraya, ma anche sua. ha dimostrato una grande voglia di apprendere e forza di volontà. La tecnica di prima anche se non è completa, l’ha inventata lui e non è la sola!”

“Sarei proprio curioso di vederle!” rispose Kakashi

Bhe veramente anche quelle non sono complete!” disse un po’ sconsolato.

Ma io ero sicura che prima o poi avrebbe terminato tutte i jutsu rendendoli potentissimi.

“I miei complimenti! Tu e Naruto siete molto affiatati!” ci disse Tsunade “e per questo vi metto in squadra insieme. Farete parte del team Kakashi!”

Naruto sgranò gli occhi “Questo vuol dire che sono un ninja di Konoha?”

Tsunade annui e gli diede il copri fronte, ma mi occupai personalmente di metterglielo in testa.

Quel copri fronte gli donava.

“Scusi Tsunade-sama, ma chi sarà il terzo componente?”

Al momento non erano disponibili altri ninja e quindi saremo stati solo io e Naruto e il maestro Kakashi. In caso di necessità ci sarebbe stato affidato un ninja di altre squadre.

 

Finito la prova finalmente potemmo andare a incontrare i nostri amici.

A quanto pare qualcuno li aveva già messi al corrente del nostro ritorno, perché ci vennero in contro appena uscimmo dal campo di allenamento.

“Sakura!” sentii qualcuno che mi chiamava. Era Ino.

Ci abbracciammo, eravamo spesso nemiche, ma in realtà ci volevamo bene.

“Finalmente sei tornata! Ce ne hai messo di tempo!” mi disse.

“Ehilà Naruto!”  disse Shikamaru salutandolo.

Naruto ricambiò il saluto, ma credo che non si ricordasse bene i nomi dei nostri amici. Infondo li aveva incontrati una volta sola..

Quella sera decidemmo di mangiare tutti insieme per festeggiare il nostro incontro.

Alcuni miei compagni ordinarono anche da bere, ma Naruto ricordandosi la sua brutta esperienza con l’alcool, rifiutò qualsiasi offerta.

Con noi c’erano anche Sasuke, Sai e la loro compagna.

Era una ragazza dai capelli rossi scalati. Era molto bella e si vedeva lontano un miglio che era innamorata di Sasuke.

Si chiamava Karin e  anche lei non era indifferente al moro.

Mi stupii di questo fatto. io, Ino e tutte le altre ragazze che le facevano il filo, non gli erano mai minimamente interessate.

Bhe ero felice per lui.

Nonostante i non pochi commentini sul fascino di Naruto da parte di Ino, venni a sapere che la mia amica si era fidanzata con Sai.

Rimasi a bocca aperta.

Come aveva potuto mettersi con lui?

Ma col passare del tempo mi resi conto che anche lui era cambiato parecchio. Non aveva più tanto quel sorriso falso…cioè più esattamente non ce l’aveva con Ino.

Diceva sempre quello che gli passava per la testa, sia che fosse una cosa carina o spiacevole da dire.

 Solo con la Yamanaka diventava un’altra persona.

Ovviamente dopo tutti questi svelamenti, Ino volle sapere qualcosa su di me.

“Allora?”

“Allora cosa?” gli chiesi facendo finta di niente.

“Ho notato le occhiatine che vi mandate tu e Naruto! C’è qualcosa che bolle in pentola dico bene?”

Diventai rossa come un peperone.

“ho indovinato!” mi disse guardandomi di sottecchi.

Annuii.

Infatti io è Naruto stavamo insieme da quasi un anno, presto sarebbe stato il nostro anniversario, anche se non mi aspettavo niente da lui per quel giorno. D'altronde dubitavo che lui sapesse qualcosa su quell’argomento. Io non gli avevo mai parlato dell’usanza di festeggiare gli anni che si passano insieme con la propria anima gemella.

“E vi siete mai baciati?” mi chiese curiosa.

Arrossi nuovamente. Era troppo imbarazzante, ma dopo un anno che si stava insieme  qualche bacio secondo lei non ci era sfuggito?

E già, lo ricordo ancora il nostro primo bacio.

È stato qualcosa di specialissimo e così spontaneo.

Naruto si era lasciato guidare dal cuore quella sera.

Gli avevo parlato dei diversi tipi di baci, ma parlarne è una cosa, metterli in pratica era un altra.

Inoltre Naruto era un romanticone. Forse non se ne rendeva nemmeno conto.

Era la notte di San Lorenzo.

Naruto si era precipitato a chiamarmi per farmi vedere una cosa.

Mi portò sopra il tetto e mi indicò il cielo.

Era pieno di stelle cadenti. Un vero spettacolo.

Ci sedemmo vicini una accanto all’altro e mi appoggiai sulla spalla di lui.

Guardammo il cielo per diversi minuti.

Sapevo che per Naruto era una cosa nuova e gli spiegai la tradizione di esprimere un desiderio al vedere quella pioggia di stelle.

Naruto sembrò affascinato e di sicuro esprimette qualcosa.

Successivamente si girò verso di me e mi fissò negli occhi.

Mi sentii il viso diventare rosso. Quello sguardo mi metteva sempre in imbarazzo.

Successivamente lo vidi avvicinarsi sempre di più a me. fino a sfiorarmi le labbra.

Dopo un attimo di smarrimento mi lasciai trasportare.

“Il mio desiderio si è già avverato!” mi disse infine circondandomi le spalle con un braccio.

Ancora adesso quando mi ricordo di quel momento, mi sembra di riprovare le stesse emozioni di quel giorno.

Certo, ci baciammo anche più avanti, ma il primo fu davvero qualcosa di magico.

 

  
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