Capitolo
17: Ritorno a Konoha
Erano ormai trascorsi tre anni.
Tre anni fantastici a mio parere.
A parte i guai che mi facevano passare
quei due pazzi, mi sono divertita da morire.
Bhe si, ci sono stati anche parecchi
problemi, come brutti incontri con dei ninja non tanto volenterosi di fare
amicizia, ma tutto si risolse sempre per il meglio.
Naruto adorava quando un nemico ci si
presentava davanti. Voleva sempre mettersi alla prova e migliorarsi quando
notava qualche cedimento nel suo modo di combattere.
Era migliorato tantissimo se si pensa che
a 16 anni non sapeva nemmeno cosa fosse un Kunai e
ora esso era diventata la sua arma preferita.
Devo ammetterlo, per quanto pervertito
sia Jiraya, si è rivelato proprio un bravo insegnate.
Non solo a insegnato le basi a Naruto, ma ha voluto insegnargli anche qualche tecnica del
padre e la manipolazione della natura del chakra.
Naruto era affine all’elemento vento. Infatti a
volte sembrava parlare con esso, come se il vento gli sussurrasse cose.
Sinceramente non ho ancora capito se
davvero sente il vento parlare o se è tutto frutto della sua immaginazione.
Però Jiraya non
si limitò ad allenare solo il mio compagno…anche io
infondo ero una sua allieva. Insegno anche a me la manipolazione della natura.
L’elemento con cui sono affine è la
terra.
Non amo molto usare quel tipo di
tecniche, mi trovo meglio a usare i miei soliti pugni e usare jutsu medici, ma in
caso di necessita, il doton si può rivelare molto
utile.
Era ormai giunto il momento di rientrare
a Konoha.
Ero felice di tornare, ma anche
malinconica.
Il viaggio in giro per il mondo era
terminato.
Una cosa mi inquietava maggiormente…una volta tornati che fine avremmo fatto io e Naruto?
I consiglieri dell’hokage
erano ancora intenzionati a metterci in prigione?
“Sakura? Cosa c’è? Sembri preoccupata!”
mi disse Naruto.
Ah dimenticavo…ormai
il ragazzo aveva imparato a parlare perfettamente…si,
gli capitava di fare qualche errore ogni tanto, ma cosa importa? Anche chi
parla da tutta una vita capita di dire cose assurde, quindi lui era
giustificato.
Un ultima cosa prima di raccontarvi cosa
è accaduto al villaggio.
Vi ricordate il ragazzo ingenuo e puro
che faceva sempre domande imbarazzanti perché non sapeva come andava il mondo? Bhe anche lì Jiraya è stato un
“buon” maestro. Per fortuna però Naruto non era
cambiato poi molto…non si era fatto trascinare dal
maestro alla sua corsa dietro le donne…no, su quello
non potevo lamentarmi. Aveva occhi solo per me e a dir la verità, la cosa non
mi dispiaceva per niente.
Non avvertimmo nessuno del nostro arrivo.
Volevamo fare una sorpresa ai nostri amici.
Però avremmo potuto incontrarli solo una
volta esser andati dall’hokage.
Tsunade non era cambiata di una virgola, ma la
cosa non mi sorprendeva. Ancora un po’ e presto io sarei sembrata più vecchia
di lei.
“Avanti!” disse una voce nervosa quando sentì
bussare alla porta.
E si Tsunade
era sempre la stessa, possibile che fosse già innervosita senza nemmeno sapere
chi era?
Ma il suo tono cambio quando ci vide.
“S-sakura, N-naruto!” ci guardava come se fosse stata la prima volta.
Bhe d’altronde dovevamo essere cambiati
parecchio.
Naruto era alto quasi un metro e ottanta,
facendomi sentire bassa. Era più muscoloso rispetto alla prima volta che l’avevo
visto, il volto più maturo e i capelli leggermente lunghi che a volte
raccoglieva in una piccola coda, assomigliando un po’ a Jiraya.
Io com’ero? Bhe
non mi sembrava di essere cambiata molto.
Di altezza ero cresciuta solo qualche centimetro. I miei capelli invece si
che si erano dati da fare. Erano lunghi fino alla schiena.
A volte avevo la tentazione di tagliarli,
ma a Naruto piaceva tanto accarezzarli…quindi
lasciavo perdere quell’idea.
“era ora che tornaste! Ma guardatevi,
siete cresciuti tantissimo!”
Arrossii leggermente mentre Naruto si limito a sorridere.
“Comunque ci sono anche io Tsunade!” disse Jiraya con il
broncio.
Tsunade ridacchiò “Scusa Jiraya!
Ti avevo visto, ma…bhe volevo salutare i due ragazzi
e poi tu sei sempre lo stesso!”
Jiraya si ritrovò in un angolino a disegnare
cerchi per terra.
Era sconsolato per quel trattamento.
Naruto gli si avvicinò e gli diede qualche
pacca sulla spalla.
“Su, su! Maestro, ha sempre detto che Tsunade era un vecchia zitella senza un filo di sex appeal,
maschiaccio e violenta. Inoltre ha sempre affermato che ci sono milioni di
donne migliori di lei e ora se la prende perché è stato ignorato? Sa che non la
capisco?”
Mi trattenni dal ridere. eh si, un po’
della sua ingenuità l’aveva mantenuta.
Improvvisamente sentii un brivido nella
schiena e istintivamente mi girai a guardare Tsunade.
Aveva il fumo che le usciva dalle
orecchie e accorgendosi di un pericolo imminente Jiraya
si pietrificò.
“Ah è cosi che mi descrivi ai tuoi
allievi!” disse Tsunade caricando un colpo.
Jiraya cercò di giustificarsi, ma presto venne
scagliato contro il muro.
“N-Naruto,
q-questa me la paghi!” disse dolorante il povero pervertito.
Naruto mi guardò interrogativamente “Colpa mia?”
Non gli risposi e mi limitai a sorridergli.
Dopo aver menato Jiraya,
l’hokage tornò a rivolgersi a noi. Volle sapere cosa
avevamo fatto e cosa avevamo appreso.
Tsunade era particolarmente curiosa di sapere
cosa avevo imparato io per quanto riguardava l’arte medica, mi informò inoltre
che avrei ripreso gli studi sotto sua sorveglianza.
Ne fui estremamente felice.
Fu invece molto sorpresa nel venire a
conoscenza che Naruto si era allenato per diventare
un ninja e volle conoscere le sue capacità.
Naruto avrebbe dovuto affrontare il maestro Kakashi per dimostrare le sue abilità e in caso di un buon
risultato, Tsunade gli avrebbe consegnato il suo
primo copri fronte.
Quando Naruto
si ritrovò faccia a faccia con il copia-ninja, scoprii che anche io avrei
dovuto partecipare allo scontro, dato che la mia vecchia squadra era nuovamente
composta da tre elementi.
Mi domandai da chi venni sostituita.
L’incontro con Kakashi
andò benissimo. Ci propose nuovamente l’esame dei campanellini.
Sapevo già cosa avrei dovuto aspettarmi
da lui, mentre ero un po’ preoccupata per Naruto.
Il maestro era solito fare degli stupidi
giochetti per far cadere il “nemico” in trappola, ma il mio compagno non cadde
in certi tranelli.
Kakashi sembrò rimanerci un po’ male, ma non ne
rimase poi stupito, infondo era pur sempre allievo di un sennin.
Alla fine riuscimmo a entrare in possesso
dei tanti desiderati campanellini.
Ci riuscimmo solo grazie all’unione della
nostre abilità.
“Fuuton, vortice
imprigionante” disse Naruto dopo aver composto dei
sigilli.
Da sotto Kakashi
si cominciò a scaturire un vento che girava in circolo fino a creare una tromba
d’aria che lo imprigionò.
Kakashi era abile a schivare gli attacchi
nemici, ma non aspettandosi niente del genere da Naruto,
rimase incastrato nella tecnica senza possibilità di uscirne.
Quella tecnica aveva solo la capacità di
immobilizzare in nemico, senza ferirlo. Lo scopo originario di quella tecnica
era anche di provocare danni al nemico, infatti il vento era in grado di
tagliare, ma Naruto non era mai riuscito a completare
la tecnica, ma in quel momento anche incompleta si dimostrava alquanto utile.
Poi fu il mio turno.
Essendomi allenata con Naruto per tre anni, conoscevo bene il mio compagno e
conoscevo anche le sue tecniche.
Sapevo che quella appena attuata non era
pericolosa e sapevo qual’era l’andamento del vento e quindi mi avvicinai al
vortice, stando attenta a non finirci intrappolata anche io.
Cercai di vedere i campanellini e appena
ciò avvenne, allungai il braccio per afferrarli.
Non si rivelò un impresa facile. Il vento
era forte e il mio braccio non riusciva ad afferrare i due oggetti rumorosi, ma
cercava di seguire l’andamento dell’aria.
Naruto capendo la mia difficoltà cominciò a
sciogliere la tecnica calmando il vento, tanto Kakashi
si sarebbe liberato una volta che il jutsu si fosse
fermato completamente.
La vittoria fu nostra e Kakashi si complimentò con noi per le nostre capacità.
“bhe è stato
merito di Jiraya, senza i suoi insegnamenti non
saprei fare molto!” disse Naruto imbarazzato.
Io lo corressi “Non è solo merito di Jiraya, ma anche sua. ha dimostrato una grande voglia di
apprendere e forza di volontà. La tecnica di prima anche se non è completa, l’ha
inventata lui e non è la sola!”
“Sarei proprio curioso di vederle!”
rispose Kakashi
“Bhe veramente
anche quelle non sono complete!” disse un po’ sconsolato.
Ma io ero sicura che prima o poi avrebbe
terminato tutte i jutsu rendendoli potentissimi.
“I miei complimenti! Tu e Naruto siete molto affiatati!” ci disse Tsunade
“e per questo vi metto in squadra insieme. Farete parte del team Kakashi!”
Naruto sgranò gli occhi “Questo vuol dire che
sono un ninja di Konoha?”
Tsunade annui e gli diede il copri fronte, ma mi
occupai personalmente di metterglielo in testa.
Quel copri fronte gli donava.
“Scusi Tsunade-sama,
ma chi sarà il terzo componente?”
Al momento non erano disponibili altri
ninja e quindi saremo stati solo io e Naruto e il
maestro Kakashi. In caso di necessità ci sarebbe
stato affidato un ninja di altre squadre.
Finito la prova finalmente potemmo andare
a incontrare i nostri amici.
A quanto pare qualcuno li aveva già messi
al corrente del nostro ritorno, perché ci vennero in contro appena uscimmo dal
campo di allenamento.
“Sakura!” sentii qualcuno che mi chiamava.
Era Ino.
Ci abbracciammo, eravamo spesso nemiche,
ma in realtà ci volevamo bene.
“Finalmente sei tornata! Ce ne hai messo
di tempo!” mi disse.
“Ehilà Naruto!” disse Shikamaru
salutandolo.
Naruto ricambiò il saluto, ma credo che non si
ricordasse bene i nomi dei nostri amici. Infondo li aveva incontrati una volta
sola..
Quella sera decidemmo di mangiare tutti
insieme per festeggiare il nostro incontro.
Alcuni miei compagni ordinarono anche da
bere, ma Naruto ricordandosi la sua brutta esperienza
con l’alcool, rifiutò qualsiasi offerta.
Con noi c’erano anche Sasuke,
Sai e la loro compagna.
Era una ragazza dai capelli rossi
scalati. Era molto bella e si vedeva lontano un miglio che era innamorata di Sasuke.
Si chiamava Karin e anche lei non era indifferente al moro.
Mi stupii di questo fatto. io, Ino e tutte le altre ragazze che le facevano il filo, non
gli erano mai minimamente interessate.
Bhe ero felice per lui.
Nonostante i non pochi commentini sul fascino di Naruto
da parte di Ino, venni a sapere che la mia amica si
era fidanzata con Sai.
Rimasi a bocca aperta.
Come aveva potuto mettersi con lui?
Ma col passare del tempo mi resi conto
che anche lui era cambiato parecchio. Non aveva più tanto quel sorriso falso…cioè più esattamente non ce l’aveva con Ino.
Diceva sempre quello che gli passava per
la testa, sia che fosse una cosa carina o spiacevole da dire.
Solo
con la Yamanaka diventava un’altra persona.
Ovviamente dopo tutti questi svelamenti, Ino volle sapere qualcosa su di me.
“Allora?”
“Allora cosa?” gli chiesi facendo finta
di niente.
“Ho notato le occhiatine che vi mandate
tu e Naruto! C’è qualcosa che bolle in pentola dico
bene?”
Diventai rossa come un peperone.
“ho indovinato!” mi disse guardandomi di
sottecchi.
Annuii.
Infatti io è Naruto
stavamo insieme da quasi un anno, presto sarebbe stato il nostro anniversario,
anche se non mi aspettavo niente da lui per quel giorno. D'altronde dubitavo
che lui sapesse qualcosa su quell’argomento. Io non gli avevo mai parlato dell’usanza
di festeggiare gli anni che si passano insieme con la propria anima gemella.
“E vi siete mai baciati?” mi chiese
curiosa.
Arrossi nuovamente. Era troppo
imbarazzante, ma dopo un anno che si stava insieme qualche bacio secondo lei non ci era
sfuggito?
E già, lo ricordo ancora il nostro primo
bacio.
È stato qualcosa di specialissimo e così
spontaneo.
Naruto si era lasciato guidare dal cuore quella
sera.
Gli avevo parlato dei diversi tipi di
baci, ma parlarne è una cosa, metterli in pratica era un altra.
Inoltre Naruto
era un romanticone. Forse non se ne rendeva nemmeno
conto.
Era la notte di San Lorenzo.
Naruto si era precipitato a chiamarmi per farmi
vedere una cosa.
Mi portò sopra il tetto e mi indicò il
cielo.
Era pieno di stelle cadenti. Un vero
spettacolo.
Ci sedemmo vicini una accanto all’altro e
mi appoggiai sulla spalla di lui.
Guardammo il cielo per diversi minuti.
Sapevo che per Naruto
era una cosa nuova e gli spiegai la tradizione di esprimere un desiderio al
vedere quella pioggia di stelle.
Naruto sembrò affascinato e di sicuro esprimette qualcosa.
Successivamente si girò verso di me e mi
fissò negli occhi.
Mi sentii il viso diventare rosso. Quello
sguardo mi metteva sempre in imbarazzo.
Successivamente lo vidi avvicinarsi
sempre di più a me. fino a sfiorarmi le labbra.
Dopo un attimo di smarrimento mi lasciai trasportare.
“Il mio desiderio si è già avverato!” mi
disse infine circondandomi le spalle con un braccio.
Ancora adesso quando mi ricordo di quel
momento, mi sembra di riprovare le stesse emozioni di quel giorno.
Certo, ci baciammo anche più avanti, ma
il primo fu davvero qualcosa di magico.