Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi
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Autore: Sarah_lilith    29/08/2020    1 recensioni
E se una fan di Mo Dao Zu Shi si ritrovasse catapultata nel novel, trovandosi davanti alla possibilità di conoscere e vivere con i suoi personaggi preferiti?
E se si accorgesse di essere lì per una ragione, di essere capitata non in un punto imprecisato, in cui i fatti sono ancora in corso, ma quando tutta la trama si è svolta e la storia procede lenta verso un "vissero felici e contenti"?
E se scoprisse di dover dare il lieto fine a personaggi che non l'hanno avuto, o rendere giustizia e ridare dignità a persone che non l'hanno ricevuta?
- - -
Un nuovo nemico si avvicina e la storia decide di prendere vita per proteggere se stessa e i suoi protagonisti, richiamando un'eroina da un'altro mondo, perché nessuno potrebbe mai eguagliare la sua forza di spirito nel cercare di salvare i personaggi che ama.
Non che lei sia d'accordo...
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Jin Ling/Jin Rulan, Lan XiChen/Lan Huan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Indago come Sherlock Holmes, ma flirto meglio 

(Elisa)

 

 

Non dovetti attendere a lungo il ritorno di Lan XiChen. Il cultore fece il suo ingresso nella stanza subito dopo che ebbi finito di sciacquarmi il viso e pettinarmi i capelli in una morbida treccia laterale.

Il nastro frontale che avevo sottratto al Capo Clan mi scivolò sulle spalle leggero, rischiando di finire a terra se non l’avessi afferrato in tempo. Rigirandomelo fra le dita, me lo riallacciai in fronte.

Avvolta nel lenzuolo arancione che avevo recuperato al letto, voltai la testa nella sua direzione e distolsi lo sguardo dal panorama che stavo ammirando. La finestra che dava sulla strada era abbastanza alta da permettermi di affacciarmi senza che qualcuno da fuori badasse a me.

Avevo notato un grosso numero di persone raggruppate attorno alle bancarelle, ma non ci avevo prestato troppa attenzione, preferendo godermi la vista sulla città.

Spero che Lan XiChen mi permetta di perdere un po’ di tempo al mercato, pensai osservando i banchi di vendita allestiti ai lati della strada. Se gli dico che andarci potrebbe servire a raccogliere informazioni magari non si lamenterà.

Lan Huan si fece avanti con passo leggero e mi appoggiò la veste ordinatamente piegata sulle ginocchia. Poi si inginocchiò difronte a me e strinse fra le dita un’estremità del nastro candido che mi pendeva dal capo.

Non manifestò nessun interesse nel riprendersi l’oggetto che gli avevo rubato, però.

-Vi ho portato gli abiti che avevate richiesto, Mia Signora- sussurrò in un soffio appena udibile. 

E rieccoci alle formalità, mi dissi esasperata.

Gli rivolsi un’occhiata pensierosa e mi alzai lentamente dalla sedia sulla quale ero appollaiata, lasciandogli il tempo necessario per potersi scostare. Lui si fece indietro stupito e scattò in piedi porgendomi nuovamente il vestito.

Accettai la sua gentilezza con un sorriso forzato e permisi al lenzuolo di cadere a terra per poter afferrare le morbide stoffe colorate, ignorando la sua esclamazione imbarazzata a quel gesto. Sempre senza parlare, mi incamminai verso il paravento la stanza da letto che avevo abbandonato quella mattina e mi ci infilai dentro per cambiarmi senza essere vista.

-Non avevamo superato già da un po’ la parte del "voi"?- gli dissi senza sprecarmi ad alzare il tono di voce, conscia che coi suoi poteri spirituali era capace di sentirmi anche dall’altra camera -Ora che siamo praticamente fidanzati sei obbligato a darmi del "tu", se non vuoi finire in bianco- lo ammonii lasciandomi scappare un sorriso.

L’avevo già perdonato per la freddezza dimostrata poco prima. Ero un’irrecuperabile romantica da ricovero, ormai.

Sentii sussultare Lan XiChen oltre il muro e mi affacciai per capire cosa della mia frase lo avesse scosso. Pensai di trovarlo rosso di imbarazzo per aver nominato un nostro ipotetico rapporto intimo, invece il suo viso era pallido e le sue sopracciglia contratte per la confusione.

-Mi ucciderete… mi ucciderai se mi rivolgo a te con riverenza?- si corresse subito scuotendo una mano davanti al viso come per cancellare il proprio errore. 

La sua domanda mi arrivò così inaspettata che per un attimo non seppi cosa dire, le parole incastrate in gola e la veste mezza infilata che mi pendeva lungo i fianchi. 

-Ucciderti? Chi ha parlato di… oh santo cielo- chiesi interdetta prima di capire a cosa alludeva, dato il significato che per loro aveva il colore che avevo nominato nella mi analogia -Ho detto che ti mando in bianco, scemo! Vuole dire che non entrerai nel mio letto se mi darai del "voi", non ti stavo augurando di morire- gli spiegai senza trattenere una risata esterrefatta.

Tornai a concentrarmi sui complicati nastri che decoravano la parte superiore dell’abito mentre lo rassicuravo sulla sua futura incolumità. Gli intrecci della stoffa sul corpetto erano così complessi che ci misi qualche secondo a capire come infilare le braccia nella veste. 

Intanto la reazione che avevo atteso dall’uomo non tardò ad arrivare.

-Entrare nel tuo letto? Come puoi pensarlo?!- mi interrogò con voce più alta di qualche ottava e leggermente tremolante -Siamo fidanzati- aggiunse poi come se questo spiegasse tutto.

Alzai gli occhi al cielo pregando Dio di darmi la pazienza necessaria ad affrontare l’argomento. Mi preparai a quel dialogo sistemandomi il colletto stretto della veste e lisciando le maniche larghe che sfioravano l’ampia gonna ad ogni movimento.

Per qualche motivo aveva scelto un abito azzurro con un taglio classico e semplice molto simile ad una divisa da cultore, anche se non potevo sapere se fosse stata un’associazione inconscia o no.

-Non pretenderai che io aspetti il matrimonio vero? Jiang Cheng non ha fatto così tanto il puritano con Cry… so che sei stato cresciuto a Gusu, ma per dio, sei una persona, non un monaco- affermai incredula con un pizzico di pungente sarcasmo appreso dalla mia amica -E poi anche tuo fratello ha fatto sesso con Wei WuXian prima di essere ufficialmente sposati- lo avvertii prima che potesse protestare ricordandomi che Cristina proveniva dal mio stesso mondo e quindi non contava.

Lan XiChen rimase zitto per così tanto che fui tentata di sporgermi di nuovo dalla soglia per controllare non fosse svenuto o simili. Poi lo sentii gemere imbarazzato.

Almeno e vivo.

Sospirò profondamente un paio di volte ed io, ancora nell’altra stanza, me lo immaginai intento a massaggiarsi le tempie per cercare di cancellare l’idea che il suo consanguineo avesse fatto qualcosa di così disdicevole. 

Risi di quella fantasia e aspettai che parlasse.

-Il Gran Maestro di Yunmeng ha infranto molteplici regole sull’etichetta giacendo con tua sorella prima dei riti nuziali, ma sono affari unicamente suoi. WangJi invece… lo convocherò quando torneremo ai Meandri della Nuvola- chiarì con voce seria. Un’altro sospiro esasperato gli uscì di bocca prima che continuasse -Io comunque non ti disonorerò in questo modo. Concedimi di eseguire tutto secondo le tradizioni- ribadì sicuro di se’.

Aveva una tale determinazione nella voce che non ebbi cuore di dirgli ciò che realmente pensavo. Mi morsi le labbra quasi fino alle lacrime, trattenendomi.

Se vuoi farmi aspettare fino al matrimonio è meglio che la organizzi per domani, la tua maledettissima cerimonia.

-Ne riparleremo- mi limitai a dire, accantonando l’argomento per fare il mio ingresso nella camera adiacente, ora quasi completamente vestita. Mi appoggiai sullo stomaco una cintura di seta blu, l’ultimo indumento da indossare, e gli diedi le spalle -Ora allacciami questo ed andiamo a vedere cosa sta succedendo là sotto. Vediamo se troviamo qualche informazione giù al mercato- gli ordinai.

 

 

La strada era affollata, la gente rumorosa ed il baccano assordante. 

Da dietro le piccole bancarelle di legno i mercanti attiravano la folla con le grida, gesticolando animatamente con dei sorrisi smaglianti in viso. Alcuni di loro vendevano cibo o gioielli, stoffe e talismani, altri invece possedevano merce che non avevo mai visto prima.

-Fermo, fermo- urlai a Lan XiChen prendendolo per mano e trascinarlo vicino ad uno dei banchi allestiti -Cosa sarebbe questo?- gli domandai intrecciando le dita nelle sue, facendo finta di non notare il suo rossore.

Davanti a noi si trovava il banco che avevo adocchiato non appena avevo messo piede in strada, affascinata dagli oggetti particolari che il proprietario aveva messo in esposizione. Dagli incensieri più strani ai talismani con eleganti simboli rossi, tutto ciò che era in vendita aveva un fascino irresistibile per me. 

-Hm?- mi domandò fissandomi con intensità, ignorando che gli stavo indicando l’oggetto di forma rotonda appoggiato sulla superficie ruvida della bancarella. Sembrò completamente fra le nuvole, quindi lo scossi aumentando la stretta e richiamando la sua attenzione. Divertita, vidi il suo collo e le sue orecchie diventare quasi viola mentre sbatteva le palpebre imbarazzato.

-Ti ho chiesto cos’è questa cosa- scacciai la sua confusione ripetendo la mia domanda. Questa volta però il sorriso che avevo sulle labbra era più ampio e canzonatorio del precedente.

-Ah, si, naturalmente- disse schiarendosi la voce per riacquistare un tono normale -Sono dei pendenti scaccia spiriti. Si dice tengano lontani gli spettri maligni- mi rispose prendendone uno e facendolo dondolare dal cordino che permetteva di appenderlo alla cintura.

La forma mi ricordava molto i campanelli di Yunmeng, anche se questi erano in ferro e non d’argento, oltre che essere muti anche se scossi, a differenza dei loro gemelli più pregiati e rumorosi. Il pendaglio di pietre colorate e piume era carino, però.

-Funzionano davvero, caro cliente- ci assicurò il mercante che dirigeva la bancarella, sporgendosi verso di noi e sorridendo cordiale -Sono riempiti di terra sepolcrale e fiori di fuoco, perfetti per allontanare qualunque fantasma nelle vicinanze- spiegò con precisione, afferrandone un altro dal tavolo e aprendolo per mostrarci ciò che conteneva. Potei scorgervi all’interno un mucchietto di terriccio e alcuni petali rossi come il sangue.

Doveva aver capito che eravamo dei possibili compratori con ottime finanze se si spingeva a tanto per dimostrare il valore dei suoi prodotti. 

-Beh, da dove vengo un tempo di usavano i fiori di assenzio come segnale per capire se alcuni cadaveri uscivano dalle loro tombe in cerca di vendetta- dissi annuendo convinta quando vidi il sopracciglio di Lan XiChen alzarsi con scetticismo, nonostante il suo viso fosse rimasto cordiale ed angelico -Era detta "la pianta dei morti che non riposano" perché fioriva solo sulle tombe vuote- aggiunsi in direzione dello sconosciuto.

Il mercante mi osservò affascinato e batté le mani entusiasta davanti a quella spiegazione. Il giovane viso si aprì in un sorriso estatico mentre richiudeva il campanello.

-Se è come dite voi, dovrò procurarmi alcune di queste erbe magiche- esclamò convinto prima di porgermi l’oggetto che teneva fra le mani, ora nuovamente sigillato -Per la vostra gentilezza, tenete. É un regalo- mi disse lasciando cadere sui miei palmi aperti la pesante sfera di ferro.

Una parte di me sapeva che il suo gesto era dettato dal semplice fatto che, ora che era stato aperto, l’amuleto non poteva più essere venduto ad un cliente qualsiasi, ma trovai comunque che fosse stato fin troppo gentile. 

Accettai con un sorriso il suo dono e mi inchinai rispettosamente, ricevendo una risata lusingata come ricompensa. Doveva essere raro ricevere una riverenza, per un venditore di strada, perché molti passanti lì vicino si sporsero per osservarci.

-Grazie mille, non dovevate- lo ringraziai ancora, questa volta chinando semplicemente il capo con rispetto. All’improvviso, sentendo la folla che mormorava alle nostre spalle, mi tornò in mente il motivo della nostra gita -Permettetemi di farvi una domanda: siete a conoscenza delle sparizioni al bordello qui vicino?- domandai con voce gentile.

Al tono smielato che usai per rabbonirlo associai anche uno sguardo supplichevole, congiungendo le mani al petto e implorandolo di rispondermi. 

Se avesse avuto dubbi o rimostranze riguardo all’argomento, ora non avrebbe potuto tirarsi indietro senza scatenare le ire della folla che ci osservava con la coda dell’occhio, incuriosita dalla scena e pronta a chiacchierare aggrappandosi a qualunque cosa le dessimo in pasto.

Non fu necessario nessun trucco per far parlare l’uomo, però. La sua gentilezza superava le mie aspettative, dato che mi rispose senza smettere di sorridere.

-Certo che si, in città non si parla d’altro- ammise con un sospiro, abbassando il volume e sporgendosi per non farsi sentire da estranei -Le guardie dicono sia una cosa normale e che gli uomini siano semplicemente scappati dalle famiglie, ma per me si tratta di un fantasma- ci confidò sussurrando.

Lan XiChen, improvvisamente tornato in se’, a quelle parole si raddrizzò, portando la mano libera dalla mia stretta sulla schiena nella sua tipica posa che gli avevo visto assumere spesso anche nel donghua. Il suo viso serio fu attraversato da un lampo di interesse.

-Cosa ve lo fa pensare?- investigò avvicinandosi ancora di più e prestando attenzione alle parole del mercante.

-Conoscevo due degli scomparsi e so che non avrebbero mai lasciato tutto da un giorno all’altro- ci disse scuotendo le spalle -Non si sono portati via nulla, perché ventitré persone dovrebbero andarsene solo con i vestiti che hanno addosso, vagando senza soldi per chissà dove?- domandò retorico e lasciando una veloce occhiata a destra e a sinistra per essere sicuro nessuna guardia lo stesse ascoltando.

-Avete detto che li conoscevate. Com’erano?- insistetti quando vidi quanto disponibile si stava dimostrando -Vi sono parsi strani gli ultimi giorni prima di sparire? Hanno fatto cose insolite?- cercai di indagare. Non sapevo davvero quali fossero le domande di prassi in questi casi, ma improvvisai come meglio potei.

Ho visto un sacco di polizieschi, sarà lo stesso, no? Mi dissi divertita. 

-Beh, li conoscevo, ma non così bene da vederli ogni giorno- confessò battendosi l’indice sul mento mentre cercava di pensarci sù. Non ricordando granché, piegò le labbra in una smorfia e ci accontentò con un pettegolezzo -Se volete il mio parere poi, non erano chissà che come persone- mormorò sdegnato.

A quell’affermazione, io e Lan Huan ci scambiammo uno sguardo confuso e ci trovammo concordi nel voler approfondire quel commento così sospetto.

-Cosa volete dire?- domandò il cultore, curioso di scoprire il motivo di tanta animosità verso quelli che a detta dell’uomo erano pressoché degli sconosciuti.

-Non dico fossero cattiva gente, ma era più facile trovarli al bordello a bere o cercare compagnia che a casa con le loro famiglie- spiegò il venditore grattandosi la nuca con imbarazzo. Poi sospirò e assunse un’espressione addolorata -Uno di loro era perfino sposato da poco… poverina, quella giovane ora è tutta sola ed è anche incinta- aggiunse lanciato un’occhiata alla bancarella alla sua destra e incrociando lo sguardo con la proprietaria, che annuì mesta davanti a quella sfortuna.

Evidentemente aveva assistito a tutta la conversazione, e il suo assenso mi fu di grande aiuto, dato che confermò le parole del mercante.

Un improvviso dubbio mi colse alla sprovvista, portandomi a domandare all’altra venditrice se avesse anche lei delle informazioni sul caso. Davanti alla sua disponibilità, espressi la domanda che mi tormentava.

-Erano tutti sposati, quelli che sono spariti?- chiesi fingendo stupore, dato che chi era stato rapito era di ritorno dal bordello più grande della cittadina. Non ero davvero sorpresa, ma in fondo loro non potevano sapere che dagli uomini di quell’epoca un po’ me lo aspettavo, data la loro educazione maschilista.

La donna ci rifletté per qualche secondo prima di rispondermi.

-Beh, suppongo di sì… no, aspettate. Uno di loro era molto giovane, doveva essere ancora fidanzato, per quello che ne so- si corresse, confermando comunque i miei timori.

Mi sa che ho una vaga idea di cosa li abbia presi, riflettei in silenzio. Una vendetta, si tratta di questo.

-Può dirci dove vivevano i suoi due conoscenti?- intervenne Lan XiChen con un sorriso smagliante, stringendomi la mano per farmi capire che anche lui aveva avuto la stessa intuizione. 

Dopo che ci ebbe dato le indicazioni richieste, la venditrice venne richiamata da dei clienti che esigevano i suoi servigi, quindi ci salutò e tornò a lavoro. Noi la ringraziammo per il suo tempo e ci rivolgemmo al mercante che ci aveva aiutati. 

-Non sapete quanto ci siete stato d’aiuto, grazie mille- gli dissi con sincera gratitudine. Subito dopo mi venne all’improvviso in mente che c’era, in effetti, qualcosa che poteva sdebitarci: sarebbe bastato frugare nel mio borsello -Ecco… tenete, questo è per ringraziarvi del regalo e delle informazioni- lo esortai ad afferrare il ciondolo che avevo recuperato dai miei effetti personali.

Si trattava di un cordino di cuoio a cui era legato un dente di squalo grande circa come due falangi, bianco come l’avorio e ben lucidato. Non l’avevo pagato molto, ma per loro doveva essere una vera rarità.

-Da che bestia proviene?- mi domandò infatti l’uomo, ammirando da vicino il mio dono con gli occhi scuri che brillavano di interesse.

-É un dente di squalo- gli risposi ovvia, per poi sorridere davanti al suo sguardo a metà fra il confuso e il sorpreso -Si tratta di una creatura marina molto pericolosa- spiegai sentendomi addosso le iridi castane di Lan XiChen.

Il mercante si lasciò scappare un verso di stupore e ripose l’oggetto in un sacchetto di pelle per tenerlo al sicuro e lontano dalla vista dei curiosi che passavano di lì.

-Ne ho sentito parlare! Non credevo si potessero uccidere… siete formidabile, cara cliente- mi lodò mettendosi una mano sul cuore in segno di rispetto -É un tesoro inestimabile, vi ringrazio infinitamente- aggiunse inchinandosi a mezzo busto per porgermi i suoi omaggi.

Ed ora ho un altro amico sparso per il continente, pensai gioiosa, saltellando per la strada.

Ci allontanammo dal mercato, ormai al corrente di ciò che ci serviva per risolvere il caso. Io seguii il cultore che, al corrente di dove si trovavano le abitazioni dei dispersi, si diresse a passo svelto verso la nostra meta.

Lan Huan rimase in silenzio a lungo, ma non me ne preoccupai. D’altro canto, mi stava ancora tenendo la mano nel momento in cui parlò di nuovo.

-Come hai fatto ad uccidere una bestia tanto rara e feroce?- mi interrogò con una punta di ammirazione nella voce. Mi piantò addosso lo sguardo nocciola e si rifiutò di cedere al mio sguardo spaesato.

Quando finalmente capii a cosa si stava riferendo, scoppiai a ridere senza controllo. Tenendomi lo stomaco con la mano libera, gli appoggiai la testa sulla spalla, o per meglio dire sul braccio, dato quanto era alto, e mi lasciai andare all’ilarità.

Alcuni minuti dopo potei finalmente riprendere abbastanza fiato da rispondergli senza singhiozzare.

-Ti svelo un segreto: gli squali perdono periodicamente i denti, dato che ne hanno più file. Non serve ucciderli per averli- gli spiegai con le guance che mi facevano male e le labbra stirate in un ghigno -Quella era una collana che avevo comprato in spiaggia tanto tempo fa, quando c’ero andata con un mio amico- aggiunsi.

La spalla di Lan XiChen sussultò sotto il mio tocco e potei percepire il suo intero corpo irrigidirsi davanti a quella confessione. Con voce d’improvviso grave, si rivolse a me senza pretendere, per una volta, di guardarmi negli occhi.

-Era un ricordo prezioso allora- affermò senza essere attraversato da alcun dubbio -Perché lo hai regalato?- chiese curioso e un po’ amareggiato.

Probabilmente pensava lo avessi fatto a malincuore, magari convinto di non potergli chiedere del denaro con cui ricompensare il mercante. Tenero da parte sua esserne certo, ma inutilmente drammatico.

-Non credo nell’importanza degli oggetti- lo rassicurai aggrappandomi al suo braccio con entrambe le mani e lasciandomi trascinare dal suo passo regolare -Penso che i ricordi di qualcuno vadano conservati nella propria memoria, non solo grazie a delle collane o degli amuleti… capisci ciò che sto cercando di spiegarti o mi sto esprimendo davvero troppo male?- ridacchiai nervosamente.

Forse la mia era stata una spiegazione un po’ sconclusionata, ma non sapevo come altro dire quello che pensavo in quel momento.

Per mia fortuna eravamo giunti a destinazione, dato che la casa che stavamo superando aveva degli addobbi funebri sulle finestre e dei teli bianchi appesi attorno al perimetro esterno. Le abitazioni vicine, poi, avevano degli strani cartoncini rossi su ogni uscio o stipite.

-Eccoci arrivati- esclamai lasciando la presa sul cultore ed avvicinandomi alla struttura per osservarla meglio, in cerca di indizi. 

Alle mie spalle, intanto, l’uomo rispose al mio quesito con tono così basso che non lo sentii. Eppure lo fece lo stesso, forse più per se’ che per me, in effetti.

-Ti capisco invece- mormorò Lan XiChen con un sorriso malinconico, anche se io ero troppo lontana per capire.

 

 

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE
Non so cosa dire, oramai è difficile inventarsi qualcosa da mettere nelle note ad ogni capitolo. La mia vita non è così interessante, non so cosa raccontavi :)
Lo so, lo so, è un finale triste per un aggiornamento che doveva essere romantico e basta, ma mi piace la malinconia, lo sapete meglio di tutti. Deb, non scioglierti per Lan Huan ed il suo rifermento a Jin GuangYao… ti vedo sorridere!
Ricordo a tutti che la time line di Elisa è indietro di un giorno rispetto a Cry, quindi qui Gusu è ancora salva (anche se per poco meno di 24 ore) ._.

Un bacio a tutti, Sarah_lilith

   
 
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