Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Sel Dolce    02/09/2020    1 recensioni
[Merthur | AU | Rating Arancione | Fem!Merlin ]
Dal capitolo nove:
«Merlyn, tu sei la donna più insopportabile che io abbia mai conosciuto.» cominciò, completamente preso dall’improvvisazione, non aveva pensato a prepararsi un discorso «La prima volta che ci siamo conosciuti ti ho quasi tagliato la gola e tu non hai battuto ciglio. In quel momento ho capito che eri speciale – per non dire strana – ed ho iniziato ad osservarti.» stava andando decisamente male, qualcuno doveva sfondare la sua porta e tappargli la bocca in quel preciso istante «Non capivo cosa tutti ci trovassero in te, chiunque passasse sul tuo cammino si innamorava come il più sciocco degli uomini.» veramente, Arthur pregò che Gwaine entrasse e lo stordisse, quel discorso faceva schifo.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hunith, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo uno

 

 

Merlyn non era mai arrivata al cospetto del Re, appena entrati nella città era stata portata in un enorme edificio che a primo impatto non era riuscita ad identificare considerando che non era mai stata in una grande città, non aveva mai messo piede fuori da Ealdor.

Aveva camminato per sette lunghi giorni, i piedi le chiedevano pietà come mai prima in vita sua. Non avevano fatto molte pause lungo il cammino e nessuno dei cavalieri le avevano mai rivolto la parola. Non che lei non avesse fatto domande, era nella sua natura fare domande, aveva una curiosità immensa riguardo il mondo e viaggiando per la prima volta aveva incontrato più animali che non aveva mai visto in vita sua.

La portarono in una piccola stanza sudicia, c’era una donna all’interno e la guardò da testa a piedi «Non sai proprio tenerti le mani per te, Urian.» disse la donna guardandolo truce.

«Non è quello che pensi, l’ho solo colpita in viso.» disse il cavaliere scrollando le spalle incurante. Trovava la ragazza carina, aveva lunghi capelli neri, occhi azzurri quanto l’acqua si un lago in una giornata calda e la pelle bianca quanto la neve, ma sapeva che doveva portarla come medico, non come una concubina.

«Bene, mi sarebbe dispiaciuto mandarla con le altre.» asserì la donna prima di fare segno con le mani di andarsene. Il cavaliere si inchinò leggermente e uscì chiudendosi la porta alle spalle, lasciando Merlyn sola con la donna dai capelli biondi.

«Spogliati e infilati nella vasca da bagno.» le ordinò andando verso l’armadio e Merlyn aggrottò la fronte.

«Cos’è una vasca da bagno?» domandò senza utilizzare alcun titolo, ma la donna non sembrò curarsene.

«Quella.» indicò una grande tinozza di legno piena di acqua leggermente fumante, Merlyn vedendola aveva creduto fosse per il bucato. Ad Ealdor si lavavano con una pezza di stoffa e dell’acqua in un piccolo secchio, non aveva mai immaginato una cosa del genere.

Titubante si spogliò e si immerse nell’acqua piacevolmente calda, improvvisamente la stanchezza del viaggio sembrò scomparire e si concesse di chiudere gli occhi.

«Perché il Re ha mandato fino ad Ealdor per un medico?» domandò sentendo che la donna sarebbe stata più collaborativa dei cavalieri.

«L’ho suggerito io.» rispose la donna mentre tirava fuori dei vestiti dall’armadio «Ricordavo ci vivesse la sorella di un mio vecchio amico, ma hanno portato te.» borbottò più a sé stessa che alla fanciulla «Non temere, ora, non succederà nulla di grave.» aggiunse sorridendole per la prima volta.

Merlyn non era sicura di potersi sentire rassicurata, non aveva ancora ben capito cosa ci facesse in quel posto.

La donna iniziò a lavarle la schiena «Re Cenred ha costruito un’arena, ha sentito di una Regno al di fuori di Albion, a Sud, dove ci sono uomini che combattono tra di loro per intrattenere i nobili.» iniziò a spiegare «Una pratica antica che non viene più messa in pratica, io personalmente la reputo estremamente barbarica, ma non posso certo contraddire il Re.» sbuffò una risata e passò a pulire i lunghi capelli della giovane fanciulla, non sapeva bene il perché ma le ricordava qualcuno «Comunque, ha costruito un’arena, i prigionieri di guerra sono stati trasformati in gladiatori – gli uomini che combattono – e ovviamente avevamo bisogno di un medico per i feriti.» spiegò brevemente dandole finalmente la risposta che stava cercando fin da quando era partita.

«Oh.» disse confusa la maga, non voleva far parte di quel gioco del Re, curare persone che combattevano per la loro sopravvivenza per l’intrattenimento dei nobili. Aveva sempre sognato di aiutare gli altri, ma a Camelot, la città di cui sentiva sempre storie straordinarie da sua madre. Almeno le piaceva per come le era stata raccontata, sapeva che adesso le cose erano molto diverse, lei per prima rischiava di essere uccisa a causa della sua magia se solo avesse messo piede nella città, ma cos’è la vita senza un po’ di rischi?

La donna l’aiutò ad uscire dalla vasca e la fece asciugare con un panno morbido, successivamente la vestì in un abito semplice, blu con rifiniture argentee, le pettinò i capelli e fermò quelli ai lati con delle graziose spille. Merlyn era così stanca che si lasciò manovrare dalla donna, cullandosi dalle piacevoli sensazioni che stava provando, ma quando sentì un collare venirle agganciato sul collo si ridestò di scatto e osservo con orrore la sua figura nello specchio.

La donna le aveva appena messo un collare che sembrava essere d’oro «Cosa state facendo, levatemelo.» pretese guardandola dritto negli occhi.

«Non posso.» rispose la bionda aggiungendo una collana con una piccola pietra bianca. La stava vestendo come una nobile, ma Merlyn sentiva la sua magia formicolare, sembrava dirle di scappare prima che fosse troppo tardi.

«Senti, qua funziona in questo modo: chiunque lavori nell’arena è uno schiavo, ma ci sono tre tipi. Chi ha un collare d’oro ha più libertà, delle stanze private ed è soggetto ad una parziale protezione da parte del Re. Poi ci sono i gladiatori, loro hanno collari d’argento, dormono nelle camerate sotto l’arena. Infine, le donne con i collari di bronzo sono delle semplici schiave che servono anche da ricompensa per i gladiatori.» spiegò afferrandole il polso, obbligandola a guardarla «Io sono la tua Protettrice, ti è chiaro?» domandò con sguardo duro.

«Come posso riacquistare la mia libertà?» chiese la maga sentendosi un nodo alla gola, si ringraziò mentalmente per non aver permesso alla madre di andare. Poteva solo immaginare che non avrebbero trattato con la stessa cura una signora più anziana.

«Tu non puoi, mia cara.» disse la donna sedendosi su una lussuosa sedia ricoperta di velluto «Ma i gladiatori possono, devono solamente vincere gli incontri. Ogni incontro vinto Re Cenred segnerà sotto il nome del gladiatore il suo sigillo e quando riterrà che ve ne sono abbastanza l’uomo potrà andarsene come uomo libero.» la donna afferrò una mela dalla grande cesta di frutta fresca che vi era sul tavolo «Ma a te conviene rimanere qui, fanciulla, sarai trattata come una nobile fino a quando lo deciderò io. Ora dimmi il tuo nome.».

«Merlyn.» disse la fanciulla sentendosi a disagio, domandandosi cosa sarebbe potuto succedere se avesse provato a scappare. Sapevano dove abitava, non ci avrebbero messo molto a trovarla e se fosse scappata in un altro Regno avrebbero preso sicuramente sua madre. Non le importava essere trattata come una nobile, preferiva di gran lunga tornare nella sua semplice vita da campagna, raccogliere la legna con Will e mangiare avena con la madre alla fine del giorno. Poi c’era Camelot, suo zio Gaius la stava ormai aspettando da tempo, fin da quando sua madre anni prima era andata da lui in cerca di aiuto per capire come controllare i suoi poteri magici.

«Bene, Merlyn, non avere paura.» disse la donna versando del tea in due piccole tazze «Dovrai semplicemente lavorare, come una qualsiasi persona, l’unica differenza è che non potrai mai uscire dalla città.» aggiunse invitandola a sedersi davanti a lei con un cenno della testa.

La maga si sedé tenendo la schiena dritta, sentiva le dita formicolare, voleva solamente fuggire da quel posto e non farne mai più ritorno «Io… io dovevo andare a Camelot.» disse prendendo la tazza tra le mani, sentendone il piacevole torpore «Vede, mio zio Gaius…» la donna fece cadere la tazza a terra, facendo schizzare il tea bollente sulle povere gambe della ragazza, la quale non emise nemmeno un suono di dolore.

«Tu sei la figlia di Hunith?» domandò alzandosi in piedi, le mani ancora morbide nonostante l’età le presero il viso e Merlyn notò immediatamente l’espressione della donna addolcirsi ulteriormente.

«Sì, lei conosce mia madre?» chiese dubbiosa, sua madre non le aveva mai raccontato di amicizie al di fuori di Ealdor, non aveva potuto viaggiare molto, non quando era rimasta incita in giovane età di lei.

La donna annuì «Certo, cara, ma diciamo che era una conoscenza acquisita. Frequentavo più che altro tuo zio Gaius.» rivelò arrossendo timidamente e Merlyn rimase scandalizzata, non credeva che suo zio avesse mai avuto un interesse amoroso in vita sua.

La giovane si schiarì la gola a disagio «Quindi lei ha chiesto di mia madre per renderla una prigioniera, non credo che lo zio Gaius ne sarebbe stato molto felice.» disse in tono provocante, cercando di farla sentire in colpa e magari darle una via d’uscita da quell’incubo.

«Non è come pensi, Merlyn, volevo solo salvarla da quella povera vita che faceva, ma non sapevo si fosse sposata.» rispose la donna tornando a sedersi sulla sua sedia, il tea per terra completamente dimenticato.

La maga rimase in silenzio, non voleva certo dire a quella donna che in realtà lei era nata fuori dal matrimonio, i figli bastardi non erano mai apprezzati, né in un piccolo villaggio né in una grande città.

La donna sembrò cogliere il suo imbarazzo e decise che era arrivato il momento di lasciarla sola ad assimilare i cambiamenti della sua vita «Bene, queste sono le tue stanze private, domani mattina ti accompagnerò dai gladiatori. Dormi bene Merlyn.» le augurò avviandosi alla porta.

«Aspetti!» la chiamò la ragazza alzandosi a sua volta «Come vi chiamate?» domandò.

«Io sono Alice.».

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Sel Dolce