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Autore: NargilliRosa    04/09/2020    2 recensioni
What if? comedy musical durante il IV anno (alternativo)
“È un incarico molto delicato e importante. Chi di voi se la sente?”
“Ehm, ehm”.
Il Ministro della Magia sorrise. Sì, Dolores Umbridge era proprio la persona adatta per ricoprire quel ruolo.

[Dolastor, Druna, Nensy, accenni Piton/Minerva]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Luna, Minerva/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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All'improvviso nella Sala si distinsero immediatamente gli attori del musical: erano quelli che si erano alzati in piedi e avevano presto iniziato a intonare, uno alla volta e ognuno da parti diverse, la canzone “One day more”. Il punto più alto fu immancabilmente quando Draco Malfoy abbandonò la sua accompagnatrice per correre a perdifiato in direzione di Neville Paciock e salire sul tavolo delle bevande dove quest’ultimo era già salito – qualche brocca di succo di zucca cadde rovinosamente a terra – e cantare “Il mio posto è qui, combatterò con te!”.

La Sala scoppiò a rumoreggiare immediatamente. Quella scena di così grande intesa tra un Serpeverde e un Grifondoro (tra un Malfoy e un Paciock) bastava da sola a rendere conto della potenza del musical, tanto che perfino Albus Silente si ritrovò ad applaudire con entusiasmo.

“Ero molto scettico, Minerva. Ma Madame Umbridge sta proprio combinando un piccolo miracolo, devo ammetterlo. Tu cosa dici?”

Al suo fianco, la vicepreside si limitò a scuotere la testa. “Dico che è ora che mi ritiri, Albus. Ho visto abbastanza insensatezza per una serata sola”.

“Ti seguo, Minerva” aggiunse subito Severus, mentre ancora fissava con un sopracciglio pericolosamente alzato Paciock e Malfoy mezzi abbracciati.

“Oh. Andate a ballare in privato, amici miei?”

La domanda di Silente colse per un attimo di sorpresa la coppia, ma come sempre l’abile pozionista fu rapido a ricomporsi – anche se non nel modo che il preside aveva ipotizzato.

“Anche se fosse, questo costituirebbe forse un problema?”

Albus accennò un sorriso mentre un luccichio divertito attraversava il suo sguardo.

Erano anni che cercava di far avvicinare i due e, sebbene non avesse immaginato di vederli vicini in quel modo, la cosa non gli dispiaceva affatto. Quello forse era un altro miracolo collaterale della Umbridge, dopotutto.

Minerva tossicchiò vagamente imbarazzata, ma Albus non aggiunse altro e lei se ne andò insieme a Severus. Uscirono sulle note finali di One day more.

Mentre la musica, lentamente, si spegneva, gli studenti estranei al musical si guardarono. Lo spettacolo appena avvenuto li aveva lasciati a bocca aperta: nessuno di loro aveva immaginato nulla del genere. Qualcuno iniziò a rimpiangere seriamente d’aver sottovalutato il corso di teatro, qualcun altro si ripromise di impegnarsi sul serio da quel momento nella memorizzazione delle varie teorie analizzate a lezione – se i risultati erano quelli, poteva valerne la pena!

L’attenzione maggiore era stata naturalmente calamitata dai protagonisti, in particolare – nonostante la bravura e il carisma dimostrati dagli interpreti di Valjean e Javert – dai ribelli, grazie anche allo stupore suscitato dal vedere Neville Paciock e Draco Malfoy apparentemente tanto vicini. Accanto a loro avevano attirato più di uno sguardo anche un personaggio minore, Gavroche, e il suo accompagnatore.

Quest’ultimo non era realmente parte del cast, ma nessuno avrebbe potuto notarlo: quando le prime note avevano risuonato nell’aria, pur ignaro del programma, si era subito unito al canto con naturalezza – la sconfitta bruciava, ma la passione per il canto rimaneva. In realtà, considerò spiando verso la sua partner per il ballo, non gli era neanche andata male – affatto.

 

“Senti un po', Weasley, tu con chi ci vai al ballo invece?”

Ginny alzò un sopracciglio. “Con nessuno, perché?”

“Vienici con me”.

Lo squadrò con curiosità. “Non sei riuscito a invitare Luna, quindi ripieghi sulla prima che capita?”

“Non sei la prima che capita” ribatté Rolf, serio. “Ma se non vuoi...”

“E va bene” rispose Ginny, senza pensare – d'altra parte Harry non l'avrebbe mai invitata. “Per stavolta verrò con te.”

 

Se l’accompagnatore di Ginny aveva preso la non partecipazione al musical con relativa filosofia, così non poteva dirsi per suo fratello. Seduto in disparte con le braccia conserte e un'espressione imbronciata, non faceva altro che lamentarsi della sua sfortuna e giudicare scadenti le interpretazioni di tutti – Rolf in primis per qualche motivo catalizzava tutta la sua frustrazione.

“Adesso prendono anche i Signori Nessuno, e io no! Miseriaccia, e io no!”

Calì – che aveva avuto la disgrazia di accettare il suo poco galante invito all’ultimo momento – sbuffò e fece roteare gli occhi al cielo, palesemente seccata.

“Ron, dovresti proprio smetterla... È solo uno stupido musical, in fondo, te ne dimenticherai presto”.

“Dimenticarmene?” le fece eco lui con un moto di rabbia, “ma io non me ne scordo proprio, mai dimenticherò questa sconfitta... Anzi, sai che ti dico, se mai avrò un figlio lo chiamerò Hugo!”

“Hugo... E allora?”

“Non Hugo, Hugo con l’accento, alla francese. Così ricorderò per sempre lo smacco che ho subito e... Calì, dove stai andando, Calì?”

La ragazza si era infatti alzata, gettandosi tra le braccia di un Serpeverde non meglio identificato che si fermò ad invitarla per un giro di danza. Ron stava quasi per imprecare nuovamente contro i Signori Nessuno che riuscivano a essere più protagonisti di lui, quando la sua attenzione fu attirata da qualcos’altro: a pochi passi da lui, a volteggiare in pista e ridacchiare affiatati, c’erano la sua amica Hermione e Blaise Zabini. Alzarsi in piedi fu una reazione immediata, così come dirigersi verso di loro con aria indispettita.

“Hermione, non sapevo fossi venuta al ballo con lui! Che fai, fraternizzi con il nemico?”

La ragazza apparve confusa per un attimo, poi accennò un sorriso incredulo. “Il nemico, Ron? Solo perché non partecipa al musical... Allora anche tu sei un nemico, che significa?”

Di fronte a quella risposta, lui sgranò gli occhi e poi batté in ritirata, troppo sconvolto per replicare. Ora l’unica differenza che esisteva a Hogwarts era tra gli attori e gli esclusi; il musical era riuscito perfino a cancellare le differenze tra case, tra Grifondoro e Serpeverde addirittura: lo aveva visto con Draco e Neville poco prima, lo vedeva con Hermione e Zabini adesso. Miseriaccia, tutto era definitivamente perduto!

Era così preso da simili pensieri funesti che non si accorse di un altro distratto; si scontrarono.

“Ron!”

“Harry, ma che…”

“Sono felice di vederti, Ron! Non sei ancora arrabbiato, vero?”

Avrebbe voluto dire di sì, ma vedere Harry lì, solo come lui e quasi disperato, glielo impedì. In fondo gli doveva anche l’essere riuscito a invitare Calì, sebbene ormai lei l’avesse abbandonato.

“Diciamo di no. Perché non sei con Lavanda?”

“Voleva ballare, ci siamo lasciati quasi subito” spiegò rapido Harry, omettendo il fatto che a convincere la ragazza ad andarsene fosse stata la sua ammissione su quanto poco gli piacesse recitare nel musical. Lavanda si era offesa, gridandogli in faccia che molte persone escluse avrebbero voluto essere al suo posto, e se n’era andata verso un gruppetto di Corvonero.

Ron si impietosì un pochino. “Hai visto Hermione?” domandò, assumendo un tono cospiratorio. “Il musical le ha dato totalmente alla testa, dovevi vederla mentre volteggiava con Zabini!”

Harry annuì in silenzio, non osando contraddire l’amico finalmente ritrovato.

 

Luna sorrideva. “È stato molto divertente, Draco!”

“Certo” rispose lui, sprecando meno fiato possibile. Si rifiutava di ammetterlo, ma era stanchissimo. Aveva dato il suo massimo durante l’esibizione, si era davvero superato, ma ora ne pagava le conseguenze.

“Tu e Neville siete stati bravissimi”.

Sì, immaginava che fosse vero dopo tutto: Paciock non era stato male. Non al suo livello, certo, ma neanche troppo più in basso. “È molto migliorato dall’inizio delle prove” si lasciò sfuggire. Si chiese cosa avrebbe pensato suo padre vedendoli così affiatati, ma accartocciò il pensiero dicendosi che almeno Paciock era Purosangue; in più suo padre era in grado di apprezzare l’essenza del teatro, ne era certo.

“Il professor Moody sembrava amareggiato, invece” mormorò ancora Luna, fermandosi. Erano davanti alle scale per la Torre di Corvonero. “Grazie per la serata, Draco” disse, suggellando il ringraziamento con un bacio sulla guancia come aveva visto fare a molte altre ragazze quella sera.

Draco controllò la sorpresa, ma quel gesto era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato. “Sì, uhm, buonanotte, Lovegood”.

“Dovresti chiamarmi Luna” replicò lei con un ultimo cenno di saluto prima di voltargli le spalle e saltellare su per le scale.

   
 
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