Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: Miss_Fantasy    05/09/2020    1 recensioni
Solo un sogno.... che non realizzerò mai o forse sì.....
Un ragazzo disabile. Un sogno. Un incontro. Tanti casini.
(Questa storia è collegata a "Tutta colpa di Kurama!!!!" ma se si vuole si può anche leggerla singolarmente)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sono sdraiato sul mio letto a rigirarmi tra le dita il biglietto da visita di Hanji Zoe; deve lavorare per una grossa agenzia visto che il biglietto è molto pregiato. Sono passati diversi giorni dal concerto e non ho ancora avuto la forza di chiamarla, quindi non so il perché io mi stia rigirando il biglietto fra le dita un’ennesima volta. Sento il mio telefono squillare e vedo un numero sconosciuto. Decido di non rispondere, ma dopo la seconda volta che chiama, provo a rispondere… anche se non ne sono molto convinto.

-Pronto…- rispondo titubante: non so perché, ma ogni tanto mi sale il panico quando devo parlare con degli estranei.

-Ciao!!!- Mi sento gridare nell’orecchio da una voce a me familiare, ma la voce non mi lascia neanche il tempo di rispondere che comincia a parlare senza sosta.

-Eren, sono Hanji Zoe!! Ti ricordi di me?! Ci siamo visti al concerto! Comunque, perché non hai chiamato? Ah sì, il tuo numero me l’ha dato un tuo amico. Domani sei libero? Ho organizzato una cena con tutto lo staff principale, alle 20:00. Ti vengo a prendere io se mi dai il tuo indirizzo. Tranquillo, sarà una serata fra amici e vedrai che piacerai come sei piaciuto a me. Pago io la cena, quindi porta solo i documenti…- continua Hanji mentre cerco di star dietro a ciò che dice. -Ehi, Eren! Devo andare… Abbiamo il servizio fotografico di gruppo, che due… Il nanerottolo è scontroso come pochi, okay lui è sempre scontroso, ma in questi giorni più del solito. Uffa!!! Devo andare. Ti racconterò tutto domani e ricorda di scrivermi l’indirizzo. Ciao!- fa, prima di riattaccare. 

Poi rimango con il telefono in mano a cercare di capire cosa è appena successo. E io che pensavo che Naruto parlasse tanto…

Per fortuna che questo sabato non ho impegni. Mi segno il giorno sul calendario, scrivo l´indirizzo completo a Hanji e mi salvo il suo numero. Dopo sento la voce di Sophie Hatter che mi informa che cucina lei oggi, perciò scendo dal letto per raggiungerla. Ma appena mi vede, sorride felice. 

Sophie ha i capelli rossi-dorati e gli occhi blu-verdi, ed è piuttosto carina, anche se non si percepisce come tale: ha i capelli lunghi che di solito acconcia in una lunga treccia e, nonostante abbia un bel fisico, tende a nasconderlo sotto un vestito grigio che, secondo me, la ingrassa troppo, ma lei non vuole sentire ragioni. 

-Julie ha detto che rimane di più in biblioteca- mi dice la ragazza mentre mette via la spesa e io cerco di aiutare come posso.

-Non mi aspettavo niente di diverso da lei, visto che è un topo da biblioteca. Com’è andata oggi?- le chiedo, perché so del grosso ordine che ha ricevuto Hashirama.

-Stressante… ma tu come lo sai?- mi chiede allarmata, e in tutta risposta sorrido piano; non è una cosa che faccio molto spesso, anzi, quasi mai.

-Qualche volta, il fatto che Naruto non stia mai zitto e che parli un po’ senza pensare, serve. Tranquilla, non dirò niente a nessuno- spiego.

Lei si mette a ridere di gusto, per poi iniziare a cucinare. Nel mentre faccio partire un po’ di musica come sotto fondo, così parliamo un po’ del più e del meno. Dopodiché mangiamo e decidiamo di vedere un film insieme. Quando finisce, sono le 22:00 e io decido di andare a letto, mentre lei di aspettare sveglia Julie.

-‘Notte- mi dice. 

Subito dopo mi fermo sull’uscio della porta senza girarmi. -‘Notte. Domani mi hanno invitato a cenare fuori- la informo.

Sophie, semplicemente, annuisce; sa che se mi fosse servito un passaggio glielo avrei già chiesto. Arrivato in camera, mi metto a fare le ultime rifiniture alla camicia che mi sono cucito, ma dopo poco capisco che non riesco neanche a tenere gli occhi aperti… figurarsi cucire. Velocemente, mando un messaggio di buonanotte al gruppo Whatsapp dei miei amici, e poi metto in carica il telefono, che spengo subito dopo. 

Il sabato mattina lo passo cucendo la camicia e disegnando, invece sia Julie che Sophie sono uscite da poco per passare un pomeriggio insieme. Dopo un po’ di tempo, sto decidendo cosa prepararmi per pranzo, ma appena apro il frigorifero vedo un sacchetto del McDonald posato sopra il tavolo con su un post-it.
 

Non bere troppo velocemente che se no ti si ghiaccia il cervello.

S&J
 

Semplicemente, sorrisi e presi la busta per mettere tutto sul tavolo; era ancora tutto caldo - segno che è stato preso da poco. È da una vita che non mangio un cheeseburger, anche se è il mio cibo preferito. Ma devo fare attenzione a non mangiare troppo cibo spazzatura, perché non fa bene alla mia salute in quanto disabile. Mangio tranquillamente, chattando con Naruto che mi ha raccontato che si trova fuori con il nostro nuovo compagno di classe per fare un regalo. In quel momento, mi arriva un messaggio da Hanji su Whatsapp.

Da Hanji [14:43]

Eren, verrò lì per le 18 se per te va bene, perché devo compagnare una persona nei pressi. Non ti dispiace se viene anche Mike Zacharias?

 

Me [14:50]

Certamente. 


Non è che mi fidi molto, ma continuano a dire che mi dovrei fidare un po’ di più delle persone. In genere qualche provvedimento lo prendo, giusto per sicurezza; come si dice: “Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”.

Finisco il pranzo con tranquillità, mi sento un po’ in colpa per non aver detto niente a Naruto, ma preferisco così… Mi sento sempre un peso quando esco con loro, perché devono rinunciare a fare determinate cose. Solo perché i posti non sono attrezzati per una carrozzina e non vogliono lasciarmi da solo a far da appendino umano. Loro continuano a dire che va bene così, ma mi sento sempre un peso indipendentemente da tutto e vorrei essere diverso…

Butto via le scatole che contenevano il cibo, e poi decido di finire Titanic visto che non ho niente di particolare da fare, a parte messaggiare con il nostro gruppo. Resto a guardare come si svolge la conversazione visto che si sta parlando dei No Name e io rimango muto perché non so cosa dire.

Dopo un po’ sento gli occhi pesanti e mi addormento sul divano, ma vengo svegliato dal campanello di casa. Ancora mezzo addormentato, vado a rispondere al citofono.

-Chi è…- dico con la voce mezza impastata dal sonno.

-Eren! Siamo noi!- mi risponde la voce squillante di Hanji e io mi paralizzo su posto. Scheiße! Sono già qua e io non sono ancora pronto!!! Penseranno che sono un irresponsabile… okay, Eren fai un bel respiro e un bel sorriso. Mi do due schiaffi sulla faccia per darmi una svegliata veloce e apro.

-Il numero della casa è 835. Primo piano- dico mentre vado a mettere su del caffè. Sento bussare, ma sto trafficando con la macchinetta del caffè e quindi decido di fare una cosa che normalmente non farei: urlo di entrare dalla cucina. Sento i loro passi e poco dopo mi sento abbracciare, mi irrigidisco.

-Eren!!! Che bello vederti!! Sono così felice che tu abbia deciso di venire questa sera!!- mi grida in un orecchio Hanij.

-Han, lo stai soffocando a quel povero ragazzo. Sono Mike Zacharias, piacere di fare la tua conoscenza- fa una voce forte con un inchino. 

-Eren Jaeger, piacere, e fate pure come se foste a casa vostra.- Faccio solo un cenno con la testa perché sono bloccato dalle braccia di Hanij.

-Grazie, e ci dispiace di essere venuti così presto- si scusa Mike mentre assume una faccia dispiaciuta.

Mike è un uomo molto alto e con una corporatura parecchio robusta. Ha i capelli biondi, con un taglio militare, che gli cadono sulla fronte e tende a spostarli ai lati del viso. Porta un sottile pizzo sul mento con un paio di baffi e delle basette molto marcate. È vestito in un completo nero, così come la persona che lo accompagna.

Il biondo prende Hanij di peso per farla sedere su una sedia della cucina, per poi girarsi verso di me e porgermi una busta con il nome STOHRER.

-Spero ti piacciano i dolci francesi. Non sapevamo quali dolci ti piacessero, perciò abbiamo preso un po’ di tutto e spero che ti piaccia lo Champagne Rare Millésime 2006- mi fa.

Per tutto il tempo lo guardo a bocca aperta: il massimo del lusso che ho mangiato è stato una pizza in centro. Vorrei rifiutare, ma sarebbe scortese e così lo ringrazio di cuore. Poi parliamo per un po’ davanti al del caffè. Mi ricordo che non mi sono ancora vestito e chiedo se mi posso cambiare.

Mi vesto con pantaloni marroni, una maglietta verde con il colletto a stringa e al collo la chiave di mio padre. Torno di là tutto di fretta e decidiamo di dirigerci verso il ristorante, ma non prima di aver preso il mio inseparabile blocco da disegno. Mentre usciamo dal portone principale, sento Hanji che si lamenta.

-Uff!! il nanerottolo doveva proprio darci buca stasera?- fa mentre digita con foga sulla tastiera del cellulare di ultimo modello che avevano sponsorizzato i No Name. A scuola non si era parlato di altro per mesi, però non ho capito molto e forse l’unica cosa che ho recepito è che sono personalizzati con i loghi dei diversi componenti della band, ma non è che mi sono interessato più di tanto alla cosa.

-Aveva detto che oggi si sarebbe traferito dall’appartamento e lo sai meglio di me com’è fatto- gli risponde l’uomo mentre mi tiene aperta la porta.

-Sì, lo so- gli risponde mentre scorgo una Peugeot 208 GTi rossa parcheggiata poco distante. Dopo aver messo su la carrozzina nella macchina, partiamo in direzione del ristorante.

-Dov’è che stiamo andando esattamente?- chiedo titubante mentre continuo a guardare fisso davanti a me, visto che soffro di mal di macchina e ho finito le gomme da masticare alla menta.

-Andiamo al Yakiniku Kyoshotei Ginza- mi risponde Mike.

Annuisco soltanto, per poi guardare fuori dalla finestra e sentire il vomito salirmi, ma cerco di non farlo notare. Nel mentre chiacchieriamo del più e del meno.

-Eren, puoi darci una mano con le bende?- mi chiedono i due, mentre mi porgono due sacchetti con su le inziali di H e M e ci spostiamo sui sedili posteriori.

-A cosa vi servono le bende?- chiedo loro, tirando fuori le bende dal sacchetto H.

-Con cosa pensi che teniamo la nostra identità segreta?- mi spiega Hanji, dandomi le spalle. Quindi comincio a bendarle gli occhi abbastanza perplesso. Però, in una piccola parte del mio cervello, sono scattati diversi campanelli d’allarme, un dubbio si sta insinuando nella mia testa.

-Avete detto che è il vostro staff, allora perché non vi possono vedere in faccia?- chiedo a i due mentre finisco di bendare Han.

-Il nostro cantante vuole così e a noi sta bene. Non è facile essere i cantanti più famosi al mondo. Lui è un tipo molto riservato e vorrebbe avere una vita privata staccata dal lavoro- mi risponde Mike mentre prende il posto di Hanij.

-Voi siete del gruppo dei No Name?- chiedo titubante mentre comincio ad avvolgere gli occhi del biondo e il mio cuore comincia a palpitare forte. Non so perché, ma ho paura che la risposta sia positiva. Sento Han che ride di gusto alla mia domanda.

-Non lo avevi ancora capito?!- mi chiede con un sorriso e io faccio cenno di no con la testa. Quindi vuol dire che la mia intuizione era corretta! Vuol dire che io so il vero nome e volto dei vari componenti dei No Name!!

-Sinceramente, non sono un vostro fan. Ho ascoltato qualche canzone, ma niente di più e, ad essere sincero, non avevo mai visto una vostra foto prima di incontrarvi- spiego loro mentre finisco di bendare M.

-Questo spiega un sacco di cose. Quando siamo lì chiamaci H e M- fa Hanij.

Annuisco, prima di scendere dalla macchina e con la carrozzina ci dirigiamo al ristorante con l’insegna che indica  la scritta “chiuso”. Mentre io guardo perplesso l’insegna, i due mi spiegano che quando fanno questi incontri preferiscono avere tutto il locale per sé. Al posto di entrare dall’entrata principale, preferiscono entrare dall’entrata secondaria per motivi di sicurezza, ma soprattutto per non venire assaliti dai fan. Purtroppo la carrozzina non ci passa. Sto per proporre che posso tornare a casa con il taxi, ma non faccio in tempo a finire la frase che sento Mike che mi prende in braccio mentre Hanij prende la carrozzina. Dopo cinque minuti, sono seduto su una sedia e vedo il proprietario del ristorante che sta parlando con i due artisti ogni tre per due, come per chiedere perdono. Sicuramente un po’ lo capisco; basta una parola negativa da parte loro…

Solo ora mi accorgo che ci sono una trentina o cinquantina di persone sedute ai tavoli che stanno guardando la scena e bisbigliano fra di loro. Vorrei solo sprofondare nelle viscere della terra dalla vergogna. 

-Piacere, io sono Historia Reiss mentre lei è Petra Ral. Entrambe ci occupiamo degli effetti speciali del concerto- si presenta una ragazza bionda, che poi indica l’altra.

Historia è una ragazza graziosa, la più bassa delle due. Ha dei lunghi capelli biondi e dei grandi occhi azzurri. È molto carina e questo unito alla sua estrema gentilezza; inoltre, è anche vestita in un abito lungo bianco con dei fiori.

Petra è una ragazza giovane e piuttosto bassa, con i capelli biondi e gli occhi dorati. Indossa una camicia con bottoni di colore bianco e una gonna nera corta, ma non troppo.

-Piacere, Eren Jaeger- mi presento a mia volta e incomincio a sentirmi a mio agio. Parliamo un po’, mentre aspettiamo che raggiungano un accordo. Finalmente sono arrivati tutti e ci sediamo per ordinare da mangiare, ma purtroppo vengo diviso dalle uniche persone che conosco e vengo messo in mezzo a due ragazzi.

-Ciao!! Io sono Isabel Magnolia, ma puoi chiamarmi Isa!!- si presenta la ragazza alla mia sinistra praticamente saltellando sul posto. Involontariamente, mi viene da sorridere perché mi ricorda Naruto.

-Io sono Furlan Church, piacere- si presenta il ragazzo biondo alla mia destra, per poi riprendere Isa perché si sta abbuffando. 

Furlan è un ragazzo di giovane aspetto, con gli occhi leggermente azzurri e i capelli biondo scuro che cadono nel mezzo della fronte, porta sempre una camicia bianca con maniche lunghe e un giubbotto azzurro sopra di essa.

Isabel è una ragazza giovane, con occhi verdi e con i capelli rosso scuro legati in due trecce dietro la testa. Veste una camicia arancione con le maniche rimboccate, pantaloni marroni e degli stivaletti. Inoltre, tiene al collo un anello legato con una collana, che porta sempre con sé. 

Dopo le presentazioni, ci mettiamo a chiacchierare e il tempo passa velocemente in compagnia dei due, tanto che ci scambiamo per fino i numeri di telefono con la promessa di vederci per un gelato. Faccio vedere loro i miei disegni e rimangono molto colpiti dai vestiti, soprattutto quelli per i No Name. Dopo un po’, sentiamo urlare, e vedo una donna bellissima dai capelli rosso fuoco discutere con H e M.

-Mi rifiuto di lavorare con un ragazzino!!!- urla lei, alzandosi di scatto e facendo voltare tutti i presenti.

-Allora chiederemo a L cosa ne pensa, ti sta bene?- gli chiede un tipo biondo con molta calma, come se non fosse che una ragazza stesse urlando all’interno di un ristorante.

-Va bene, Erwin!- gli risponde in modo altezzoso la ragazza, così l’uomo prende il telefono e compone un numero. 

-La ragazza si chiama Jassica ed è la stilista principale del gruppo e da quello che mi hai detto tu, dovresti lavorare con lei. È innamorata di L praticamente da sempre. Lei pensa che nessuno lo sappia, ma in realtà lo sanno tutti; anche L. Erwin Smith invece è  il manager del gruppo- mi spiega Furlan mentre Isabel digita velocemente sulla tastiera del cellulare.

-Ah, qui qualunque decisione deve passare per L, se la approva allora si fa. Altrimenti, no- mi spiega Isa mentre mette via il telefono soddisfatta. Dopo poco sento Jassica che cammina a passo felpato verso la porta e prende la sua giacca, per poi uscire dal locale arrabbiata.

-Eren, benvenuto nel nostro team!- fa Erwin sorridendo.

Tutti mi fanno le congratulazioni, ma ancora non capisco cosa stia succedendo. Il resto della serata procede tutto tranquillo fino alle 23, quando tutti cominciano a lasciare il locale. Io e gli altri ci salutiamo, poi i due artisti mi riportano a casa con Hanij che si lamenta che con le bende non vede quasi niente. Mi portano in casa e li ringrazio per la serata.

Dopo venti minuti suonano al capannello e perplesso vado ad aprire perché non aspettavo nessuno - ma soprattutto, chi viene a quest’ora? Sophie e Julie non possono essere, perché hanno le chiavi, e nel caso se le fossero dimenticate, mi avrebbero scritto un messaggio. Neppure i miei amici possono essere, perché molti di loro già dormono. Poi loro sanno che io vado a letto presto e non ho detto a nessuno che sarei uscito stasera.

 -Sì, sto arrivando!- dico mentre mi affretto ad aprire la porta, cercando di sorridere; quello che mi si palesa davanti mi lascia senza parole.

È un uomo basso ma molto muscoloso, penso che non abbia più che venticinque anni. I suoi capelli sono neri e ricordano vagamente un taglio militare per via della rasatura nella parte posteriore della testa, sul capo invece li tiene abbastanza lunghi, tanto da sfiorare la punta delle orecchie. Il colore degli occhi tende al blu opaco. Porta una maglietta a tre quarti di colore blu notte, molto stretta, che evidenzia il suo fisico scolpito, abbinata con dei jeans grigi chiaro.

-Oi!- mi chiama lui.

Sorrido. -Ciao, in cosa ti posso aiutare? - gli chiedo curioso mentre lui mi porge un sacchetto che prendo, anche se stordito dalla sua voce incantevole.

-Sono il nuovo vicino. Spero vi piaccia il tè nero- mi spiega e lo ringrazio.

-Amo il tè!!- gli dico, in effetti il tè in qualche modo mi ha sempre rilassato soprattutto insieme a un libro o un film.

-Comunque, mi chiamo Eren Jeager, vuoi entrare? - gli chiedo, perché mi stanno incominciando a fare male le gambe dato che sono stato troppo in piedi. 

-Oh no, grazie comunque per l’invito. Io sono Levi Ackerman- risponde, mentre fa per andarsene, ma riesco a fermarlo.

-Grazie per avermi aiutato l’altra volta- lo ringrazio, visto che non ero riuscito a farlo quel giorno.

-Prego- risponde solamente, prima di andarsene.

Chiudo la porta e, non so perché, ma ho il presentimento che non sarà l’ultima volta che avrò a che fare con lui. Mi chiedo se sia un bene o no.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Miss_Fantasy