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Autore: Aliasor    05/09/2020    0 recensioni
Dal capitolo 7: "Ogni tanto non è male farsi alzare l’autostima da un amico. Tempo però, all'improvviso, smise di sorridere allegro per mostrare qualcosa di simile a un’aria di nostalgia ed amarezza.
Come a ricordare qualcosa che non voleva rivangare, come a riaprire una porta che voleva tenere chiusa con centinaia di lucchetti e catene.
- L’amore se dovessi trovarlo… scappa lontano. Ti pugnala al cuore e le cicatrici continuano a sanguinare… no, lascia perdere. Se trovi l’amore seguilo.-"
Breve comprensione della vita, della morte e dell'amore di alcuni individui che non possono essere definiti "esseri umani normali". Angeli, Divinità, Coboldi, Homo Sapiens, "l'Uomo Nero e la sua allegra famiglia non tanto allegra" e qualunque cosa presentino i Mondi. Il lieto fine non è sempre contemplato. Per noi è storia, per loro realtà.
Originariamente pubblicati sul mio blog.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Akheilos sospirò stanco da sotto la sua maschera da formica. Le udienze del giorno stavano durando anche troppo, gli sembrava di essere seduto su quel trono da anni.
E tutti a chiedere le stesse cose: meno tasse, più servizi, più legalità, meno criminali, miglioramento cittadino. Lui stava facendo tutto il possibile per il Regno di Thule, ma come pretendevano che migliorasse tutto se non volevano pagare; l’economia stava anche andando bene da quando si erano aperti con il resto del mondo.
Stava iniziando a pregare che smettessero. Pregava sé stesso, nella sua mente aveva già preso il posto che gli spettava. Quel ragazzo aveva bisogno di un hobby, non so, aeroplanini, navi in bottiglia, alcolismo o il suicidio. Funzionava bene per Osamu Dazai.
<< S… signore!>> Un soldato interruppe il cittadino che stava parlando, la sua lancia tremava tra le mani. << Perdoni i… il disturbo, ma lord B… Brettone la desidera urgentemente!>>
Avrebbe dato una fantastica gratifica natalizia a quel soldato, per la loro versione del Natale almeno.
Chiese perdono a coloro che stavano attendendo il proprio turno, ma Brettone lo aveva mandato a chiamare. Quell’uomo era talmente anziano che c’erano serie possibilità che morisse di vecchiaia, cosa decisamente difficile per uno nella loro comune condizione.
<< Perché tremi?>>
<< E… ecco, signore! L… lord Brettone e… era piuttosto agitato!>>
<< Calmati.>> Il suo tono era decisamente gentile. << Puoi andare a riposarti… Francis, giusto?>>
<< Onorato che si ricordi di me, s… signore!>>
<< Ricordo il nome di ognuno di voi, è una forma di rispetto.>>
Lo lasciò indietro in completa ammirazione, il re precedente si limitava a chiamarli “coso uno”, “coso due” e così via. Mai colpo di stato fu bene accettato dal popolo.
Continuò fino a quando non trovò l’altro davanti alla porta della stanza di Li-Fai, poteva avvertire la tensione anche da sotto quella maschera da pesce. Cosa diamine era successo? Li-Fai, così come Sophie, non sopportava che qualcuno si piazzasse fuori dalla sua camera.
Dalla porta uscì un uomo, nonostante la mascherina medica sul volto riconobbe che era uno della scientifica. Altre due persone, vestite nel medesimo modo, stavano mostrando a Brettone delle foto discutendo.
<< Cosa sta succedendo?>>
<< Akheilos, sei arrivato in fretta. Ho pessime notizie.>> Strinse forte il manico del suo bastone. << Qualcuno nottetempo si è introdotto nel castello e ha ucciso Li-Fai. La squadra scientifica sta facendo i rilevamenti, ho impedito agli altri di entrare.>>
Akheilos sgranò gli occhi rugosi. E, ignorando tutto, entrò nella stanza trovando dinanzi a un panorama orrorifico. Se non ci fosse stato abituato, avrebbe vomitato nella sua stessa maschera.
Il corpo del suo amico era stato appeso al muro per le mani, in cui erano trapassate da due grossi paletti di oricalco, idem i suoi piedi e tenuti uniti, quasi tentasse di fargli impersonare Cristo in croce. La sua faccia era stata strappata via in modo perfetto, si era preso tutto il tempo per farlo, poteva benissimo vedere i muscoli irrigiditi dal rigor mortis. Come ultimo sfregio al morto, gli aveva strappato gli organi interni e ordinati per fare una scritta capeggiata dalla sua maschera.
<< Ha scritto qualcosa, ma non so cosa significhi. Un messaggio dell'assassino.>>
<< Questa è la lingua delle divinità. “Aramath Gareshi… shumaratasha…” dannazione, è una presa per il culo?>>
<< Akheilos, cosa c’è scritto?>>
<< “Aramath Gareshi shumaratasha yuwery etra senifu garathasha Akheilos mugarata querta genrwora”. Tradotto nella nostra lingua significa “L’Uomo Nero porta i suoi omaggi al nobile re Akheilos nella speranza che il dono di amicizia e pace lo soddisfi.”>>
Non c’era bisogno di un genio per intuire la rabbia che si stava scorrendo in corpo, se non l’avesse scaricata presto qualcuno si sarebbe fatto davvero molto male. Non importava chi, dipendeva solo dallo sciocco che si sarebbe messo sul suo cammino quel giorno.
<< Fai preparare un funerali con tutti gli onori, non baderò a spese, Brettone.>>
Annuì facendo muovere la lunga barbetta che usciva dalla maschera da celacanto, era sorprendente come loro, nonostante gli anni passati, continuassero a provare dolore per una morte. Forse era questo che alla fine li rendeva ancora esseri umani.
Avevano visto morire migliaia di persone a loro care col passare dei secoli, eppure questo sentimento non si era mai attenuato. Ah, il dolore. Che sentimento interessante.
Il membro più anziano dell’Unione si diresse falsamente calmo dall’altro lato del corridoio continuando a fissare le foto che ritraevano il cadavere del loro compagno cinese caduto. Quella scritta tradotto dal suo re non aveva senso, tutto quello sforzo per una semplice presa in giro? Era una spese di energia decisamente spropositata per un intento simile.
Bussò a una porta con la mano libera.
<< Sophie, posso entrare?>>
<< Non ho la maschera, dammi un attimo, Brettone.>>
Quando la ragazza aprì aveva un tono di voce stanco, doveva essere a letto. Avrebbe dovuto sopportare, come il gentiluomo che era, le sue lamentele per averla disturbata nel suo giorno libero.
<< Cosa è succ...>>
<< Li-Fai è stato ucciso dall’Uomo nero.>>
Rimasero fermi l’uno dinanzi a l’altro per qualche secondo.
<< Ti offro un tè, entra.>>
Contemporaneamente le notizie erano giunte anche alle orecchie di Vertigo e Diederich, si erano palesemente agitati alla notizie che qualcuno fosse riuscito ad introdursi nel palazzo senza che nessuno sentisse o vedesse nulla.
Vertigo aveva avuto il compito di distribuire le guardie di sicurezza nelle varie parti del castello, si era impegnato per non lasciare nessun punto cieco, fino a quel momento era stato un team perfetto. Non era da ritenersi sua la colpa.
Diederich aveva invece selezionato i soldati migliori per quel compito, i migliori che l’Accademia Reale potesse dare. Non poteva essere nemmeno colpa sua.
<< Vertigo, non potrebbe essere stato uno di loro?>>
<< Non è possibile, Diederich.>> Agitò una mano. << Non avrebbero motivo, uccidere le divinità sarebbe un vantaggio anche per loro. E poi sono sigillati.>>
<< Forse hai ragione.>>

Una donna, seduta a un tavolino stava soffiando su una tazza di caffè bollente. Non era ancora abituata ai cibi umani, ma se l’Uomo Nero lo amava così tanto non doveva essere male.
Bevve un sorso. Che schifo, era amaro.
<< Se non ti piace nero puoi berlo anche zuccherato.>>
Lupus in fabula. L’Uomo Nero spostò una sedia libera e si sedette accanto a lei, ormai quel bar era un ottimo posto per incontrare la sua famiglia.
<< Sei in ritardo, come mai?>>
<< Ho lasciato un messaggio per re Akheilos. Chissà se lo ha letto.>>
<< Quale?>> Era curiosa. L’uomo rise, era così “umana”. Davvero splendida.
<< “L’Uomo Nero invita sua altezza Akheilos a non dargli fastidio o riceverà altri regali del genere.”, un consiglio semplice ed efficace.>> Lo disse con leggerezza agghiacciante. << Ti va un caffellatte? Per me ti piacerebbe.>>
<< Se è dolce va benissimo, sono stanca di cibo amaro.>>





Li-Fai appare originariamente già deceduto nel libro in un solo capitolo dove viene processato da Morte e Fato
   
 
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