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Autore: mask89    07/09/2020    10 recensioni
Naruto è in esilio auto inflitto, ma un omicidio, legato a delle circostanze misteriose, lo costringe a ritornare a Konoha, dove sarà costretto ad affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Jiraya, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Minato/Kushina, Naruto/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Chapter XIII
 
 
Continuava a rigirarsi nel letto, ma Morfeo si rifiutava di accoglierlo fra le sue braccia. Ogni volta che chiudeva gli occhi continuava vedere il suo sguardo. Non riusciva a togliersi la sua espressione dalla mente. Si mise a sedere nel letto. Istintivamente portò la sua mano al portafoglio, che era depositato sul comodino. Lo aprì e tirò fuori una fotografia. Gli si formò un nodo in gola. La rimise a posto e poi, con un gesto di rabbia, lo scagliò dall’altra parte della stanza. Non poteva permettersi di abbandonarsi ai ricordi. Non vedeva l’ora di finire quella dannata, ultima, missione per poter fuggire nuovamente da Konoha. Se lo sentiva. Ritornare era stato un errore. Nella sua fantasia, aveva pensato che fuggire sarebbe stata la soluzione a tutti i suoi problemi e che il tempo li avrebbe risolti tutti. Stupido idiota! I problemi non si risolvono mai da soli. Si mettono comodamente seduti ad aspettare la resa dei conti che, implacabilmente, si presenta sempre. Il tempo guarisce tutti i mali, dicevano. Che grandissima cazzata! Lo scorrere del tempo non guarda in faccia nessuno, non si preoccupa della gloria o delle nefandezze degli uomini. Lui era un’entità a sé stante. Ecco qual era la verità. Scuse, ecco cosa erano. Menzogne dette a sé stessi, per rifuggire quella realtà troppo dura, troppo opprimente da sopportare. Nel suo caso, il conto era stato presentato da una donna dagli occhi verdi. Doveva chiudere in fretta quella missione e scappare nuovamente. Non vi era altra soluzione. Si ridistese nel letto, sperando che, questa volta, il sonno avesse pietà di lui.
La suoneria del telefono lo risvegliò. Guardò la sveglia, segnava le quindici. Cercò di capire da dove provenisse quel suono fastidioso. Trovò quell’infernale aggeggio elettronico sotto il letto. Come diavolo era finito lì sotto? Il display non gli restituiva nessun numero, solo una serie di caratteri senza senso. Accettò la chiamata.
«Finalmente hai deciso di palesarti. Sto cercando di contattarti da questa mattina. Che fine avevi fatto?»
«Gaara!» Disse. Adesso era completamente sveglio.
«Chi altri altrimenti?»
«Non ti sei fatto sentire per due settimane! Cosa è successo?»
«Non so tu, ma io ho lavorato e anche abbastanza duramente. Ho delle novità.»
«E cosa aspetti a dirmele?»
«Non qui, non mi fido molto di questa linea.»
Naruto roteo gli occhi. A volte Gaara era estremamente paranoico.
«Dove?»
«Ti ho mandato il link per la videochat, tramite mail.»
«Ok, dammi dieci minuti e sono pronto.»
Si sciacquò il volto con dell’acqua fredda. Aveva bisogno di essere il più lucido possibile. Il tono usato da Gaara aveva un che di urgente, che lo aveva messo in un inconsueto stato di agitazione. Avviò il computer e si mise subito a controllare la posta. Si portò una mano alla fronte, avrebbe impiegato cinque minuti buoni per seguire tutte le istruzioni che gli aveva inviato, per rendere la loro conversazione irrintracciabile. Altro che paranoico, ci sarebbe voluta una parola a sé stante per definire la natura di quel ragazzo. Si mise a lavorare alacremente. Doveva sbrigarsi, sapeva bene quanto poteva diventare irritante se si fosse presentato solo con qualche secondo di ritardo.
«Appena in tempo, Volpe.»  
«Allora, che cosa hai di così importante da dirmi? Non ti ho mai visto usare protocolli di sicurezza così avanzati. Anche io avrei serie difficoltà a rintracciare il segnale di questa conversazione.»
«So, anzi sappiamo, chi è l’omicida.»
«Ci siete riusciti allora!»
«Avevi dei dubbi?»
«No. Ero sicuro che avresti guidato la squadra al successo. Però, in poco meno di due settimane. È sorprendente!»
«Non è stato per nulla facile!»
«Allora chi è?»
«Avevi ragione Volpe. È un monaco adepto al culto di Jashin. Si chiama Hidan. Ha ventitré anni, è alto un metro e settantasette centimetri e pesa all’incirca ottanta kilogrammi. È un’autentica macchina della morte. Nella sua breve carriera ha già completato oltre cento omicidi. Un killer a sangue freddo, non lascia tracce del suo passaggio. Ma questo lo sapevamo già…Andiamo con ordine. Nasce in una piccola famiglia criminale, il più piccolo di tre fratelli. All’età di cinque anni tutta la sua famiglia viene trucidata davanti ai suoi occhi. Gli assassini decidono di risparmiarlo poiché, durante la mattanza, non aveva mostrato la benché minima emozione. Lo portano al cospetto del loro mandante, il quale riconosce in quel bambino delle qualità più uniche che rare. Il passo successivo è stato il monastero dei seguaci di Jashin, dove ha ricevuto l’addestramento, fino all’età di vent’anni, per diventare l’assassino perfetto.»
«Ma avevi detto che la leggenda…»
«Mi sbagliavo. Ci sbagliavamo tutti quanti.»
«Cosa vuoi dire?»
«Il culto di quei monaci è antichissimo. Quello che fanno trapelare all’esterno è un falso mito. La verità è un’altra: nel Jashinismo la violenza è alla base dei suoi comandamenti e, tutto ciò che non è un massacro totale, è considerato un incommensurabile peccato. L’adepto, devoto a Jashin, deve accettare di dover pregare prima e dopo aver sconfitto e, naturalmente, ucciso il proprio avversario. E indovina un po’, sai che pianta usano solitamente bruciare durante la preghiera?»
«L’incenso presente solo nel deserto di Suna...»
«Esattamente. Inoltre, il primo omicidio deve seguire uno scrupoloso rituale. La vittima deve essere prima massacrata a mani nude, ridotta in fin di vita, ripulita del sangue versato durante il pestaggio, svegliata, sezionata viva ed infine cosparsa del suo stesso sangue. Era talmente sicuro di non essere trovato, che ha compiuto il rituale sulla vittima del tuo caso. Credimi, ci ha impiegato parecchio tempo.»
«Sto per vomitare…e non ho neanche fatto colazione!»
«Dopo questo primo omicidio rituale, può usare l’arma che meglio ritiene per compiere l’esecuzione. Fermo restando che la preghiera a Jashin, prima e dopo aver compiuto l’opera, resta essenziale.»
«E la foglia nella gola, fa parte del rituale?»
«No, si sarà trattata di una casualità, che ha giocato a nostro favore.»
«A breve, in allegato, ti manderò i suoi movimenti degli ultimi due anni. Dovresti leggerla, c’è qualcosa che ti riguarda…»
«Cosa intendi dire?»
«È meglio che lo veda tu stesso.»
«…»
«Inoltre, ti sto mandando anche la sua attuale posizione. Se volete catturarlo, è questa l’occasione giusta. È a Kumo.  Il suo prossimo obiettivo è in quella città. È un ricco criminale, fa soldi con la droga. Mercoledì darà una festa in onore di sua figlia, che diventerà maggiorenne. Piovra, che lo tiene sotto stretta osservazione, mi ha riferito che ha comprato un abito per l’occasione. Siamo sicuri che colpirà in quell’occorrenza.»
«Tasso…Grazie.»
«Naruto» si stupì che lo avesse chiamato con il suo vero nome. «Ho riattivato l’operazione Scudo di Sabbia. Avevi ragione. C’è un nesso fra la nostra indagine e questo caso. Mi faccio vivo io in caso di novità.» Chiuse la chiamata.
Cominciò ad analizzare gli allegati che Gaara gli aveva inviato. Era un ottimo lavoro, minuzioso, ben eseguito. Tipico del suo modo di fare. Cominciò a scorrere i dati relativi ai movimenti di Hidan; una data e un luogo lo fecero impallidire. Era presente a Kumo il 10/10/2018. Sentì lo stomaco contorcersi, andò in bagno a vomitare. Non poteva essere possibile. Era un incubo. Salvò tutti i documenti ricevuti su una chiavetta. Poi chiamò sia Jiraiya che Kakashi, doveva vederli immediatamente.
 

Jiraiya a stento riusciva a credere a ciò che stava leggendo. Da dove provenivano quelle informazioni? Possibile che corrispondesse tutto alla realtà dei fatti? Guardò il suo miglior allievo esterrefatto. L’espressione che aveva in volto, non lasciava spazio a nessun dubbio o interpretazione. Quei file erano autentici. Inoltre, anche il più scettico degli investigatori, sarebbe dovuto capitolare innanzi a quella documentazione accessoria, che era stata fornita. Fotografie, fotogrammi, note spese, mail scambiate e altro ancora. Bastava solo un decimo di quei documenti, per incastrare ed incarcerare a vita un criminale di quel calibro; ma, chiunque avesse svolto quel lavoro, era andato in profondità, non tralasciando il minimo particolare.
«Come hai ottenuto tutto ciò? Chi te lo ha fornito?» chiese Jiraiya.
«Protezione delle fonti.» Rispose annoiato il biondo.
«Cazzo Naruto, stiamo parlando di sicurezza nazionale e te ne esci con queste stronzate?»
«Prendere o lasciare; io non ti rivelo da chi ho avuto queste informazioni, tu ti prendi il merito di aver risolto il caso. Semplice, no?»
«Qui non abbiamo risolto proprio un bel niente, non sappiamo dove sia!»
«Invece, lo sappiamo…»
«Ma qui non c’è scritto niente!»
«Ho omesso volutamente l’informazione. Nel caso avessi insistito nel sapere chi fosse la fonte…»
«Sei un gran figlio di…»
«Ho imparato dal più bravo…»
Jiraiya sorrise. Era cresciuto il suo allievo. Decise di arrendersi.
«Come vuoi tu. Allora dove si trova?»
«Secondo il mio informatore è a Kumo. Il suo obiettivo è un ricco criminale. Colpirà mercoledì prossimo, durante un party. Pensate di riuscire a preparare un piano per la cattura?»
«Kakashi, pensi di riuscire in questa missione?» chiese il Direttore dell’agenzia.
«Certo!»
«Jiraiya, fammi partecipare alla cattura. Voglio essere il primo a mettergli le mani addosso!» Proferì con rabbia il biondo.
«Non se ne parla minimamente.»
«Sei impazzito? Un anno e mezzo fa lui era a Kumo per me, io devo sapere. Mi deve delle risposte!»
«E le avrai, ma alla missione non partecipi! Sei troppo coinvolto!»
«Naruto» disse Kakashi con calma «Jiraiya ha ragione. Sei troppo coinvolto. Non saresti lucido in missione. Ti fidi di me?»
«Si…»
«Allora lascia che me ne occupi io. Sono sicuro che il Direttore ti terrà costantemente aggiornato sulla missione. Vero?»
«Certo. Inoltre, appena Kakashi sarà di ritorno, ti manderò a prendere. Potrai assistere all’interrogatorio.»
«Va bene. Ma se qualcosa dovesse andare male io…»
«Andrà tutto bene. Dopotutto ci sono io sul campo. Fino ad ora ho fallito?»
«No.»
«Allora, non c’è più nulla da dire. Vado a preparare tutto il necessario. Capo, ti occupi tu della logistica?»
«Certo.»
L’agente poggio una mano sulla spalla di Naruto.
«Ci vediamo presto.» Uscì dalla stanza.
 Il biondo si trovò a sperare che quei giorni passassero in fretta.
 

Spazio autore:

Ciao, 
come ogni lunedì, ecco il nuovo capitolo.
Il puzzle finalmente comincia a prendere forma.
Ringrazio ancora una volta chi commenta e/o ha messo la storia nei seguiti, da ricordare, preferiti.
Come sempre, spero che sia stato di vostro gradimento.
A presto!
Mask.

 
   
 
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