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Autore: Evie_Frost    08/09/2020    0 recensioni
Noah ci ha lasciati, Stiles è diventato il nuovo sceriffo e Derek ha fatto ritorno a Beacon Hills. Cosa potrebbe succedere ancora vi starete domandando? Semplice, moltissimi colpi di scena.
Il buon vecchio sceriffo non è mai stato l'uomo che diceva di essere.
Un giallo che vi porterà a vedere e vivere in modo totalmente diverso la nostra amata cittadina acchiappa esseri soprannaturali.
Ma niente paura, l'intuito di Stiles lo porterà a risolvere il più grande mistero della sua carriera, ovviamente grazie all'aiuto del suo licantropo preferito (Sterek❤️ accenni alla Thiam)
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek/Stiles, Sceriffo Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Terminata la cerimonia gran parte della folla abbandonò il cimitero, passeggiando tra le lapidi e raggiungendo l’uscita. Molti altri invece preferirono concedersi qualche istante per rinnovare le condoglianze ma onestamente…non ricordo onestamente le parole che dissero, avevo la mente altrove. Chiesi di restare solo quando Scott mi disse che sarebbe stato meglio andarsene, mettendomi seduto difronte alle tombe dei miei genitori. Ci sarebbero state così tante cose che avrei voluto dirgli ancora, come ad esempio il fatto che grazie ai miei studi sarei stato assunto dalla centrale e sarei tornato a vivere finalmente a Beacon Hills, o come il fatto che avessi deciso di accettare l’offerta di diventare il nuovo sceriffo della città, sicuro che, sotto lo sguardo costante di papà, non avrei mai fallito. D’improvviso mi ricordai di Derek, di quell’immagine scura in lontananza dovuta a quella stupida giacca di pelle che portava sempre. Mi mancava da morire e ,se da ragazzo mi ritrovavo ad imputare la colpa al fatto che mi fossi abituato alla sua presenza, ora che avevo fatto i conti con la mia sessualità compresi che quello che provavo non era altro se non amore. Lo stesso amore che mi aveva alimentato a sopravvivere tutte quelle volte in cui mi sentivo perso. Ci fu un episodio particolarmente terribile dove fui costretto ad indagare sulla morte di una bambina ed il mio primo pensiero fu Derek, sicuro che se mi fossi rifugiato nei miei ricordi quell’orribile immagine di un corpicino martoriato, sarebbe sparita. Proprio quando credetti che fosse tutto uno scherzo escogitato dalla mia mente per ovattare il dolore, una mano si posò saldamente sulla mia spalla. Immediatamente riconobbi quella inconfondibile fragranza di boscaglia e pioggia che caratterizzava una sola persona sul pianeta. “So cosa stai provando” il mio cuore perse un battito. Quella voce… quella voce a cui avrei concesso il mio cuore, era esattamente come la ricordavo. “Derek…” sussurrai incredulo, guardandolo meglio quando si inginocchiò accanto a me: non era cambiato di molto dal nostro ultimo incontro, era divenuto semplicemente più uomo. “Ciao Stiles” mi sorrise, mantenendo comunque un certo contegno data la situazione. I suoi occhi erano ancora più belli ora che non erano oscurati da nessuna espressione rancorosa. “Sei tornato” lui annuì. “Perché proprio ora? Non che io non sia felice di vederti, ma perché oggi? Perch-“. “Sono lieto di vedere che sei rimasto lo stesso ragazzino logorroico che avevo lasciato” mormorò, rivolgendo poi uno sguardo alle lapidi difronte a noi. “Sono tornato perché ne sentivo il bisogno, in qualche modo avevo capito che fosse accaduto qualcosa alla città ma non credevo…questa disgrazia. Mi dispiace Stiles, ti porgo le mie condoglianze” avrei solo voluto gettarmi tra le sue braccia e lasciarmi avvolgere, ma mi limitai ad annuire. “Ho anche saputo che sarai il nuovo sceriffo” ed ecco il Derek Hale che conoscevo e l’immancabile espressività che caratterizzava le sue sopracciglia, che si sollevarono. “A quanto pare” mi limitai a rispondere. “Spero sarai felice di sapere che mi avrai tra i piedi: ho accettato la cattedra di letteratura disponibile al qui, al liceo” sgranai gli occhi: avevo la possibilità di vedere Derek a mio piacimento. “Sei tornato per restare?” domandai leggermente incerto: non ero certo di potermi permettere più quel grado di confidenza con lui, dopotutto erano trascorsi anni dalla nostra ultima conversazione. “La mia famiglia si è presa cura di questa città per anni e sento il bisogno di proseguire questo incarico” disse e compresi immediatamente in che direzione stesse rivolgendo lo sguardo: verso la cappella dedicata alla famiglia Hale. “Ora sei anche tu uno sceriffo” rise leggermente, scuotendo il capo. “Penso che quel ruolo sia adatto solamente a te, Stiles. Io mi occuperò del soprannaturale e penso proprio sia impossibile pretendere che tu rimanga fuori dalle mie ricerche” ovviamente, aggiunsi io. Per alcuni istanti cadde il silenzio tra noi. “Mi dispiace di non averti rivolto un ultimo saluto Noah, eri un brav’uomo” lo osservai conversare con mio padre come lui fosse ancora presente, la cosa mi fece commuovere ulteriormente. Solamente chi aveva sperimentato un dolore del genere poteva essere dotato di una certa sensibilità e, nonostante le mani di Derek fossero dotate di artigli, mantenevano comunque una certa sensibilità. “Ricordo quella volta che in centrale portarono un pacco bomba ed io gli feci da scudo con il mio corpo” annuii vigorosamente. “Non fece altro che parlarne per giorni. ‘Quell’Hale è cambiato tanto da quando era ragazzino. Proprio un bravo ragazzo. Ti ricordi quando lo avevamo arrestato’?” cercai di imitare la voce di mio padre ma ovviamente il risultato fu semplicemente un incremento di lacrime nel mio pianto. “Oh lo ricordo bene. Quella mattina mi ero svegliato con dieci poliziotti in casa e con tuo padre che mi sbatté nella volante. Allora avevi paura di me” roteai gli occhi e solo allora mi resi conto che stesse ancora diluviando e dunque eravamo fradici. “Non ti temevo in quanto lupo ma semplicemente perché io e Scott eravamo piombati nella tua proprietà per cercare il suo inalatore. Se avessi voluto regolare i conti con la forza non avremmo avuto scampo” Derek ne sembrò in qualche modo lusingato. “Claudia, hai un figlio proprio tonto” disse rivolgendosi a mia madre, sollevando le spalle del tutto arreso. “Ma come ti permetti? Mamma digli il contrario. Sono sempre stato un figlio perfetto io!” gli diedi un pugno sulla spalla che ovviamente non lo ferì. “Si infatti erano sempre tue le idee di dove farmi nascondere in camera tua così che tuo padre non lo scoprisse…com’è che mi avevi soprannominato? Cugino Miguel?” una forte nostalgia ci colpì entrambi, sembravamo vecchi amici che si incontravano nuovamente dopo anni… ma noi solo amici non lo eravamo mai stati. “Sei stato il sogno proibito di Danny per anni” lo misi al corrente, lui si passò una mano tra i capelli sconvolto. “Penso sia meglio andare, tra poco chiuderanno e tu hai bisogno di una doccia” disse Derek alzandosi e tendendomi una mano per aiutarmi a reggermi in piedi. “Derek…non voglio tornare a casa” non mi resi nemmeno conto di aver detto quelle parole, che sfuggirono totalmente al mio controllo. “Lo capisco” passeggiammo uno accanto all’altro. “Tu dove abiti?” chiesi per cambiare discorso. Prima di rispondere Derek si infilò le mani nelle tasche della giacca. “Non ho ancora acquistato una casa ed essere onesto. Ho sempre vissuto nelle rovine o in quale hotel” ammise. “Vieni a dormire da me” ancora una volta il filtro mente-cuore si era interrotto. “Non voglio disturbare, Stiles”. “Non voglio restare solo. Ti prego, vieni da me…anche solo per una notte” mi guardò negli occhi e leggendovi il più sincero dei sentimenti, annuì  
   
 
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