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Autore: Lost on Mars    08/09/2020    1 recensioni
È difficile per Lily avere un migliore amico che non perde mai l’occasione di azzuffarsi con suo fratello. È meno difficile aggiustare il naso di Scorpius, nonostante lui non riesca a stare fermo per dieci secondi consecutivi. È facilissimo invece risolvere i problemi altrui, così da non pensare ai propri.
Per Albus, al contrario, è estremamente facile attaccar briga con chiunque gli dia fastidio. È un po’ meno facile stare a sentire gli avvertimenti dei suoi migliori amici, che cercano di tirarlo sempre fuori dai guai – tranne Frank, che lo appoggia in tutto. È difficilissimo chiedere scusa e riconoscere di aver sbagliato, colpa del suo maledetto orgoglio.
Per entrambi, è assolutamente impossibile fare ordine tra il caos che regna sovrano nella loro testa, nella loro famiglia e nelle loro vite.

“Mi limito a guardare Lily, che gli sorride in un modo genuino, spontaneo, che non ha niente di forzato. Se devo dirla tutta, Malfoy non sembra avere più quell’aria da dio sceso in terra, né quell’atteggiamento tanto odioso che lo caratterizza. Il modo in cui la sta guardando, in cui le si rivolge, o anche il semplice tono calmo e gentile della sua voce, lo fanno sembrare tutt’altra persona.”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO XXXVI - DEREK

Profumo d'aglio

Gli ultimi tre giorni sono stati una prova non indifferente da superare per me, Frank e Bellamy. Sabato mattina, poco prima di pranzo, Albus è tornato in dormitorio con una faccia lugubre, bianco come un lenzuolo ed è stato pericolosamente taciturno fino all’ora di pranzo, quando siamo riusciti a cavargli dalla bocca la scioccante verità, che l’aveva trasformato in una perfetta copia di un cadavere vivente.
Il giorno dopo non è andata molto meglio, persino Zoe Caplan lo osservava incuriosita, ritrovando sicuramente anomalo e insolito il suo comportamento: Frank ha giurato di averla vista addirittura preoccupata e  ha provato a suggerire ad Albus di chiederle di uscire, perché sosteneva che la probabile sensazione di pietà che provava per lui l’avrebbe spinta ad accettare.
Tuttavia, Albus non si è pronunciato sull’idea di Frank e non ha parlato di lei per tutto il giorno. Inoltre, il lunedì, durante le lezioni, non l’ha nemmeno mai degnata di uno sguardo: l’unica cosa che sembrava importare al mondo era che Lily e Malfoy si erano messi insieme ed era ovviamente qualcosa si catastrofico ed irreparabile, che aveva fatto assumere ad Albus l’aria di qualcuno che sta partecipando ad un funerale.
Questa mattina, siamo pronti al solito “buongiorno” tirato, pronunciato con un filo di voce, e al solito colorito pallido, quasi trasparente, che non ha mai lasciato il volto del nostro amico, ma con enorme sorpresa da parte di tutti noi, la situazione sembra essersi rivoltata.
Albus si alza di buon umore, dieci minuti prima che la sveglia suoni. Con grande entusiasmo apre tutte le tende dei nostri letti e spalanca le finestre, da cui entra subito l’aria gelida e umida del primo febbraio.
«Buongiorno!» esclama poi, a gran voce e pieno di energie.
«Ma sei scemo?» È l’elegante risposta di Frank, che si toglie un cuscino da sotto la testa e glielo lancia con violenza addosso. Albus ha i riflessi pronti e lo afferra al volo, riponendolo poi ai piedi del suo letto, e fa un grande sorriso.
«Oggi mancano due settimane esatte alla gita ad Hogsmeade» annuncia. «È tempo di invitare Zoe Caplan come si deve.»
«Tua sorella e Malfoy te li sei già dimenticati?» gli domanda Bellamy, mentre con i piedi cerca di afferrare le pantofole sul pavimento.
«Assolutamente no» risponde immediatamente Albus. «Ma gli ho dedicato già troppi giorni della mia vita, adesso devo concentrarmi su Zoe: la posta in gioco è molto più alta.»
«Su questo sono d’accordo» continua Bellamy.
«E poi, sono carini insieme» mi intrometto io, ancora sdraiato sul letto e avvolto dalle pesanti coperte scarlatte. Tutti e tre si voltano nella mia direzione, come se avessi appena detto un’assurdità, ma in particolare Frank mi fulmina con lo sguardo e all’improvviso ricordo che Albus non sa che li abbiamo visti nel magazzino di Lumacorno tempo fa.
Deglutisco.
«Cioè, non che io li abbia mai visti insieme, ma…»
«No, non sono carini» mi interrompe subito Albus. «Sono spaventosi, ma sfortunatamente chiunque osa mettersi tra Lily e qualsiasi altra cosa rischia di trovarsi privo di qualche organo vitale, quindi non posso fare molto.»
«Hai paura di Lily?» osserva Frank, trattenendo una risata.
«Quasi diciassette anni a passare le estati a casa mia e ancora non hai capito che devi temere lei più di chiunque altro?»
«Sinceramente, a volte temo più tua madre, Al» risponde Frank con sincerità, mentre il suo sorrisetto divertito si spegne lentamente sul suo volto.
Albus sembra riflettere per qualche secondo sull’affermazione del nostro amico, poi arriccia le labbra e lo guarda: «Beh, da qualcuno Lily avrà pur ripreso.»
La lezione di Incantesimi è stata disastrosa. Non dal punto di vista didattico, anzi, devo dire che a me e a Bellamy l’incantesimo di disillusione è riuscito piuttosto bene, per essere solo la seconda volta che ci provavamo.
Parlo di Albus e del suo piano per invitare Zoe Caplan ad Hogsmeade. Si è, infatti, seduto strategicamente vicino a lei e ad un’altra ragazza bionda che non conosco e, insieme a Frank, ha cercato di dar prova delle sue grandi doti con gli incantesimi. In realtà, Albus è molto bravo, ma questa volta ha fatto cilecca, per qualche assurdo motivo; Zoe e la sua amica hanno passato tutta la lezione a ridere sotto i baffi e ad eseguire i loro incantesimi con scarsi risultati, ma comunque migliori di quelli di Albus e Frank.
Inutile dire che l’orgoglio di Albus gli ha impedito per tutta la durata della lezione di sfoderare il suo fascino e provare ad invitare Zoe.
Ed è qui che entro in gioco io: finita la lezione, ci avviamo verso i sotterranei per stiparci nell’aula di Pozioni. Albus chiede a Bellamy di fare coppia con lui, perché dice di dover pensare meglio a come approcciarsi a Zoe e non può concentrarsi a dovere sulla lezione, così io mi ritrovo in coppia con Frank, che mi da una vigorosa pacca sulla spalla mentre io mi sistemo in un banco a caso in seconda fila.
«Non qui, Derek» mi sussurra, puntando gli occhi dall’altra parte dell’aula. «Vieni. È ora di attuare il mio piano B.»
«Parlare con tuo padre?» gli domando, corrugando la fronte. Come facciamo a parlare con il padre di Frank se ora dobbiamo seguire la lezione del vecchio Lumacorno?
«No, quello l’abbiamo declassato, ricordi?» riprende Frank, mentre appoggia con poca grazia borsa su un altro banco vuoto. Inizialmente, non capisco perché ci siamo allontanati così tanto dagli altri, poi con la coda dell’occhio intravedo, seduta al banco dietro al nostro, l’amica bionda di Zoe Caplan, che però adesso si trova in coppia con un’altra ragazza, minuta, con i capelli castani tagliati a caschetto e il viso pieno di lentiggini dorate.
«E cosa intendiamo fare?» chiedo ancora a Frank, curioso di sapere cosa gli sta frullando nella testa.
«Tu fidati di me e assecondami, anche se faccio qualcosa di strano.»
Scrollo le spalle e annuisco, senza pormi ulteriori domande. Sospirando, tiro fuori il mio calderone, il manuale di pozioni, e mi siedo, osservando Albus e Bellamy, che si sono sistemati vicino al banco che stavamo occupando, prima che Frank cambiasse idea. Stanno parlando abbastanza animatamente, ma dato che il professore non è ancora arrivato, tutti stanno parlottando tra di loro e le voci si sovrastano l’un l’altra.
Il rumore che ci fa scattare tutti sull’attenti e chiudere la bocca è la porta che si chiude, seguita dallo sbatacchiare del bastone di Lumacorno sul pavimento di pietra dell’aula. Ci mette un po’, vecchio com’è, a raggiungere la cattedra e a sedersi sulla sedia imbottita.
«Buongiorno, ragazzi» ci saluta, per poi fare un colpo di tosse. «Allora… l’ultima volta abbiamo parlato degli unguenti utili per tenere lontano numerose creature magiche, oggi vorrei che andaste a pagina… ehm un momento – passano altri interminabili minuti, in cui Lumacorno prende una copia del manuale dalla sua valigetta – pagina novantuno, ecco! Lì troverete tutti i passaggi per preparare l’unguento contro i vampiri, chi sa dirmi quali sono i luoghi strategici della casa dove applicarlo?»
Risponde una ragazza di Tassorosso e Lumacorno le assegna dieci punti per la risposta corretta.
«Bene, iniziate a prepararlo, avete un’ora e mezza!»
Metto il mio libro al centro del banco, tra me e Frank, in modo che anche lui possa leggerlo agevolmente.
«Vado a prendere gli ingredienti» annuncia subito, senza lasciarmi neanche il tempo di chiederglielo. Annuisco e lui afferra il libro, lo vedo dirigersi, insieme a molti altri della classe, verso gli armadietti che si trovano sulla parete opposta. Dopo un po’, torna vittorioso con tutto quello che ci serve tra le braccia. Appoggia tutto sul tavolo, ma passando gli ingredienti in rassegna con lo sguardo noto che manca qualcosa.
«Ehi, Frank» lo richiamo, tirandolo leggermente per la manica del maglione. «Dov’è il succo d’aglio?»
«Quello lo prenderemo tra poco» mi dice lui con tranquillità, facendomi intendere di averlo tralasciato appositamente.
«E perché? È uno degli ingredienti essenziali!»
«Vuoi aiutare Albus, o no?»
«Certo che voglio.»
«Allora fidati di me.»
Sbuffo, a metà tra l’irritazione e il fastidio per non sapere cosa vuole fare Frank. Sarebbe tutto molto più semplice se solo mi spiegasse il motivo di tutto questo. Però poi mi giro leggermente con la testa e vedo le amiche di Zoe chine sul tavolo a tagliuzzare ingredienti e capisco che Frank non può dirmi nulla che non possano ascoltare anche loro.
Dopo un bel po’ di tempo, durante il quale abbiamo tagliato finemente tutti gli ingredienti solidi che avevamo, è davvero giunto il momento di prendere il succo d’aglio, che costituirà l’unica componente liquida della nostra pozione.
«Adesso è il tuo momento» mi bisbiglia Frank, poi si avvicina ancora di più e sussurra qualcosa. «Non prenderne tanto, e mentre torna qui fai finta di inciampare sulla borsa di Zoe e versa il succo addosso alla bionda qui dietro.»
Sgrano gli occhi e mi giro di scatto verso il mio amico.
«Sei pazzo» bisbiglio anche io. Frank deve aver notato il mio sguardo sconcertato.
«Ho tutto sotto controllo, Derek, me la sono studiata» dice ancora, riferendosi probabilmente alla ragazza bionda seduta al banco di dietro. «Sono sicuro di piacerle, tu le versi il succo addosso e poi io interverrò subito, fidati! Fallo per Albus!»
Sospiro, cercando di prepararmi psicologicamente alla colossale, brutta figura che farò di qui a pochissimi minuti.
«D’accordo» biascico, con un filo di voce. Mi alzo dal posto e vado verso gli armadietti delle scorte. Apro quello centrale e cerco, tra i vari ripiani, le ampolle con il succo d’aglio.  Ne prendo una sola, piuttosto piccola, e svito leggermente il tappo, senza però toglierlo del tutto: in questo modo, quando mi volerà casualmente dalle mani, si aprirà e il contenuto si riverserà su quella poveretta.
Non vorrei essere al suo posto per nulla al mondo, ma mentre mi avvicino pericolosamente al banco di Zoe Caplan, credo di non voler essere nemmeno al mio posto, in questo preciso istante. Se non muoio oggi, devo ricordarmi che Albus mi deve un favore grosso quando questo castello.
Manca un solo passo e poi il dado sarà tratto. Potrei fermarmi, passare per altri banchi mantenendo intatto il mio equilibrio e tornando da Frank sano e salvo, e soprattutto con il contenuto di questa maledetta bottiglietta lontano dai capelli dell’amica di Zoe Caplan. Tuttavia, anche io so benissimo che Albus non ha speranze di riuscire ad uscire con lei attenendosi ai metodi tradizionali, quindi Frank ha ragione a voler tirare i fili della situazione: quello che mi chiedo è come sia possibile raggiungere lo scopo desiderato versando aglio liquido addosso ad una ragazza.
Faccio il passo della discordia, do un calcio abbastanza goffo alla borsa di Zoe Caplan, spostandola, e faccio finta di cadere in avanti, verso il banco delle ragazze dietro di noi. Mi lascio scivolare via dalle mani la bottiglietta e mi aggrappo al loro banco per evitare di sfracellarmi sul serio sui loro calderoni.
Vivo la scena al rallentatore e, come previsto, scoppia il putiferio: vedo chiaramente la bottiglietta roteare e aprirsi e il liquido giallo chiaro rovesciarsi rovinosamente su una ciocca di capelli biondi e sul maglione grigio della malcapitata; la bottiglietta rotola via dal banco e si frantuma a terra in mille pezzi; la bionda in un primo momento chiude gli occhi di scatto, ma appena il suo naso capta l’odore di cui ora è impregnata, caccia uno strillo spaventoso; la sua amica fa cadere il mestolo per terra e si porta le mani alla bocca; tutti in aula si voltano nella nostra direzione.
E ora io che faccio?
«Scusami!» esclamo, senza rifletterci troppo. È l’unica cosa sensata che mi viene in mente. «Scusa, sono inciampato, non volevo!»
Lei, tuttavia, è troppo impegnata a tamponarsi i capelli e il maglione con un fazzoletto che la sua amica le ha tempestivamente prestato. Per fortuna, in meno di due secondi, Frank è già al mio fianco, pronto a salvare la situazione.
«Accidenti» sospira, infilandosi le mani tra i capelli. «Tutto bene?»
«No!» strilla ancora lei, senza alzare la testa. Poi capisce che chi le ha rivolto la parola non sono io e allora alza gli occhi, che si spalancano di sorpresa quando incontrano quelli di Frank. «Cioè… sì, è solo che… puzza!»
«Rachel? Che succede lì?» La voce di Lumacorno giunge come un’eco lontana alle mie orecchie. Qualcuno gli risponde, illustrandogli l’accaduto, e lui dice che un po’ d’aglio non ha mai ucciso nessuno e che l’odore si toglierà facilmente con un semplice incantesimo.
«C’è qualcosa che possiamo fare?» continua Frank, rivolto a Rachel. «È colpa mia, ho dimenticato di prendere il succo d’aglio prima, così ho chiesto a Derek di andare a recuperarlo e…»
«Non preoccuparti» interviene la sua amica, quella mora con i capelli a caschetto. «Non è colpa tua.»
«È mia» intervengo subito, perché mi sembra una cosa intelligente da dire, se il piano di Frank è ingraziarsi queste due.
«No» dice la bionda. «Sei solo inciampato.»
«Ci faremo perdonare» conclude Frank, facendo uno di quei suoi soliti sorrisi, che in genere fanno impazzire le ragazze, e poi fa loro l’occhiolino. La mora arrossisce un po’.
«M-ma figurati» gli risponde Rachel, portandosi una ciocca di capelli biondi e puzzolenti dietro l’orecchio. «Non c’è bisogno.»
«Invece sì!» insiste Frank, poi getta un’occhiata a Lumacorno, che sta leggendo la Gazzetta del Profeta. «Avete da fare il prossimo sabato? Sapete, la gita ad Hogsmeade…»
«Beh, noi…» avanza la mora, di cui ancora non ho captato il nome.
«No!» esclama entusiasta Rachel, artigliando con le mani sottili il polso dell’amica. «Non abbiamo niente da fare, vero Grace?»
Grace. La mora si chiama Grace e sospira, guardando l’amica in modo strano, ma poi non dice niente e si limita a raccogliere il mestolo che giaceva ancora a terra.
«Fantastico, allora!» esclama Frank. E di nuovo il suo sorriso strategico. «Dopo, in Sala Comune, ci mettiamo d’accordo meglio.»
Rachel sembra sciogliersi in un brodo di giuggiole e si sistema di nuovo i capelli, sorridendogli a sua volta. Finalmente, ci allontaniamo e torniamo al nostro calderone.
«È fatta» mi sussurra Frank, soddisfatto. Poi abbassa lo sguardo sul calderone. «Ma qui ci manca ancora il succo d’aglio.»
 
Abbiamo da poco finito di cenare, ma abbiamo deciso di raccontare per filo e per segno ad Albus quanto successo solo una volta che saremo in dormitorio, lontano da orecchie indiscrete. Stiamo aspettando che Cassiopea ci raggiunga nel salone d’ingresso, in modo da poter salire fino ad un certo punto assieme a lei, che poi raggiungerà la Torre di Corvonero. La vediamo arrivare da lontano, mentre chiacchiera tranquillamente con la cugina di Albus, Dominique Weasley. Non appena ci vede, Cassiopea saluta Dominique con due affettuosi baci sulle guance e ci raggiunge.
«Scusate l’attesa» esordisce, rivolgendoci un sorriso e avvicinandosi a Bellamy. Nessuno di noi dice niente nell’imbarazzante ma tenero momento in cui lui la saluta con un lieve bacio sulle labbra. «Dominique mi stava raccontando una cosa.»
«A chi ha spezzato il cuore, stavolta?» chiede sarcastico Albus.
«A nessuno» risponde immediatamente Cassiopea. «Non c’entrano niente i ragazzi.»
«Tanto meglio» conclude Albus.
Mentre ci avviamo verso le scale, mi sento richiamare da qualcuno. Mi giro, ma non riesco a capire da dove proviene la voce. Ignorando il fatto, riprendo a camminare insieme agli altri, ma non passano neanche cinque secondi che sento di nuovo pronunciare il mio nome, ma stavolta, non molto distante da me, c’è Clemence Zabini.
Slanciata, eterea, la pelle scura che sembra tuttavia risplendere alla luce delle torce appese alla parete, i lunghi capelli neri e gli occhi verdastri.
Sicuramente sono appena caduto dalle scale e sto sognando.
«Derek?» Di nuovo il mio nome, ma adesso è Bellamy ad essersi accorto che mi sono fermato alla base delle scale. Mi risveglio dalla mia trance e lo guardo. «Non vieni?»
«Sì, un momento… io… credo di aver lasciato una cosa in Sala Grande» invento immediatamente. «Andate, io vi raggiungo tra poco.»
Bellamy annuisce e ricomincia a salire le scale. Il mio sguardo va a cercare di nuovo Clemence Zabini e la ritrova più vicina rispetto a dove era prima.
«Ciao, Derek» mi saluta, arrivata ormai di fronte a me.
«D-dici a me?» balbetto, mentre il mio indice si punta, tremando, verso il mio petto.
«Conosci altri Derek nei paraggi?» mi domanda, sorridendo divertita. Merlino, la sua voce è proprio come la ricordavo, e adesso che non mi sta chiedendo di spostarmi, disgustata dall’odore della cacca di Porlock, è ancora più bella.
«No, in effetti no» rispondo, un po’ imbarazzato. «Ma… tu… quindi sai chi sono?»
«Certo che sì!» esclama lei. «Siete molto popolari, sai?»
«Oh, beh… Albus e Frank lo sono di sicuro, ma io…»
«Tu sei loro amico» mi interrompe subito.
«E tu… beh… desideravi dirmi qualcosa in particolare?» le chiedo, dopo aver pensato che non è esattamente normale che proprio Clemence Zabini mi abbia braccato fuori dalla Sala Grande. Deve sicuramente volere qualcosa.
Ma cosa può ottenere lei da uno come me?
«Sì, ma solo se mi prometti che saprai tenere il segreto» risponde, un po’ maliziosa. «Tu sei davvero l’unico che può aiutarmi, Derek.»
«D’accordo, prometto» mormoro io, con un tono passivo e frettoloso, senza cercare di soffermarmi troppo sul modo estremamente dolce con cui ha pronunciato il mio nome. Sono proprio curioso di sapere cosa ha da dirmi, poco mi interessa dei segreti.
«Ecco, anche se non sembra, in realtà io sono una ragazza molto timida. Scommetto che anche tu credi che io mi senta superiore a tutti, ma ho solo alcuni… beh, tanti problemi a relazionarmi con le persone» inizia, prima abbassando lo sguardo a terra e poi rialzandolo lentamente su di me.
Onestamente, Clemence Zabini che si professa timida è l’ultima cosa che mi aspettavo di vedere in questa vita.
«Io non credo che…» esordisco, ma mi blocco a metà della frase. Le stavo per dire che secondo me non è una ragazza altezzosa che sembra disprezzare tutti, ma mi rendo conto che invece l’ho pensato in passato, quindi non me la sento di dire una bugia.
«Il fatto è che tu e i tuoi amici mi siete molto simpatici e…» continua. «E volevo chiederti se aveste già preso impegni per la gita ad Hogsmeade.»
«Oh» dico subito, abbassando lo sguardo, pensieroso. Mi prendo qualche secondo per riflettere su quello che è appena successo: Clemence Zabini mi chiede se io e gli altri abbiamo da fare per andare ad Hogsmeade, mi sta indirettamente chiedendo di uscire, e io dovrò declinare tutto perché io e Frank ci siamo invischiati con le amiche di Zoe Caplan per aiutare Albus a vincere quell’assurda scommessa e a salvarsi la pelle.
Ci sono i presupposti per strozzarlo, vero?
«In realtà sì» mormoro, pieno di rammarico. «Oggi io e Frank abbiamo invitato due ragazze della nostra Casa per scusarci di aver versato del succo d’aglio addosso ad una di loro e-»
«Ah» dice subito Clemence, dalla sua voce traspare un po’ di delusione. «Ho capito. Tu e Frank, dunque?»
«Sì, ma non siamo interessati a loro!» esclamo immediatamente, anche se forse non avrei dovuto dirlo. «Insomma, era per fare qualcosa di carino per chiedere loro scusa e…»
«Non preoccuparti» conclude subito lei, non lasciandomi finire. Mi rivolge di nuovo un sorriso, anche se un po’ meno caloroso di quello che mi ha fatto all’inizio, poi mi augura la buonanotte e se ne va verso i Sotterranei.
 
Albus ci guarda da dieci minuti con la bocca aperta e gli occhi spalancati. Ancora non ci crede che siamo riusciti a procurargli un appuntamento con Zoe Caplan, e in realtà nemmeno io: non ci ho capito molto, ha fatto tutto Frank, io sono semplicemente stato al suo fianco a reggere il gioco.
Poco dopo pranzo abbiamo incontrato di nuovo Rachel e Grace in Sala Comune, ma stavolta erano assieme alla loro inseparabile Zoe. Frank, in ogni caso, non si è fatto alcun tipo di scrupoli e si è avvicinato a loro per definire meglio i dettagli dell’uscita, come aveva promesso durante la lezione di Pozioni, e io gli sono andato dietro.
L’espressione sul viso di Zoe quando ha scoperto che le sue amiche sarebbero venute con noi ad Hogsmeade è stata, almeno per me, qualcosa di terrificante: giuro di averle visto delle fiamme scarlatte negli occhi, ma mi sono convinto che fosse solo il fuoco scoppiettante nel camino che si rifletteva nelle sue iridi marroni. Tuttavia, non ha quasi mai proferito parola, se non alla fine, quando ha capito quello che stava cercando di combinare Frank.
Grace ha subito messo in chiaro che se lei e Rachel fossero venute con noi, Zoe sarebbe rimasta da sola tutto il giorno e quindi bisognava trovare una soluzione, ed evidentemente Frank non aspettava altro che tale richiesta. Devo ammetterlo, è stata una trovata geniale. Al suono di quelle parole, lui ha gonfiato il petto e ha detto: «Beh, è perfetto! Bellamy uscirà con la sua ragazza, probabilmente, e quindi anche Albus rimarrebbe senza compagnia, possiamo uscire tutti insieme!»
A quel punto, Zoe non è rimasta in silenzio e ha detto chiaramente che certi trucchetti non sarebbero serviti a convincerla ad uscire con Albus e a fargli vincere la loro scommessa, ma alla fine ha ceduto: Frank poteva non avere alcuna pretesa, per convincerla, ma la sua amica Rachel sì, e senza alcun ritegno le ha intimato di mettere da parte quella stupida scommessa e di accettare l’invito. C’è mancato poco che la testa di Rachel non volasse dritta nel caminetto, ma non è successo e Zoe Caplan si è arresa con un sonoro sospiro di sconfitta, decidendo che accontentare la sua amica fosse più importante della scommessa con Albus.
«E quindi ho vinto la scommessa?!» esclama Albus, tutto eccitato, dopo che gli abbiamo raccontato per la terza volta l’accaduto.
«Tecnicamente finché non si siederà con noi ai Tre Manici di Scopa, no» gli dice Bellamy. «Ha ancora due settimane per mandare tutto all’aria.»
«Merlino solo se non è capace di farlo…» borbotta Albus, alzando gli occhi smeraldini al cielo.
«Tu vieni con noi?» gli domanda Frank, ignorando il commento di Al.
«Certo» risponde subito Bellamy, quasi sorpreso da questa domanda. «Se per voi non è un problema che venga anche Cassie…»
«No! Più siamo meglio è!» esclama Albus. «Credo avrò bisogno del supporto morale di tutti voi per gestire un’intera giornata con Zoe Caplan. Non vedo l’ora che arrivi sabato prossimo, così poi me la sarò tolta dalle palle per sempre!»
Ho come la sensazione che queste siano ultime parole famose…
«Zoe ha ceduto davanti alla sua amica, ma potrebbe comunque trovare un modo per mandare tutto all’aria» osserva Frank.
«Glielo impediremo in qualche modo» dice prontamente Albus. «Alla fine, Zoe Caplan è umana, e soprattutto è come qualsiasi altra ragazza e non accetterà mai di starsene tutta sola qui al castello il giorno di San Valentino, quindi sarà obbligata a venire.»
«Non hai tutti i torti, però…» inizia Bellamy. «Potrebbe arrivare a tanto, se è decisa a rovinarti.»
«Donne» borbotta ancora Al. «Se la legano al dito. Ormai sono passati più di tre mesi, possibile che le bruci ancora?»
«Brucerebbe anche a te se qualcuno avesse preso le tue sembianze e ti avesse mandato all’aria una relazione con qualcuno» gli faccio osservare io, in un impeto di coraggio.
«Ma le ho chiesto scusa!»
«Non credo sia stato sufficiente, Al» si aggiunge Bellamy, dandomi manforte. «Insomma, non le hai… che ne so, pestato accidentalmente un piede, è diverso.»
«Beh, a parte Zoe, c’è anche un altro inconveniente…» sospiro.
«Quale?» domanda Bellamy, alzando le sopracciglia..
«Beh, stasera dopo cena mi ha fermato Clemence Zabini…»
«CHE COSA?!» esclamano in coro tutti gli altri.
«E mi ha chiesto se avevamo da fare per la gita ad Hogsmeade» continuo.
«E tu ovviamente le hai detto di sì» conclude Albus, per niente sorpreso dalla faccenda. «Abbiamo già troppi problemi senza che ci si metta di mezzo anche quella psicopatica della Zabini.»
«Sì, ma è stato strano…» ribatto io, cercando di far trasparire il senso di inquietudine. «Credo ci sia rimasta male, ma ha detto che non dovevo preoccuparmi. Solo che ho la sensazione che non finisca qui.»
«Credo di capire perché Derek  è così preoccupato» mormora Bellamy, rivolgendosi poi ad Albus.. «Ha cercato di incantare Frank con un filtro d’amore, mi sembra strano che sia passata sopra il fatto che ora lui vada al villaggio con un’altra.»
«C’è dell’altro» mormoro. I miei amici piombano nel silenzio più assoluto, lasciandomi finire. «Le ho detto che ci andavamo solo per gentilezza, perché in realtà queste ragazze non ci interessano.»
«Oh oh» si lascia sfuggire Albus, spalancando gli occhi: un’idea terribile deve essergli appena passata per la mente. «Credi che cercherà un modo per far saltare tutto? In modo da avere Frank tutto per sé?»
«Ne è capace, secondo me» borbotta Frank. È la prima volta che proferisce parola, da quando ho cominciato a raccontare dell’accaduto, e ha la voce roca, preoccupata.
«Credo dovremmo tenerla d’occhio» annuncio. «Albus, potresti chiedere a tua sorella di parlare con Malfoy della questione? Sono cugini, magari lui riesce a farla ragionare!»
«Neanche per sogno!» esclama Albus.
«Ma la Zabini è capace di mandare Zoe e le sue amiche in Infermeria, se scopre che sono loro a venire insieme a noi!»
I miei amici annuiscono, abbastanza convinti dalla mia idea.
«Ma tu non eri perdutamente innamorato di lei?» mi chiede ad un certo punto Albus, aggrottando la fronte. Nota dolente.
«Ti ricordi quando eri contentissimo perché ti aveva rivolto la parola?» si intromette Frank, mentre un ricordo divertente gli trapassa gli occhi.
«E poi gli ha detto solo di togliersi perché la cacca di Porlock puzzava troppo» conclude Bellamy.
«Sì, è vero» sospiro io, abbozzando un sorriso divertito dall’aneddoto che hanno riportato a galla. «Ma ti ha preso di mira, Frank, e tu, Albus, sei quasi impazzito per colpa sua. Riconosco anche io che è pazza. Bellissima, certo, ma pazza.»
Segue un breve momento di silenzio. «E poi, voi siete di gran lunga più importanti della Zabini, e se è pericolosa per l’operazione “Conquistare Zoe Caplan”, va neutralizzata a tutti i costi!»

 
Ehilà! Non immaginate quanto mi dispiaccia del ritardo immenso con cui sto aggiornando, con un capitolo di passaggio, poi, soprattutto perchè avevo detto che sarei stata più veloce, ma sono davvero stata presa dallo studio. Ho ultimato questo capitolo l'altra settimana con mooolte difficoltà dovute allo studio, ma oggi avevo un esame e gli ultimi giorni sono stati un delirio. Però ecco che adesso ho un attimo di respiro e riesco finalmente a dedicare un'oretta all'aggiornamento e alle recensioni.
Che ne pensate di questa Clemence Zabini che cerca di allisciarsi Derek? E di Zoe che cede all'uscita per la sua amica palesemente innamorata di Frank? Ho in mente un sacco di cosine interessanti  per il prossimo capitolo, che sarà dal punto di vista di Albus ehehe. Mi metterò a scriverlo quanto prima perché tra una ventina di giorni ho un altro esame, e spero solo di non metterci un altro mese, anche se l'eventualità potrebbe sussistere purtroppo, quindi in tal caso mi scuso in anticipo xD
Spero che questo capitolo anche se così tardivo vi sia piaciuto! E grazie a chi continua a seguirmi ♥
Mars
 
   
 
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