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Autore: Teo5Astor    09/09/2020    11 recensioni
Nessuno poteva immaginare che una vecchia lampada apparentemente senza valore avrebbe potuto cambiare il destino di così di tante persone, perché nessuno sapeva che conteneva sette sfere magiche in grado di evocare un Genio-Drago capace di realizzare qualunque desiderio, a patto che non fossero più di tre.
Non lo immaginava Aladdin Goku, un giovane ladro dal cuore d’oro, e nemmeno la principessa Chichi, la futura regina del regno di Agraba che sognava il vero amore e rifiutava qualsiasi matrimonio politico nonostante le pressioni del padre, il sultano.
Non potevano immaginarlo nemmeno un’ancella, un principe e una principessa venuti da lontano e una tigre molto speciale.
Non lo immaginava neppure il Genio in persona che il destino potesse cambiare anche per un essere immutabile come lui.
Lo immaginava solo il malvagio Gran Visir di quel regno, perché aveva in mente un perfido piano da tanto tempo e aspettava solo l’occasione giusta per concretizzarlo. E, allo stesso modo, lo sperava anche il suo astuto pappagallo, che aveva un sogno segreto nel cuore.
Rielaborazione a tema Dragon Ball di Aladdin.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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27 – Un bacio all’improvviso
 
 
«Ti ho ordinato di far innamorare quella stupida ragazzina viziata di me! Muoviti!» sbottò ancora Freezer rivolto a Radish, indicando Chichi.
«Ecco… ci sarebbero un paio di clausole sui desideri e qualche piccola postilla…» provò a spiegare il genio, che ovviamente non era in grado di fare innamorare una persona di qualcun altro neanche se l’avesse voluto.
«Roarrr!»
Il ruggito pieno di collera di Bulma interruppe Radish e lo fece voltare di scatto, imitato da Freezer. La tigre non poteva sapere che quel desiderio non sarebbe mai stato realizzato, quindi aveva voluto intervenire in prima persona per difendere la sua amica e padrona, nonostante Vegeta le avesse detto di non fare niente.
Con un balzo impressionante si scagliò addosso all’ex Gran Visir, cogliendolo di sorpresa e atterrandolo con una poderosa zampata con cui lo colpì in pieno volto.
«Come hai osato?!» ringhiò Freezer, dirigendo il suo bastone dorato verso di lei e scagliandole addosso un fascio di energia scarlatta che la travolse, facendola finire di schianto contro il muro e poi a terra, immobile, in una pozza di sangue.
«Credevi che bastasse così poco contro lo stregone più potente del mondo?!» rise sprezzante Freezer, mentre guariva con la propria magia la sua guancia sanguinante e segnata dai profondi tagli lasciati dagli artigli di Bulma.
Vegeta aveva seguito la scena ad occhi sgranati, paralizzato. Vedere Bulma in quelle condizioni mandò in frantumi qualcosa dentro di sé.
Cominciò ad ansimare, a sentire ciò che restava del suo cuore battere a mille. Guardava la tigre esanime e la testa sembrava potesse esplodergli da un momento all’altro da quanto gli pulsava.
Non poteva essere morta… non adesso, non davanti ai suoi occhi! Non mentre lui era impotente, bloccato nel corpo di un uccello e privo della propria volontà.
«C-cosa… cosa hai fatto alla mia Bulmaaa!» sbraitò all’improvviso, fuori di sé dalla rabbia.
Tremava, aveva gli occhi ribaltati e velati di bianco.
La “M” sulla sua fronte pulsava e si illuminava, mentre lui si teneva la testa con le ali e cercava di avanzare verso Freezer barcollando.
«Aaahhh!» aggiunse in un urlo che sapeva di rabbia, dolore e agonia.
Si alzò in volo e si lanciò in picchiata senza pensare ad altro, deciso a colpire Freezer. Era velocissimo, sembrava un falco spinto dalla collera e l’ex Gran Visir lo guardava con gli occhi spalancati, stupito e incapace di reagire a causa della sorpresa per un particolare che aveva notato.
La “M” sulla fronte di Vegeta, infatti, era scomparsa.
L’impatto fu inevitabile, e il pappagallo colpì col suo becco Freezer talmente forte su una tempia da farlo a cadere a terra, tramortito per qualche istante.
Anche Vegeta precipitò a peso morto sul pavimento sconnesso e pieno di crepe, picchiando forte un’ala nell’impatto. Il dolore lancinante gli regalò un barlume di lucidità e gli fece cercare disperatamente con lo sguardo Bulma. La vide rialzarsi, zoppicante e col pelo sporco di sangue, e andare a rifugiarsi nella stanza da cui era saltata fuori all’improvviso. Anche lui si sollevò a fatica e si diresse saltellando verso la lampada abbandonata sul pavimento, un gesto che non passò inosservato agli occhi di Radish. Chichi stava osservando Freezer sconcertata ed era caduta rovinosamente a terra anche lei, mentre Giuma sembrava aver perso i sensi.
Il pappagallo afferrò la lampada con gli artigli e si alzò in volo quel tanto che bastava per trascinarla nella stanza in cui si era rifugiata Bulma. Ogni movimento gli procurava un dolore atroce, ma non poteva mollare. Non nel momento in cui vedeva il suo sogno a portata di mano.
Fece cadere la lampada sul pavimento e si lasciò scivolare a terra, sfinito, non appena varcò la soglia.
«V-vegeta! L-la tua ala…» farfugliò Bulma, avvicinandosi a lui e guardando con orrore l’ala spezzata.
«Tsk! Non è… niente!» ribatté sprezzante il pappagallo, cercando di rimettersi in piedi e avvicinarsi alla lampada. «Tu, piuttosto, stai bene?! Stai perdendo troppo sangue».
«Io sto bene! Tra poco… tra poco lo attaccherò di nuovo!» rispose a fatica lei, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Vegeta.
«Ti ho detto di lasciar fare a me» sibilò, strofinando la lampada con le penne dell’ala sana.
«Non puoi farcela da solo! Guarda come sei ridotto!»
«Ti ho detto di lasciarmi fare! Devi fidarti di me!» la zittì lui, senza guardarla. «E poi… beh, non farmi più preoccupare, stupida! Tsk!» aggiunse con un filo di voce, mentre un denso fumo celeste avvolse all’improvviso lui e la lampada lasciando come pietrificata Bulma, che non aveva mai assistito all’evocazione da parte del genio.
«Ehi, principe dei pennuti! Sei tu il mio nuovo padrone?!» sorrise Radish, comparendo dal nulla davanti a lui. «Non avevo mai avuto un animale come padrone! Bravo il mio uccellone!» sorrise, dandogli un pizzicotto sulle piume della faccia.
«Piantala di fare il coglione! Devi esaudire i miei desideri!»
«Vegeta… era questo il tuo piano?!» domandò Bulma, ripensando a tutti i dialoghi che avevano avuto in passato.
«Furbo il volatile, vero?!» intervenne Radish, prima di farsi serio. «Devi dirmi una cosa adesso: sei con lui e contro di lui? No, perché si sta ripigliando e se si accorge che non ci sono poi andrà a cercare anche la lampada e sarà troppo tardi. Se devi ordinarmi qualcosa per togliergli i poteri, sbrigati!»
«Io non sono con nessuno e non sprecherò neanche uno dei miei desideri per colpa di un casino fatto da quel buono a nulla di Kakaroth! Che se li risolva da soli i suoi problemi! Tsk!»
«Ma… Vegeta, è un problema di tutti questo e non solo di…» provò a farlo ragionare Bulma.
«Genio, fammi diventare un uomo!» la interruppe Vegeta.
«Sì, non male come scelta. Sicuro di non voler diventare una donna?!» sorrise Radish.
«Muoviti!»
«E va bene… va bene! Lascia spazio alla mia creatività» annunciò il genio, prima di muovere freneticamente le mani e sollevare da terra il pappagallo grazie a una bolla azzurra che lo avvolse all’improvviso, per poi cominciare a lampeggiare sempre più forte.
Si generò un fumo che costrinse Bulma a chiudere gli occhi. Quando li riaprì, davanti a sé e accanto a Radish non c’era più un piccolo pappagallo, ma un uomo muscoloso e dai capelli neri a forma di fiamma che ricordavano la strana forma delle penne che aveva sulla testa. Era decisamente più basso rispetto alla mole imponente del genio, ma Bulma lo trovò estremamente affascinante. Era davvero Vegeta? Il suo Vegeta?
«Ehi! Perché cazzo mi hai fatto più basso di te?!» si lamentò l’ex pappagallo, guardando male Radish.
«Mica mi hai chiesto quando dovevo farti alto, se è per questo ti ho fatto anche meno bello di me! Fidati che i centimetri che ti ho negato in altezza te li ho fatti guadagnare in un’altra parte del corpo!» sorrise compiaciuto il genio. «Mi ringrazierai quando farai strage di cuori grazie a me!»
«M-ma… quanto sei coglione?! Tsk!» sbuffò Vegeta.
«Roarrr!» ruggì debolmente Bulma, sollevando le zampe anteriori e appoggiandole sulle spalle di Vegeta. Lo guardava negli occhi mentre si reggeva solo sugli arti inferiori, come a voler capire se quello era davvero lui.
«Roarrr» aggiunse, piegando leggermente la testa di lato, ma si rese conto dalla faccia del ragazzo che aveva davanti che adesso lui non era più in grado di comprendere la sua lingua.
Anche Vegeta se ne rese conto e si sentì male per questo. Guardò la lampada e poi Bulma, pensando a quello che doveva fare. Quando aveva scoperto anni prima l’esistenza della lampada, aveva anche iniziato fin da subito a pianificare quali desideri avrebbe voluto far esaudire al genio: voleva diventare un uomo, poi essere il nuovo sultano, e, infine, diventare immortale. Poi, però, aveva conosciuto Bulma e la sua volontà aveva cominciato a vacillare così tanto che a volte faticava a riconoscersi.
In quel momento aveva davanti a sé sia lei che la lampada e si domandò cosa avrebbe dovuto fare. Doveva seguire il suo piano originale e diventare un sultano immortale? O doveva scegliere col cuore anche a costo di sembrare uno smidollato? E poi, soprattutto, cosa ne pensava Bulma di tutta quella storia? Sarebbe stata contenta di lui? Non aveva mai voluto parlarle apertamente del suo piano e ormai era troppo tardi per farlo.
La fissò per un lungo istante nei suoi occhi azzurri che apparivano colmi di tristezza e nostalgia. Ci vide dentro un mondo, ci scorse il suo futuro e si sentì meglio. Improvvisamente seppe cosa fare e trovò la forza nel cuore per pronunciare il secondo desiderio.
«Genio, fai diventare Bulma una donna».
Radish sorrise, soddisfatto di quella scelta. La tigre si ritrovò avvolta nello stesso denso fumo che poco prima aveva avvolto Vegeta. Quando si dissolse, l’ex pappagallo sgranò gli occhi e deglutì il nulla, senza fiato. Non aveva più due poderose zampe feline appoggiate sulle spalle, bensì due delicate mani piene di eleganti anelli. Gli occhi erano azzurri, uguali a prima, così come i lunghi capelli legati in una treccia. La ragazza che aveva davanti indossava un leggero vestito da odalisca tigrato e profumava di rosa. Il suo abbondante seno strizzato a fatica nella fascia attirò l’attenzione del ragazzo, che istintivamente la strinse con le mani sulla sua vita stretta. Non riusciva a dire nulla, forse nemmeno a pensare. Bulma era incantevole ai suoi occhi e, finalmente, era come lui.
«Ho fatto un bel lavoro, eh?» si compiacque Radish, rendendosi presto conto che nessuno lo stava ascoltando.
«V-vegeta… i-io… io sono una donna, adesso?» disse Bulma, intimorita anche dalla sua stessa voce umana.
Vegeta pensò che quello era il suono più dolce che avesse mai sentito e si sentì anche uno stupido a pensare a una cosa del genere, ma non poteva farci niente.
«Sì…» disse lui, guardando con desiderio le sue labbra.
Erano improvvisamente vicini, non solo fisicamente, ma anche spiritualmente.
«E… come mi trovi?! C-cioè, ero meglio come tigre o …» farfugliò di nuovo Bulma, prima di venire zittita da Vegeta con un bacio improvviso e impetuoso.
La ex tigre chiuse gli occhi e lo invitò ad approfondire quel contatto, stringendosi a lui. Era tutto così nuovo per loro, tutto così bello.
«Ehm… sono felice che abbiate gradito a vicenda il mio lavoro, ma… come dire…» li interruppe Radish. «O esaudisci il terzo desiderio, oppure è meglio se tornò di là, prima che quel pazzo faccia qualche stronzata perché non trova né me, né la lampada».
«Kakaroth è qui a palazzo? È riuscito a tornare quell’incapace?» domandò Vegeta, che non smetteva di tenere stretta a sé Bulma. «E i due gemelli? Quelli sono forti».
«Sì, è pronto a entrare in azione. Lazuli e Lapis stanno combattendo contro gli altri traditori sulla balconata per non farli arrivare qui» spiegò Radish. «Ah, chiamami Rad! Anche tu, baby» aggiunse ammiccando per fare lo stupido, rivolto ai due. «Io posso chiamarti Prince? Sai, ti immagino come il principe degli uccelloni adesso!»
«Chiamami come ti pare, basta che mi lasci parlare! Tsk!» sbottò Vegeta, mentre Bulma sorrideva divertita. «Allora, Rad, questo è il piano: tu torni di là e fai finta di niente, io attacco Freezer e Bulma consegna la lampada a quel deficiente di Kakaroth non appena entra in azione. Deve trovare lui il modo di sconfiggere quel viscido traditore».
«Ok, mi sembra un buon piano. Prince, Bulma: buona fortuna» sorrise Radish, battendo il suo pugno chiuso in segno d’intesa contro quelli dei due neo umani, prima di smaterializzarsi in una nuvola di fumo celeste davanti ai loro occhi.
 
Nel frattempo, all’esterno, su ciò che restava della balconata principale del palazzo, infuriava la battaglia tra i soldati traditori al servizio di Freezer, guidati da Sorbet e Takoma, che avevano abbandonato il carcere segreto di cui si occupavano, e le guardie che erano rimaste fedeli a Giuma, chiamate da Lunch insieme ai pochi guerrieri di Asgard ancora presenti ad Agraba. Erano comandati da Sedici, che dava direttive sul campo di battaglia pur restando in disparte, accasciato contro il muro mentre si sforzava con tutto sé stesso di non svenire. Continuava a perdere sangue, nonostante gli sforzi di Lunch nel prendersi cura di lui. In mezzo alla battaglia, invece, tutto era nelle mani di Crilin, Yamcha, Tensing e Riff, che davano il buon esempio agli altri e dimostravano un coraggio da leoni. Lunch non aveva mai dubitato della loro fedeltà e infatti era corsa a chiamarli subito, per poi radunare quel piccolo esercito di fondamentale importanza per evitare di far arrivare nuovi rinforzi al già potentissimo Freezer.
Lazuli e Lapis, invece, arrivarono a battaglia già in corso. Agivano da cani sciolti, combattendo senza badare troppo alla tattica di guerra dei propri alleati. Fu presto chiaro a tutti che la loro presenza spostava gli equilibri, infatti sconfissero tutti i nemici senza particolari problemi ed evitarono perdite consistenti tra i fedeli a Giuma.
«Uffa, speravo che sarebbe stato più divertente» commentò Lapis, scrollandosi dalla giacca della polvere piovuta dai calcinacci delle macerie che avevano intorno.
«Già, erano solo una massa di incapaci» sbuffò Lazuli, scalciando stizzita il corpo esanime dell’ultimo nemico che aveva abbattuto per poi sistemarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Toh… quello si regge ancora in piedi…» notò Lapis, indicando con un cenno del capo un barcollante Takoma dalla parte opposta della balconata.
Zoppicava vistosamente ed aveva il volto ricoperto di sangue, anche per questo non gli diedero molto peso. Non si accorsero che si era voltato verso Sedici e aveva gli occhi sgranati, sembrava aver perso del tutto il lume della ragione.
«Tu! Tu… verrai con me all’inferno! È colpa tuaaa!» urlò lo sgherro di Freezer, cominciando a correre con passo incerto verso di lui dopo aver raccolto la scimitarra da terra.
Lunch, che era accanto al generale ferito, sgranò gli occhi per la sorpresa e lo spavento, quando, all’improvviso, un lieve alito di vento portò alle sue narici un po’ della polvere di cui era cosparsa la balconata piena di macerie.
«E… Etciù!» starnutì fragorosamente, abbassando la testa.
Quando la rialzò, tuttavia, il suo sguardo sembrava cambiato: ora era determinato, arrogante, in un certo senso folle. Sorrise sghemba nel guardare quell’avversario barcollante che si avvicinava a lei e Sedici, mentre alle sue spalle cercavano di raggiungerli anche Lazuli e Lapis. Raccolse da terra un pezzo di legno che si era staccato da una finestra e se lo batté sul palmo della mano per saggiarne la consistenza.
«Sì, può andare…» commentò, facendo spallucce, con Takoma ormai a pochi passi da lei.
Sedici provò a rialzarsi per tentare una difesa disperata, non poteva permettere che qualcuno facesse del male alla ragazza del suo Lapis.
«Tu… come… ti… sei… permesso…di… tradirci!» cominciò a sbraitare Lunch, scandendo ogni parola della sua frase sconnessa e alternandole a vigorose bastonate con cui non la smetteva di colpire Takoma sulla testa, che cadde al primo colpo insieme alla sua spada.
Andò avanti a infierire su di lui davanti agli sguardi attoniti di tutti i presenti finché non si spezzò tra le sue mani quel pezzo di legno che aveva usato come una mazza.
«Però, niente male» sorrise compiaciuto Lapis.
«Il mio sogno è che faccia la stessa cosa con te alla prima occasione in cui la farai arrabbiare» ghignò Lazuli.
«Sei sempre la solita sadica, sorellina…» sbuffò divertito il principe di Asgard.
«F-forse per me è meglio puntare a una ragazza più.. più tranquilla, diciamo…» disse a bassa voce Yamcha, lontano diversi metri, grattandosi la nuca.
«Puoi ben dirlo amico, quella non fa per te!» gli diede una pacca sulla spalla Crilin.
«G-grazie…» sussurrò a fatica Sedici, privo di forze, tornando a sedersi.
«I-io… e-ecco… non so come ho fatto! F-forse ho esagerato!» esclamò Lunch, paonazza, lasciando cadere a terra il moncone di legno che stringeva ancora in una mano. Era tornata in sé dopo quel raptus improvviso che l’aveva colta.
«Abbiamo vinto, a quanto pare» stabilì Lazuli, guardandosi intorno e sollevando un pugno chiuso verso il cielo in segno di trionfo, imitata dal fratello e da tutti gli altri soldati.
 
«Quell’inutile uccello, come ha osato ribellarsi?! Lo brucerò vivo, dovrà soffrire e implorare pietà!» ringhiò Freezer, cercando inutilmente con lo sguardo Vegeta, ma finendo col rendersi conto che c’era solo Chichi a pochi metri da lui, ancora a terra. «Genio! Ti avevo ordinato di far innamorare di me quell’insulsa ragazzina!»
«Appunto, padrone, stavo dicendo che ci sarebbero un paio di clausole e qualche piccola postilla…» provò a spiegare Radish, ricomparso dal nulla al suo fianco e compiaciuto per il fatto che l’ex Gran Visir non sembrava essersi reso conto che gli era stata sottratta la lampada Vegeta.
«Non ti azzardare a rispondermi, schifoso essere blu!» lo interruppe Freezer con fare isterico, stringendogli le mani intorno al collo e tirandolo verso di sé.
Ansimava, era fuori di sé dalla rabbia.
Chichi osservava la scena, terrorizzata all’idea che per colpa di un desiderio si sarebbe dovuta innamorare di una persona spregevole come quella, quando all’improvviso notò del movimento alle loro spalle. Da una finestra posta molto in alto, infatti, vide spuntare Goku insieme a Bubbles e il suo cuore cominciò a battere all’impazzata. Gli occhi le si illuminarono e un sorriso le si dipinse automaticamente sul volto. Non avrebbe saputo descrivere la sua gioia nel vedere che Goku stava bene, che era ancora vivo. Sentì l’angoscia e la paura scivolarle via dal corpo e trovò il coraggio di agire in prima persona, quando vide il suo promesso sposo farle segno col dito di non fare rumore. Si rese conto che voleva attaccare Freezer cogliendolo di sorpresa alle spalle per metterlo fuori gioco o magari rubargli almeno la lampada. Né lei, né lui, infatti, sapevano che l’oggetto magico ce l’aveva Bulma in quel momento e che, tra le altre cose, non era nemmeno più una tigre. Non c’era stato modo di elaborare un piano coordinato tra tutti, perché ognuno, in fondo, stava improvvisando per cercare di sconfiggere un avversario al di sopra della loro portata.
E così decise anche Chichi di fare la sua parte, per provare almeno a distrarre per qualche istante quel vile traditore che le faceva rivoltare lo stomaco anche solo a guardarlo. Sarebbe stata una cosa dura da accettare, rivoltante, ma sentiva che doveva farlo per il bene di tutti. Era la principessa di Agraba ed era suo dovere difendere il proprio regno.
«Farai tutto quello che ti ordino di fare, schiavo!» sbraitò di nuovo l’ex Gran Visir, stringendo più forte il collo del genio.
«Freezer…» si intromise con voce bassa e sensuale Chichi, attirando l’attenzione di entrambi.
Si alzò da terra sospirando e accennando un sorriso malizioso, prima di passarsi delicatamente una mano tra i capelli e sciogliersi lo chignon che glieli teneva raccolti. Scosse la testa e liberò la sua fluente chioma corvina, sprigionando intorno a sé un fresco profumo di rosa e, soprattutto, un’elevatissima dose di feroce sensualità. Raccolse la corona che poco prima aveva fatto comparire l’ex Gran Visir e se la sistemò tra i capelli, per poi cominciare ad avanzare ancheggiando, con le palpebre leggermente abbassate e lo sguardo da predatrice.
«Non mi ero mai resa conto di quanto tu fossi straordinariamente attraente, lo sai?» aggiunse in un soffio suadente, continuando ad avvicinarsi.
Freezer, inizialmente sorpreso, sorrise compiaciuto e mollò la presa sul collo di Radish, che, dal canto suo, sgranò gli occhi e spalancò la bocca, non riuscendo a capire quell’assurda scena a cui stava assistendo.
«Uhm, così va meglio…» commentò soddisfatto lo stregone, avvicinandosi a sua volta alla principessa. «Parlami ancora di me… di come sono…» aggiunse, vanesio, sfregandosi le mani.
«Tu sei… forte… potente…» scandì Chichi, senza smettere di ancheggiare e di guardarlo con fare languido.
Fu in quel momento che Radish si accorse di Goku, che si stava calando silenziosamente dalla finestra sfruttando un grosso tendone. Si rese conto che allora Chichi non era impazzita, ma voleva solo distrarre il traditore.
«Gò, la lampada ce l’ha Bulma!» provò a sussurrare il genio, con il giovane ladro che gli fece segno di non fare rumore, mentre si nascondeva dietro un grosso cumulo di monete d’oro alle spalle di Freezer.
«Non ce l’ha lui!» provò a insistere Radish, ma si rese conto che Goku non riusciva a capire perché troppo concentrato nell’aspettare il momento giusto per attaccare.
Chichi notò che si era avvicinato e così decise di attirare ancora di più le attenzioni del neo sultano, appoggiandogli delicatamente entrambe le mani sulle spalle e cominciando ad accarezzargliele, mentre lui la fissava compiaciuto. La principessa cercava di ignorare il senso di repulsione che provava, e alzò la posta in palio, mordicchiandosi il labbro inferiore.
«Continua…» la incalzò, desideroso di ricevere altri complimenti da quella ragazza impertinente che aveva sempre odiato, ma che, doveva ammetterlo, era bella come un fiore nel deserto.
«I tuoi… occhi…» improvvisò Chichi, che non sapeva nemmeno cosa dire, stringendosi di più a Freezer e facendo segno col dito indice a Goku di avvicinarsi. «Mi danno… i brividi…» aggiunse sensuale, arricciando leggermente il naso.
«E quel piccolo straccione?! Non ti interessa più?!» indagò l’ex Gran Visir, avvicinando il volto a quello di lei, che lo ritrasse disgustata, salvo poi appoggiare maliziosamente la guancia a quella di lui e accarezzarle l’altra con la mano.
«Quale piccolo straccione?» mentì con fare languido, con Goku che era ormai sempre più vicino.
Strinse il suo corpo a quello di Freezer, ignorando il senso di nausea che la stava tormentando. Premette il seno contro il petto di lui e sentì i battiti accelerati di quel traditore, che, evidentemente, la desiderava nonostante tutto il disprezzo che provava per lei.
Goku si distrasse nel vedere la ragazza che amava stretta a quel viscido essere e sentì la rabbia crescere dentro di sé insieme alla gelosia, pur sapendo benissimo che si trattava di una recita da parte sua. Tuttavia quella scena lo disturbò a tal punto da fargli perdere la concentrazione. Inciampò e prese dentro con il gomito un vassoio pieno di frutta, che cadde fragorosamente a terra.
«Ma… cosa?!» tuonò Freezer, facendo per voltarsi di scatto.
Chichi però fu più veloce e gli afferrò la testa con entrambe le mani e gli impose di guardarla di nuovo, costringendolo a girarsi con la forza. Chiuse gli occhi e trattenne il respiro.
Si fece forza e cercò di non pensare.
Poi, con un movimento repentino, premette le labbra contro le sue.
E lo baciò.
 
 
 
 
 
 
 
Note: eh sì, è stato decisamente un bacio all’improvviso questo, cosa dite?! Però, come vi avevo detto, i baci improvvisi in questo capitolo erano due e spero abbiate apprezzato di più quello che si scambiano Vegeta e Bulma, finalmente umani. Ci sono voluti 26 capitoli, ma ce l’abbiamo fatta, vi ringrazio per la pazienza che avete dimostrato nell’attenderli! Dedicati a loro, pubblico tre splendidi disegni realizzati da Amartbee, che ringrazio!
Abbiamo poi visto all’opera Lunch in versione bad e spero vi abbia divertito, io me la immaginavo tipo Harley Quinn quando si batte la mazza da baseball sul palmo della mano prima di iniziare a picchiare! ;-)
 
Ringrazio come sempre tutti coloro che mi lasciano sempre il loro parere perché per me è sempre fantastico sentire il vostro supporto e sapere i vostri pensieri! Grazie anche a chi legge in silenzio, spero vi stia piacendo questa battaglia finale!
 
Allora, cosa dite, nel prossimo capitolo Vegeta riuscirà ad attuare il suo piano e a far avere la lampada a Goku? Il nostro ex pappagallo preferito riuscirà ad attaccare Freezer?
Tornano anche nella battaglia principale i miei adorati cyborg, ora che hanno sconfitto tutti sulla balconata, quindi ne vedremo delle belle!
Vi avviso, non mancheranno le soprese e magari qualche altra trasformazione…
Il titolo sarà “L’ultimo desiderio di Freezer”! Ci vediamo mercoledì con questa long, mentre venerdì vi do appuntamento sul fandom di Captain Tsubasa/Holly e Benji perché pubblicherò una one shot lì in cui sarà presente anche il mio alter ego Teo. Se volete ci vediamo anche da quelle parti!
 
Teo

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