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Autore: P_Mary    09/09/2020    0 recensioni
Joe e Ariel.
Se il tuo vicino di casa fosse un adone al quale vanno dietro tutte le donne, le stesse che lui si fa quasi ogni notte in casa sua... come reagiresti se nel frattempo te ne fossi innamorata?
Come reagiresti se lui fosse tremendamente sexy, sarcastico e provocatorio ma allo stesso tempo schivo?
Jack e Johanna.
E se il tuo ex, che ti ha mollata senza un vero motivo tornasse nella tua vita... che faresti?
Lo perdoneresti se dopo due anni insieme, pieni d'amore, lo vedessi con un'altra?
Quali segreti si nascondono in entrambe le coppie?
Una storia d'amore, anzi due, che si intrecciano l'un l'altra.
Se potete lasciate un commento.
Allert: ci saranno capitoli forti ed erotici, ma verranno segnalati all'inizio del capitolo stesso.
P'Mary
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Venduta.
Davvero?

Quella casa era un po' malconcia.

Logico, nessuno se ne curava da tempo.

Rampicanti impazziti ovunque, finestre rotte da ladri...
Chissà quali bestie vivevano lì, ormai.

Tarantole, serpenti a sonagli, pipistrelli, pesci con le zampe, uccelli mutati, gatti grossi come pantere, cani con tre teste...

|No! Fuffi no, cara|

Ah già.
Fuffi fa la guardia a una botola, lo sanno tutti.

Ok, i suoi ragionamenti degni di aprire un libro di King stavano decisamente degenerando.

Per cosa poi? Ribrezzo?

Non era una ragazza schizzinosa, gli insetti non le davano troppo fastidio.
Fino a quando non avevano troppe zampe e troppo pelo...

Quell'abitazione, vista dall'esterno, dava proprio l'idea che al suo interno si fosse svolto qualche oscuro rito satanico.

Guardandola con occhi critici era comunque una casa interessante, tutto sommato.

Su due piani, con un ampio cortile che girava sui tre lati dell'abitazione e che terminava proprio di fronte all'ingresso secondario di casa sua, davanti al cortiletto che ospitava il dondolo.

A dividerlo con l'amaca rotta e logora degli ex vicini erano solo i tre metri della via.

I vicini precedenti li aveva conosciuti poco, erano marito e moglie con tre bambini.

•Oddio, bambini... mostri!•

Il rumore che esserini alti quanto un manico da scopa potevano produrre era incredibile!
A qualsiasi ora del giorno, oltretutto.

Non importava che fosse mattina o notte fonda... loro urlavano, urlavano e urlavano ancora!
Così, quando la signora venne a salutare dicendo che si trasferivano per lavoro era immensamente felice. Anche se questo, ovviamente, non lo diede a vedere.

Ipocrisia o forse solo educazione, il confine è molto labile.

•Chissenefrega, idiota! I mostri se ne stanno per andare!• le urlò quel giorno fortunato la sua coscienza.

Mentre stava cercando la chiavetta che apriva il lucchetto della bici, vide il camion di una ditta di trasloco parcheggiare nei pressi della casa dei vicini.
Quattro uomini in divisa spostavano, dal retro del veicolo all'interno della casa, ogni sorta di oggetto.

Letti, mobili, scatoloni...
Un trasloco a tutti gli effetti.

Poco dopo fece capolino una macchina scura che si fermò proprio dietro al camion.

Dapprima scese una donna di mezza età, una bella signora. Formosa e castana, con parecchie collane e anelli.

Poi scese impacciata una bella ragazza che la signora stava prontamente prendendo per mano e che doveva chiamarsi Erika, a giudicare da quello che sentiva.

Sicuramente era sua coetanea, ma era evidente che qualcosa non andava.

La ragazza non alzò lo sguardo in direzione di uno dei facchini, quando le rivolse la parola.
Usava i suoi capelli biondi, lisci e lunghi come schermo, facendoseli cadere in avanti coprendo il visino.

Per ultimo, dal lato del guidatore, uscì dalla macchina un ragazzo molto alto.
Non lo vide bene in viso perché indossava gli occhiali da sole e una bandana.
Aveva qualcosa di familiare.

"ARIEL? SEI A CASA?" la ragazza presa alla sprovvista si girò di scatto e andò incontro a sua zia, che si era intrufolata dal cortile dall'ingresso principale.

Ah già è martedì.
E lei veniva sempre il martedì.

Raggiunse sua zia Claire e la pregò di aspettarla in casa per un'oretta. Giusto il tempo di sostenere un colloquio per un posto in un night club.
Per fortuna, dopo aver visto il locale e conosciuto le altre ragazze, era sicura fosse andato bene.

Ne era certa perché la titolare, Sarah, la rassicurò dicendole che l'avrebbe chiamata il prima possibile, non appena la ragazza rimasta incinta fosse entrata in maternità.

Inoltre era molto sollevata perché la donna, signorotta di mezza età con i capelli cotonati, era estremamente cordiale e gentile.

Tornata a casa passò un po' di tempo con la zia a chiacchierare mostrandole alcune foto, che la madre le aveva inviato dalla crociera in Egitto, di qualche giorno prima.

~~~

~Una settimana dopo

Dopo svariati giorni Ariel ancora non aveva conosciuto i nuovi vicini. Non li aveva disturbati perché sapeva bene quanto tempo ci vuole a sistemare tutti gli oggetti e gli scatoloni.
Inoltre, era indecisa se prenderli per simpatici o assurdi, quando sentiva frasi come "Dov'è la scatola delle tazze a forma di animale?" oppure "Erika, hai visto le tende della doccia? Lo sai che tuo fratello non si fa problemi a farsi vedere nudo in mondovisione, però vorrei evitare!"

Assistere a una scena in particolare però la lasciò a occhi sgranati...

"Hai chiamato ancora quell'idraulico idiota? Non va di nuovo l'acqua calda. Dannazione!" domandò con tono scocciato quello che doveva essere il ragazzo del mondovisione.

Ariel, che era seduta sul dondolo di casa sua sorseggiando una birra, vedeva perfettamente all'interno della loro sala grazie alle grandi finestre ancora non munite, per l'appunto, di tende.

Il figlio della donna era un adone.

Si era presentato di fronte alla madre con un asciugamano legato alla vita e ne teneva un più piccolo in mano.

Non riusciva a distogliere lo sguardo da quella bellezza prorompente che aveva davanti agli occhi.

Gambe muscolose, pettorali, braccia possenti e definite, addominali ben scolpiti e capelli neri ancora sgocciolanti che gli coprivano leggermente gli occhi.

•Che manzo di prima scelta•

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei tartarughe spuntavano dall'addome...
Ma... MA!
C'era anche una settima gobba che si intravedeva fin troppo bene.

|ARIEL! Per l'amor di Dio!|

"Devo decisamente farmi vedere dal migliore" disse con un filo di voce, prima di riportare l'attenzione dentro la casa.

È mai possibile girare di fronte alla madre e alla sorella con il pisello fasciato così stretto da un misero asciugamano?
Per altro bianco?
Per altro di cotone leggero?
Per altro di fronte ad una finestra senza tenda?

•GIÙ L'ASCIUGAMANO AMORE! FACCI VEDERE COSA TI HA DONATO NOSTRO SIGNORE!•

Il bel ragazzo dopo che la madre borbottò qualcosa d'incomprensibile fece per girarsi accigliato, tamponando i capelli con la seconda pezza di cotone, quando i loro sguardi si incontrarono.

Ariel si sentì male al pensiero dell'espressione che, probabilmente aveva stampata in viso.
Riusciva benissimo a immaginarla perché sentiva le guance andarle a fuoco.

Stava arrossendo come una dodicenne innamorata del capitano della squadra di basket che le chiede di fargli copiare gli appunti!

Ebete!
Con la fortuna che aveva l'aveva di sicuro beccata a fissargli il pisello e gli addominali.

Si osservarono qualche secondo quando finalmente, con suo enorme sollievo, il ragazzo che aveva scoperto chiamarsi Joe salì le scale facendo finta di nulla.

~~~

~Due settimane dopo

Le acque sembrarono calmarsi e decise ad andare a presentarsi.

Chissà se avrebbe incontrato quel bellissimo ragazzo di persona...
Magari con l'asciugamano addosso.

•Con quello addosso...•

|Piantala, pervertita! Sei un'arrapata del cavolo pure tu! Ok, Ariel non tromba dai tempi di Cleopatra ma... non peggiorare le cose!|

•... con solo quello addosso•

|Ci rinuncio. Sei una causa persa|

Non era sicura della coscienza buona, ma quella cattiva era piuttosto in fotta per il ragazzo.

~~~

~Qualche ora dopo

Quel pomeriggio, portando con sé una bottiglia di buon vino rosso, suonò al campanello dei vicini.
Una festosa signora la accolse facendola accomodare in sala.

E che sala! Da fuori la casa non valeva nemmeno un terzo di quello che era dentro, era bellissima e con un tocco rustico.

Di strani animali nemmeno l'ombra.

"Erika, vieni tesoro!"

La ragazza bionda che aveva già visto i giorni addietro, molto carina, si avvicinò timidamente a loro senza mai guardarla direttamente negli occhi.

"Piacere, mi chiamo Ariel. Abito nella casa di fronte"
si presentò porgendo la mano prima ad Addison e poi alla ragazza.

Quest'ultima non allungò la mano ma le guardò timidamente la bocca, come se fosse incapace di fissare negli occhi un perfetto estraneo.

"Lei si chiama Erika" intervenne la madre della biondina, rivolgendo uno sguardo di finto rimprovero alla figlia.

La donna indietreggiò di un passo rispetto a Erika e mosse le labbra per far arrivare un messaggio indirizzato solo ad Ariel.
'Autismo'

Lo sguardo della sua nuova vicina era ben interpretabile:
'Non offenderti se sembrerà maleducata'

Notò, nel frattempo, che la ragazza le fissava insistentemente le labbra colorate. Il suo rossetto sembrava piacesse anche a lei.

Lei d'istinto ritrasse la mano e con il sorriso più dolce che poteva sfoggiare, pronunciò delle semplici parole che sembrarono sortire uno strano effetto sulla giovane, tanto che ella sbarrò gli occhi continuando a fissare il pavimento.

"Domani volevo comprare un nuovo rossetto, ma quello che indosso è ancora nuovo e non volevo buttarlo via. Posso regalartelo?"

|Da quando in qua bisogna buttare via un rossetto per comprarne uno nuovo? Ti sei fatta scema tutto d'un botto?|

Sì, ok. Faccio schifo a inventarmi le storie.

Erika non parlò, ma Ariel comprese di aver fatto bingo quando un impercettibile sorriso incorniciò il volto della bionda.
Si ritenne soddisfatta, per il momento.

"Ci vediamo domani, allora! Arrivederci signora, è stato un piacere conoscerla"

Si avviò verso l'uscita, lasciando nelle mani di Addison la bottiglia di vino.

Appena rientrata in casa propria, si precipitò in bagno per cercare questo benedetto rossetto e, dopo pochissimo, lo trovò appoggiato sopra al lavandino.

Era sicura di fare la cosa giusta! Erika doveva essere estremamente timida e faticare moltissimo a socializzare... forse a causa dell'autismo di cui era afflitta.

Il giorno seguente glielo avrebbe portato, sperando di farla sentire la benvenuta in città.
O, perlomeno, nella via.

Voleva così tanto compiere una buona azione verso quelle due donne, che le sembravano tanto due brave persone, che si dimenticò perfino del ragazzo!

|Sì, sì come no! Come se non lo facessi per evitare che altri mostri vengano ad abitare in quella casa e disturbare le tue noiosissime giornate con i loro calci e urla alle sette del mattino|

~~~

Passarono altri giorni e poteva serenamente affermare che con le sue vicine ormai era in buoni rapporti.

Invece con il figlio maggiore di venticinque anni, ancora non aveva mai parlato.

Le uniche cose che sapeva di lui erano queste:

-Era la persona che curò mesi prima, lo aveva riconosciuto dalle foto sparse un po' ovunque e, con il senno di poi, anche dagli addominali.

•Io me lo ricordo anche per il pisello sotto l'asciugamano!•

-La sua stanza era al secondo piano e la finestra era di fronte a quella di Ariel

-Aveva una vita privata molto... poco privata

Non che lo avesse spiato per scoprire quest'ultima sua inclinazione verso la beneficenza femminile ma, facendo spesso notte tarda per guardare i drama, aveva notato che almeno tre volte alla settimana due figure nella penombra del cortile si avvinghiavano baciandosi con passione.

Vedeva chiaramente mani che si toccavano reciprocamente con foga e udiva gemiti sommessi.

Molto spesso poi intravedeva la bandana che il suo vicino portava di consuetudine. Come a confermare che sì, era davvero lui.

La scenetta era sempre la stessa!

Prima si baciavano, poi entravano furtivamente all'interno della casa e trascorsi esattamente tredici secondi si accendeva una luce molto soffusa.
Questa luce si spegneva solo dopo che Joe accompagnava la ragazza fuori da casa. A volte ci volevano un paio d'ore, a volte solo mezz'ora.

•Mi sa che ho visto un film con questa trama...•

"Stasera non aveva troppa voglia di scopare" si disse ironicamente, quando vide la ragazza di turno uscire prima del consueto.

La particolarità di tutto ciò è che quasi mai era la stessa persona, il suo vicino era un gran donnaiolo.

Capibile, per carità, era bello come un attore Hollywoodiano.

"Ariel, piantala di dire cazzate!" si ammonì dandosi qualche schiaffetto sul viso.

Che pensieri ridicoli! Quello era solo il suo vicino!

Il quale, tra l'altro, non si era nemmeno reso conto che era stata lei a fargli da 'infermierina della notte' settimane addietro.

•Ecco sì, ora mi ricordo il nome! Il film si chiamava 'La spada nella doccia'•

|Ti prego taci. Il buon Walt si sta rivoltando nella tomba|

Ormai stanca tirò le tendine di camera sua, si mise a letto e in breve tempo si addormentò.

~~~

Invece Joe, che era tutt'altro che assonnato, tra sé stava sorridendo malizioso.

Aveva già notato parecchie volte che la sua vicina lo spiava nel cuore della notte e la cosa non gli recava fastidio.
Anzi, lo divertiva parecchio.

Se voleva vedere due scopare non sarebbe stato di certo lui a fermare questa sorta di voyeurismo.

E poi, a dirla tutta quella ragazza era proprio un bel vedere.

[Ciao tesoro, dovunque tu sia spero che stai sorridendo felice. Non ti scriverò molto, sai che ho la lacrima facile e non posso farmi vedere in difficoltà da Erika. Però ci tenevo a farti sapere che lei, quel rossetto che le regalasti, lo conserva ancora gelosamente. Addison]

~~~~~~

Eccovi il secondo capitolo!
Forse un po' lungo, ma spero vi stia piacendo!

Cosa ne pensate di Ariel? E di Joe?

E a voi è mai capitato di scaricare per errore un film porno? A me sì!

Dirò solo il titolo: Porcahontas🤦

Un abbraccio!

 

   
 
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