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Autore: YallaYalla    09/09/2020    1 recensioni
for your perusing
At times confusing,
hopefully amusing
Introducing me
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Per tutto il giorno Hermione restò fedele a ciò che aveva detto e non tolse la felpa di Severus, neanche quando disse che andava a verso le serre a fare due chiacchiere con Neville.
“Tu non essere geloso intanto” disse lei dandogli un bacio.
“Come potrei, te ne vai in giro con un segnale luminoso della nostra relazione” rispose lui indicando la felpa.
“E ne vado molto fiera”
Passeggiare per il castello le era sempre piaciuto, soprattutto quando era disabitato. Sentiva il bisogno di stare un po’ da sola per riordinare i pensieri: la relazione tra lei e Severus le dava molto da pensare e doveva essere lontana da lui per non lasciare che la presenza dell’uomo interferisse nel suo giudizio.
Era sicura di due cose riguardo lei e Severus: primo, lei era senza dubbio innamorata di lui, senza se e senza ma; secondo, voleva fare qualcosa di significativo per dimostrarglielo. L’uomo le aveva salvato la vita e lei se ne andava in giro per il castello nei suoi vestiti sorridendo come una scema; doveva pensare ad un gesto che gli dimostrasse quanto lui fosse importante per lei.
Mentre rifletteva su queste cose era ormai arrivata alle serre e vedeva Neville da lontano che scavava delle buche senza maglietta sotto il sole. Doveva ammetterlo, il ragazzo era cresciuto proprio bene. Ricordando com’era quando erano bambini, Hermione non si capacitava di come avesse sviluppato tutti quei muscoli. La prima volta che lo rivide dopo aver lasciato la scuola alla fine del sesto anno, non lo riconobbe quasi e quando poi l’abbracciò stava per romperle una costola. Quello che aveva a Severus era vero però, per quanto pensasse che Neville fosse un bel ragazzo, nessuno poteva competere con lui, solo pensare al mago, alle sue mani e alla sua voce la facevano sudare nella felpa.
“Ehi, Hermione!” la salutò Neville invitandola ad andare verso di lui
La ragazza allora si fece un incantesimo addosso per abbassare la temperatura e andò al sole accanto all’amico.
“Ciao, Neville” lo salutò
“Ti saluterei come si deve, ma sono tutto sudato” disse allora lui sorridendole un po’ imbarazzato
“Non ti preoccupare, continua pure il tuo lavoro. Sono venuta giusto per prendere un po’ aria, stare sempre chiusa nei sotterranei non aiuterà di certo la mia abbronzatura”
“Nei sotterrai, eh?” chiese Neville guardandola fisso e sorridendo. Hermione si rese quindi conto di quello che aveva detto e si coprì il volto con le mani per nascondere l’imbarazzo.
“Ehi, non c’è nulla di cui preoccuparsi, non mi hai detto nulla che non avessi già ipotizzato da solo. Quando prima sono entrato in sala grande l’ho visto davanti a te pronto a proteggerti da qualsiasi cosa fosse entrato da quella porta. E ho visto il modo in cui mi guardava, come se pensasse ad ogni modo conosciuto per uccidermi” disse il ragazzo ridendo. Hermione arrossì pensando a quanto fosse carino Severus geloso che cercava in tutti i modi di nasconderlo.
“E poi indossi una felpa di Serpeverde, è come se avessi un cartello in fronte con scritto <>” concluse Neville ridendo.
“Va bene Sherlock, mi hai scoperta” disse allora Hermione. Da un lato era sollevata che Neville se ne fosse accorto da solo, ora poteva parlare con qualcuno di Severus senza aver paura di arrossire.
“Allora, da quanto va avanti?” le chiede allora lui e la ragazza raccontò tutto quello che era successo da quando aveva trovato il suo corpo nella Stamberga Strillante e lo aveva portato a casa sua.
I due rimasero a parlare per un paio d’ore mentre il ragazzo finiva di lavorare.
Quando si alzò per mettere la maglietta, Neville evocò un patronus che andasse a dire alla professoressa Sprout che aveva finito i compiti che gli aveva dato. Hermione fu sconcertata a vedere un serpente gigante fuoriuscire dalla sua bacchetta.
“Sì, da quando ho ucciso Nagini il mio patronus è cambiato. Anche quello di altri ha mutato forma, tu hai visto il tuo dalla battaglia?” chiese mentre il serpente argentato si muoveva rapido verso la sua meta.
“No, non vedo il mio da molto tempo ormai” ad Hermione non era mai particolarmente piaciuta la sua lontra, avrebbe voluto qualcosa di un po’ più imponente.
“Prova dai, inviane uno al tuo bel mago e chiedigli di venire a prendere un tè con noi” disse il ragazzo ridendo.
“Chi sei tu e cosa ne hai fatto del ragazzino il cui molliccio aveva le sembianze di Severus?” chiese Hermione ridendo alla facilità con la quale Neville parlasse del suo ex terrificante professore.
“Ho combattuto una guerra e mi sono reso conto che i veri mostri non cercano di impedirti di esplodere per anni”
I due risero pensando a tutte le volte che Severus aveva evitato che Neville finisse a brandelli sul pavimento.
Hermione allora si concentrò sul ricordo più bello che aveva per evocare il suo patronus. Di solito il primo che le veniva in mente era il giorno in cui ricevette la sua lettera per Hogwarts e finalmente sentì che esisteva un posto nel mondo anche per lei. Stavolta, però, la prima scena che le apparì nella mente fu il momento in cui aveva sentito per la prima volta Severus ridere, in infermeria, dopo che lei gli aveva rotto il naso. Sorrise dalla gioia pronunciando l’incantesimo e per poco non le cedettero le gambe quando dalla sua bacchetta uscì una leonessa.
“Wow, questo sì che è un patronus” disse Neville che, come la ragazza, era rimasto sconvolto dal cambiamento di forma.
Hermione disse ancora il suo messaggio e mandò l’animale verso Severus e andò dentro insieme a Neville.
L’uomo si trovava in cucina per preparare un tè quando venne quasi aggredito dal patronus di Hermione. La leonessa gli saltò addosso e gli riferì il messaggio della ragazza, ma non scomparì, anzi, si mise a fare le fusa per lui e si rifiutò di fargli fare altro se non seguirla verso la sua padrona.
“È in tutto e per tutto il tuo patronus” disse ad Hermione quando arrivò alla serra ancora scortato dall’animale. “Si è rifiutata di farmi fare altro che seguirla”
I due ragazzi iniziarono a ridere vedendo l’animale che si strusciava sulla gamba di Severus, anche se Hermione era un po’ imbarazzata dalla dimostrazione d’affetto così gratuita del felino.
“Sono stato trascinato qui con la promessa di una tazza di tè, dov’è?” chiese l’uomo staccandosi dall’animale che scomparve e sedendosi.
“Eccotela, uomo impaziente” rispose Hermione passandogliene una e Neville non poté fare a meno di notare il sorriso sul volto dell’amica quando le dita dei due si sfiorarono.
“Signor Longbottom, la prego di accettare le mie congratulazioni per il suo apprendistato. Spero di poter presto parlare con lei di alcune piante che vorrei coltivare per delle pozioni”.
“Certo professore, quando vuole mi trova sempre qui”
“Non sono più un suo professore, può chiamarmi Severus”
Per poco Neville non si strozzò con il tè.
“Come, mi scusi?”
“Ho detto che non sono più il suo professore, per cui non c’è necessità che lei mi chiami in quel modo; oltretutto lei ha ammazzato il serpente che mi aveva quasi ucciso, quindi può chiamarmi Severus, se la cosa le aggrada”
“Wow” rispose il ragazzo e per qualche secondo rimase in silenzio ancora sconvolto dalla cosa.
“Beh, grazie Severus! Ovviamente tu puoi chiamarmi Neville; signor Longbottom mi fa pensare che sto per ricevere una punizione o che stai per urlarmi in testa”
“Per quanto io non abbia più il potere di darti una punizione, Neville, posso sempre urlarti addosso” rispose l’uomo alzando un sopracciglio e ghignando.
Neville rabbrividì. Per quanto avesse detto ad Hermione di non aver più paura dell’uomo una cosa era dirlo così, tanto per, una cosa ben diversa era esserne convinti quando lui si trovava proprio lì e lo guardava in quel modo.
“Severus, per favore, smettila. Neville sta cercando di superare la sua fobia per te” disse Hermione dandogli un buffetto sul braccio in modo affettuoso.
“Ah sì, il molliccio con le mie fattezze e l’affascinante outfit di sua nonna. Lupin adorava raccontare a tutti di quella scena”
Neville avrebbe preferito affrontare Nagini daccapo piuttosto che stare nella stessa stanza con Severus che raccontava della lezione sui mollicci.
“Non ti preoccupare Neville, questo è il suo tono sarcastico, non ti farà nulla” disse Hermione guardando il povero ragazzo che cercava di farsi il più piccolo possibile.
Severus guardò la donna alzando un sopracciglio con espressione scocciata.
“Hermione, non andare in giro a chiamare i miei bluffs, non ci si comporta in questo modo con il proprio partner”. Ovviamente Severus non ce l’aveva con lei, voleva solo far stare il ragazzo un altro poco sulla graticola, in memoria dei vecchi tempi.
Hermione alla parola “partner” si accese come un albero di Natale.
“Hermione, un consiglio, se non avete ancora detto questa cosa in giro ti suggerirei di controllare le tue espressioni facciali mentre sei con lui. Sei un cartellone pubblicitario della vostra relazione”.
“Grazie, Neville” rispose lei in evidente imbarazzo.
I due rimasero un altro poco con il ragazzo, poi si congedarono visto che si avvicinava ora di cena.
Quando arrivarono in camera trovarono un gufo ad aspettarli. Hermione prese la lettera e vide che era di Harry; iniziò a tremare.
“Hermione, cosa succede?” chiese Severus preoccupato vedendo la reazione della donna.
“È di Harry”
L’uomo capì che lei aveva paura che il ragazzo avesse detto qualcosa per ferirla; mentalmente pensò a svariati modi per ferirlo nel caso.
“Vado nella mia stanza a leggere, scusami” disse Hermione in un filo di voce e se ne andò.
 
Cara Hermione,
Ti prego perdonami. Non posso dirti quanto ci sia rimasto male per come tu ti sia dovuta sentire a leggere la mia lettera. Sai che non sono assolutamente capace di esprimere quello che sento in una forma coerente. Ora, però, farò del mio meglio per spiegarmi.
Nulla, e ripeto, nulla al mondo potrebbe rendermi più felice che sapere che sei in una relazione e che ti dà gioia. Per anni non ho desiderato altro che poter vedere te nella stessa situazione di me e Ginny.
Prova a metterti nei miei panni per un attimo: la tua migliore amica, che conosci da anni e che consideri una sorella, passeggia insieme al vostro ex professore, attuale eroe di guerra e tuo idolo personale.
Beh, ora immagino tu capisca in che condizioni fosse il mio cervello mentre ti scrivevo quella lettera. Naturalmente ora, che ho avuto modo di riflettere e che sono stato ben ripreso da te e da Ginny, mi rendo conto di essere stato un insensibile bastardo e ti chiedo scusa.
Ti prego, estendi i miei auguri al tuo…  ehm… fidanzato? Come devo chiamarlo? Se lo chiamo Severus potrebbe cruciarmi secondo te? Fammi sapere.
Se siete liberi domani pomeriggio ci farebbe piacere avervi per un tè.
Per sempre tuo, e per sempre una testa di legno,
Harry
 
Hermione leggendo pianse dalla gioia, la gioia di avere un amico così speciale; poteva aver perso la sua famiglia biologica, ma quella del cuore le era più vicina che mai.
Tornò in soggiorno e trovò Severus che l’aspettava in ansia. Si sentì il cuore colmo d’amore per quell’uomo che, lì seduto, era pronto a proteggerla da ogni sofferenza e che probabilmente era anche pronto a minacciare il suo migliore amico se l’avesse fatta soffrire.
“Siamo invitati per un tè domani” disse la ragazza sorridendo e Severus si rilassò.
“Per favore, domani non svelare immediatamente i miei trucchi, fammi divertire un po’ a spese di Potter”
“Sai, nella lettera ha detto che sei il suo idolo personale”
Severus fece una faccia tra lo sconvolto e l’inorridito.
“Parole sue, non mie” aggiunse Hermione sedendosi accanto a lui.
Rimasero così per un po’, a parlare della lettera, quando Hermione scoppiò a ridere all’improvviso.
“Ti prego, condividi con me cosa ti abbia causato così tanta ilarità” disse allora l’uomo vedendo che la ragazza quasi si piegava in due dalle risate.
“Stavo pensando alla faccia di Harry quando gli diremo che siamo stati ospiti prima dai Malfoy che da lui”.
Severus iniziò a ridere in modo incontrollato e in poco tempo ad entrambi facevano male gli addominali.
“Ti propongo una sfida” disse Hermione quando i due si furono calmati.
“Hai la mia attenzione”
“Harry merita di essere punito per quello che ha scritto nella lettera dell’altro giorno e qui entra in gioco la nostra gara: vincerà chi riuscirà a sconvolgerlo di più”
“Strega, non proporre una sfida che di sicuro perderai” rispose Severus con orgoglio, sconvolgere le giovani menti era un hobby per lui.
“Non preoccuparti per me, conosco Harry abbastanza bene da sapere come colpirlo”
“Sfida accolta” disse allora lui estendendole una mano per sancire il patto.
“Nessun argomento è tabù” rispose lei stringendola.
Harry non aveva idea di cosa aveva scatenato.
  
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