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Autore: lmpaoli94    10/09/2020    1 recensioni
Anni ’70.
In un piccolo orfanotrofio di una piccola città toscana, s’intrecciano le vite Lamberto, un maestro di 31 anni, e di alcuni bambini che hanno il bisogno di riscoprir la voglia di vivere dopo che sono stati abbandonati a causa della morte dei loro genitori.
Diverse storia ma con un obiettivo comune: ritrovare il sorriso in un piccolo edificio dove la tristezza ricopre un’esistenza troppo breve per essere sprecata in un modo ignobile e rancoroso.
Toccherà al giovane maestro riportare un sorriso a questi bambini dove hanno perso la speranza di vivere una vita che all’apparenza gli ha tolto tutto, ma non i sogni.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finite le lezioni, i docenti si apprestavano a tornare a casa.
Una lunga giornata di lavoro era finalmente arrivata a termine, ma Lamberto non era soddisfatto del suo operato.
Non aveva intenzione di lasciare i suoi poveri alunni tristi alla loro sorte mentre la rettrice e tutti gli altri docenti non vedevano l’ora di andarsene.
Scatenando ancora l’ira dei suoi colleghi per i suoi modi non troppo consoni, Lamberto si espresse dicendo che non se ne sarebbe andato subito.
< Signor Rodari, le lezioni sono finite > replicò seria la rettrice < Perché vuole rimanere qua? Altri nostri colleghi prenderanno il nostro posto fino a domani mattina. Lei non si deve preoccupare per i suoi studenti. >
< Ho intenzione di conoscerli meglio. Oggi non ho avuto molto tempo a disposizione. >
< Signor Rodari, non ha nessun diritto di rimanere più del tempo dovuto qui. Lo vuole capire? >
< Ci sono forse problemi nella mia decisione? >
Infuriata per i continui cambiamenti del giovane uomo, alla fine la rettrice acconsentì al suo desiderio.
< Veda di non rimanerci anche a dormire, altrimenti i miei collaboratori me lo riferiranno immediatamente. >
< Non credo che farei qualcosa di male > rispose Lamberto facendo spallucce.
< Lei Rodari continua a sfidare la mia pazienza. Deve stare attento, altrimenti… >
< Questi battibecchi non fanno bene ai nostri alunni, non vi pare? >
All’improvviso, un uomo molto alto di circa sessant’anni, si avvicinò ai due docenti con fare serio.
< Preside Morotti, noi non volevamo… >
< Rettrice, perché non mi presenta questo giovanotto? >
< Lamberto Rodari > fece l’uomo con entusiasmo < Felice di conoscerla. >
< Alfredo Morotti, preside di questo istituto da quasi vent’anni. >
< Pensavo che fosse la Rettrice Guarini colei che manda avanti la baracca > scherzò l’uomo.
< Dati i miei impegno in tutta la provincia, non posso rimanere qui per molto tempo. Perciò la Rettrice Guarini prende sempre il mio posto. >
< Un vero peccato, Signor Preside. Sono convinto che lei sarebbe un docente migliore. >
< Adesso basta! Ne ho abbastanza di queste infamie! >
Sbottando come non aveva mai fatto prima, la rettrice Guarini fu riportata immediatamente all’ordine mentre Lamberto stava ridendo sotto i baffi.
< Non è educato urlare come una donnetta qualunque, Signora Guarini > rispose il preside con compostezza.
< Ma il Signor Rodari… >
< Il Signor Rodari non ha detto niente di male, Signora Guarini. Ha solo espresso un’opinione. >
< Ma non avrebbe dovuto! >
< Signora, vuole continuare ad urlare come una donnetta? Le vorrei ricordare che qui ci sono degli alunni. >
Non potendo fare niente per prevalre la sua ragione, la donna se ne andò indignata sotto lo sguardo divertito dei due uomini.
< Finalmente si è tolta di mezzo > fece il preside con tono fermo < Non mi sorprende che nessuno riesce a tollerarla. >
< Da quello che ho visto da quando sono qui, ha tutto il rispetto degli altri docenti > gli confessò Lamberto.
< Ne è sicuro, Rodari? Magari è solo apparenza. I docenti che lavorano in quest’istituto sono spaventati dai modi della rettrice. Per questo molti di loro nascondono il loro disappunto e i loro veri risentimenti. Ma non si può dire lo stesso di lei. >
< Signor Preside, lei deve sapere che la Rettrice Guerini tratta gli alunni come dei prigionieri. Questi bambini hanno diritto ad avere un futuro felice. >
< Signor Rodari, le voglio confessare che lei non è il primo a dirmi queste cose > mormorò con tristezza il preside < Altri docenti prima di lei hanno cercato in tutti i modi di cambiare le regole di questo istituto, fallendo però miseramente.
Ricordo ancora un vecchio docente che è rimasto qui solo tre mesi. Aveva cinquant’anni e aveva la voglia di cambiare il mondo come sta facendo lei.
Peccato che il suo carattere e la voglia di guadagnare qualcosa per vivere, l’hanno spinto lontano dai suoi ideali prima che la Rettrice Guerini lo potesse licenziare.
Ebbene, era riuscito ad incastrarlo molto bene facendogli delle accuse molto gravi. >
< Di quali accuse sta parlando?>
< Furto, maltrattamenti e altre cose del genere… In quel periodo io mi trovavo a Firenze e quando la Rettrice Guerini mi ha avvertito di questo fatto, sono dovuto tornare qui a Lucca per mettere in chiaro questa assurda situazione.
Purtroppo quel povero uomo aveva le mani legate e non ha fatto nulla per portare la verità alla luce.
Solo cinque anni più tardi si è scoperto che l’uomo ha voluto fare di tutto per incriminarsi e fuggire per sempre da questo istituto che gli aveva tolto la serenità:
Da quel momento i miei rapporti con la Rettrice si sono incrinati per sempre, ma non ho nessun potere nel mandarla via.
Purtroppo ogni anno quella donna spende milioni di lire per mandare avanti questo orfanotrofio.
Senza i suoi soldi, questi bambini non avrebbero un posto dove stare. >
< Praticamente noi docenti e i bambini devono sopportare le sue angherie all’infinito. >
< A meno che lei non conosca un altro benefattore che può mandare avanti questa baracca… Spero che non le dispiaccia se uso la sua battuta di prima. >
< Ovvio che no, Preside > rispose Lamberto ritrovando subito il sorriso < E che cosa mi dice delle coppie che vogliono adottare un figlio? >
< Anche di questo si occupa la Rettrice Guerini. Vedendo l’archivio dei bambini adottati, purtroppo cala ogni anno. Forse perché questo istituto si è fatto una brutta reputazione per l’educazione ferrea di questi bambini. Qualche volta quando capito qui, vedo alcuni genitori che fissano gli sguardi tristi e soli dei nostri bambini.
E non sono sguardi perché non hanno avuto niente nella vita, ma perché non riescono ad essere felice e  questo spaventa i novelli genitori. >
< E’ davvero terribile. Allora nessuno di loro potrà mai avere qualcuno che possa prendersi cura di loro. Che cosa succede quando arrivano alla maggiore età? >
< Noi dell’istituto cerchiamo di trovargli un lavoro degno. Ma alcuni di loro finiscono di diventare criminali, o peggio ancora venire uccisi… Purtroppo questa è la realtà delle cose e data la mia elevata età, non ho la forza necessaria per proteggere questi bambini. >
Lamberto, dispiaciuto di queste parole, era ancora più determinato a cambiare i destini dei suoi alunni.
< Signor Preside, questo istituto non deve essere riconosciuto per le sue difficoltà o i suoi lati oscuri… Questi bambini meritano di meglio dalla vita, ma non posso fare niente da solo. Ho bisogno del suo aiuto. >
< Vuole un mio aiuto? Trovi un benefattore adeguato che possa aiutarci nella nostra causa. Solo così potremmo togliere di mezzo la Rettrice Guarini. Purtroppo non ci sono altre possibilità. >
< No, non è possibile… >
< Ora però veda di pensare ai suoi alunni, Signor Rodari. Alle faccende finanziarie dell’istituto ci penso io. Almeno per quanto le mie energie possano fare. >
< Vuole una verità, Signor Preside? Secondo me lei non sta facendo abbastanza. >
< Lo so bene, Signor Rodari. Ma non posso fare di meglio. Mi dispiace… Tornando agli alunni, lei ha espresso il desiderio di conoscerli meglio. Si limiti a pensare a loro. Almeno per queste settimane. Poi magari con il passare del tempo, le cose potrebbero cambiare. >
< Lo spero bene, Signor Preside. Grazie lo stesso per le sue parole. >
< Si figuri. È stato un piacere. >
   
 
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