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Sam
era sdraiato nella
polvere e guardava oltre il masso che lo riparava agli occhi del drago.
Aveva
sempre saputo di voler essere un cavaliere e un giorno sarebbe
diventato il
cavaliere più coraggioso di tutti. Un giorno, dopo esser
riuscito a sconfiggere
il drago.
Spiò
ancora sporgendosi
dalla roccia. Il drago, immobile, sembrava incurante della sua presenza
quindi,
o non lo aveva visto o fingeva molto bene, cercando di prendere Sam di
sorpresa.
Sam
trattenne il respiro e
lo osservò attentamente: il capo era dritto, attento, e i
suoi occhi, ai lati
della testa, erano oblunghi e concentrati. Sembravano cattivissimi. La
sua
testa allungata ora si muoveva a destra e a sinistra, per permettergli
di
guardarsi intorno. Sam si nascose di nuovo. Il drago non aveva ancora
sputato
fuoco, ma lui sapeva che poteva farlo e chissà che non
avrebbe provato presto
ad arrostirlo.
Quando
il drago si spostò,
girando ancora la testa, strinse più forte l’elsa
della spada: non doveva avere
paura. Era coraggioso e quando sarebbe riuscito a salvare la
principessa
prigioniera del castello alle spalle del drago, sarebbe stato un eroe.
Il più
era sconfiggere il drago.
Ma
come si colpisce un
drago? Osservò ancora il suo corpo: tutto era ricoperto da
squame verdi, in
linea regolare sul dorso mentre altre sul ventre e sotto la testa erano
più
chiare e seguivano un disegno diverso. Vedeva il suo ventre alzarsi e
abbassarsi al ritmo del suo respiro. Sicuramente il cuore del drago non
batteva
così forte come il suo, pensò.
Guardò
ancora le squame
più chiare. Erano forse meno rigide di quelle sul dorso?
Sarebbe riuscito a
trapassarle più facilmente con la spada? Oppure la sua arma
avrebbe ceduto
sotto il peso di una pelle spessa e dura come sembrava quella sul dorso?
Sam
si asciugò un rivolo
di sudore dalla fronte con la mano che reggeva lo scudo, la sua difesa
insieme
all’armatura e all’elmo. Il suo scudo era grande e
pesante, ma sarebbe bastato?
Controllò ancora le zampe del drago. Erano impolverate ma si
vedeva bene quanto
i suoi artigli fossero lunghi e spessi, mentre si muoveva. Il suo scudo
l’avrebbe protetto? O sarebbe bastato il colpo di uno di
quegli artigli per
lasciarlo senza protezione?
Si
sistemò l’elmo e si
accucciò un altro po’. Il drago dovette sentire il
suo spostamento, o forse aveva
percepito l’odore della sua paura, perché si
girò verso la sua direzione. La
creatura avanzò di due passi prima di alzare la testa e
aprire la bocca.
Sam
ebbe un brivido di
paura che gli attraversò la schiena. Il drago avrebbe
sputato fuoco? E lui cosa
avrebbe fatto? Sospirò quando il drago fece solamente
saettare la lingua
biforcuta. Lo fece tre volte e poi iniziò a muovere la
testa. Il movimento
della sua bocca fece pensare a Sam che avesse ingoiato qualcosa e lo
stesse
masticando. Spalancò gli occhi e sperò di non
essere il suo prossimo boccone.
Quando
capì che non
sarebbe servito a niente aspettare ancora, Sam si preparò a
colpire. Strinse
forte la spada e lo scudo, sistemò l’elmo e si
mise in ginocchio. Avrebbe
aspettato che il drago si fosse voltato verso il castello per prenderlo
di
sorpresa e cercare di avere la meglio su di lui. Oppure, solamente
girarci
intorno e arrivare alla fortezza.
Quando
si alzò in piedi,
un grido dall’entrata del castello lo deconcentrò
facendogli cadere
rumorosamente la spada nella polvere. Sam si voltò verso la
principessa e
sbuffò forte.
“Sam,
è pronta la cena!” Aveva
urlato la mamma e la lucertola era scappata velocemente via, mentre Sam
raccoglieva il cucchiaio di legno e si incamminava verso la porta di
casa
stringendo il coperchio del bidone dei rifiuti. Sulla soglia di casa,
si voltò
e guardò il cortile.
“A
domani, drago.”
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