019: Cuore.
 

Il piccolo Teddy Lupin era inginocchiato a terra a preparare il regalo per Victoire, la figlia di zio Bill e zia Fleur. Teddy non capiva molto bene gli adulti: né zio Bill, né zia Fleur erano fratelli dei suoi genitori e allora perché doveva chiamarli zii? Sua nonna (che era davvero la mamma di sua mamma) aveva detto che li chiamava così perché erano amici di famiglia ma per Teddy era troppo difficile da capire.
Quel giorno era anche un po' triste, perché sei anni prima erano morti entrambi i suoi genitori, così aveva pensato di fare un regalo anche per loro da portare sulla loro tomba alla scuola di Hogwarts. Zio Harry, il suo padrino, diceva che erano coraggiosi e Teddy ci credeva, anche se avrebbe voluto tanto conoscerli. Lui non si ricordava neanche che aspetto avessero. Questo lo rendeva un po' triste, ma come gli aveva detto la zia Ginny, quando era triste doveva pensare alle cose felici, come quando era nata Victoire o quando lo zio Harry aveva scoperto di star per diventare papà ed era svenuto. C'era anche Teddy in quel momento e si ricordava di aver riso tanto tanto!
«Teddy, andiamo?» chiese dolcemente la nonna.
Teddy guardò un’ultima volta il suo disegno con la punta della lingua in fuori e, una volta soddisfatto lo piegò e lo mise nella tasca dei pantaloni.
«Sì, nonna!» esclamò.
Usare la Metropolvere era sempre strano per Teddy e si chiedeva quando sarebbe riuscito ad uscirne senza essere coperto di fuliggine. Lo zio George gli aveva detto che sarebbe stato sempre sporco con la Metropolvere ma lo zio George scherzava sempre, quindi non gli aveva creduto.
Una volta usciti dall'ufficio della Preside, si erano incamminati verso il giardino dove i suoi genitori erano sepolti, salutò con una manina le foto animate e poi prese il disegno. «Teddy, è bellissimo» gli disse la nonna.
Teddy aveva pensato di regalare loro un cuore in cui dentro c'era scritto "Mamma e papà" e fuori tutti i nomi delle persone che erano vicino e loro: la nonna, zio Harry, zia Ginny e tutta la famiglia Weasley.
«Sai nonna» disse guardando soddisfatto la sua opera d'arte. «Mamma e papà non ci saranno più, ma adesso ho una famiglia ancora più grande! Secondo te gli piace Victoire?» la nonna lo guardò sottecchi per la domanda strana posta dal bimbo.
«Penso di sì, perché?»
«Anche se ha il nome francese e zio Ron dice che le persone francesi sono antipatiche?» Andromeda rise.
«Sì, penso proprio di sì. Perché me lo chiedi?»
Senza aggiungere altro prese un altro foglietto e lo mostrò alla nonna: c'era sempre un cuore ma dentro c'era il nome di Teddy e quello di Victoire. Andromeda si intenerì pensando che suo nipote era proprio il mix perfetto tra Remus e Dora. «Io penso che mamma e papà sarebbero molto contenti di Victoire» gli disse schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia. 

Note finali: domani mattina sarò in viaggio, cercherò di aggiornare dal cellulare ma non l'ho mai fatto, quindi non so cosa succederà. Male che vada, lunedì pubblicherò due storie anzichè una.