Buongiorno miei cari! Eccoci con un nuovo capitolo. Eheheh..è solo un piccolo intermezzo, per introdurre il prossimo capitolo, che è già ben chiaro nella mia testa ma che devo ancora scrivere..se ne vedranno delle belle...
Prima di tutto, i ringraziamenti:
francesca27:
Eheheh, lo saprai presto!!
_Giuli95_ : grazie mille, mi fa piacere leggere che il
mio lavoro è apprezzato, non ero molto convinta del capitolo
precedente ma vedo
che è piaciuto molto! uhuh
mollicadipane: grazie grazie *si commuove*
eh si, ho reso Draco un po' piu romanticone, ma non
temete..tornerà presto il
solito vecchio Serpeverde..
katia37: Ehh già..Blaise si dovrà
proprio arrangiare!
Malfoy è sempre Malfoy nO? uhuh
anna96: grazie mille! già tutti abbiamo tirato
un
sospiro di sollivevo quando finalmente Malfoy si è
dichiarato..ma porello
Blaise T_T mi dispiace per le stesse cose che scrivo (Si sono malata lo
so xD)
kimilachan: O_O o merda, non è che frequenti anche
te la
classe della Cooman?U_U mh?Mh?Sgamata eh! Uhuh, e vedremo se c'hai
azzeccato..
un bacione a tutti e grazie dei vostri commenti!
mi spingete sempre a continuare!
ora vi lascio a questo nuovo capitolo, dove ho deciso di mostrare un
po' la
vita dei Grifondoro e i loro rapporti xD uhuh..(Si noterà un
bel po' il mio
amore profondo per i gemelli xD)
Capitolo 9: Sogno
Ero
seduta nel portico vicino alle serre. Un libro in grembo e la mia penna
preferita dietro l’orecchio.
L’aria
primaverile mi scompigliava distrattamente i capelli tirati indietro e
i raggi
solari mi illuminavano perfettamente le pagine.
Tutto
perfetto. Ron e Harry erano ad allenarsi allo stadio, e il silenzio mi
avvolgeva.
Mi
disturbò non poco, quindi, il calpestio fastidioso di una
persona nel corridoio
laterale al portico.
Non
alzai nemmeno lo sguardo, aspettando che lo scocciatore si dileguasse,
quando
notai che due scarpe lucide e perfette si erano appena fermate di
fronte a me.
Alzai
lentamente la testa, pronta a chiedere di stare da sola, finalmente,
per
quell’ultimo ripasso, quando mi immobilizzai.
Draco
Malfoy era di fronte a me, dritto e altezzoso. La camicia leggermente
sbottonata insieme alla cravatta larga intorno al collo. Le maniche
tirate fino
ai gomiti e i jeans scuri. I capelli cadevano distrattamente sulla
fronte,
scompigliati, dandogli l’ultimo tocco di perfezione.
“Buongiorno”
disse ghignando.
“Buongiorno anche a te Principino”
risposi alzandomi e buttandogli le braccia al collo.
”Ti sono così tanto
mancato?” sussurrò
contro le mie labbra, sorpreso da tanto slancio.
”oh sì, è
stata una lunga notte senza di
te” ridacchiai.
“Sono passato solo a salutarti”
mormorò
dandomi un lieve bacio a stampo sulle labbra socchiuse “Devo tornare in classe”
continuò dandomi un altro bacio “Ci
vediamo a cena” concluse riunendo le
nostre labbra in un bacio più intenso. La sua lingua giocava
con la mia in una
danza confusa, passionale. Mi
aggrappai con le mani alle sue spalle, e mi tirai su per stargli
più vicino e
far aderire i nostri corpi.
Le
sue braccia mi stringevano per i fianchi, e le mani vagavano sulle
schiena,
accarezzandomi con delicatezza.
Si staccò lentamente, allungando una mano dietro alla mia
testa e sfilando la
matita che mi faceva da fermacapelli. I boccoli scesero come una
cascata sulle
mie spalle.
“Sei più bella così”
ghignò “A dopo, Ti
amo mia Regina Grifondoro”disse infine
girandosi e infilandosi la
matita della sottoscritta sopra l’orecchio, lasciandomi
ancora in trance,
colpita dalla naturalezza con cui mi diceva quelle due parole
così semplici
eppure complicate.
Avevo
raccolto disorientata i libri che mi erano scivolati a terra, le
immagini di
poco prima che continuavano a vorticare confusamente nella testa.
La
sua voce profonda ma melodiosa che mi sussurrava due semplici parole,
facendomi
svuotare il cervello.
Non
andava per niente bene, quanto mi ero fatta prendere da quella
serpe… Destino maligno, che mi fai
gustare un così
bel frutto, per poi rivelarmi che è
proibito.
Ora
inizio a capire Eva.
Avanzai
con cautela verso
Hermione,
ripigliamoci, Hermione, su cammina dritto che sembri ubriaca. Mi dissi
ma il
mio corpo non sembrava volermi ascoltare, così arrivai per
puro miracolo viva e
vegeta fino alla Torre Grifondoro.
Entrai
nella Sala circolare, fresca e accogliente, e buttai i miei libri sul
primo
tavolino basso libero, per poi buttarmi a peso morto su una poltrona.
“Hey Herm” mi salutò
uno sporchissimo
Harry entrando in quel momento dal ritratto, seguito a ruota da Ron,
sporco
anche lui.
”Ma cosa diavolo fate voi?
Allenamenti di
Quidditch o lotte nel fango?” domandai alzando un
sopracciglio e squadrando
il sudiciume che ricopriva le loro divise.
“Oh come la fai lunga” mi
rispose Ron, di
malumore, sdraiandosi sul divano.
Alzai lo sguardo interrogativa, in cerca di risposte sul malumore di
Ron, ma
Harry si limitò ad alzare le spalle ed a far cenno che mi
avrebbe spiegato in
seguito.
Sospirai
rassegnata e buttai la testa all’indietro, chiudendo gli
occhi, cercando di
isolarmi per qualche momento da tutti gli altri.
Ma
appena chiusi gli occhi, eccone altri due spuntare dal buio.
Grigi…macchè
grigi..argentei..puro argento fuso…
Mi
beai interiormente di quella bellissima visione, quando la voce di Fred
Weasley
mi ridestò dai pensieri.
“Ma cosa fa la nostra Reginetta con gli occhi
chiusi e un sorriso ebete sul viso?” mi chiese
sorridendomi e sedendosi su
un bracciolo della poltrona.
“Direi
che ha passato troppo tempo
con Ronald, ha preso l’imbecillite”
lo appoggiò Gorge che si era seduto sull’altro.
“Stronzi”
ringhiò Ron alzandosi di scatto
dalla sua postazione da –morto su
divano- e dirigendosi a passo deciso verso la torre.
“Ahh..nostro fratello non sa accettare le
sconfitte” sospirò affranto Fred
accendendosi una sigaretta.
“Sono
andati così male gli
allenamenti?”
domandai passandomi una mano sul viso esasperata.
Ogni volta che c’era un allenamento, Ron ne tornava piu di
malumore che mai. E
di solito questo stato di aggressione durava per una
settimana..esattamente
fino all’allenamento dopo. In pratica, avevamo giusto 2 o 3
ore di pace a
settimana.
“Male?”
ripetè Harry, anch’egli stanco
dell’atteggiamento del migliore amico “è
stato tremendo..”
“Ma
hai visto con l’ultima palla?”
intervenì Fred “Sembrava
un gorilla ubriaco” e si esibì
in una specie di danza di accoppiamento scimmiesco, che consisteva nel
muovere
le braccia stile hola e saltellare qua e là.
Scoppiai
a ridere, sinceramente divertita. I gemelli Weasley erano irrispettosi,
irresponsabili, anche un po’ stronzetti, ma
innegabilmente simpatici.
“Allora..signorina” disse Gorge
avvicinandosi con fare da psicologo “Non
ci vuoi proprio dire a che cosa stavi pensando con quel
sorrisetto?”
Sbuffai
stanca. “A niente..a
niente”
“Mhmh…secondo
me a un ragazzo..”
azzardò Fred dandomi una
gomitata complice “la nostra
principessina che si fa le fantasie su un aitante
..” ma non riuscì neanche
a finire la frase, perché colpito da un mio coppino che
quasi lo ribaltava.
“La
vostra principessina non si fa
le fantasie su nessun ragazzo!”
li rimbeccai per niente seria alzandomi “Sono
sempre una signora cazzo!” conclusi
andandomene in puro stile Principessa Sissi, scatenando
l’ilarità dei ragazzi.
Salii
la scala a chiocciola con ancora il sorriso stampato sul viso, per poi
godermi
finalmente il silenzio e la tranquillità della mia stanza
singola da
Caposcuola.
Mi
levai i vestiti, restando in intimo e sdraiandomi comodamente sul
letto, in
puro relax. Quando notai un piccolo foglietto, appoggiato sul mio
comodino e
ripiegato più volte.
Lo
presi curiosa e lo aprii, scoprendo una grafia sottile ed elegante.
“Buon
riposo mia Regina”
Rilessi
il foglietto un po’ di volte, confusa da quelle parole.
“Ma chi diavolo?..” domandai a
vuoto
guardandomi intorno, come a cercare il responsabile.
Ma
non c’era nessuno. Solo quel foglietto misterioso che ancora
stringevo fra le
mani.
Lo ripiegai con cura e lo infilai nel cassetto del comodino, rimandando
per una
volta i pensieri che affollavano la mia testa. “Forse
è stato Draco” pensai sorridendo. Volevo
solo rilassarmi,
chiudere gli occhi e svuotare la mente.
E
così feci. Mi sdraiai, la testa completamente appoggiata sul
soffice cuscino,
la finestra aperta che permetteva alla leggera brezza di accarezzarmi.
E
mi lasciai andare così, fra le braccia di Morfeo.
“Amore
mio..” una voce sussurrò nel
buio.
“Draco?
Draco!” urlai
con foga avanzando nel buio, confusa e
spaventata, alla ricerca di lui.
“Amore..perchè
chiami lui? Perché
nomini lui!” urlò la voce piena di disperazione.
Lo sentivo, soffriva, ma non
potevo vederlo. C’era solo buio, nera oscurità che
mi avvolgeva.
“Chi
sei?” domandai al vuoto
immobilizzandomi.
“Un
amico” rispose la voce
ridacchiando “O meglio, mi basterebbe averti anche solo come
amica, eppure tu
non mi degni mai di uno sguardo..” la voce piena di
tristezza, mi faceva pena.
“Sto
sognando?”
“Forse,
magari ti sveglierai e non
ti ricorderai di questo sogno, e mi rimuoverai dai tuoi pensieri, o
magari ci
ripenserai, e ti chiederai – chi sarà quel
ragazzo?-“
“Sì,
forse” confermai cercando di
riconoscere il padrone di quella voce, ma non mi era famigliare.
“Allora
forse mi noterai, e noterai
quanto ti guardo, quanto ti ammiro, quanto apprezzo ogni singola cosa
che fai”
“Io
amo Draco”
sussurrai quasi a me stessa, cercando di zittire quella
voce. Mi inquietava.
“Sì,
anche lui ti ama. E tanto.
Eppure non riesco ad accettarlo a pieno. È difficile vedervi
insieme e stare
zitto, nell’ombra..”
”Ma chi sei?” urlai stancandomi di quello stupido
gioco.
”Te l’ho detto, un amico..ora dormi Hermione, il
gioco sta solo per iniziare”
Mi
alzai di scatto, con la fronte imperlata di sudore e il respiro mozzato.
Mi
guardo intorno, confusa e spaventata, ma ero ancora lì. Ero
nella mia stanza,
ed erano passati solo 10 minuti da quando mi ero appisolata.
“Che
strano sogno”
sussurrai passandomi una
mano fra i capelli ancora frastornata.
E
mi abbandonai di nuovo sul materasso, esausta, sperando con tutto il
cuore di
poter dormire in santa pace.
Ma
dall’altra parte del castello, due occhi azzurri come il cielo,
piangevano.
Alle
otto di sera, stavo già scendendo le scale di corsa, per
raggiungere i miei
amici che manco mi avevano aspettato per la cena.
Cafoni!
Scendo
i gradini a due a due finchè finalmente non sento il brusio
di voci provenire
dalla Sala Grande. Entro tutta trafelata e mi dirigo a passo di marcia
verso i
miei amici, che si abbuffano senza ritegno.
”Grazie di avermi aspettata
ragazzi!”
ringhiai sarcastica con ancora il fiatone.
“Smettila di rompere i coglioni Herm”
rispose l’ancora incazzato Ron. Oh, ma in quel momento non
gli conveniva fare
la first lady con me.
Girai
la testa verso di lui, i miei amici zittiti all’improvviso,
sentendo la
tempesta arrivare. Il mio
sguardo era
una lama tagliente, e la mia bocca tirata in un sorriso forzato,
più temibile
di Voldemort in persona.
“Ronald
Weasley, se non la smetti di fare il bambino stronzo con i tuoi amici
perché non
riesci a prendere una palla neanche se ti arriva in grembo, giuro che
ti faccio
rimpiangere di essere nato”
Tutto
ciò fu detto con un sibilo minaccioso sputato tra i denti,
sempre con il
sorriso stampato sul viso.
Ron prese tutte le sfumature di rosso al mondo, per poi alzarsi di
scatto dalla
panca e andarsene.
Alzai
gli occhi al cielo, felice di avergli detto finalmente in faccia quello
che
tutti i Grifondoro e non pensavano.
“Principessina
velenosa”
ridacchiò Fred nel
bicchiere.
Lo
ignorai, nascondendo la soddisfazione che mi riempiva, e scrutai il
tavolo in
fondo alla Sala (quello verde-argento per intenderci) alla ricerca di
una
famigliare chioma bionda.
Non
si era fatto vedere per tutto il giorno, e volevo sapere se
l’appuntamento per
quella sera era ancora valido.
Finalmente
lo trovai, seduto tra Zabini e quella oca giuliva della Parkinson. Era
allegro,
e beveva e chiacchierava con ardore. “Che
bello” pensai bevendo un sorso dal mio bicchiere.
“Herm
mi stai ascoltando?”
mi domandò all’improvviso
Harry passandomi una mano davanti agli occhi per attirare la mia
attenzione.
“Mh si si” borbottai presa alla
sprovvista. Harry alzò un sopracciglio e si girò
per vedere cosa stavo
guardando, e quando individuò l’oggetto dei miei
pensieri, dentro la mia testa
volarono 10mila bestemmie contemporaneamente.
S’irrigidì
e si girò verso di me. Lo sguardo omicida. Voldemort in
persona sarebbe
arretrato davanti a tanta furia.
“Dimmi
di no”
sussurrò fulminandomi.
”Cosa? Niente. Ma no, ma cosa pensi?
Io?
Ma va, paranoico” delirai io alzandomi dalla panca
e sorridendo (più finta
di un paio di tette al silicone). “Vado..a
riposare” annunciai ai miei amici dirigendomi verso
il portone.
Appena
arrivata all’ingresso, mi bloccai, sospirando rumorosamente.
“Cosa fa sospirare la mia Regina?”
sussurrò
una voce suadente alle mie spalle.
Mi
girai sorridendo, riconoscendolo.
Draco stava avanzando verso di me, elegante.
Ma
non si fermò, mi superò tranquillo senza neanche
guardarmi. “Alle 23 qui
all’ingresso” sussurrò
quando mi sorpassò.
Annuii
confusa e lo guardai andare giu per le scale dei sotterranei.
Piccolo
frutto proibito a me solo concesso..Sì,
iniziavo davvero a capirla Eva!