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Autore: Aya88    13/09/2020    0 recensioni
Le relazioni umane possono essere caratterizzate da luci ed ombre.
Sarà questo il tema di una raccolta di drabble, flashfic e one-shot su vari paring con Sakura al centro.
Paring principali: KakaSaku, NaruSaku, KibaSaku
Partecipa in parte alla "Corsa delle 24 ore - VIII edizione" e alla Hurt/Comfort Time organizzate dal forum la "Torre di carta".
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sakura Haruno
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Imprevisti

Il prompt a cui si ispira questa storia è ricavato dall'iniziativa Hurt/Comfort Time indetta dal forum Torre di Carta.


Prompt: Giramento di testa 



Dopo giorni trascorsi inerte sul letto, Ino la costrinse a tornare al lavoro, minacciandola di prenderla a calci finché non si fosse alzata.
A fatica e controvoglia, Sakura le ubbidì e ricominciò ad andare in ospedale.
All'inizio si sentì come un pesce fuor d'acqua, desideroso di ritornare in fondo al mare ogni volta che uno sguardo carico di compassione o pietà si posava su di lei.
Col trascorrere delle settimane, però, si riadattò pian piano alla routine quotidiana del pronto soccorso, del giro di visite, delle cartelle cliniche da compilare. Arrivò anche quasi a illudersi che lavorando non avrebbe pensato a ciò che aveva perso per sempre.
Ma poi iniziarono le nausee e i giramenti di testa improvvisi e il mondo le crollò addosso di nuovo.
Una mattina, mentre curava una ferita riportata da Kakashi, l'odore intenso di un medicinale, somministrato da un'infermiera a un altro paziente, le procurò un improvviso fastidio.
Pochi secondi dopo svenne tra le braccia dell'ex-Hokage.
Quando riaprì gli occhi, il jounin era accanto al suo letto, seduto su una sedia, e la osservava in silenzio. Il suo sguardo preoccupato si ammorbidì non appena si accorse che era sveglia.
"Non pensavo di farti quest'effetto," scherzò rivolgendole un sorriso da sotto la maschera.
Suo malgrado, Sakura si ritrovò a ricambiarlo, nonostante l'amara realizzazione di quanto accaduto.
"Neanche io," replicò con voce calma.
Cercò poi di mettersi seduta, ma forse in modo troppo repentino, perché la testa le girò di nuovo e, se Kakashi non l'avesse sorretta con una mano dietro la schiena, sarebbe ricaduta sul letto rumorosamente.
"Sakura, per caso tu…" iniziò l'uomo dopo un attimo di esitazione, negli occhi scuri una luce di incerta consapevolezza.
Di riflesso, la kunoichi conficcò le unghie nel braccio che involontariamente sfiorava il suo ventre.
"Ti prego, non dirlo…" lo implorò in tono sommesso, lottando contro il vuoto che minacciava di risucchiarla.
Dirlo ad alta voce lo avrebbe reso maledettamente reale e non avrebbe potuto più raccontarsi nessuna delle favole degli ultimi giorni.
Non avrebbe potuto più immaginare Naruto che rientrava nel loro appartamento e la stringeva da dietro, chiedendole come stavano, lei e il loro bambino in arrivo; non avrebbe potuto più sognare l'ormai defunto Hokage che abbracciava suo figlio, blaterando già cose insensate sul seguire il suo esempio.
Alla fine, l'unica certezza sarebbe rimasta una sola: come per uno scherzo beffardo del destino, il bambino nel suo grembo non avrebbe mai conosciuto suo padre.
Sakura era quasi sul punto di scoppiare a piangere, sentiva già lacrime nascoste bagnare le sue ciglia, ma Kakashi non le diede il tempo di cedere all'infinita tristezza che incombeva sul suo cuore.
In modo completamente inaspettato, il jounin si sedette sul letto e la attirò tra le proprie braccia, premendo con un gesto delicato il suo viso contro il proprio petto.
La conferma indiretta del suo sospetto e l'espressione della sua ex-allieva turbata dal dolore erano state sufficienti a farlo agire d'impulso, vincendo la sua abituale resistenza a un contatto più ravvicinato; era ormai da lunghi anni che non la considerava più una bambina ma una donna a tutti gli effetti, temendo costantemente per le reazioni istintive del proprio corpo, ma per una volta represse ogni remora.
"Non sei sola, Sakura," la rassicurò con tono fermo, cercando di trasmetterle il suo desiderio di aiutarla.
Con il suo battito cardiaco sotto la propria guancia e le sue mani tra i capelli e sulla schiena, la kunoichi sentì il proprio corpo rilassarsi e una calda sensazione invaderle il petto, mentre il freddo che l'aveva assalita si ritirava lentamente.



Note dell'autrice

E niente, mi sento tremendamente in colpa per Naruto, ma così è andata^^'


  
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