Alle 3 del mattino il pianto di un bambino interruppe il silenzio tombale carico di ansia che riempiva il corridoio del San Mungo. Un Guaritore uscì dalla sala parto e l'uomo dai capelli rossi gli corse incontro. «Come stanno?» domandò apprensivo. Sentiva dietro di sé la curiosità della sua famiglia.
«Bene» rispose l'uomo con un sorriso. 
«È maschio o femmina?» chiese Arthur.
«Un maschietto. Il papà se vuole può entrare, ma la prego di non disturbare troppo la signora, è stravolta». 
George annuì assimilando tutte le informazioni e poi entrò nella stanza. Angelina aveva in braccio il bambino e gli accarezzava la guancia con un dito, non si era accorta dell'arrivo del marito. L'uomo si avvicinò lasciandole un bacio sulla fronte umida di sudore. «Sei stata bravissima» le mormorò.
La donna chiuse gli occhi abbandonandosi contro le labbra del marito, esausta. «Vuoi prenderlo in braccio?» domandò. George annuì.
Prese quel piccolo fagottino avvolto in una coperta azzurra e lo dondolò sorridendo, battendogli leggermente una mano sulla schiena. George notò che aveva preso i suoi capelli, la pelle leggermente più scura aveva gli occhi del suo stesso colore.
Da tempo ormai si era abituato a non avere nessun gemello accanto con cui condividere quei momenti. Però nell'attimo in cui notò il ciuffo arancione e gli occhi marroni, mentre una lacrima scendeva silenziosa, diede il benvenuto a Fred Weasley Junior, giurando che avrebbe protetto quel piccolo esserino molto più di quanto fosse riuscito a fare con suo fratello.