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Autore: I_love_villains    15/09/2020    1 recensioni
Sono presenti varie one-shot che ho scritto per partecipare a concorsi e challenge di Wattpad.
1- Hanami con Himiko (TogaxReader)
2- Pulcino birichino (DabiHawks)
3- Inner rose (BakuToga)
4- Verso un futuro migliore (Endeavor&Toga)
5- Cerchiamo un unicorno insieme! (TogaxVelvet, Crossover)
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Dabi, Hawks, Himiko Toga, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Endeavor era seduto nel suo studio e leggeva attentamente i rapporti riguardanti una misteriosa quanto cruenta serie di vittime, quando un insistente bussare accompagnato dall’acuta voce di Himiko Toga lo interruppe: “Aiuto! Emergenza!”
L’eroe aprì rassegnato la porta. Durante i primi giorni aveva ignorato la biondina, ma non si era rivelata una soluzione efficace, poiché lei continuava a fare rumore finché non otteneva le attenzioni desiderate. Endeavor sapeva che occuparsi della riabilitazione di una villain non sarebbe stato semplice, però non avrebbe mai immaginato di arrivare vicino al limite di sopportazione dopo appena una settimana di convivenza. Si era pentito almeno una decina di volte per essersi offerto come giudice.
Ora che la sua famiglia non abitava più assieme a lui, Enji aveva deciso di ospitare la giovane criminale per controllarla e constatare se faceva progressi nel programma di redenzione al quale era stata iscritta. La Commissione era stata più che felice di assegnare Toga al giudizio del numero uno e nemmeno la ragazzina aveva avuto da ridire. Sembrava essersi risolto tutto per il meglio: a lui non sarebbe più pesato il vuoto della casa e i cittadini non avrebbero più avuto nulla da temere... peccato che la biondina fosse più vivace e temeraria di quanto Enji si fosse aspettato.
“Cosa c’è?” domandò infastidito l’eroe.
Toga in precedenza l’aveva disturbato per sciocchezze, ad esempio per avvisarlo che erano finiti i suoi biscotti preferiti, mentre per questioni in cui era necessario consultarlo, tipo per chiedergli il permesso di riverniciare la camera assegnatale, faceva di testa propria. Era addirittura uscita a fare la spesa senza avvertire e naturalmente si era beccata una lunga ramanzina al ritorno. Riguardo le uscite della villain Endeavor non era troppo preoccupato, in quanto le era stato installato un bracciale con GPS incorporato, per localizzarla in caso di tentata fuga. Toga era stata riluttante all’inizio, ma quando il bracciale da lei considerato brutto era stato sostituito con un modello rosa aveva acconsentito a indossarlo.
“Un ragno! Brucialo!” strillò Himiko, indicando l’odiato aracnide.
“Tante urla per un ragnetto?”
“Brucialo!”
Enji prese un barattolo, catturò il ragno e si recò in giardino. La biondina lo seguì a distanza di sicurezza.
“E se torna?”
“Lo ricatturo.”
“E se fa migliaia di uova?”
“Magari te ne sari già andata per allora.”
Endeavor si chiuse nello studio ignorando ulteriori proteste. Himiko fissò imbronciata la porta, fece spallucce ed entrò senza chiedere il permesso. Il volto dell’eroe si infiammò alla vista del sorriso impertinente della villain.
“Che altro vuoi?”
“Mi annoio. Posso invitare Fuyu-nee?”
“Fuyu... nee?” ripeté Enji, sorpreso.
“Sì! Ha detto che ha sempre desiderato una sorella, quindi mi ha adottata! Mi ha anche regalato i suoi vecchi peluche!” raccontò entusiasta Himiko, gesticolando la sua contentezza.
“Non sapevo foste già tanto unite. Vi siete viste una sola volta.”
“Sì, ma le ho scritto su ogni social su cui ha un profilo e abbiamo legato.”
“Fuyumi non può venire, tra poco esco e non posso lasciarti sola con lei.”
“Ma non le faccio niente!”
“Forse, ma queste sono le regole.”
“Un tempo mi sarei presa una cotta, Fuyu-nee è così carina e gentile... ma ora per me esiste solo Tsuki. Lui può venire?”
“No, non può venire nessuno mentre io sono a lavoro. Esci.”
Endeavor si infiammò ancora di più ad ascoltare i mugolii scontenti di Toga, che non aveva alcuna intenzione di obbedirgli. Come sempre, l’umore della ragazzina cambiò in un baleno. Esclamò, tutta allegra: “Allora mi prendo un cucciolo!”
“È fuori discussione!”
“Ma mi annoiooo! Voglio persone!”
“Devi comportarti bene, altrimenti finirai in prigione o all’ospedale psichiatrico, già lo sai” tagliò corto Enji. Spense il PC e superò Himiko, per poi chiudere a chiave la porta di casa.
La biondina sbuffò, impotente. Gli mancavano moltissimo Jin e il resto delle Lega, ma ancora di più le mancava Katsuki, il ragazzo per cui aveva smesso di uccidere. Per amor suo aveva deciso di partecipare al programma riabilitativo e contava di superarlo a pieni voti, se mai in certi casi assegnassero voti. Però era tutto talmente noioso senza i ragazzi... Era anche convinta di non piacere al suo esaminatore. E se per ripicca la bocciava? Ma non poteva mica smettere di essere se stessa, allora sì che sarebbe tornata violenta. Doveva trovare un modo per anticipare la sua liberazione...

L’ispirazione le giunse qualche giorno dopo, guardando un film. Ma certo, come aveva fatto a non pensarci prima? Se catturava un vero cattivo, Endeavor avrebbe capito che lei non era malvagia né pericolosa e l’avrebbe liberata subito! Himiko fremette eccitata. Solo, come trovarlo un vero cattivo? Al telegiornale non davano mai informazioni utili per cacciarli. Istintivamente, la biondina si voltò verso lo studio di Endeavor. Sorrise maliziosa: sapeva dove procurarsi le informazioni necessarie.
Himiko, a partire dal primo giorno, si era data all’esplorazione di casa Todoroki, studio di Endeavor compreso. Sapeva già che nei cassetti non vi erano documenti cartacei, ciò che la interessava si trovava nel computer. L’eccitazione di Himiko sfumò nel digitare l’ennesima password errata. La villain si scompigliò i capelli, in evidente difficoltà. Come fare a trovare la giusta combinazione di cifre e lettere? Si guardò intorno, sperando in un qualche indizio. Non ne trovò.
“No, è un piano grandioso! Non posso rinunciare per una password! Mi servirebbe vederlo mentre la digita... Idea!”
Poco prima che Enji rientrasse, Himiko nascose il cellulare nello studio in modo che riprendesse la tastiera del PC. Tornò a guardare la TV, gongolando come una matta.
Endeavor si accorse di essere guardato spesso dalla villain con una certa impazienza, ma non ci badò. Aveva cose più importanti a cui pensare, non poteva occuparsi dei capricci di una ragazzina. Fino a quel giorno ben quattro persone, nella sua giurisdizione, erano state trovate in condizione degne di un film dell’orrore: il volto trasfigurato a causa di un feroce impatto; brani di carne tritati, alcuni asportati di netto; ossa fatte a pezzi e incise da ciò che sembravano denti. Per finire, la mano sinistra delle vittime era stata tranciata e le falangi erano state disarticolate per formare una stella. Questo peculiare dettaglio, assieme allo stato dei cadaveri, aveva permesso di collegare i quattro delitti tra loro e a quelli avvenuti in altre quattro prefetture, in cui erano stati rinvenuti in ciascuna cinque cadaveri identici.
C’era indubbiamente un serial killer in circolazione. Nell’arco di un anno, aveva mietuto ventiquattro vittime, tutte uomini di età diversa, apparentemente senza nulla in comune. La cosa sorprendente era che tutti i decessi erano stati stimati tra le venti e le ventidue, eppure nessuno aveva udito o visto nulla di sospetto. L’unica traccia che la polizia e gli eroi avevano per prevenire un altro assassinio era la data delle morti: il killer aveva colpito sempre nelle notti di luna nuova e di luna piena.
Enji era sicuro che il colpevole avrebbe colpito il venerdì successivo ed era determinato a fermarlo. Avrebbe esteso la sua ronda e pattugliato ogni vicolo con la massima attenzione. Tuttavia, gli sarebbe piaciuto sapere in anticipo che genere di avversario avrebbe dovuto affrontare. Secondo i rapporti, l’assassino, uomo o donna che fosse, possedeva un quirk legato all’invisibilità e aveva addestrato ad uccidere un qualche grosso animale, un orso per esempio. Endeavor non credeva molto a tale ipotesi, glielo diceva l’istinto, ma non aveva alcun indizio per escludere una traccia piuttosto che un’altra.
Qualche ora dopo, Himiko era distesa sul suo letto e leggeva i rapporti redatti dalla polizia con tutta calma. L’operazione era stata un successo! Dopo aver recuperato il cellulare e aver guardato il video, aveva digitato la password, fotografato i dossier che la interessavano e spento il PC, il tutto in poco meno di un quarto d’ora. Si sentiva tremendamente orgogliosa. Non vedeva l’ora di rendere orgoglioso anche Katsuki!
La biondina sorvolò sulle stranezze, non le interessava risolvere un mistero, e si soffermò sulla descrizione delle scene del crimine per farsi un’idea del killer. In fondo, rifletté, se riusciva a catturarlo non ci sarebbe più stato bisogno di scervellarsi: avrebbe dato lui una spiegazione ad ogni cosa! Le vittime erano state colpite da una furia cieca e spietata, tanto che gli inquirenti attribuivano l’atto a un animale, però non c’era alcuna passione. Gioia nel compiere un omicidio, magari, ma Himiko non scorgeva nell’azione alcun interesse personale, nessun tornaconto per chi aveva architettato le aggressioni.
C’era troppa accuratezza per una scelta casuale delle vittime, anche se la biondina non riusciva a immaginarsi cosa avesse attratto il killer. Concluse che l’assassino conosceva le vittime almeno di vista, probabilmente solo da pochi giorni o addirittura ore, in modo da selezionarle e poi ucciderle durante la data e l’ora prestabilita. Non riusciva a venire a capo della logica che muoveva il killer, ma era certa che un senso ci fosse.
Incapace di proseguire oltre, Himiko usò il cellulare per accedere a un sito di cui le aveva parlato una volta Giran. Chi meglio di lui poteva aiutarla nella ricerca di un criminale? Usando un paio di parole in codice per far capire che era lei a scrivere, mandò tutto ciò che aveva scoperto al broker di fiducia della Lega, dopodiché mise il cellulare in carica e si addormentò, pienamente soddisfatta.

Endeavor mise da parte il giornale, distratto dalle voci ovattate provenienti dalla camera di Himiko. Lei e Fuyumi parlottavano a bassa voce, ridendo di tanto in tanto. All’orecchio dell’eroe non giungevano le parole della loro conversazione, ma non gli importava, trovava rilassante ascoltare quel pacifico brusio. Comunque, sospettava che parlassero di ragazzi, a giudicare dagli urletti striduli di Himiko. Enji, suo malgrado, aveva imparato ad associare le reazioni di Toga a determinati argomenti. Si domandò apprensivo se stessero parlando solo di Bakugou o se invece Fuyumi fosse interessata a un ragazzo particolare. Non poteva essersi fidanzata nel giro di poche settimane, vero?!
“Endeavor-san!”
Himiko interruppe il corso funesto che avevano intrapreso i suoi pensieri. L’eroe posò lo sguardo sulla biondina, che sfoggiava esaltata un paio di trecce.
“Sono carinissime, vero? Piaceranno anche a Tsuki! Faccio una videochiamata e torno!”
“Ci sai fare con lei” constatò Enji.
“Beh, ho a che fare con bambini tutti i giorni” si schermì la giovane insegnante. “È una trottola, ma è anche dolce e simpatica. Fa bene avere intorno qualcuno tanto ottimista.”
“Non ventiquattro ore su ventiquattro...”
Durante la cena, Endeavor se ne stette in silenzio, lasciando chiacchierare le due commensali del più e del meno. Gli faceva piacere vedere la figlia parlare tanto spensieratamente con qualcuno, anzi, con un’amica. E anche Himiko gli sembrava più allegra del solito: gli occhi le scintillavano in una maniera particolare, cosa che non accadeva sempre, nonostante il perenne sorriso.
“Toga” proferì, quando la cena era quasi giunta al termine, “ in questo periodo sono molto occupato con un caso particolare, per questo sono spesso assente. Appena lo chiudo, avrò più tempo per stare a casa, così potrai invitare chi ti pare. Non vogliamo certo fare di te una reclusa.”
Inspiegabilmente, lei gli sorrise radiosa, cosa che lo mise in imbarazzo. Non poteva certo immaginare che la biondina intendeva liberare personalmente lui e se stessa da quella situazione scomoda. Fuyumi rise divertita e commentò: “Mi pare di capire che la vostra convivenza sta funzionando, giusto?”
Enji lasciò che a rispondere fosse Himiko: “Sì, ma non è ancora perfetta. Sono sicura che migliorerà però! Ho preparato una sorpresa!”
I due Todoroki si ritrovarono presto davanti un piatto di kuzumochi. Himiko fissò Enji, ghignando compiaciuta. Fuyumi sorrise con fare colpevole, altrettanto interessata alla reazione del padre. A Endeavor non andava giù essere osservato così attentamente mentre assaggiava il suo dolce preferito, ma le due ragazze non sembravano interessate a mangiare, almeno finché lui non avesse espresso un parere.
“È buono” ammise infine.
Himiko levò le braccia al cielo, esultante.
“Yay! Ci è voluto tanto! I primi li ho dovuti scartare perché sembravano tentativi di avvelenamento!”
Fuyumi scoppiò a ridere, imitata dalla biondina. Enji sorrise, contagiato dal loro buonumore, e finì di mangiare il dolce.
“Cosa ne pensi di papà?” domandò Fuyumi a Himiko, mentre le spazzolava i capelli. La villain l’aveva pregata di restare per un pigiama party, ma lei si sentiva troppo vecchia per certe cose e doveva svegliarsi presto, così era giunta a quel compromesso.
“È complicato. Per certi aspetti somiglia a Tsuki. Di solito non mi dà un’impressione piacevole, perché pensavo che Endeavor-san mi considerasse come un incarico da portare a termine, però adesso credo sia solo un atteggiamento superficiale. Non sa relazionarsi alle persone, eh? È divertente.”
Himiko si accorse che l’amica sorrideva tristemente.
“È sempre stato chiuso e burbero... un tempo era anche peggio...”
“Non riesco a immaginare come fosse in passato, ma ora non è cattivo.”
Fuyumi sussultò e si spostò davanti la biondina, molto sorpresa.
“Hi- Himi-chan, tu sai... per caso sai come...?”
“Vi trattava? Sì. Scusami, Fuyu-nee, non posso dirti come lo so.”
Ciò non basto a calmare l’altra: “M-ma come?! Significa che anche gli altri villains...?!”
Himiko strinse Fuyumi in un affettuoso abbraccio; le dispiaceva non poterle raccontare la verità, però non poteva mica tradire la fiducia di Dabi. Cercò di tranquillizzare l’amica: “Fuyu-nee, nessuno vuole fare del male alla tua famiglia, te lo giuro. I piani di Tomura non vi riguardano affatto. Anzi, per dirla tutta, non nuoceremo a nessuno, vedrai. Mi credi?”
Fuyumi annuì, scombussolata. Non riuscì a ottenere altro dalla biondina. Lasciò la sua vecchia residenza pensierosa e confusa, tuttavia le parole di Himiko l’avevano rincuorata e si augurava fossero di buon auspicio per un futuro migliore per tutti.

Himiko passeggiava con gli auricolari nelle orecchie, osservando attentamente ogni vicolo. Come si era aspettata, Giran era stato capace di procurarsi informazioni utili. Per di più gliele aveva trasmesse gratuitamente, siccome a causa di quegli omicidi gli eroi disturbavano un sacco di onesti criminali, rischiando di farli finire al fresco. L’artefice dei delitti non era uno solo: si trattava di una setta di recente fondazione, i cui adepti erano tutti mutanti. Giran aveva scoperto che i capi erano due e che a ogni assassinio partecipavano entrambi; spesso erano accompagnati almeno da un altro membro. Inoltre, la mano aperta a forma di stella simboleggiava un pentacolo. Unendo i luoghi in cui erano avvenuti gli omicidi, era possibile formare cinque mini-pentacoli, più uno maggiore che comprendeva le cinque prefetture coinvolte. Di più, il broker non era stato in grado di scoprire. Himiko l’aveva ringraziato caldamente, promettendo di cucinare per lui non appena fosse stato possibile. Sapeva chi cercare e dove: poteva beccare gli assassini prima degli eroi!
All’ingresso di un vicolo, notò appoggiati al muro due mutanti, un camaleonte e un cincillà. Insospettita, trattenne il respiro ed entrò indisturbata nella stradina. Essa svoltava a sinistra e finiva in un vicolo cieco, ma la biondina non lo notò. La scena che si ritrovò di fronte catturò il suo sguardo, riempiendolo di meraviglia e terrore. Il colpevole aveva circa la stessa stazza di Endeavor ed era un uomo-squalo! Con le possenti mani aveva già schiacciato il volto della venticinquesima vittima e aveva appena tirato un morso con la sua formidabile bocca irta di denti, tranciando un grosso pezzo di carne dal braccio del malcapitato.
“Serve un coltello più grande” mormorò flebilmente Himiko.
L’uomo-squalo la udì. Si voltò lentamente, squadrandola incredulo. Avanzò di un passo, contemporaneamente lei iniziò a indietreggiare.
“Come sei passata? Il Profeta Strabico e il Figlio d’Argento sorvegliano l’entrata.”
“È grazie al camaleonte se non ti vedono o sentono...”
“Sai troppo, donna! Finora abbiamo sacrificato la progenie di Adamo, ma il ciclo si è chiuso stanotte! Cominceremo ad offrire agli Spiriti Animali la progenie di Eva!”
“Sei completamente suonato!”
L’uomo-squalo si mosse repentinamente, nonostante la sua mole. Afferrò il polso sinistro di Himiko e la portò alla sua altezza. Agendo d’istinto, lei si trasformò in Katsuki, sorprendendo l’avversario, e si liberò con un’esplosione. Lanciò il fidato coltello, ma il mutante, invece di schivarlo, lo inghiottì.
“Muori!” urlò Himiko, imitando Katsuki.
Naturalmente, non generava esplosioni potenti come il Bakugou originale, per cui l’uomo-squalo non subì gravi danni. Contrattaccò immediatamente. Dopo varie schivate, la villain fu presa in pieno da un pugno e volò contro il muro. Il mutante si affrettò a bloccarla sotto il peso del suo piede. Himiko tornò normale. Smise di prendere a pugni l’arto dell’avversario, atterrita. Davvero quella sarebbe stata la sua fine?
“Nooo! Devo sposare Katsuki e allevare i nostri figliii!”
Poco prima che l’uomo-squalo le fracassasse il cranio, una cometa si schiantò su di lui, allontanandolo. Himiko non fece in tempo a capacitarsene che Endeavor aveva già immobilizzato ed arrestato il mutante.
“Cosa...? Come...?”
“Non sei l’unica a usare le telecamere. Ho scoperto che ti sei intrufolata nel mio PC e adesso capisco il perché. Ho seguito il GPS per trovarti.”
“Ho fallito” mormorò sconfortata la biondina. “Volevo catturarlo per fare buona impressione...”
“Sei stata stupida e imprudente! Ma li hai trovati, ti darò il merito per la cattura...”
“Davvero? Allora non sei arrabbiato?”
“No. Capisco che hai agito con buone intenzioni. Non sono sempre sufficienti, però. La prossima volta avverti, ci guadagnano tutti in una cooperazione.”
“Lo farò” promise Himiko. Era la prima volta che si sentiva trattare con rispetto da Enji, cosa che le fece istintivamente provare rispetto per lui.
“Ti aspetta una lunga ramanzina, anche perché hai tenuto segreto che sai usare il quirk altrui.”
“Sì... Endeavor-san, spero che mi aiuterai a imparare dai miei errori. Su questo siamo uguali: accettiamo gli sbagli fatti e chiediamo scusa. Però per il passato non c’è più niente da fare, l’unica cosa che si può migliorare è il futuro. Oh, ecco la polizia!”
Himiko scappò verso la volante. Endeavor allungò una mano per afferrarla e porle una domanda, o forse un centinaio, ma si bloccò. Toga aveva ragione. Se si sbaglia, bisogna scusarsi. Non per ricevere perdono, ma per far capire che si è compreso l’errore fatto, che si intende rimediare, ad ogni costo, anche se la penitenza è lunga e dura e solitaria, in modo da costruire un avvenire migliore, in cui tutti hanno imparato dai propri sbagli.



Angolo Autrice

Un supereroe doveva indagare circa un villain misterioso in max 3000 parole.
La storia l'ho scritta in collaborazione con AnnyWolf99.
Horikoshi ha reso Endeavor un gran bel personaggio, noi abbiamo apprezzato molto la sua evoluzione e se il 75% della sua famiglia l'ha perdonato chi siamo noi per non fare altrettanto? u.u
Poi ci sono accenni di BakuToga perchè sì
E non vediamo l'ora che l'headcanon Dabi è Touya Todoroki diventi canon.
PS: la storia è risultata vincitrice del concorso =D

   
 
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