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Autore: Demy77    15/09/2020    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Si chiama Ross Vennor Poldark. È nato nel 1760, discende da una famiglia antica e rinomata in Cornovaglia. È proprietario terriero e dal padre ha ereditato una miniera, che gestisce da anni con alterni profitti: per quanto ne sappiamo non ha mai navigato nell’oro, ma mantiene un tenore di vita adeguato alla sua condizione. Abita nella tenuta di famiglia con la moglie e i due figli, un maschio e una femmina che hanno circa 6 e 9 anni, con una governante.
All’età di vent’anni si è arruolato ed ha combattuto in Virginia, nella guerra di indipendenza americana. Distintosi in battaglia, venne insignito del grado di capitano. Il colonnello nel cui reggimento prestava servizio, tale Ned Despard, è stato giustiziato qualche mese fa con l’accusa di cospirazione e alto tradimento. Negli ultimi tempi Poldark è stato visto spesso in sua compagnia e, pur in mancanza di precisi elementi a suo carico, è divenuto un soggetto non gradito alla Corona.  
E’ sempre stato una testa calda. Da giovane è sfuggito fortunosamente alla forca , avendo commesso crimini come rissa, assalto ad un ufficiale delle dogane, gioco d’azzardo. Nel 1790 è stato assolto da un’accusa di saccheggio ed omicidio. Qualche anno dopo ha procurato l’evasione di un ufficiale medico della marina militare inglese, il dott. Dwight Enys, dalle nostre prigioni di Roscoff, venendo poi accolto in Patria come un eroe.
Nel 1799 è stato eletto parlamentare per il distretto di Truro , con il sostegno di due lord, Falmouth e Basset, appartenenti a schieramenti politici contrapposti. Da parlamentare ha condotto battaglie per l’abolizione della schiavitù, la riduzione delle tasse per i ceti più deboli, contro il lavoro minorile  e per il riconoscimento di equi salari e sicurezza nelle condizioni di lavoro. In precedenza non risulta aver ricoperto incarichi politici, anzi ha rifiutato la carica di magistrato della sua contea, l’anno prima di essere eletto”.
L’uomo che stava facendo rapporto si umettò le labbra, attendendo un riscontro da parte del suo interlocutore, che tuttavia continuò ad osservare in silenzio il placido scorrere della Senna, con il braccio sinistro piegato all’interno della fodera dell’uniforme, gesto che gli era abituale.
“Da quando Poldark ci ha offerto collaborazione, circa tre mesi fa continuò allora il primo - Lagrande lo ha fatto seguire, senza che fosse segnalata nessuna condotta sospetta da parte sua. Poldark non conduce vita mondana; praticamente si dedica solo al lavoro e alla famiglia. Frequenta poco i notabili del luogo, l’unica eccezione è la famiglia del dottor Enys, sposato con una ricca e nobile ereditiera originaria di Londra. Ah, ho dimenticato di dirvi che la moglie di Poldark è la sua ex domestica: forse anche per questo motivo egli si tiene in disparte dai circoli e dai ritrovi frequentati dalla sua classe sociale”.
L’uomo alla finestra per la prima volta si decise a parlare. “E’ un parlamentare, avete detto: nel tempo in cui non è a Londra, si sarà occupato di politica, incontrando i suoi elettori”.
L’altro scosse la testa. “Da vari mesi, più o meno dall’esecuzione di Despard, Poldark ha cominciato a disertare i lavori parlamentari. Non ci risulta neppure che abbia avuto contatti in Cornovaglia, negli ultimi tempi, con i suoi sponsor, Falmouth e Basset. Come vi ho già detto ha impiegato il suo tempo o in miniera, o in famiglia, o al nostro servizio”.
“Lagrande dunque lo ritiene un personaggio affidabile, giusto?”
“Corretto, mon général. Poldark non ha mai dato motivo di dubitare della sua sincerità e la versione che ci ha offerto pare anche coerente con il suo passato …”  
“Su questo dissento! – esclamò il generale, piccato -  Poldark è un soldato, nonché un parlamentare, e non credo che di punto in bianco sarebbe capace di trasformarsi in un traditore della propria Patria. La stessa vicinanza con Despard di cui mi avete parlato potrebbe non essere significativa: una semplice amicizia tra vecchi commilitoni, che non si è tradotta in una comunanza di idee. Voi stesso mi avete detto che non hanno trovato nulla di concreto per incriminarlo. Come è poi avvenuto l’incontro con il maggiore Lagrande? Ve lo ha raccontato? È stato Poldark a proporsi?”
“Lagrande mi ha detto che Ross Poldark ha scoperto per caso il loro nascondiglio, probabilmente curiosando da quelle parti, ha giurato che non ci avrebbe traditi e così è stato… per giorni è stato pedinato e non ha rivelato nulla né ai gendarmi, né ai magistrati di Truro; né ha inviato lettere, che il capitano Bustier aveva il compito di intercettare, salvo qualche biglietto al dottor Enys o al suo banchiere, per questioni private…”
“Come potete essere così ingenui? Probabilmente, vistosi scoperto, Poldark ha mentito per salvarsi la vita! Se non si è esposto subito con le autorità inglesi sarà stato allo scopo di  valutare quale tornaconto possa ricavare dalla faccenda!” – sbottò il generale.
“Certo, ne convengo con voi – rispose il primo uomo, tergendosi la fronte imperlata dal sudore che l’imbarazzo gli aveva provocato – tuttavia dovremmo riflettere sul fatto che Poldark, in fondo, è un personaggio abituato a vivere un po’ ai limiti della legalità, schierato sempre a favore dei più emarginati, benchè per nascita appartenga ai maggiorenti. Non trovo quindi così incredibile che possa fare propri i valori della rivoluzione … il maggiore Lagrande è un soldato di esperienza, che aveva già conosciuto Poldark ai tempi in cui comandava la gendarmeria di Roscoff e conosce quindi la sua personalità. Se mi consentite, signore, la sua opinione merita di essere attentamente considerata, in questo caso”.
Il generale si voltò nuovamente verso la finestra, meditabondo. In pochi anni era diventato l’uomo più potente di Francia, il primo console, ma restava soprattutto un grande stratega, un militare. Qualcosa non gli tornava, di quella storia. Anche Poldark era stato un militare e, da quello che gli avevano riferito, sembrava un uomo con un’etica molto marcata: non riusciva proprio a figurarselo come traditore. Inoltre era un uomo astuto, che già una volta aveva ingannato Lagrande, fingendo di obbedire al suo ordine di espatrio per poi rientrare proditoriamente in Francia e cagionare una memorabile evasione di massa. Non si poteva rischiare di compromettere un’operazione strategica come l’invasione dell’Inghilterra puntando sul cavallo sbagliato. Ad un tratto, però, ebbe un’idea.
“Forse avete ragione, si potrebbe quanto meno concedere il beneficio del dubbio a questo Poldark. Da quello che mi dite, abbiamo di fronte un uomo audace ed intrepido, dotato anche di una discreta fortuna, il che non guasta mai…potrebbe essere un buon acquisto per noi, sempre se è davvero dalla nostra parte. Perché non sfruttiamo la sua posizione politica e gli chiediamo di acquisire per noi informazioni sui piani di difesa della marina inglese? L’unica possibilità di assalto alla Cornovaglia è dal mare, e dobbiamo sapere di quali forze dispongono gli inglesi, per adottare le opportune contromisure!”
“Ma, generale Bonaparte, noi abbiamo già delle spie incaricate di acquisire queste informazioni…” – disse, perplesso, l’uomo che aveva fatto rapporto su Poldark.
Napoleone sogghignò “Proprio perché già le abbiamo, dobbiamo chiedere anche a Poldark di fare lo stesso!”
L’altro restò attonito per un attimo, poi comprese quale fosse lo scopo del condottiero.
“E’ geniale!  Potremo controllare la veridicità delle informazioni rese e comprendere subito se quell’inglese sta facendo il doppio gioco. Avverto subito il maggiore Lagrande di ciò che avete ordinato!” – rispose, congedandosi ossequiosamente.
 
Cornovaglia, Una settimana dopo
« Je ne suis pas d'accord ! c’est fou ! »
 
“Ascolta, Lagrande, si tratta di ordini del generale Bonaparte, pervenuti da Parigi oggi stesso. Vanno rispettati!” – cercò di farlo ragionare un compagno.
Il maggiore cominciò a camminare furiosamente avanti e indietro. La tattica attendista di Napoleone cominciava a stancarlo. Stavano lavorando a quel progetto da quasi un anno ed egli riteneva che i tempi fossero maturi per tentare l’assedio, anche grazie all’apporto di Poldark, che aveva consentito di ottenere delle mappe delle coste il più aggiornate al reale stato dei luoghi, indicando anche quali fossero le zone più sicure per garantire l’ approdo. Non poteva però negare che i dubbi del generale nei confronti dell’inglese erano legittimi e che il piano non poteva essere messo a rischio da un banale errore di valutazione. Se fossero sorti problemi, poteva stare certo che la sua sarebbe stata la prima testa a rotolare.
“Lasciami solo, Antoine”- intimò all’altro francese, che percependo lo stato d’animo del capo brigata si dileguò immediatamente.
Mentre misurava a passi rabbiosi il loro covo, Lagrande si rese conto che non poteva contravvenire apertamente ad un ordine del primo console; tuttavia vi era il rischio che la proposta di Bonaparte, se non accettata da Poldark, si rivelasse un boomerang e che spingesse l’inglese a cessare ogni collaborazione. In tal modo, non avrebbe potuto dimostrare ai suoi superiori i propri meriti nell’organizzazione della brigata e che, in particolare, non aveva preso un abbaglio coinvolgendo Poldark.
Forse, però, c’era un’altra via di uscita….
Appellez la fille! – ordinò a gran voce ai suoi uomini.
Dopo qualche minuto apparve Tess. “Mi avete chiamato?” – chiese con la solita aria spavalda.
Il maggiore sorrise sornione: forse non c’era bisogno di scomodare lo spionaggio inglese per scoprire quali fossero le intenzioni di Poldark.
  
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