Prompt
capitolo: #31. "Ho provato a chiamarlo, ma non mi ha
risposto!"
2- Stop telephoning me
Becks
si tappò la bocca appena le parole le uscirono, imbarazzata,
rendendosi conto
della colossale gaffe che aveva appena fatto, desiderando di poter far
tornare
indietro il tempo per rimangiarsele, o perlomeno usare un po’
di tatto.
“Non
si preoccupi… non mi meraviglio che mio figlio le abbia
detto così. È da… molto
che abbiamo perso i contatti.”
Becks
si morse la lingua. Aveva sentito parlare del padre di Eliot, e lo
aveva visto
anche in fotografia, aveva sentito Eliot parlare al telefono col
fratello ed i
nipoti, ma non aveva mai e poi mai sentito parlare della madre. Eliot
non le
aveva detto che fosse morta, ma lei lo aveva desunto,
perché, quale altra
giustificazione poteva esserci?
A
quanto pare, aveva avuto torto- marcio, perché mammina era
viva e vegeta ma
Eliot non ne parlava perché, a quanto pareva, nella gara del
peggiore genitore
a vincere la medaglia d’oro era lui
e
non lei, come aveva sempre immaginato.
(Beh,
almeno suo padre le aveva insegnato a rubare, truffare e far saltare in
aria le
cose. Non era esattamente la cosa più normale da fare con
una figlia, ma era
meglio di un’oca giuliva che faceva le valigie e spariva per
trent’anni perché
“si annoiava”, povera stella…)
“Mi
sono sposata a diciotto anni, appena finito il liceo. Quando ero
incinta di
Eliot. All’epoca era così che
funzionava.” La donna sospirò, scrollando le
spalle, cercando di apparire leggera come una farfalla che svolazzava
di fiore
in fiore. . “Ma mi sono stufata presto. Non ero tagliata per
fare la mamma, o
la moglie. Volevo bene ai miei uomini, ma… Eliot e Thomas
ormai erano grandi,
non avevano più bisogno di me. Adesso però ho
perso mio marito… il mio secondo
marito, e…. mi sono messa a pensare. Quando ho trovato
questa foto, ho creduto fosse
un sogno, e mi sono messa a cercare i ragazzi. Credo che Thomas mi abbia parlato
insieme solo perché
suo figlio continuava a ripetergli di porgere l’altra
guancia, Eliot invece è
stato meno…. Accomodante, diciamo.”
“Che
tradotto vuole dire che non la vuole vedere.”
La
donna accennò di sì col capo, facendo una
smorfia, come se lui avesse avuto
torto. Ci credeva che fosse incavolato- quella
cretina lo voleva manipolare!
Stasera, prima lo metto sulla
graticola perché si è scordato di parlarmi di
mammina, poi lo consolo per
bene, povero il mio cucciolo. Guarda un po’ cosa gli tocca
sopportare…
“Ho
provato a chiamarlo diverse volte, perché non mi
sembrava il caso di
presentarmi così, dove lavora, ma
lui
non mi ha mai risposto, quindi sono dovuta venire qui, ma lui
mi snobba, si
comporta come se non esistessi!”
Becks
aprì la bocca, ma non ne uscì nessun suono. E che
avrebbe dovuto dire? Che
Eliot non era troppo bravo a processare le emozioni? Che era un tipo
che
portava rancore? Erano otto anni che rinfacciava ad Hardison di avergli
rubato
il pranzo una volta (in realtà, il caro Alec lo aveva diviso
con lei. A loro
discolpa: quello non era un panino, era un’opera
d’arte culinaria, con pane
fresco artigianale, cipolla di Tropea, petto di tacchino biologico
allevato a
terra, pomodoro fresco e formaggio greco), che non volesse parlare con
la donna
che aveva fatto le valigie perché si annoiava a fare la
casalinga era, beh, il
minimo.
“Mi
potrebbe aiutare?” le chiese, speranzosa, stringendole le
mani. “Per favore?
Eliot la guarda con occhi adoranti… a lei darà
ascolto…”
Becks
si guardò intorno, cercando una via di fuga, ma non sapeva
davvero come fare.
Il personale era impegnato, i clienti mangiavano e bevevano, Eliot la
guardava
neanche avesse voluto strozzarla con le sue stesse mani
perché si era
impicciata in cose che, a quanto pareva, non erano di sua competenza.
Stavolta mi strozza. Anzi, no: la
prossima volta che mi ficco in qualche casino non viene ad aiutarmi, e
io mi ci gioco la
pelle. Porca miseria, ma non
potevo starmene buona per i fatti miei?
“Ecco,
io, non so….” Balbettava, mentre la donna la
fissava con il broncio e gli
occhioni colmi di lacrime.
Fu
salvata dall’arrivo provvidenziale di Nathan e Sophie, che
entrarono nel locale
e le fecero segno col capo di avvicinarsi per parlarle (probabilmente
avevano
incontrato un nuovo “cliente” e lui aveva
già architettato un qualche
Machiavellico piano), dandole la scusa per scostarsi forzatamente dalla
donna,
che la afferrò però per la camicetta (e a momenti
gliela strappò. La sua
camicetta preferita. Cretina.)
“Per
favore!!!!”
Guardandosi
intorno imbarazzata, Becks arrossì, e capì che
c’era solo un modo per togliersi
di torno quella pazza isterica che, in teoria, era più o
meno sua suocera. “Va
bene, va bene, farò quello che posso! Ma adesso la smetta e
non torni per
qualche giorno, va bene?”
La
donna immediatamente si distaccò, si ricompose e le fece il
sorriso più
smagliante che Becks avesse mai visto, e fu in quel momento che lei
capì perché
Eliot fosse così bravo in quello che faceva- cioè
fregare la gente.
Perché
era una dote di famiglia.