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Autore: Little Firestar84    17/09/2020    1 recensioni
Eliot Spencer credeva che le cose andassero bene: nessun pezzo grosso con cui saldare conti arretrati, pochi colpi, nate ormai sobrio che non dava colpi di testa... adesso aveva perfino il suo lavoro dei sogni come chef nella birreria di Hardison e una ragazza in pianta stabile da cui tornare la sera.
Andava tutto bene. Fin troppo. E difatti, dopo trent'anni, si ritrova davanti l'ultima persona con cui avrebbe più voluto a che fare....
Multichapter partecipante alla challenge "Just stop for a minute and smile" di Soul_Shine che trovate sul forum di EFP.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Hitter & Chemist'
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Prompt capitolo: #31. "Ho provato a chiamarlo, ma non mi ha risposto!"

2- Stop telephoning me

Becks si tappò la bocca appena le parole le uscirono, imbarazzata, rendendosi conto della colossale gaffe che aveva appena fatto, desiderando di poter far tornare indietro il tempo per rimangiarsele, o perlomeno usare un po’ di tatto.

“Non si preoccupi… non mi meraviglio che mio figlio le abbia detto così. È da… molto che abbiamo perso i contatti.”

Becks si morse la lingua. Aveva sentito parlare del padre di Eliot, e lo aveva visto anche in fotografia, aveva sentito Eliot parlare al telefono col fratello ed i nipoti, ma non aveva mai e poi mai sentito parlare della madre. Eliot non le aveva detto che fosse morta, ma lei lo aveva desunto, perché, quale altra giustificazione poteva esserci?

A quanto pare, aveva avuto torto- marcio, perché mammina era viva e vegeta ma Eliot non ne parlava perché, a quanto pareva, nella gara del peggiore genitore a vincere la medaglia d’oro era lui e non lei, come aveva sempre immaginato.

(Beh, almeno suo padre le aveva insegnato a rubare, truffare e far saltare in aria le cose. Non era esattamente la cosa più normale da fare con una figlia, ma era meglio di un’oca giuliva che faceva le valigie e spariva per trent’anni perché “si annoiava”, povera stella…)

“Mi sono sposata a diciotto anni, appena finito il liceo. Quando ero incinta di Eliot. All’epoca era così che funzionava.” La donna sospirò, scrollando le spalle, cercando di apparire leggera come una farfalla che svolazzava di fiore in fiore. . “Ma mi sono stufata presto. Non ero tagliata per fare la mamma, o la moglie. Volevo bene ai miei uomini, ma… Eliot e Thomas ormai erano grandi, non avevano più bisogno di me. Adesso però ho perso mio marito… il mio secondo marito, e…. mi sono messa a pensare. Quando ho trovato questa foto, ho creduto fosse un sogno, e mi sono messa a cercare i ragazzi. Credo che  Thomas mi abbia parlato insieme solo perché suo figlio continuava a ripetergli di porgere l’altra guancia, Eliot invece è stato meno…. Accomodante, diciamo.”

“Che tradotto vuole dire che non la vuole vedere.”

La donna accennò di sì col capo, facendo una smorfia, come se lui avesse avuto torto. Ci credeva che fosse incavolato- quella cretina lo voleva manipolare!

Stasera, prima lo metto sulla graticola perché si è scordato di parlarmi di mammina, poi lo consolo per bene, povero il mio cucciolo. Guarda un po’ cosa gli tocca sopportare…

 “Ho provato a chiamarlo diverse volte, perché non mi sembrava il caso di presentarmi così, dove lavora, ma lui non mi ha mai risposto, quindi sono dovuta venire qui, ma lui mi snobba, si comporta come se non esistessi!”

Becks aprì la bocca, ma non ne uscì nessun suono. E che avrebbe dovuto dire? Che Eliot non era troppo bravo a processare le emozioni? Che era un tipo che portava rancore? Erano otto anni che rinfacciava ad Hardison di avergli rubato il pranzo una volta (in realtà, il caro Alec lo aveva diviso con lei. A loro discolpa: quello non era un panino, era un’opera d’arte culinaria, con pane fresco artigianale, cipolla di Tropea, petto di tacchino biologico allevato a terra, pomodoro fresco e formaggio greco), che non volesse parlare con la donna che aveva fatto le valigie perché si annoiava a fare la casalinga era, beh, il minimo.

“Mi potrebbe aiutare?” le chiese, speranzosa, stringendole le mani. “Per favore? Eliot la guarda con occhi adoranti… a lei darà ascolto…”

Becks si guardò intorno, cercando una via di fuga, ma non sapeva davvero come fare. Il personale era impegnato, i clienti mangiavano e bevevano, Eliot la guardava neanche avesse voluto strozzarla con le sue stesse mani perché si era impicciata in cose che, a quanto pareva, non erano di sua competenza.

Stavolta mi strozza. Anzi, no: la prossima volta che mi ficco in qualche casino non viene ad aiutarmi, e io  mi ci gioco la pelle. Porca miseria, ma non potevo starmene buona per i fatti miei?

“Ecco, io, non so….” Balbettava, mentre la donna la fissava con il broncio e gli occhioni colmi di lacrime.

Fu salvata dall’arrivo provvidenziale di Nathan e Sophie, che entrarono nel locale e le fecero segno col capo di avvicinarsi per parlarle (probabilmente avevano incontrato un nuovo “cliente” e lui aveva già architettato un qualche Machiavellico piano), dandole la scusa per scostarsi forzatamente dalla donna, che la afferrò però per la camicetta (e a momenti gliela strappò. La sua camicetta preferita. Cretina.)

“Per favore!!!!”

Guardandosi intorno imbarazzata, Becks arrossì, e capì che c’era solo un modo per togliersi di torno quella pazza isterica che, in teoria, era più o meno sua suocera. “Va bene, va bene, farò quello che posso! Ma adesso la smetta e non torni per qualche giorno, va bene?”

La donna immediatamente si distaccò, si ricompose e le fece il sorriso più smagliante che Becks avesse mai visto, e fu in quel momento che lei capì perché Eliot fosse così bravo in quello che faceva- cioè fregare la gente.

Perché era una dote di famiglia.

   
 
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