Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Rebi_7_24    18/09/2020    0 recensioni
La bambina tratteneva il fiato in attesa di vederlo. Era determinata a tornare a casa con qualcosa che avrebbe conservato fino alla morte, niente e nessuno glielo avrebbe impedito.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Farlan Church, Isabel Magnolia, Levi Ackerman
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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Proseguendo lungo la strada, ecco che Frisk si imbatté di nuovo in Sans, stavolta in piedi accanto ad un telescopio.
“Non è che mi stai seguendo?”
Lui ignorò la domanda con un’alzata di spalle, sorrise e la salutò con la mano, prima di allontanarsi nella direzione opposta alla sua.
Più avanti, la ragazza trovò un nuovo sentiero affiancato da un canale d’acqua luminosa, così come le particelle che rilasciava nell’aria.
Il suo telefono squillò.
“PRONTO, SONO PAPYRUS! TI RICORDI QUANDO TI HO CHIESTO COSA INDOSSAVI?”
“Sì..?”
“BEH, L’AMICA CHE VOLEVA SAPERLO… NON HA UNA BUONA OPINIONE SU DI TE… NON APPREZZA IL FATTO CHE TU… RESPIRI.”
“Oh, davvero..?” Frisk cercò di reprimere il sarcasmo.
”BEH, TRANQUILLA UMANA! PAPYRUS NON TI TRADIRA’ MAI! DICESTI CHE NON STAVI INDOSSANDO UNA MAGLIA A RIGHE. QUINDI, OVVIAMENTE, LE HO DETTO CHE LA INDOSSAVI!”
Frisk spalancò occhi e bocca. No, non era possibile.
“Papyrus, tu-“
“MI HA FATTO MALE DIRE UNA BUGIA COSI’ ECLATANTE. MA SICCOME NON STAI INDOSSANDO UNA MAGLIA A RIGHE, SICURAMENTE NON TI ATTACCHERA’! QUINDI ORA SEI SANA E SALVA.”
“Papyrus, aspetta-“ Ma la chiamata si interruppe. “Oh mio Dio..”
Adesso era ufficiale, doveva darsi una mossa. Proseguì, mentre leggeva al volo un’ultima scritta sul muro.
“Il potere di prendere le loro anime. E’ questo il potere di cui gli umani avevano paura.”
 
[***]
 
Frisk entrò in una zona diversa di quell’enorme grotta che era il Sottosuolo. Lì pioveva.
Era triste. I mostri avevano avuto un destino triste, e usavano la magia per continuare a godere in qualche modo di ciò che avevano perso. La neve, la pioggia, le stelle…
C’era un cesto con degli ombrelli, quindi ne prese uno. L’ultima cosa di cui aveva bisogno ora era ammalarsi.
“Ehi, hai un ombrello?”
La ragazza saltò sul posto. era di nuovo quel bambino.
“Oh, ehm.. Sì.”
“Grande!” Quindi si sistemò al suo fianco. “Andiamo!”
Frisk alzò le spalle, non le avrebbe fatto male un po’ di compagnia.
“Cavolo, Undyne è fichiiiiiiissima!”
“Certo.. E’ fantastica”, dire qualcosa contro di lei avrebbe sicuramente creato problemi.
“Le dà sempre ai cattivi e non perde MAI.”
“Mai hai detto?”
“Se io fossi un umano bagnerei il letto ogni notte, sapendo che prima o poi arriverà lei a suonarmele!”
Frisk rabbrividì. Chissà se quel ragazzino sarebbe andato da Undyne, se avesse capito chi era.
“Una volta, facemmo un progetto a scuola nel quale dovevamo prenderci cura di un fiore.”
“Heh, ne so qualcosa”, gli rispose con un sorriso, ripensando al fiore che aveva tirato su il giorno in cui era giunta a Neverland. Il bastoncino l’aveva tolto, ma l’elastico colorato era ancora avvolto attorno allo stelo.
“E il re, che dovevamo chiamare Signor Dreemurr, si offrì per donare i suoi fiori. Quindi venne a scuola e ci parlò anche di responsabilità e altre cose noiose.”
“E’ stato un bel gesto”, osservò lei.
“Quello mi fece pensare..”
“Mh?”
“Quanto sarebbe figo se Undyne venisse a scuola!? Le darebbe a tutti gli insegnanti!!”
Frisk ripensò a Toriel, che amava tanto l’insegnamento. Se l’avesse portata fuori di lì, avrebbe potuto realizzare il suo sogno.
Raggiunsero uno spazio infinitamente più ampio, e la ragazza si trovò davanti una vista mozzafiato. Sotto quel ‘magico cielo stellato’, al di là di un fiume, vi era un’immensa distesa di prato verde smeraldo, che si estendeva fino all’orizzonte, dove sfoggiava il suo splendore un enorme castello che sembrava uscito da un film Disney. Ma di fiabesco non aveva proprio niente. Quello era il luogo della resa dei conti. Lì si sarebbe deciso il suo, di destino: distruggere la barriera e portare i mostri in superficie, oppure morire nell’ignoto di quel posto dimenticato dal mondo. Si chiese se Asgore sapesse che stava arrivando.
 
 
 
 
   
 
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