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Autore: lmpaoli94    20/09/2020    0 recensioni
Anni ’70.
In un piccolo orfanotrofio di una piccola città toscana, s’intrecciano le vite Lamberto, un maestro di 31 anni, e di alcuni bambini che hanno il bisogno di riscoprir la voglia di vivere dopo che sono stati abbandonati a causa della morte dei loro genitori.
Diverse storia ma con un obiettivo comune: ritrovare il sorriso in un piccolo edificio dove la tristezza ricopre un’esistenza troppo breve per essere sprecata in un modo ignobile e rancoroso.
Toccherà al giovane maestro riportare un sorriso a questi bambini dove hanno perso la speranza di vivere una vita che all’apparenza gli ha tolto tutto, ma non i sogni.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo, Lamberto si sentiva più sollevato nel vedere i suoi alunni più felici e spensierati.
Se continuava di quel passo, presto avrebbe visto un grande miglioramento nei suoi bambini.
La tristezza e la delusione di vite molto difficoltose sembravano essere un lontano miraggio quella mattina di fine settembre.
Eppure c’era sempre tra di loro chi era ancora molto triste.
< Signor Rodari, buongiorno > fece la Rettrice Guarini con tono serio e ghigno malefico < Come si sente questa mattina? >
< Molto bene, Signora. E lei? >
< Non c’è male… A che ora è andato via ieri sera? >
< Non molto tardi. Non ho avuto la possibilità di mangiare con i miei alunni perché avevo delle questioni urgenti da fare nel mio nuovo appartamento. Ma sono convinto che ci saranno altre occasioni per rimanere insieme a loro anche dopo la giornata scolastica. >
< Signor Rodari, lei capisci che non è di assoluta importanza che lei rimanga insieme a loro? >
< Invece credo di sì, Signora. Perché anche se sono un semplice insegnante, devo capire cosa bazzica nelle menti dei miei bambini. Loro hanno bisogno d’aiuto e in questo momento sono l’unico che posso darlo. >
Quelle parole, che sembravano un cenno di sfida, non fecero per niente piacere alla donna.
Non volendo più entrare nel discorso, si limitò ad augurargli una buona giornata mentre la donna continuava ad essere immersa nelle sue scartoffie.
< Veda di non scatenare altri litigi, Signor Rodari. Io e gli altri suoi colleghi vorremmo lavorare in santa pace. Altrimenti chi ci arriva a fine giornata? >
< Cercherò di non dare altri problemi se non se ne presenteranno altri. >
< Che intende dire? >
< Niente di particolare > tagliò corto l’uomo < Adesso me ne vado in classe. I miei alunni mi stanno aspettando. >
< Vada pure. Non vorrei che faccia tardi per colpa mia. >
< Assolutamente no. >
Ma una volta spalancata la porta della sua aula, vide che una confusione che non si aspettava di trovare.
Orde di fogli strappati e di libri di testo volavano per la stanza come se fosse neve che cade dal cielo.
ma tutto ciò non era possibile se non fosse a causa di qualcuno.
Lucio, che stava spaventando gli altri bambini, si stava “divertendo” fin troppo sopra le righe.
Lamberto, sorpreso da tale situazione, cerc di riportare l’ordine alzando la voce.
< Che cosa sta succedendo qui? >
I bambini, che avevano puntando gli occhi verso il loro maestro, non ebbero la forza di rispondere.
< Lucio, vuoi essere tu a dirmi che cosa… >
< Stavamo facendo il gioco del tiro al piattello. Con la mia fionda volevo distruggere lacuni di questi libri molto vecchi e ingialliti. Soprattutto quelli più noiosi. >
< E perché staresti facendo una cosa del genere? I libri scolastici sono un bene di questa scuola. Tu non hai il permesso di distruggerli. >
Ma Lucio, che credeva di non aver fatto nientre di male, si limitò a fare spallucce e a tornare al suo banco.
< Lucio, sei stato tu a fare tutta questa confusione? > gli domandò severamente il maestro.
< No, maestro Rodari. Siamo stati tutti noi. >
Ma gli altri bambini, che non avevano intenzione di dire qualcosa, sembravano terrorizzati alle sue parole e ai suoi sguardi lascivi e rabbiosi.
Avvicinandosi ad alcuni di loro, Lamberto squadrò le loro facce innocenti e senza colpa.
< Arianna, me ne vuoi parlare tu? >
< Non deve dire niente, maestro. Al colpa è di tutti noi > li interruppe Lucio < Che cosa vuole farci? Punire? Tanto non servirebbe a niente. >
< Lucio, smettila di fare il maleducato. Così non aiuto la tua classe. >
< Ma io non voglio aiutare nessuno, professore. Perché imparare qualcosa quando in questo mondo saremmo sempre degli emarginati? È solo una perdita di tempo imparare qualcosa. >
< Ah, davvero? È così che la pensi? >
< Certi. Lo vedo dagli altri maestri come ci insegnano durante le lezioni. Non riusciamo ad imparare niente. E non per colpa nostra, ma solo perché noi siamo quelli diversi… Ed è sempre brutto quando te lo senti dire, non le pare anche a lei maestro? >
Sconvolto ancora da tali dichiarazioni, il maestro Rodari cercò di chiudere la faccenda il prima possibile.
< Dirlo a tutti gli altri docenti non è consigliabile, maestro. Soprattutto quando lei ha tutti gli occhi contro. Lei ci vuole arrivare a fine giugno oppure no? >
< Non credevo che anche tu arrivassi a minacciarmi, Lucio. Ti ho fatto forse qualcosa di male a parte aiutarti? >
< No. La stavo solo mettendo in guardia. >
< Non ce n’è bisogno. Ma grazie lo stesso… E adesso per favore, mi vuoi dire com’è cominciato tutto questo? >
Ma Lucio, che non aveva nessuna intenzione di parlare, continuava a fregarsene della situazione.
< Lucio! Rispondimi quando ti parlo! >
< Maestro, lei sta sprecando inutilmente le energie. Lasci perdere, ok? >
< Io non lascio perdere proprio niente! O tu mi dici cos’è successo, o finirete tutti in punizione. >
< Faccia pure. Tanto ormai ci siamo abituati. >
Ma Arianna, che era la più coraggiosa tra tutti i presenti, alla fine confessò che cosa aveva fatto il piccolo bambino.
< Ci voleva costringere a distruggere la classe, maestro Rodari. Solo per farle un dispetto. Ma tutti insieme gli abbiamo detto di no e ci siamo messi da parte spaventati senza fare niente. È così che è andata. >
< Non è vero! E’ una bugiarda, Arianna > gridò Lucio inviperito.
Lamberto, capendo che il problema diventava sempre pi grave, non aveva nessuna intenzione di punire i bambini, nemmeno Lucio.
< Lucio, per quest’oggi non sarai in punizione. Ma se accadrà un’altra cosa del genere, dovrò prendere dei seri provvedimenti nei suoi confronti. >
< Perché non lo fa adesso? Tanto so molto bene che lei mi odia! Mi odiano tutti in questo orfanotrofio. Solo perché i miei genitori erano dei criminali assassini della peggior specie, questo significa che anch’io sono come loro. Mi punisca! >
< Ti ho detto di no! >
Vedendo come stava soffrendo il piccolo bambino, Lamberto decise che era giunta di finirla
< Lucio, perché non vieni alla cattedra insieme a me e parliamo un po’ dei tuoi problemi? Io voglio solo… >
< Non ho bisogno di lei! Non ho bisogno di nessuno! Come glielo devo dire?! >
Con le lacrime che gli sgorgavano sul viso, il piccolo bambino, si alzò dal suo banco fuggendo dalla classe sotto lo sguardo attonito dei suoi compagni e del suo maestro.
< Maestro Rodari, non c’è nessuna speranza per Lucio perché diventi buono? >
L’innocenza incontrastata della piccola Arianna gli facevano capire che il mondo non era tutto oscuro e crudele come Lucio poteva pensare.
In fondo la speranza era sempre flebile, anche nel cuore di quel bambino.
Aveva solo bisogno di ritrovarsi.
Di trovare una famiglia felice che lo avrebbe per sempre trasformato in una persona migliore.
   
 
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