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Autore: Lacus Clyne    22/09/2020    3 recensioni
Una notte d'inverno. La città che non dorme mai.
Un'ombra oscura al di là della strada, qualcosa di rosso. Rosso il sangue della piccola Daisy.
Kate Hastings si ritrova suo malgrado testimone di un efferato omicidio.
E la sua vita cambia per sempre, nel momento in cui la sua strada incrocia quella di Alexander Graham, detective capo del V Dipartimento, che ha giurato di catturare il Mago a qualunque costo.
Fino a che punto l'essere umano può spingersi per ottenere ciò che vuole? Dove ha inizio il male?
Per Kate, una sola consapevolezza: "Quella notte maledetta in cui la mia vita cambiò per sempre, compresi finalmente cosa fare di essa. Per la piccola Daisy. Per chi resta. Per sopravvivere al dolore."
Attenzione: Dark Circus è una storia originale pubblicata esclusivamente su EFP. Qualunque sottrazione e ripubblicazione su piattaforme differenti (compresi siti a pagamento) NON è mai stata autorizzata dall'autrice medesima e si considera illegale e passibile di denuncia presso autorità competenti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Buonasera e ben trovati!! Prima parte del X capitolo. Questo è in assoluto il capitolo più lungo, per cui sarà spezzato in più parti, anche brevi, sia per rendere pù agevole la lettura, sia per contenuto, ovviamente. Anche questo, come il precedente, è un capitolo che ho amato scrivere e che è tra i miei preferiti, capirete leggendo. <3 Ringrazio sempre per il supporto le mie instancabili lettrici, grazie davvero per il tempo che mi dedicate e per le vostre straordinarie parole!! <3 Vi metto un paio di note al termine!! Buona lettura e alla prossima!! 

 

 

 

 

 X ◊

 

 

 

 

 

Il giorno seguente, dopo aver preparato tutto ciò che era di Nicholas, ci recammo insieme in Dipartimento. Quando lasciammo casa, la sua espressione era mogia e pensierosa e anche nel metter piede in quello che anche per lui era diventato un posto sicuro, non era cambiata, tanto più che nessuno dei presenti si azzardò a dire qualcosa, per paura di scatenarne qualche reazione inconsulta. Ad attenderci, nell'ufficio che dividevo con Alexander, c'erano Selina e il dottor Howell. Quando li vide, Nicholas strinse più forte la mia mano. La cosa non sfuggì ai due, che si guardarono incerti.

Tesoro, è tutto ok. Ne abbiamo già parlato, non cambierà nulla rispetto a ciò che ci lega. – dissi, chinandomi alla sua altezza. I suoi occhioni azzurri mi restituirono uno sguardo serio. Avevo capito che si stava sforzando di non piangere più, magari per non fare una brutta figura davanti ai suoi nuovi genitori.

Guarda, Nicholas. – intervenne Alexander, richiamando la nostra attenzione e avvicinandosi a Selina e al Procuratore. – Anche se a volte sembra burbero e musone, posso assicurarti che Marcus è incredibilmente bravo alla Xbox One. Non sono mai riuscito a batterlo a quel gioco... come si chiama... –

Minecraft?! – incalzò Nicholas.

Lui annuì, sotto gli occhi perplessi del gran capo, che colse la palla in balzo. – Eh... sì, non ho perso una sola partita. –

Con me perderesti! –

Davvero? Allora dovrei proprio sfidarti, eh, Nicholas? – propose, sorridendo dolcemente.

Nicholas fece un cenno con la testa, incuriosito. – E... ti piacciono i libri? Io sono bravo a leggere. –

Selina sorrise e il dottor Howell si voltò a prenderne uno dalla scrivania di Alexander. – Si chiama “Le cronache di Narnia”. Quando vorrai, potremo leggerlo insieme. Ma dopo che avrai finito l'altro libro che ti ha regalato Alexander. Selina e io saremo ben felici di aiutarti. –

Per la prima volta in quei giorni, vidi finalmente la tensione allentarsi sul visetto di Nicholas. Mi guardò, tenendo ancora la mia mano e gli sorrisi. Sentiva il bisogno di chiedere il permesso. Gli detti un bacio sulla fronte e poi sollevai la sua manina. – Loro ti vogliono bene e anche noi te ne vogliamo. Sarà sempre così, Nicholas. –

Il suo musetto si increspò come se si stesse sforzando di trattenersi. Sciolsi la presa e lo abbracciai forte, stringendolo a me per l'ultima volta. – Coraggio, piccolino. Sei la persona più forte che conosca, Nicholas Howell. –

Non avevo ancora pronunciato il suo nome, il suo nuovo nome completo. Suonava bene e sembrava adatto a lui. Il piccolo scoppiò a piangere e, sotto gli occhi di tutti noi e quelli commossi altrettanto di Selina, mi dette un bacio sulla guancia, per poi scostarsi.

Ti voglio tanto bene, Kate... –

Annuii, commossa a mia volta. – Anch'io, piccolo, anch'io. –

Sorridemmo entrambi, poi prese un enorme sospiro e si scostò, voltandosi verso Alexander e raggiungendolo. – Grazie per quello che avete fatto per me... –

Alexander sorrise e si chinò, mostrandogli la mano aperta. – E se c'è qualcosa che non va, tu chiamami e io arrivo in un batter d'occhio. Ok? –

Nicholas sorrise e annuì, battendo il cinque. – Sì! –

Adesso vai. Mamma e papà ti aspettano. – disse e i neogenitori non trattennero la loro emozione a quelle parole. Alexander si rialzò e mi raggiunse mentre Selina e Marcus si chinarono per accogliere Nicholas. Quest'ultimo, dopo aver mormorato qualcosa che non riuscii a sentire, si avvicinò a loro e prese le mani di entrambi. – I-Io... io sono... molto... emozionato... –

Al sorriso gentile del gran capo fece eco quello radioso ed emozionato a sua volta di Selina, che, per la prima volta da quando la conoscevo, non si trattenne e liberò finalmente tutte le lacrime represse fino a quel momento, piangendo di gioia e abbracciando Nicholas, che fece lo stesso.

Dovetti trattenermi io, invece, tanto più che Alexander, posandomi una mano sulla spalla, mi fece cenno di uscire per lasciarli vivere quel momento in privato. Aveva ragione e così, forte della sua comprensione e della sicurezza del fatto che per il nostro piccolo Nicholas fosse cominciata una nuova vita, lasciammo la nuova famiglia Howell a legare.

 

Quando uscimmo, Jace ci raggiunse insieme agli altri, che rassicurammo sul fatto che tutto fosse infine andato bene. Il nostro hacker preferito, tuttavia, aveva delle novità importanti per noi.

Alla fine, ci sono riuscito, Kate. – esordì, raggiungendo la sua postazione.

Hai terminato il lavoro di Trevor? – chiesi, incredula.

Il suo sorriso si aprì soddisfatto ed emozionato. – Sì. Trevor aveva fatto un ottimo lavoro già da sé, ma c'era qualcosa che mancava nella modalità di rielaborazione delle immagini previste. –

Significa che possiamo scoprire l'identità del Mago ora? – domandò Alexander.

Deglutii, pensando al fatto che finalmente avremmo potuto mettere la parola fine a quella storia e affidare finalmente alla giustizia quell'assassino.

Quello che sappiamo è che il Mago è estremamente cauto. Non si è mai mostrato, è riuscito ad eludere tutte le videocamere di sorveglianza e a usare dei diversivi anche quando l'abbiamo incontrato personalmente. Tuttavia, tu Kate, sei riuscita a vedere dei particolari come la protuberanza sul suo polso sinistro. Dalla ricostruzione dell'ultimo incontro tra voi, capo, in più, siamo riusciti a capire che per stazza è intorno ai 200 cm e agli 85kg di peso. È incredibilmente forte, quindi non è da escludere che esegua costantemente degli allenamenti a corpo libero, data la sua propensione alla lotta libera. Altro particolare, gentilmente offerto da Kate, è il suo accento, che lo colloca in area balcanica. –

Jace, non stai aggiungendo niente di nuovo a quello che sapevamo già. – mi ritrovai a contestare.

Lo so, ma volevo fare il punto della situazione. – disse, aprendo il software che aveva ideato Trevor, che permetteva un'elaborazione precisa ad almeno il 93%. – Con questi dati e con un controllo incrociato nei database dell'Immigrazione, sono riuscito a restringere la cerchia ad almeno una trentina di persone presenti sul territorio, che potenzialmente coincidono col profilo. –

Ci sporgemmo tutti a guardare. Trenta persone non erano poche, ma di certo, era un inizio. Gli uomini presenti sembravano così ordinari e il fatto di non avere un identikit del suo volto rendeva molto complesso potersi orientare verso un profilo più che un altro. C'era anche da tenere in considerazione che potesse essere immigrato illegalmente e dunque, non essere presente nei database. Sospirai. – Chi è il più vicino, Jace? –

Fammi vedere... dunque... questo qui. Si chiama Ilian Tŭmen. E... guarda un po'... in passato gestiva un circo. – disse, mostrandoci la foto dell'uomo in questione.

Sobbalzai e guardai Alexander, che fissava la foto con un'aria che mi fece trasalire. Avevo già visto quello sguardo e non mi piaceva. Aveva decisamente qualcosa di pericoloso in mente.

Un circo... sul serio? – mormorò, stringendo il pugno con forza. – Dove risiede ora questo bastardo? –

Mh... fuori Boston, Westford. –

Dammi l'indirizzo. Andiamo a trovarlo. Daniel, vieni tu con me. –

Sì signore. – rispose l'agente Jones.

Vengo con voi! – esclamai, di rimando.

Alexander mi guardò con fare perentorio. – No. Non stavolta. Tu rimani qui. Se si tratta del Mago, non ho intenzione di metterti a rischio. –

Stai scherzando, spero. –

Mi rivolse un'occhiataccia e, dopo aver preso l'indirizzo, si incamminò verso l'uscita.

Alexander! –

Se non siamo tornati in tempo per la fine del turno, Jace, riaccompagnala a casa. –

Agli ordini, capo! –

Scossi la testa e lo raggiunsi. – Possiamo parlare un attimo in privato? –

Non ora. –

Strinsi il pugno. – Adesso. –

L'agente Jones fece spallucce e dette una pacca ad Alexander. – Ti aspetto in macchina. –

Disse, precedendolo, mentre Alexander mi rivolse uno sguardo seccato, prima di farmi strada al piano inferiore, nell'ufficio di Selina, temporaneamente vuoto. Quando ebbe chiuso, mi sentii improvvisamente in ansia. Non tornavo volentieri lì dopo quanto accaduto a Trevor, ma non avevamo altro posto dove andare, in quel momento.

Allora? – mi domandò, con tono impaziente.

Riflettei sul fatto che in tutti quegli anni, Alexander avesse dato la caccia a un fantasma. Quel fantasma, ora, era pericolosamente vicino a rivelarsi e questo avrebbe cambiato definitivamente le carte in tavola.

Se fosse il Mago... cosa faresti? Intendo... davvero. Una volta mi hai detto che l'avresti volentieri buttato in una cella per il resto della sua vita. Ma voglio che tu sia sincero, ora. –

Le sue labbra si serrarono nel silenzio, lasciando parlare il suo sguardo e la sua intera figura.

Sospirai. – Lo sapevo. Sei disposto a distruggere tutto questo... per la vendetta? –

Le sue sopracciglia fremettero appena, poi distolse lo sguardo. – Sono già sceso a patti con quello che è accaduto a mia figlia. E so che devo fermare quel mostro. –

Che menzogna si stava raccontando per giustificare quello che provava? Lo faceva per darsi uno scopo probabilmente, ma non c'era pensiero razionale che avrebbe tenuto, se si fosse trovato davanti l'uomo che gli aveva tolto Lily per sempre.

Credi che ti farebbe sentire meglio? Ho visto come sei balzato sull'attenti quando Jace ha detto che uno dei primi possibili sospetti vive qua vicino. I tuoi occhi... quel modo di studiare la preda... hai valutato le possibili alternative per stanarla e poi la tua espressione è diventata quella di una belva pronta all'azione una volta che l'avessi avuto tra le mani... c'era eccitazione in questo e ciò mi preoccupa... perché potresti non essere in grado di trattenerti se la situazione sfuggisse di mano. E se fosse il Mago, se si sentisse braccato, potrebbe fare una pazzia. Ha ucciso Trevor, Alexander! E per quanto tu sia bravo, per quanto preparato tu possa essere, l'ultima volta che ti sei battuto contro di lui ti ha disarmato e ferito! –

Non capisco cosa ti preoccupi di più, francamente. –

Deglutii a secco. – Esattamente come te, anch'io desidero ardentemente che quel criminale paghi per ciò che ha fatto a Lily, a Daisy, a Trevor... e per far questo, deve essere catturato vivo. Ma questo significherebbe anche mettere a rischio la tua stessa vita, perché sappiamo cosa sia in grado di fare. Ed è per questo che sono preoccupata per te. –

Beh, io sarei più preoccupato a portarti con me. –

E questo, infatti, ci porta al secondo punto. Ora... ora che Nicholas andrà a vivere con il dottor Howell e Selina, non c'è più bisogno che resti a casa tua. L'ho capito, sai? L'insistere per una sistemazione più adatta, il prediligere il lavoro da casa e ora il farmi riaccompagnare da Jace... non è tenendomi rinchiusa a tempo indeterminato che riuscirai a proteggermi dal Mago. –

La sua compostezza si incrinò e appoggiò le spalle al muro dietro di lui. Touché.

Che ti piaccia o no, sei stato tu a volermi nella tua squadra e a farmi diventare un agente operativo. E in quanto tale ho diritto di collaborare alle indagini anche sul campo. –

Mpf. –

Cercai di evitare di rispondere a quello sbuffo. – Quindi, formalmente, capitano Graham, chiedo di essere ri-assegnata all'azione su campo a tempo pieno. –

Dovevo averlo sorpreso, ma non cedette. – Occorrerà qualche giorno. –

Ma tu delle regole te ne freghi, no? –

Sospirò e mise la mano in faccia. – Dio, Kate. Puoi per una volta darmi retta? –

E tu puoi per una volta dar retta a me? –

Mi guardò. – Le tue condizioni. –

Se dovesse essere il Mago, non lo ucciderai. E se lui cercherà di uccidere te farai in modo di non farti ammazzare. –

Alexander aggrottò le sopracciglia. – E... perché ho la sensazione che non sia finita? –

Sostenni il suo sguardo e mi avvicinai a lui. Quando gli fui di fronte, cercai di essere quanto più solenne possibile. Lui non si scompose. – Ho bisogno che tu abbia fiducia anche in me. E questo significa che dovrai lasciarmi tornare a casa mia. –

Stavolta sospirò. – Va bene. Ma promettimi di aspettare il mio ritorno. Non prendere iniziative. –

Ok, ci sto. –

Posso andare? –

Un'ultima cosa. –

La sua espressione ora si era fatta perplessa.

Stai attento. –

Prese un profondo respiro, ricomponendo il suo sguardo, che si fece impassibile. Il discorso era terminato.

A dopo. – disse, prima di uscire e lasciarmi dietro di sé.

Sapevo che si sarebbe trattato di una soluzione temporanea, né tantomeno speravo di essere stata abbastanza convincente da fermarlo da se stesso prima che dal Mago, ma la verità era che, in cuor mio, avevo la sensazione che la persona in questione non sarebbe stata il nostro obiettivo.

Quando salii, erano andati via, mentre, in compenso, Nicholas e Selina erano fuori dall'ufficio e il piccolo stava giocando con delle nuove gashapon di Jace.

Kate! Dov'è andato Alexander? – mi domandò, nel vedermi.

A fare quello che gli riesce meglio... risolvere un caso. – risposi, accarezzandogli i capelli. Selina, appoggiata alla scrivania di Alexis, mentre quest'ultima era al telefono, impegnata, da quel che avevo capito, a spiegare a un'anziana che la nostra Sezione non si occupava di recuperare cagnolini smarriti, mi sorrise. – Oppure incasinarlo. – disse.

Annuii. – E il dottor Howell? –

Lavoro. Non c'è pace per lui. Però questa sera lo aspetta una sfida a cui non può proprio sottrarsi. –

Eh già... –

Credi che Alexander sia in pericolo, vero? –

Guardai Nicholas, che finalmente aveva ritrovato la grinta di sempre. – Spero di no... ma non posso nascondere di essere preoccupata. –

Andrà tutto bene, Kate, vedrai. – mi disse e le sorrisi, sebbene più di rimando che altro. Mi congedai e tornai in ufficio.

Dovevo far qualcosa, altrimenti mi sarei lasciata prendere dall'ansia più del dovuto. Così, decisi di ripartire dal rimettere in ordine. In tutti quei mesi, si erano accumulate pratiche di vecchi e nuovi casi. Mi misi all'opera e mi servì del tempo, ma alla fine, mi tenni occupata.

Tra le varie scartoffie in un vecchio fascicolo che riguardava un caso ormai chiuso da anni, trovai anche un paio di fogli con degli appunti che riguardavano il Mago, simili a quelli che avevo trovato sul manuale in casa Graham, ma più recenti. La cosa che mi fece intendere che si trattava di scrittura recente era il fatto che, tra i vari collegamenti, figurava anche il mio nome. Sapevo di essere legata in qualche modo al Mago a causa di Trevor, o meglio, Trevor ne era stato vittima a causa mia, ma ciò che mi stupì non fu il collegamento con il suo caso, bensì con i precedenti. Sull'ultimo foglio, c'erano dei rimandi a dei libri che avevo visto nell'ufficio/palestra di Alexander, ma senza farvi particolare caso.

Non è possibile... – mi morsi le labbra, infilai velocemente in tasca i fogli e presi la mia borsa.

Stai uscendo, Kate? – mi domandò Alexis, nel vedermi scendere.

Sì... urgenza. Nicholas e Selina? –

Sono giù. Ti accompagno? – chiese Jace, alzandosi dalla sua postazione.

No, no! Sarò di ritorno a breve. Mi sono soltanto dimenticata che avrei dovuto depositare una dichiarazione in Procura. Questi giorni sono stati frenetici e così mi è passato di mente. –

Ok. Ci vediamo dopo allora. –

Sì... ok. A dopo! – esclamai, affrettandomi ad uscire.

Attesi il passaggio del bus per Beacon Hill, col cuore in gola e mille idee che affollavano la mia testa, alcune, molte delle quali, contemplavano scenari che speravo si rivelassero un binario morto. Quando finalmente l'autobus arrivò, ci vollero almeno venti minuti per raggiungere il quartiere. Scesi alla fermata più vicina a casa e mi affrettai ad aprire e a salire. Alexander mi aveva dato un doppione delle chiavi che, fino a quel momento, non avevo mai utilizzato. Mi sentii una ladra quando entrai, in preda all'ansia che sembrava rendere tutto così improvvisamente impersonale.

Corsi nell'ufficio e, secondo foglio alla mano, cercai i libri indicati. Ognuno di quei testi, sfogliandoli, conteneva foto di referti e di evidenze, nonché appunti ben nascosti. Col cuore in gola, utilizzando il primo foglio che avevo con me, cercai di darvi un ordine, usando il pavimento come lavagna virtuale. Ogni singola parte, messa insieme secondo i collegamenti fatti da Alexander, raccontava qualcosa di più grande. Quando ebbi finito, vidi la ricostruzione completa del caso del Mago da quelle, che secondo lui, dovevano essere state le origini.

Oh mio Dio... – mormorai, nel rendermi conto, con orrore e sgomento, che Alexander mi riteneva, per qualche ragione, il potenziale caso zero.

Un forte mal di testa si sommò alla nausea in quel momento. Le immagini e le parole scorrevano davanti ai miei occhi vorticando, come se volessero raccontare quella storia. Trevor, il più recente, ucciso perché era un ostacolo. Vuoi sposarmi?, la scritta col sangue sul muro. Una proposta macabra che voleva ricordarmi che nessuno avrebbe dovuto mettersi in mezzo. Un accanimento tale da essere non soltanto una punizione, ma anche la promessa di sofferenza se avessi cercato di legarmi a qualcun altro. Daisy, morta lo stesso giorno in cui avevo terminato la mia ultima sessione d'esami. Un... distorto e inumano regalo per dirmi che lui c'era. Si era mostrato per la prima volta e io ero la sola ad averlo visto. Lily, morta sette anni prima, il giorno dopo il mio diciannovesimo compleanno. Mi venne un conato di vomito, come se mi avessero tirato un forte pugno nello stomaco. Regalo?, aveva scritto Alexander, la scrittura che aveva un'inclinazione diversa, molto più calcata, traboccante di rabbia. Tremavo ed ero talmente disconnessa da non rendermi conto subito del mio telefono che continuava a suonare, nella mia borsa, buttata in un angolo della stanza. Tremavo e continuavo scorrere referti e collegamenti, che andavano di pari passo con quelli che si formavano nella mia mente. Ricordavo che in alcuni momenti, nel corso degli anni, i miei genitori si erano ritrovati a discutere tra loro e che il loro volermi proteggere era maniacale, alle volte, tanto che era stato oggetto di importanti discussioni anche con me, ultima delle quali, dopo la morte di Trevor. Quando arrivai all'ipotesi finale di Alexander, ovvero quella sul perchè potessi essere il caso zero, trasalii.

Katherine Hastings. Tre anni. Circo. Pupazzo di peluche. Mago di Oz? Potrebbe essere entrata in contatto? Probabile caso zero.

La testa sembrava sul punto di esplodermi. Mi resi conto di essere nel mezzo di un attacco di panico.

Respirare. Trovare cinque contatti col mondo circostante. Vista. Olfatto. Udito. Gusto. Tatto. Toccai il pavimento sotto di me, ma il fiato era corto e non riuscivo a respirare. Avevo bisogno di uscire. Non potevo rimanere lì, ma il mio corpo non rispondeva più. Mi ritrovai a sentire la mia voce estranea e ovattata nelle mie stesse orecchie. Stavo urlando qualcosa. C'era fumo intorno a me, fumo colorato. L'odore dolciastro e nauseabondo. Aiuto! Qualcuno mi aiuti!

Il mio piccolo Oz tra le braccia. Una mano che si protendeva verso di me, con un'enorme cicatrice rossastra sul polso sinistro. Occhi neri che apparivano tra il fumo. Contorni poco definiti per darvi una forma esatta, ma sembrava calvo. Nessuna delle foto che Jace ci aveva mostrato aveva una figura del genere. Strinsi gli occhi, mentre quella mano prendeva la mia. Urlai terrorizzata, prima di precipitare nell'oscurità.

 

 

 

************************

Tadan! Allora... Kate ha finalmente cominciato a ricordare gli eventi del passato. In effetti, come Evee aveva previsto, Kate è effettivamente legata al Mago da mooooolto più tempo di quanto creda. Il punto è che ha praticamente rimosso per anni quel ricordo. C'è voluto uno shock, tale è il fatto che Alexander abbia indagato su di lei per tutto il tempo, per farle ricordare qualcosa. O almeno iniziare a ricordare. E veniamo ad Alexander che... aveva sospettato dal primo incontro con Kate un legame tra i due. :3 Chissà cosa ne verrà fuori... *sadica me* Alla prossima!!

 

  
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