La favola della quotidianità
“… e vissero per sempre felici e contenti.”
Stretta nell’abbraccio profumato di sua madre Rose sospira, indirizzando un’occhiata dubbiosa alla donna: non si è goduta la lettura della sua fiaba preferita, preda di troppe preoccupazioni. “Robbie Carlton dice che sono tutte sciocchezze,” mormora e le sue iridi cerulee quasi scompaiono, inghiottite dall’oscurità delle pupille.
Hermione posa il libro e ricambia lo sguardo della figlia — al tempo stesso ferito e confuso.
“Purtroppo i genitori di Robbie stanno divorziando… temo che non sia un buon momento per lui,” dichiara con diplomazia, ignara che la figlia e il compagno di classe fossero così legati.
“Mi ha detto che loro litigavano sempre.”
“Di solito succede così.”
Una pausa si dilata a lungo, gli occhi di Rose si riempiono di lacrime e Hermione si sente impotente. “Anche tu e papà litigate spesso,” afferma la bambina in tono impercettibile.
Hermione annuisce, comprendendo d’essere arrivata al cuore del problema, e accarezza con delicatezza i riccioli della figlia — che condivide la stessa emotività del padre.
“Io e papà non litighiamo, piccola, noi battibecchiamo…”
“Non è la stessa cosa?” interrompe Rose, con voce tremante.
Hermione scuote la testa. “Siamo cresciuti insieme, conosciamo i punti deboli dell’altro e ci siamo sempe scambiati le idee in modo colorito, ma ci amiamo tantissimo, Rose, e non litighiamo mai riguardo alle cose importanti.”
“Ma la settimana scorsa papà è arrivato in ritardo alla tua cena di compleanno.”
“Ha avuto un imprevisto al lavoro, ma l’importante è che sia arrivato, non credi?”
“Però lo hai sgridato…”
“Più che altro perché ero preoccupata, visto che non aveva avvertito.”
Rose aggrotta le sopracciglia pensierosa e Hermione la bacia sulla punta del naso — in momenti come questi è così simile a lei da spaventarla, quasi.
Stretta nell’abbraccio profumato di sua madre Rose sospira, indirizzando un’occhiata dubbiosa alla donna: non si è goduta la lettura della sua fiaba preferita, preda di troppe preoccupazioni. “Robbie Carlton dice che sono tutte sciocchezze,” mormora e le sue iridi cerulee quasi scompaiono, inghiottite dall’oscurità delle pupille.
Hermione posa il libro e ricambia lo sguardo della figlia — al tempo stesso ferito e confuso.
“Purtroppo i genitori di Robbie stanno divorziando… temo che non sia un buon momento per lui,” dichiara con diplomazia, ignara che la figlia e il compagno di classe fossero così legati.
“Mi ha detto che loro litigavano sempre.”
“Di solito succede così.”
Una pausa si dilata a lungo, gli occhi di Rose si riempiono di lacrime e Hermione si sente impotente. “Anche tu e papà litigate spesso,” afferma la bambina in tono impercettibile.
Hermione annuisce, comprendendo d’essere arrivata al cuore del problema, e accarezza con delicatezza i riccioli della figlia — che condivide la stessa emotività del padre.
“Io e papà non litighiamo, piccola, noi battibecchiamo…”
“Non è la stessa cosa?” interrompe Rose, con voce tremante.
Hermione scuote la testa. “Siamo cresciuti insieme, conosciamo i punti deboli dell’altro e ci siamo sempe scambiati le idee in modo colorito, ma ci amiamo tantissimo, Rose, e non litighiamo mai riguardo alle cose importanti.”
“Ma la settimana scorsa papà è arrivato in ritardo alla tua cena di compleanno.”
“Ha avuto un imprevisto al lavoro, ma l’importante è che sia arrivato, non credi?”
“Però lo hai sgridato…”
“Più che altro perché ero preoccupata, visto che non aveva avvertito.”
Rose aggrotta le sopracciglia pensierosa e Hermione la bacia sulla punta del naso — in momenti come questi è così simile a lei da spaventarla, quasi.
*
“Si può?” domanda una voce allegra, aprendo la porta d’ingresso.
“Papà!” esclama Rose, i cui occhi s’illuminano alla vista del genitore.
“Chiudete gli occhi, io e Hugo abbiamo una sorpresa per voi.”
Hermione lancia uno sguardo indagatore al marito, che si limita a scrollare le spalle. “Non costringetemi a utilizzare la magia,” le minaccia scherzosamente.
Le due ubbidiscono e Ron, con Hugo in spalla, s’avvicina esibendo trionfalmente una scatola, “ora potete aprirli,” le esorta, dopo averla posata sul tavolo da caffè.
La curiosità di Rose la spinge ad aprire il contenitore, svelando così il minuscolo felino che è adagiato al suo interno.
“Un gattino? È stupendo, papà!”
Ron lascia scendere Hugo, che raggiunge la sorella, e ammira la gioia dipingersi sui loro piccoli volti.
“Credevo che odiassi i gatti,” lo incalza Hermione, aggrottando le sopracciglia.
“Non sono i miei animali preferiti in effetti, ma so quanto tu e i bambini abbiate sofferto per la morte di Grattastichi…”
Hermione sente una lacrima sfuggirle dalle ciglia e abbraccia stretto il marito.
“Grazie,” gli sussurra contro le labbra.
“Grazie a te,” ribatte Ron, guardandola ancora come quando era un ragazzino insicuro — come la più bella delle magie.
Osservandoli di sottecchi, Rose sorride, sperando di vivere una favola come quella dei suoi genitori — un domani.
“Papà!” esclama Rose, i cui occhi s’illuminano alla vista del genitore.
“Chiudete gli occhi, io e Hugo abbiamo una sorpresa per voi.”
Hermione lancia uno sguardo indagatore al marito, che si limita a scrollare le spalle. “Non costringetemi a utilizzare la magia,” le minaccia scherzosamente.
Le due ubbidiscono e Ron, con Hugo in spalla, s’avvicina esibendo trionfalmente una scatola, “ora potete aprirli,” le esorta, dopo averla posata sul tavolo da caffè.
La curiosità di Rose la spinge ad aprire il contenitore, svelando così il minuscolo felino che è adagiato al suo interno.
“Un gattino? È stupendo, papà!”
Ron lascia scendere Hugo, che raggiunge la sorella, e ammira la gioia dipingersi sui loro piccoli volti.
“Credevo che odiassi i gatti,” lo incalza Hermione, aggrottando le sopracciglia.
“Non sono i miei animali preferiti in effetti, ma so quanto tu e i bambini abbiate sofferto per la morte di Grattastichi…”
Hermione sente una lacrima sfuggirle dalle ciglia e abbraccia stretto il marito.
“Grazie,” gli sussurra contro le labbra.
“Grazie a te,” ribatte Ron, guardandola ancora come quando era un ragazzino insicuro — come la più bella delle magie.
Osservandoli di sottecchi, Rose sorride, sperando di vivere una favola come quella dei suoi genitori — un domani.
Nota dell’autrice:
Potrei essere uscita nuovamente dal seminato, ma quando ho letto questa traccia ho subito pensato che sarebbe stata una buona occasione per esplorare il rapporto tra Ron e Hermione — visto dagli occhi innocenti e curiosi di Rose. Sì, la loro non è la classica favola da “… e vissero per sempre felici e contenti”, ma è invece la credibile realtà che si snoda nella quotidianità di una coppia che ha creato una famiglia e fa del suo meglio per far sorridere la persona amata ogni giorno.
Mi piace immaginare che, con gli anni, Ron sia diventato molto più attento, ma abbia comunque continuato a essere sbadato dimenticandosi di avvertire la moglie dei ritardi, un’altra cosa che dubito sia cambiata è il loro modo di scambiarsi le idee, che ha fatto preoccupare la piccola Rose.
Mi mancava scrivere di loro e sono comunque felice di essere riuscita a scrivere questa flash senza pretese. ❤