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Autore: AlbAM    27/09/2020    26 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 15

Nuove alleanze


Alba e Sael entrarono in un bar tavola calda che fungeva da ritrovo per impiegati e operai nell'ora di pranzo.

Sael, si guardò intorno, per fortuna non c'erano colleghi in giro, individuò un tavolino tranquillo e lo indicò ad Alba.

Una volta seduti, Alba gli rivolse uno sguardo incuriosito "Allora? Cos'è questa storia che Molinesi sarebbe innamorato di me?"

"Caspita, certo che vai dritta al sodo! Non è che sotto sotto il tipo ti piace? " rispose il demone poggiando il mento su una mano e osservandola arrossire divertito.

"Ma cosa dici? Sono solo curiosa, ieri Molinesi ha fatto una scena imbarazzante, a proposito perché continuava a ripetere che ti conosceva e che non dovevo fidarmi di te?"

Sael colto di sorpresa esitò prima prima di rispondere, fortunatamente il cameriere venne in suo aiuto avvicinandosi per prendere le ordinazioni.

“Allora?" lo esortò Alba non appena il cameriere si allontanò, visibilmente disgustato dalla sua solita richiesta di aggiungere latte nel caffè shakerato.

"Non penso intendesse che mi conosce realmente” mentì Sael spudoratamente "credo piuttosto che intendesse che conosce il tipo da discoteca, penso mi avesse scambiato per il classico idiota che attacca bottone solo per scopare o peggio ancora, temeva che fossi uno di quei bastardi che drogano i drink delle ragazze per stuprarle comodamente"

Alba spalancò gli occhi esterrefatta "Caspita, non ci avevo pensato… poveretto, magari hai ragione, voleva solo proteggermi e io l'ho trattato malissimo, sono stata proprio odiosa!"

"Un po' si!" ammise Sael con un sorrisetto sornione "Ma sai com'è, a volte quando qualcuno sotto sotto ci piace, tendiamo a comportarci da stronzi per paura che se ne possa accorgere!" commentò divertito.

Alba sorrise "Ora stai parlando di te o di me?" ridacchiò Alba, rivolgendo un grazie al bellissimo cameriere biondo che aveva appena poggiato di fronte a Sael un vassoio sul quale erano posate tre tazzine di caffè, di cui uno shakerato con latte.

"C'è un caffè in più" commentò Sael rivolgendosi gentilmente al cameriere e rimanendo poi di sasso.

"No, questo è per me Sael, posso sedermi anche io?" rispose divertito Michele.

Sael pregò che Michele non avesse sentito la sua ultima frase.

"Vi conoscete? Santo Cielo Sael, ma allora conosci davvero tutta Roma" commentò stupita Alba osservando Michele.

"Si… ecco, noi siamo… uh, lavoriamo…" farfugliò Sael imbarazzatissimo.

"Lavoriamo nello stesso settore ma per aziende diverse!" terminò per lui Michele, prendendo una sedia e accomodandosi senza aspettare che lo invitassero a sedersi.

"E poi siamo amici fuori dal lavoro" aggiunse strizzando l'occhio a Sael sul cui viso si dipinse un'espressione esterrefatta.

Alba osservò con curiosità il ragazzo biondo. Era vestito in modo abbastanza semplice, jeans blu, maglietta di Emergency e scarpe da tennis All Stars.

Era davvero un ragazzo incredibilmente bello, perfino più di Sael, per certi versi le ricordava Ariel, il ragazzo con cui era scappata via Arianna la sera prima (a proposito chissà com'era andata la serata), rispetto ad Ariel però aveva lineamenti più fini e un portamento posato ed elegante che lo rendeva decisamente più affascinante.

"Allora, non ci presenti? Spero di non aver interrotto qualcosa di importante!" chiese educatamente il giovane biondo rivolgendosi a Sael che si riscosse "Uh, certo! Alba lui è Michele"

"Piacere di conoscerti, Alba" sorrise Michele porgendole la mano.

Alba la strinse e si sentì improvvisamente molto più serena. Si chiese per un attimo se quella sensazione rassicurante fosse dovuta a Michele, ma poi pensò che forse stava esagerando.

"Ciao, Michele!" rispose aggiungendo un po' di zucchero al caffè schakerato e cominciando a gustarsi i primi sorsi "Come mai sei anche tu qui?"

Michele sospirò "Avevo bisogno di prendermi una piccola pausa, come voi suppongo! A proposito posso chiedervi di cosa parlavate?"

Alba sorrise "Sael é convinto che un consulente che lavora per la mia ditta sia innamorato di me e sta cercando di convincermi che sotto sotto, talmente sotto che non ne avevo idea, io lo ricambi. Almeno un pochino"

Michele ridacchiò "Ah davvero? Ti dirò, secondo me ti puoi fidare di Sael, è un demonio nell'intuire certe cose!” Sael deglutì imbarazzato.

"Ah, si? Beh vediamo un po' che ne pensi della sua teoria" lo sfidò Alba divertita, senza accorgersi dell'imbarazzo del demone che impallidì e si frugò inutilmente le tasche della giacca alla ricerca degli occhiali scuri.

"Cerchi questi?” gli domandò Michele mostrandogli gli occhiali neri “Li ho raccolti fuori dal bar!" ridacchiò senza restituirglieli.

Sael era talmente imbarazzato che non riuscì a proferire parola.

"Che gentile! E poi se hai riconosciuto gli occhiali di Sael dovete essere davvero molto amici, l'unico paio di occhiali da sole che potrei riconoscere sono quelli di Arianna, la mia migliore amica" commentò Alba.

Sael sempre più a disagio, cercò di concentrarsi sul caffè evitando lo sguardo divertito di Michele che domandò allegramente "Allora quale sarebbe la teoria di Sael?"

"Secondo Sael se ti piace qualcuno ma hai paura di dirglielo, finisci per trattarlo male perché temi che altrimenti potrebbe accorgersi dei tuoi sentimenti!"

"Davvero? In effetti potrei conoscere qualcuno che si comporta così" commentò divertito Michele incrociando per un attimo lo sguardo di Sael che si sentì morire e desiderò di essere ovunque, tranne che seduto lì.

"Quindi anche tu pensi che ieri potrei aver trattato malissimo il Grosso Fesso Pelato perché in realtà mi piace? Non mi convince, per me è troppo alto e ha gli occhi grigi e freddi, a me piacciono i ragazzi mori e ricci e poi mi piace che un uomo abbia un po' di barba intorno al mento!” rispose Alba finendo il caffè. Michele la guardò esterrefatto quella donna aveva appena descritto Azaele!

"I...il fatto è che…" intervenne finalmente Sael, balbettando “... a volte le persone, per svariati motivi, non si mostrano come sono veramente, ma se sono abbastanza fortunate da incontrare qualcuno così sensibile da cogliere quello che nascondono dentro di loro possono avere una chance di essere amati, i… io credo che tu abbia la sensazione che dentro Molinesi si nasconda un uomo molto migliore, ma… ma forse hai paura di essere delusa!"

Alba e Michele rivolsero uno sguardo ammirato a Sael.

"Sai che è una considerazione molto profonda? Sei davvero una persona sensibile, Sael!" sorrise Alba.

In quel momento il cellulare di Alba vibrò. Era un messaggio di Arianna "Appena esci da lavoro raggiungimi. Ti devo parlare, è importante!"

Alba fissò preoccupata il cellulare, Arianna non le aveva mai scritto durante l'orario di lavoro e soprattutto non era una tipa ansiosa, un messaggio simile, oltretutto senza faccine buffe, cuoricini o sorrisi, non era da lei.

Sael e Michele percepirono la tensione della ragazza e domandarono insieme "Tutto bene?"

Alba non riuscì a nascondere la preoccupazione "Non tanto, è un messaggio della mia amica Arianna, ieri sera è tornata a casa con un tizio biondo che aveva appena conosciuto e ora mi scrive che vuole vedermi appena esco da lavoro. Spero non sia successo niente di brutto!" rispose tesa rimettendo il telefonino in borsa.

"Ma no, te l'ho detto Ariel e un fesso ma non è pericoloso, stai tranquilla" cercò di rassicurarla Sael, stringendole una mano per darle conforto.

Michele rimase colpito da quel gesto così affettuoso, il demone era una continua fonte di sorprese. Pensò alla preoccupazione di Safael rendendosi conto che indubbiamente non doveva essere semplice per un ragazzo come Sael sopravvivere all'Inferno.

Azaele, per il quale era costantemente preoccupato, era molto più forte e in un certo senso il suo carattere ribelle e poco incline a seguire le regole era molto più adatto ad affrontare l'Inferno rispetto a quello di Sael.

Si commosse un po' al pensiero che il giovane demone avesse deciso di utilizzare quegli occhiali scuri per creare una barriera tra lui e la terribile realtà che lo circondava.

E si commosse anche al pensiero di Azaele, così forte da scegliere di affrontare l'Inferno per salvargli la vita e così tenero da innamorarsi perdutamente di quella ragazza umana che continuava ad amarlo senza saperlo.

"Devo tornare a lavoro, ragazzi" disse Alba alzandosi di colpo e tirando fuori dalla borsa il portafogli per pagare.

"Alba, stai tranquilla ti prego, vedrai che non è nulla!" insistette Sael.

"Sael ha ragione" intervenne Michele con un tono di voce rassicurante "se fosse successo qualcosa di veramente grave la tua amica ti avrebbe chiesto di raggiungerla subito oppure ti avrebbe telefonato. Se può aspettare fino a stasera significa che ti deve dire qualcosa di importante ma non di grave, non credi?"

Alba si sentì immediatamente più tranquilla, era vero si stava agitando troppo "Avete ragione, però ora devo davvero tornare a lavoro, si sta facendo tardi"

"Ok, ti accompagno e metti via quel portafogli, offro io!" esclamò Sael sorridendo di nuovo.

"Allora vado anche io" commentò Michele alzandosi in piedi e porgendo gli occhiali scuri a Sael "dopo però mi raggiungi per favore? Dobbiamo parlare!"

Sael si agitò così tanto da dover trattenere un conato di vomito, era sicuro che Michele avesse capito tutto e volesse parlare di quello che sentiva per lui, anzi di quello che non sentiva per lui.

Ma inaspettatamente l'angelo aggiunse un po' teso "Ho parlato con il supervisore del nostro comune amico"

Sael sospirò di sollievo "Ok, ci vediamo dopo il lavoro!"

Michele annuì, baciò Alba sulla guancia e poi senza farci troppo caso salutò Sael scompigliandogli i capelli, poi si diresse verso l'attaccapanni, recuperò l'impermeabile bianco e se ne andò.

Alba sorrise a Sael, completamente rosso in viso.

"Sbaglio o il famoso ragazzo che ti piace molto è appena uscito da questo bar?" commentò allegramente.

#


Sael osservò Alba seduta dal lato opposto della scrivania e commentò "Allora, pensi di dare una chance a Molinesi?"

Alba sorrise "Solo se tu prometti di parlare dei tuoi sentimenti a Michele. Non so davvero che aspetti, mi sembra un ragazzo dolcissimo oltre che bello da far paura!"

Sael sospirò "È un po' più complicato di quel che può sembrare. Non credo nemmeno che sia gay, non voglio metterlo a disagio con confessioni imbarazzanti!"

"Ti ha accarezzato i capelli, Sael, ed è stato un gesto molto affettuoso e spontaneo. Secondo me dovresti dirglielo, al massimo ti respingerà gentilmente, fidati non mi sembra proprio il tipo capace di ferire i sentimenti altrui!"

Sael fissò Alba sconcertato, praticamente aveva usato le stesse parole di Azaele "Ok, prometto che cercherò di fargli capire cosa provo, ma tu prometti che parlerai con Molinesi. Io credo davvero che siate fatti l'uno per l'altra. Dovete solo incontrarvi!"

Alba sorrise e porse la mano a Sael che la strinse per sancire l'accordo, sorrise e si alzò.

“Allora vado, a presto Alba e buona giornata!” disse infilandosi gli occhiali scuri.

Uscito dall'ufficio raggiunse l'ascensore, non appena si chiusero le porte si rese invisibile agli umani e di lì a poco iniziò la sua giornata lavorativa.


#


Azaele amava partecipare alle riunioni di pianificazione e avanzamento attività, lo facevano sentire a casa. Si parlava per ore divagando dall'argomento principale, non si decideva nulla di concreto e alla conclusione dell'incontro i partecipanti si salutavano educatamente senza aver minimamente capito cosa si dovesse fare, chi dovesse farlo ed entro quando. Esattamente come all'Inferno.

Quella mattina però il Dott. Veggetti non era disposto a divagazioni, come ogni tre mesi, due giorni prima aveva il discusso il budget con il consulente commerciale e come ogni volta per i due giorni successivi veniva preso dal sacro furore di verificare personalmente lo stato di avanzamento dei progetti. In quei due giorni la ditta di Alba si trasformava nella succursale dell'Inferno, in senso metaforico e reale. I demoni davano il meglio di sé suggerendo agli utenti umani delazioni, assenze per malattie fantasiose (una delle migliori rimane l'allergia alle punture di zanzare, che assicurò al Dott. Cairoli una settimana intera di malattia, vetta mai raggiunta da nessun'altra scusa), coltellate alle spalle e articolate menzogne, in un crescendo di nefandezze che raggiungeva il suo apice con la Riunione trimestrale di presentazione dello stato di avanzamento progetti, durante la quale venivano immolate le vittime sacrificali di turno che si caricavano sulle spalle i fallimenti altrui, venivano svergognate e umiliate e invitate a migliorare la performance.

Dopodiché tutto tornava come prima per altri tre mesi.

Quella volta toccava ad Azaele, i demoni infatti non sapendo che dentro Molinesi fosse nascosto un loro collega, avevano suggerito agli utenti umani di scaricare le responsabilità su di lui.

Azaele si stava divertendo moltissimo, quel fioccare di accuse infatti era nulla rispetto alle esperienze infernali, attese pazientemente e senza perdere il sorriso che l'ultimo responsabile lo accusasse di non aver concluso nulla con i suoi corsi e anzi di aver peggiorato il clima aziendale e lasciò che il silenzio cadesse nella sala riunioni.

Il Dott. Veggetti lo fulminò con il suo sguardo più temuto noto come lo sguardo della bestia e affermò gelido "A quanto pare sembra che abbiamo speso fior di quattrini inutilmente Molinesi, che ne dice?"

Azaele sostenne il suo sguardo continuando a sorridere si alzò in piedi, incrociò lentamente lo sguardo con tutti i Responsali di area, che in seguito avrebbero giurato e spergiurato di aver visto una fiamma rossa accendersi nei suoi occhi, e diede inizio all'oratoria in sua difesa "Fino a quando, Signori, abuserete della pazienza del Dott. Veggetti?..." fece una piccola pausa ad effetto e poi partì con la supercazzola più strepitosa che fosse mai stata utilizzata prima di allora e che sarebbe stata ricordata negli anni a venire come il più alto ed inimitabile esempio di paraculaggine aziendale.


Al termine della riunione il Dott. Veggetti invitò i presenti a scusarsi con Molinesi e a dargli la massima disponibilità in termini di organizzazione e partecipazione al fine settimana di chiusura delle attività di formazione, quindi si alzò impettito e uscì dall'aula riunioni senza salutare nessuno a parte Molinesi.

Azaele attese fremendo di impazienza che anche l'ultimo dei partecipanti alla riunione lo salutasse contrito e disponibile e poi si avviò verso l'ufficio di Alba.

Voleva scusarsi per come si era comportato al Cubo e soprattutto era curiosissimo di sapere di cosa avessero parlato con Sael.

Per fortuna la trovò in ufficio impegnata come sempre al computer, bussò educatamente e al suo cenno entrò chiudendosi la porta alle spalle.

"Po… possiamo parlare?" domandò a disagio restando in piedi sulla porta.

Alba lo osservò silenziosamente, poi fece un piccolo sorriso incoraggiante e lo invitò a sedersi.

Azaele si sedette un po' tranquillizzato dalla disponibilità di Alba "Ecco… credo proprio di doverle fare le mie scuse per il comportamento di ieri sera, non so che mi abbia preso, probabilmente avevo ecceduto con i cocktail… insomma sono stato davvero inqualificabile e non ho alcuna scusante!"

Alba provò di nuovo la strana sensazione che l'aveva spinta ad accettatare di partecipare ai laboratori formativi.

"Penso che abbiamo esagerato entrambi, anche io mi sono alterata in modo eccessivo" ammise in tono conciliante.

Azaele le rivolse uno sguardo stupito, Alba continuò "Siamo tutti un po' tesi e stanchi, immagino che anche per lei non sia stata una passeggiata gestire tutti quei laboratori"

In realtà Azaele non si era mai divertito così tanto come in quel periodo, ma visto che Alba gli stava tendendo una mano pensò che non fosse il caso di contraddirla, si passò una mano sul viso fingendo un'aria stanca "Si, effettivamente è stato un periodo duro, e poi non è stato facile neanche stare lontano da casa per così tanto tempo!"

Alba provò una punta di gelosia e commentò leggermente delusa "Oh, è sposato, non pensavo!"

Azaele si rese conto di aver un po' esagerato nel tentativo di commuoverla e corse immediatamente ai ripari "No, no... non sono sposato! Mi riferivo ai miei genitori, mio fratello…!"

Alba suo malgrado si rese conto di provare un certo sollievo nel sapere che Molinesi non era sposato e si chiese se in fondo Sael non avesse ragione.

"Alba, mi farebbe veramente piacere se lei partecipasse al fine settimana conclusivo dei corsi, partiremo sabato mattina e saremo di ritorno lunedì mattina, che ne pensa?" domandò Azaele speranzoso sporgendosi verso di lei.

Alba giocherellò un po' imbarazzata con una penna e poi si decise “Ok, volentieri!" concluse con un sorriso che incantò il demone.

"Molto bene!" disse emozionatissimo "Allora ci… aaargh!"

Azaele si era sporto troppo verso la scrivania, con il risultato che la sedia su cui era seduto si era ribaltata facendolo precipitare per terra di fronte ad una esterrefatta Alba che si alzò e gli domandò un po' preoccupata “Tutto bene?”

“Si, si. Tutto a posto” bofonchiò Azaele steso sul pavimento e mortificato per la figura da completo idiota che aveva appena fatto.

Alba cercò di consolarlo “Mi dispiace queste sedie non sono granché!” gli disse aggirando la scrivania e tendendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi senza riuscire a trattenere un sorriso divertito.

Azaele sorrise a sua volta e afferrò la mano che gli porgeva Alba alzandosi in piedi e ritrovandosi a pochi centimetri dal suo sorriso.

La ragazza arrossì leggermente ma non si allontanò.

Il demone per un attimo provò l'istinto di stringerla a se e baciarla ma si rese conto che avrebbe rischiato di rovinare il momento magico prendendosi una confidenza eccessiva in un luogo del tutto inadatto.

Si limitò a sorridere e commentare “Beh, se ogni volta che uno cade da quella sedia è ricompensato dal suo sorriso meraviglioso, immagino che là fuori ci sarà la fila per rischiare la frattura dell'osso sacro!”

Alba diventò ancora più rossa ma il complimento aveva colto nel segno “Ah, ah... mi sa che tra i miei colleghi, uomini determinati ad affrontare un tale pericolo per conquistare una donna non ne siano rimasti!” commentò allegramente continuando a sorridere.

“Davvero? Sono degli idioti, io cadrei altre mille volte solo per vederla sorridere... però sinceramente spero ci siano anche altri modi!” rispose Azaele massaggiandosi il fianco con aria scherzosamente dolorante.

Alba rise di gusto alla battuta e stava per aggiungere qualcosa quando il telefono sulla sua scrivania cominciò a squillare.

Azaele fece un cenno verso il cordless “Non la trattengo, deve lavorare, riceverà una comunicazione e-mail con le indicazioni per arrivare all'agriturismo dove si terrà il corso, a presto!”

“Ok, a presto!” lo salutò Alba prendendo il cordless, esitò un attimo prima di rispondere e poi aggiunse sorridendo “Mi fa davvero piacere che ci siamo chiariti!”

Azaele si illuminò “Ne sono felice anche io, buona giornata!” rispose aprendo la porta e uscendo dall'ufficio di Alba.

Lei avvicinò il telefono al viso ma mentre stava per rispondere il suo sguardo fu attratto da un'ombra che si rifletteva nei vetri degli uffici, il cordless le scivolò dalla mano mentre impallidiva nel rendersi conto che l'immagine che stava osservando non era quella di Molinesi ma quella di Azaele, il ragazzo che le appariva in sogno. Si precipitò fuori dall'ufficio rincorrendo Molinesi ma tutto ciò che riuscì a ottenere fu di raggiungere le porte ormai chiuse dell'ascensore.


#


Ariel, osservava imbronciato il panorama di Piazza San Pietro, normalmente osservare i fedeli e i turisti che gremivano la piazza circondati dall'abbraccio del colonnato del Bernini lo rasserenava, quella volta però non riusciva a rilassarsi.

Seduto sul parapetto del colonnato non riusciva a non pensare alla frase di Michele. Era davvero diventato così falso o Michele aveva parlato in quel modo solo per ferirlo?

Sospirò, forse aveva esagerato quando aveva insinuato che tra lui e Azaele ci fosse qualcosa di più di un'amicizia fraterna.

Il fatto era che anche il solo pensare ad Azaele lo faceva imbestialire. Quel demonietto irritante non si comportava mai come ti saresti aspettato.

Un momento prima era tranquillo e impegnato in un ritiro di routine e il momento dopo salvava un umano solo perché gli era riuscito simpatico o viceversa se lo portava all'Inferno perché aveva fatto una scommessa o perché lo considerava un vero stronzo!

E poi, di punto in bianco, si innamorava in modo incondizionato di una donna umana, mostrando una bontà d'animo del tutto fuori luogo per un demone infernale.

Insomma era così fuori dagli schemi che non riusciva ad inquadrarlo e questo innervosiva molto Ariel che era un tipo estremamente preciso e metodico.

Ariel però ero tormentato anche da un altro pensiero, anzi da un rimorso, il modo in cui si era comportato con l'amica di Alba. Lei non aveva colpa se si era confuso come un idiota.

Il fatto è che Arianna aveva un tipo di bellezza più vistosa e sensuale della sua amica. Era stato proprio questo il motivo per cui aveva confuso le due ragazze, era convinto che Azaele, essendo un demone, avesse gusti meno raffinati, chi poteva pensare che invece gli piacesse quella ragazza un po' timida e dallo sguardo dolce. Gli dispiaceva ammetterlo ma quell'idiota aveva buon gusto.

Che poi Arianna non era mica volgare, era solo più…

Ariel arrossì e cercò di distogliere il pensiero dai "più" di Arianna.

In quel momento sentì un battito di ali, si voltò e si ritrovò di fronte Razel che lo salutò sorridendo “Buongiorno!”

“Buongiorno!” rispose freddamente l'angelo tornando poi a rivolgere lo sguardo verso la piazza.

“Ammazza se sei caloroso quando saluti, nun esagerà che nun so' abituato a tutto sto caldo!” rispose sarcasticamente Razel.

Ariel si girò e domandò gelido “Che vuoi?”

Razel si appoggiò ad una delle statue del Bernini e fissandolo sorridente propose “Che ne dici di un patto io aiuto te e tu aiuti me?”

Ariel gli rivolse una sguardo carico di disprezzo “Non faccio patti con il diavolo”

Razel non si scompose, si mise le mani in tasca e domandò ancora “Neanche se si trattasse di recuperare l'anima di un certo Molinesi che, se nun me sbaglio, ti ha fregato un demonietto irritante e molto amico di uno di voialtri esseri angelici?”

Ariel si irrigidì “Non mi interessa!”

Razel fece spallucce “Allora arrivederci!” aprì le ali e stava per volare via quando Ariel lo fermò “Aspetta... non che mi interessi, ma in cosa consisterebbe il patto?”


   
 
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