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Autore: piccolo_uragano_    28/09/2020    4 recensioni
(UMILE SEQUEL DI "PIU' DI IERI...")
«Non farei mai niente per infastidirti» spiegò subito. «Quantomeno, non intenzionalmente» aggiunse, sottovoce.
Lei allargò il sorriso. «Grazie»
«Grazie?»
«Sì: grazie»
«E per che cosa?»
«Per quello che hai detto: non è affatto scontato»
Lui fece spallucce, e lei riconobbe il Draco Malfoy di cui le avevano raccontato i suoi fratelli. «Mi pareva il minimo, sai, non ferire le persone a cui tieni e stare sempre dalla loro parte, cose così. Ci ho messo un po’, ma l’ho imparato»
«Quindi starai sempre dalla mia parte?»
«Cascasse il mondo, Anastasia Black, sarò dalla tua parte»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Draco/Astoria, Hannah/Neville, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Volevo scriverti una canzone speciale
Una canzone per tirarti su
Con ritornello che pian piano sale
E le lacrime che vanno giù
Però ti devi accontentare
Io non so fare davvero di più
E se qualcuno dice che è banale
Facciamo finta che l'hai scritta tu
(Brunori Sas, la canzone che hai scritto tu)



21.
qualcosa

 

«Perché chiedi a me?»
Anastasia alzò gli occhi al cielo e si sforzò per non inciampare sulle scale di pietra che portavano verso il Lago Nero, stretta in un giubbotto di pelle e con gli occhiali da sole incastrati tra i capelli, nonostante il cielo promettesse  di tutto meno che sole.
«Perché sei la mia madrina» spiegò, masticando una gomma. «Voglio dire, sei stata scelta apposta, o sbaglio?»
Minerva scosse la testa. «Sono stata scelta per insegnarti ad essere coscienziosa»
«Quindi è no?»
«Non posso darti questo tipo di consiglio, Anastasia» sospirò la Preside. «Questa è una cosa tua, insomma … è la tua relazione ed è la tua famiglia. Posso dirti che a tuo padre prenderebbe un coccolone, ecco, e che i tuoi fratelli non gradirebbero di certo, e tua sorella, oh, Godric solo sa come potrebbe reagire tua sorella!»
«Quindi è no» ripeté lei.
«Anastasia, raccontare alla tua famiglia della tua relazione è una follia, certo, ma anche imbarcarti in questa cosa lo è stato» spiegò di nuovo lei, facendo segno alla ragazza di procedere verso la solita sponda del Lago dove si rifugiavano a parlare. «È una tua decisione, bambina mia» sospirò allora. «Non posso dirti né sì né no, questa volta. Prima di tutto perché non voglio assumermi la responsabilità di un attacco di cuore di tuo padre, e poi perché … non sopporterei di darti il consiglio sbagliato. Una cosa te la posso dire, però: se scegli di raccontare tutto, la tua relazione cambierà. Non solo perché sarai un passo avanti a lui sotto moltissimi punti di vista, ma perché … oh, lo sai come finirebbe. I tuoi fratelli finirebbero per coinvolgerlo nei pranzi della domenica con la radicata convinzione di fare la cosa giusta e Narcissa inizierebbe a fare abuso di Pozioni di Pazienza sapendo cosa sta facendo della sua vita il suo unico figlio»
Notò il mutare di espressione della figlioccia al nome di Narcissa.
«Di tutto questo scenario, è Narcissa a turbarti?»
Anastasia raccolse un sasso da sotto i suoi piedi e lo lanciò verso la superficie del Lago – inequivocabile segno che stava pensando a qualcosa che le procurava dei bei grattacapi.
«Narcissa ci spia dalle finestre, ogni tanto» spiegò. «Spesso, credo, ma non lo dico mai. Vive nell’ultimo piano della villa, e lui … non parla mai di lei, se non per lamentarsene, ma raramente. E non parla mai neanche di suo padre, ma Minnie, ci sono così tante cose che vorrei chiedergli! Però neanche io parlo mai di papà o mamma, perché … perché cazzo, papà e Narcissa sono cugini, lei è la sorella di nonna Dromeda, e mamma ha ucciso Bellatrix, nella Battaglia di Hogwarts!» lanciò un altro sasso. «E lo so che Bellatrix ha ucciso Rosalie, e anche Robert Redfort,  e un sacco di altra gente, ma io non credo nella cosa dell’occhio per occhio»
«Meno male!» sorrise Minerva. «Vedi, la storia è scritta dai vincitori, e nessuno parla mai di persone come i Malfoy, che avevano messo in gioco tutto e si sono trovati con un pugno di mosche. Non dico che chi ha combattuto dall’altra parte non abbia perso niente, lo sai che non è così, e non sto neanche dicendo che loro siano meritevoli di compassione: hanno comunque deliberatamente scelto di combattere dalla parte di chi uccideva maghi e streghe per la sola colpa di essere nati in una famiglia piuttosto che in un’altra»  la guardò per qualche secondo. «Non ti devi vergognare di parlare dei tuoi genitori o dei tuoi fratelli con Draco per via dei loro trascorsi: sono cose che non ti riguardano, non direttamente, quantomeno, e quindi non ne hai alcuna colpa o responsabilità» guardò la ragazza lanciare un sasso verso la superficie con decisione. «Dovresti smetterla, bambina mia, di prenderti colpe che non sono tue»
Anastasia guardò la sua madrina con gli occhi così pieni di pensieri che a Minerva parve di poterli leggere, di vederli scorrere nelle iridi chiare.
«Tra di loro si odiano, è vero, ma tu ami tutti loro e loro amano te. Mi sembra più di un ottimo motivo per seppellire l’ascia di guerra, o quantomeno provarci»
Anastasia stava per rispondere, quando una figura decisamente troppo alta apparve alle spalle della Preside.
«Anastasia!» girdò Rubeus Hagrid. «Anastasia, ce lo devi dire al vecchio Hagrid quando vieni al castello!»
Anya scoppiò a ridere. «Prepara il tè!» gli disse, dubbiosa se la sentisse, visto l’avanzare dell’età.
«Vedi? Le persone che ti amano sono tantissime» sorrise Minerva. «Prova a dirlo a lui, vediamo come reagisce» sorrise poi. «E vai a salutare anche Neville, già che ci sei. Era preoccupato che fossi arrabbiata con lui per la faccenda di Edward»
Anastasia alzò le sopracciglia. «Gli ho già detto che …»
«Lo so, lo so, ma sai com’è fatto» sospirò lei. Si avvicinò ad Anastasia e le mise una mano sulla spalla. «So che farai la cosa giusta, come sempre» sussurrò. Poi, con dolcezza innata, le posò un bacio sulla fronte.
Anya riservò a Draco uno sguardo che pareva pieno di stelle.
Dopo la partita Corvonero-Serpeverde, Draco non solo aveva insistito per rimanere, ma aveva anche proposto a Ted, Lyall e Nicole di andare a Hogsmeade per una birra. Era sicuro, aveva detto, che ci fossero dei modi per arrivare al villaggio senza che nessuno lo sapesse.
Così, i quattro si erano guardati e si erano sorrisi, e dopo aver fatto giurare a Draco di portarsi quel loro segreto nella tomba, Anya si era offerta di fare gli onori di casa e aveva condotto il gruppo verso la statua di Gregory il Viscido.  Draco le aveva afferrato la mano all’inizio del passaggio, e non l’aveva mollata neanche quando ormai avevano mosso vari passi nel cuore del villaggio.
«Come hai detto che si chiama quel Portiere?» domandò Draco, mentre passeggiavano.
«Barnaby Lee» rispose Nicole guardandosi attorno. «Terzo anno, fiore all’occhiello del tricheco»
«Il tricheco?» domandò confuso Draco.
«Lumacorno» spiegarono Anya, Nicole e Lyall con un sorriso.
«In effetti assomiglia un po’ ad un tricheco» sorrise sghembo Draco. «Mi sorprende che abbia ancora la forza per collezionare studenti, alla sua età»
«Oh, sapessi» strabuzzò gli occhi Anya. «Metà delle lezioni le passa a raccontare i nostri alberi genealogici» sbuffò. «Signorina Black! Ha il talento di sua zia! La tenacia di sua madre! Gli occhi di suo padre! Le mani di suo zio! L’intelligenza di suo fratello!» lo imitò.
«Hai anche un fratello intelligente?» domandò d’istinto Draco, e Anya, senza lasciargli la mano, gli pestò un piede. Lui, guardandosi attorno con noncuranza, le si avvicinò per baciarle dolcemente la tempia.
E mentre lei sorrideva, riempiendosi il cuore di quel gesto di puro amore, sentì Lyall bloccarsi di colpo e vide Nicole, accanto a lei, cambiare espressione, perdendo quel sorriso spensierato per stringer gli occhi e ridurli a fessure.
Davanti a loro, Peter ed Edward Scott, con due cappotti pressoché identici, abbandonavano le espressioni serene per assumerne di stupite, come era appena successo a loro.
Si somigliavano, da sempre, in ogni minimo particolare, ma al contempo sapevano essere diversi come il giorno e la notte. Edward era più alto, ma Peter era più muscoloso. Avevano gli stessi riccioli scuri, ma Peter li curava di più, tenendoli lunghi e sempre ben pettinati, mentre Edward sapeva a malapena cosa fosse una spazzola, e spesso scuoteva la testa per spostarsi alcune ciocche dagli occhi. Edward aveva un naso più sottile, e Peter aveva gli occhi più grandi – che ora usava per scrutare quel gruppetto con cui, tantissime volte, si era trovato a ridere fino all’alba.
Anya si sentì gelare il sangue nelle vene e senza pensarci, strinse più forte la mani di Draco, che prese ad accarezzarne il palmo con dolcezza. Sentì chiaro nel petto l’istinto di proteggerlo, e sapeva che anche lui stava provando la stessa cosa.
Fu Peter a rompere il silenzio. «Studenti fuori dal letto!» sorrise, in una imbarazzata imitazione di Gazza. «Deduco che i passaggi segreti siano ancora in voga»
«Le deduzioni sono sempre state il tuo forte, Peter» rispose con tono gelido Anastasia.
«È un vanto, per noi Serpeverde. Non sei d’accordo, Malfoy?»
Draco, con tutta la classe e la freddezza che aveva imparato fin da piccolo, piegò gli angoli della bocca, impercettibilmente, e annuì lentamente. «Assolutamente d’accordo» disse, senza battere le palpebre e stringendo la mano di Anastasia.
«Piuttosto, Peter: già finita la luna di miele?» domandò Nicole, e a nessuno sfuggì che avesse gonfiato il petto e tenesse la bacchetta ben stretta tra le dita sotto al mantello.
«Oh, sì» sorrise lui. «Laetitia aveva fretta di tornare a lavorare»
«Deve essere stata una vacanza indimenticabile, allora» sorrise acido Lyall, guadagnandosi una impercettibile gomitata dal fratello.
Peter incassò il colpo e si inumidì le labbra con la lingua, scuotendo la testa. Dieci a zero.
Fu Edward allora a prendere la parola, per la prima volta. «Voi, invece, che ci fate a zonzo per il villaggio oltre il coprifuoco?»
La domanda era rivolta al gruppo, ma lui non aveva staccato gli occhi da Anastasia.
«I ragazzi hanno giocato un’ottima partita» spiegò la giovane Black, a testa alta. «Festeggiamo»
«Certamente, le tradizioni vanno onorate» replicò allora Edward, con un sorriso cordiale che però diede l’impressione a tutti di essere falso. «Non intendiamo ostacolarvi oltre, dunque» aggiunse, guadagnandosi uno sguardo sospettoso del fratello. «So di non essere più gradito tra di voi, e …»
«Ma che ti aspettavi, scusa?» sputò Nicole. «Che ti saltassimo in braccio commossi?»
«… e noto che i posti vacanti non lo restano mai tanto a lungo»
Nicole fece per alzare la bacchetta, ma Ted le prese la mano e le impose di calmarsi, mentre Lyall strabuzzava gli occhi e il cuore di Draco perdeva un battito.
«Decisamente, però» rispose allora prontamente Anastasia. «Non sono stata io quella più svelta a rimpiazzare l’altro. Con permesso» chinò la testa e rivolse ai fratelli Scott un sorriso colmo di veleno. Senza aspettarsi risposta, tirò Draco per la mano e riprese a camminare, seguita dalla cugina e dagli amici, passando esattamente in mezzo a Edward e Peter, che non poterono fare a meno di notare il sorrisetto di Malfoy e il fatto che Lyall stesse ridendo, coprendosi la bocca con la mano per cercare di nasconderlo.

«Io sarei geloso marcio»
Ted e Nicole guardarono Lyall stupiti. Non era solito esprimersi sulle questioni di cuore del gruppo, di solito, se ne chiamava fuori dicendo qualcosa che aveva a che fare con “se voi siete felici, io sono felice”. Così aveva detto quando Ted aveva detto di essersi innamorato di un babbano – non era durata, comunque – e così aveva detto quando Nicole aveva rotto con un loro compagno di squadra.
«Insomma, è stato davvero sgradevole, e non smetteva di guardarla» spiegò sottovoce, visto che la bibliotecaria si stava avvicinando con sguardo severo.
Nicole scosse la testa e chinò lo sguardo sul libro di Storia della Magia che aveva aperto sul tavolo davanti a lei, mentre la bibliotecaria, con la sua solita posa rigida, passava dietro ai fratelli Lupin.
«Sgradevole persino per lui» aggiunse, appena la strega si fu allontanata, come se ricordare continuamente gli standard di bon ton degli Scott servisse a qualche cosa.
«Abbiamo capito, Lyall» sbuffò Ted. «Quello che mi interessa sapere, è come siano andate le cose per loro dopo»
«Non lo so» disse Nicole, con espressione preoccupata. «Non risponde ai messaggi»
«Sicura che prenda?» domandò Ted.
«Sicura, Robert mi ha dato uno di quegli aggeggi che fanno sì che ci sia segnale ovunque»
«Ecco come hai fatto a scrivermi dalle cucine!» s’illuminò Lyall.
Nicole gli rivolse un sorriso acido. «Credevi ti prendessi in giro?»
«Mai» rispose il giovane Lupin con aria solenne. «Ma stavo copiando il compito di Pozioni, non avevo tempo di raggiungervi»
«Non sai che ti sei perso!» s’illuminò Ted.
«So quello che ho preso, però: una bella E»
«, ma a stomaco vuoto» rilanciò Nicole.
«Una E?! Da chi hai copiato?» s’interessò il fratello.
«Tablott!» rispose subito lui. «Non ne sbaglia una, quel corvo!»
«Gira voce che sia un Animagus» disse subito Ted.
«Poco importa, finché mi fa copiare» sorrise Lyall soddisfatto.
«Girano un sacco di voci, in questo castello» aggiunse Nicole. «Ad esempio, si dice che Ted Lupin sia un Metamorfmagus»
Ted alzò lo sguardo, più che divertito, e cambiò la forma del naso e il colore e la lunghezza di capelli, per assomigliare a Nicole. «Non so di cosa tu stia parlando» sorrise.
«Ti prego, non farlo mai più» rise Nicole, procurandosi un ordine abbandonare la biblioteca per aver riso troppo.


 
Draco fu svegliato da un suono dolce e nuovo. No, non nuovo: sapeva bene cosa fosse, solo che erano anni che non lo sentiva. Stranito, si mise seduto e ricordò la discussione con Anastasia la sera prima, i loro toni freddi e la sua nuova gelosia, che gli prendeva lo stomaco e non lo faceva ragionare come avrebbe voluto e dovuto. La sua solita vestaglia gli si infilò magicamente, come le pantofole, mentre il suono del pianoforte gli riempiva le orecchie ed il cuore. Non era andata via, allora. A meno che non avesse incantato il piano per suonare da solo, ma quello, si disse aprendo la porta, sarebbe stato un gesto troppo crudele per essere compiuto dalla sua Anastasia. La sua Anastasia. Assaporò queste parole mentre scendeva le scale. Raggiunse il salotto in men che non si dica, e la trovò china sul piano con i vestiti della sera prima, i capelli raccolti di fretta, che suonava senza spartito.
In una manciata di secondi, smise di suonare e si voltò a guardarlo.
Lui si trovò la mente annebbiata e la bocca secca. Non sapeva cosa dire. Non gli era mai successo che qualcuno rimanesse dopo un litigio.
«Sei ancora qui» disse, quindi.
Lei inarcò un sopracciglio. «Volevi che me ne andassi?»
«No» ammise lui in un sussurro. «In verità, pensavo che fossi tu a volertene andare»
Lei rimase in silenzio, inclinando la testa di lato senza espressione. «Se me ne fossi voluta andare» gli disse dopo un po’. «Me ne sarei andata»
Draco annuì lentamente. «Sei arrabbiata?» chiese con timore.
Lei, allora, accennò un sorriso. «Perché credevi che volessi tornare con Edward?»
Draco rimase a guardarla, temendo la risposta più della sera prima.
«Draco, per l’amor del cielo» Anya scosse di nuovo la testa. «Non è con Edward Scott che voglio stare» gli sorrise.
Anche lui, allora, sembrò rilassarsi. «Forse il punto è … che mi sembra troppo bello per essere vero»
Anya allargò il sorriso, e lui capì che la discussione era finita – ma che di sicuro, la sua gelosia non lo era.
«Hai fatto colazione?» domandò allora, non riuscendo a non fare la parte del buon padrone di casa. «Credo che Kora abbia fatto …»
«La marmellata, sì» concluse lei. «Ottima»
«Cosa suonavi?» chiese allora.
Lei, sorprendendolo, sembrò in imbarazzo. «Io, ehm … niente» disse, con un gesto della mano.
«Non è vero» rispose lui. «Qualcosa stavi suonando. E senza spartito»
Anya guardò il piano e poi lui con aria perplessa. «Ho una buona memoria»
«Anche io» replicò lui avvicinandosi. «E non ho riconosciuto la melodia»
Lei si morse un labbro e scosse la testa, mentre lui aveva raggiunto il piano e vi si era appoggiato con il fianco.
«Non l’ha mai sentita nessuno» spiegò, con una nuova timidezza.
Draco alzò le sopracciglia, senza nascondere stupore. «Quindi … è tua? Insomma, l’hai scritta tu
Ma lei, sorprendendolo ancor di più, scosse la testa con aria quasi colpevole. Draco la guardò senza capire.
«Anastasia» corrucciò la fronte lui.
«Non è mia, non l’ho scritta io, ma la conosco solo io, o almeno credo» spiegò. «L’ho trovata, e la suono spesso, quando nessuno mi sente. Credevo dormissi»
«Dormivo, in effetti, ma quel piano si sente in tutta la tenuta» rispose lui.
Anya strabuzzò gli occhi. «Tutta?»
«Mia madre non c’è, non preoccuparti» la tranquillizzò. «Ti è andata bene» sorrise poi.
«E dov’è?» s’incuriosì la giovane.
«Non cambiare discorso» rispose lesto Draco.
«Non parliamo mai di tua madre!» si lamentò allora Anastasia.
«Non c’è niente da dire, su mia madre» spiegò lui con un tono di finta calma. «E comunque, non è nulla a che vedere con una canzone che non hai scritto tu ma che conosci solo tu»
«Dimmi dov’è tua madre» disse allora lei. «E ti dico della canzone»
«Mia madre è in Francia» spiegò subito il biondo. «Abbiamo dei parenti lì, insopportabili, ma parenti, e lei crede molto nella famiglia e nel mantenere i rapporti solo perché sono dei Malfoy – che in realtà non lo sono, perché mio nonno aveva solo sorelle, quindi l’ultimo Malfoy, per tua informazione, sono io»
Anya lo scrutò e sospirò. «La canzone è di Rosalie»
Cinque parole, e lui cambiò espressione. Da spavaldo e sicuro, a colpevole e ferito al tempo stesso. Si sedette accanto a lei, lasciandosi cadere.
«E tu come …»
«Ho i suoi diari» spiegò svelta. «L’ho trovata lì. Non lo sa nessuno, neanche la mamma. O Remus, o Nicole»
«Remus?»
«Storia lunga» disse lei, stringendosi nelle spalle.
Lui rifletté qualche secondo. «Credevo che per Robert non avessi segreti»
«Più il tempo passa, più cose gli tengo nascoste. Il naso rotto, la canzone, e … e te» sorrise timidamente.
Lui si sforzò di ignorare il macigno che sentiva sul petto ogni volta che Rosalie Redfort veniva nominata. Incrociò le braccia sul petto e sospirò.
«Smettila di sentirti in colpa» gli impose lei, iniziando a far danzare le dita sui tasti in una melodia nuova. «Non c’eri nemmeno»
«Sì, ma se …»
«Non puoi saperlo» lo bloccò subito lei. «Con i ‘se’ e con ‘ ma’ non si va da nessuna parte. E comunque, eri un ragazzino»
«Non ero tanto più giovane di te adesso»
Lei sorrise e incalzò Per Elisa. «Da piccola, mio padre la chiamava Per Elizabeth, e diceva che era scritta per me» sorrise e scosse la testa, come si fa quando si pensa ai rimasugli di infanzia.
«Ti ha insegnato lui a suonare?»
Lei annuì, continuando a suonare con espressione soddisfatta. Smise di colpo e prese un respiro profondo. «Diceva che era una cosa … che gli aveva insegnato suo padre, e a suo padre l’aveva insegnata suo nonno, e così via. E … sai, a Robert, Kayla e Harry non è riuscito a insegnarlo, per vari motivi. Quindi lo ha insegnato a me, e poi io e lui lo abbiamo insegnato a loro tre, anche se Harry fa un po’ pena – non ridere» lo mise in guardia. «La canzone di Rose … funziona anche sulla chitarra. Ma sul piano ha un altro sapore»
«Suoni anche la chitarra?» sorrise lui. «Credevo di sapere tutto di te» aggiunse, guardandola ammaliato.
Lei fece segno che non importava. «Non avrei mai suonato il piano di casa Scott, per la cronaca» aggiunse poi. «Neanche se fosse stata deserta»
Draco sorrise e annuì. «Ti ho capita, Black» sussurrò. «Ma sono comunque geloso»
Anastasia scosse la testa e prese a suonare la melodia che l’aveva svegliato. «Don't you dare look out your window, darling everything's on fire» cantò con estrema grazia e dolcezza, regalando a Draco una voce nuova. «The war outside our door keeps raging on: hold onto this lullaby, even when the music’s gone»
Lui prese un respiro profondo e sentì il cuore in gola.
«Non devi dirlo a nessuno, mai» l’intimò lei continuando a suonare.
«Cascasse il mondo» sospirò lui, usando le stesse parole di qualche settimana prima in tutt’altro contesto.
«Just close your eyes, the sun is going down, you’ll be alright, no one can hurt you now. Come morning light, you and I’ll be safe and sound»
Draco, agendo senza pensare, lasciò cadere la testa sulla spalla di Anastasia, che si trovò spiazzata da quel gesto tanto quanto lui. E Draco Malfoy, per la prima volta dopo anni e del tutto inaspettatamente, scoppiò a piangere come un bambino.


NdA: sì, uso i nomi di Hogwarts Mystery. Un po' perchè è difficile inventarsene di nuovi, un po' perchè mi piacciono - Barnaby Lee è uno dei miei personaggi preferiti. 
Poi: pare che io non riesca a non far cantare o suonare i miei personaggi. Forse perchè è qualcosa che vorrei poter saper fare anche io. Comunque: la canzone che canta Anya è "Safe and Sound" di Taylor Swift, colonna sonora di Hunger Games, altra saga che ho amato da pazzi. 
Ecco, credo di aver detto tutto. 
Vi aspetto, come sempre, nelle recensioni, per fare due chiacchiere, che fanno sempre piacere. <3 
Fatto il misfatto, 
C

 
   
 
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