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Autore: Il cactus infelice    28/09/2020    5 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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UN FRATELLO RITROVATO



“Pa… Padre?”
Eccolo lì, Regulus, esattamente come lo ricordava quando aveva diciassette anni. Solo che ne aveva diciannove, ovvero l’età che aveva quando era morto. Ma Regulus era sempre sembrato più giovane rispetto alla sua età anagrafica, con quel viso innocente, puro, quasi d’angelo - se Sirius avesse creduto negli Angeli, erano più una tradizione Babbana. Il viso di una persona buona, non certo capace di fare del male o uccidere. Eppure Regulus ha fatto tutto quello… Ha accettato volontariamente di prendere il Marchio Nero e di vendersi a Voldemort. Però poi Harry se ne è uscito con quella storia del medaglione che era un Horcrux, di come Regulus ha voluto sconfiggere Voldemort o quantomeno provarci, a costo di morire. Quando da Grifondoro poteva essere un gesto del genere? Da Grifondoro oppure da stupido, e spesso le due cose coincidevano.
Alla fine Regulus non era uno dei cattivi. Era una vittima anche lui. Come aveva detto una volta ad Harry “Il mondo non si divide tra buoni e Mangiamorte”. Ci sono tante sfumature in mezzo e Regulus apparteneva a una di quelle sfumature. Ora aveva la possibilità di capire quale e non si sarebbe lasciato scappare questa occasione per nulla al mondo.
Un momento… Lo aveva chiamato “Padre”?
Guardandosi allo specchio Sirius si era trovato più di una volta a notare una certa somiglianza tra sé stesso e il suo defunto padre, ma possibile che gli somigliasse così tanto da essere addirittura confuso con lui? Orion era morto a un’età più avanzata della sua oltretutto, e lui non era così vecchio. Forse la morte lo aveva fisicamente invecchiato?  

“Ehm… No”, mormorò Sirius. Si sentiva come se fosse tornato bambino, timoroso di fronte a un rimprovero della madre, quando Regulus aveva rotto per sbaglio un vaso a cui Walburga teneva molto e lui si era preso la colpa.
Ed ora non osava spostarsi dalla porta, proprio come quella volta lì, non osava togliere gli occhi dalla figura longilinea di Regulus - in piedi vicino alla finestra vestito completamente di nero - per paura che sparisse. 

“Sirius?” ritentò il fratello minore. La voce era bassa ma morbida, quasi vellutata. Era come se non fosse mai morto, come se tutti quegli anni di mezzo non ci fossero mai stati. E invece c’erano. E pesavano, molto. 

“Sì”. 

Regulus finalmente si allontanò dalla finestra e si avvicinò al letto, poggiando una mano sul bordo del materasso. Quello sembrò servire da segnale a Sirius che finalmente abbandonò il suo rifugio segreto vicino alla soglia e si avvicinò al fratello.
“Sono venuto non appena Harry me l’ha detto”.
“Harry. Il figlio di Lily e James Potter”.
“Esatto”.
“Il figlio del tuo migliore amico”. 

“Sì”. 

Sembrava che Regulus stesse facendo un resoconto, come la lista della spesa. Harry aveva cercato di raccontargli il più possibile - quantomeno la storia degli Horcrux e della sconfitta di Voldemort - e forse non aveva avuto il tempo di digerire il tutto. Ma come si poteva? Tornare dalla morte, scoprire che il mondo che conoscevi era cambiato totalmente, che il Mago Oscuro a cui ti eri alleato e che avevi tradito era morto e tutto il resto. Era stata troppa roba per Sirius; per Regulus doveva essere stato anche peggio.
“Il figlio di tuo fratello”. 

“Sei tu mio fratello”. 

Forse era stata la frase o forse la convinzione con cui l’aveva detta, ma Regulus finalmente alzò lo sguardo su Sirius e i loro occhi grigi si incatenarono. C’erano così tante cose che trasparivano da entrambi gli sguardi, tante cose che volevano dirsi ma nessuno dei due sapeva da dove cominciare. 


“Harry, l’opinione pubblica impazzirebbe!”
“E da quando ti importa dell’opinione pubblica?”
“Da quando sono candidata al Ministero della Magia!” 

“Hermione, tutti vogliamo che tu vinca, ma non può essere a costo di un innocente”. 

“Innocente? Lo giudichiamo innocente quindi?”
“Hermione, sai quello che Regulus ha fatto. Credo sia abbastanza per fare ammenda… E poi, non sei tu quella che parla sempre di seconde possibilità?”
Hermione abbassò lo sguardo sconsolata e frustrata. Si pizzicò la radice del naso tra l’indice e il pollice e lasciò che i capelli le cadessero lungo le spalle nascondendole il viso. Avrebbe dovuto farsi fare l’acconciatura prima di andare in diretta televisiva. 

Stava sopportando un enorme mole di stress in quegli ultimi mesi, quasi non riusciva a dormire e aveva battibeccato con Ron per cose futili ormai troppo spesso. Per fortuna lui era paziente, ma quanto ancora l’avrebbe sopportata? Almeno i figli erano ad Hogwarts e non dovevano sopportare l’ansia della madre e la sua poca presenza. Era decisamente un brutto periodo per la campagna elettorale e per eleggere un nuovo Ministro. 

Harry comunque aveva ragione. 

“E in ogni caso possiamo tenerlo nascosto. Il Mondo Magico non deve sapere del ritorno di Regulus”, disse l’Auror, appoggiandosi alla scrivania di fronte ad Hermione. 

“Oh certo, perché l’ultima volta è andata bene”.
“Non siamo stati attenti l’ultima volta. E’ stata colpa nostra”. 

“Come pensi di impedire la fuga di notizie questa volta? Ancora non sappiamo chi sia stato”. 

Era una sua mancanza, si disse Harry, quella di non aver messo tra le priorità scoprire chi sia stato a parlare ai giornali del ritorno dei resuscitati. Ma i suoi Auror erano già abbastanza impegnati e quello sicuramente era il minore dei problemi; in fondo, che mai poteva fare l’opinione pubblica a parte scrivere qualcosa ogni tanto e fare dichiarazioni spesso spropositate. Anche se immaginava che per Hermione l’opinione pubblica poteva avere una certa influenza. Lui ci era ormai abituato. 

“Siamo in pochi a sapere del ritorno di Regulus. Mi farò dire da Sylvia chi c’era stanotte quando lo hanno trovato e vedrò di fare un patto magico con loro”. 

Hermione sospirò e alzò lo sguardo sull’amico. “Va bene. Ne riparleremo. Ora ho un dibattito da attendere. Il Ministro è già stato avvisato?”
“Non ancora. Appena sarà sveglio lo avviserò”. 

“D’accordo”. 


Harry entrò piano nella stanza dove tenevano Regulus, ma i due fratelli lo udirono comunque e si separarono immediatamente come se non volessero farsi trovare insieme. Avevano entrambi i nervi tesi. Harry si appoggiò allo stipite della porta incrociando le braccia al petto e sorrise, come se volesse infondere loro tranquillità. 

Per qualche istante restarono a guardarsi tutti e tre incerti su come procedere. 

“Vuoi mettermi ad Azkaban?” chiese Regulus, il tono di voce stranamente calmo considerata la situazione. 

Sirius si girò verso di lui sollevando le sopracciglia in un’espressione perplessa e incredula.

“Oh non fare quella faccia”, gli disse il fratello minore. “Sappiamo bene come funziona”. Inconsciamente Regulus spostò in avanti quasi impercettibilmente il braccio sinistro dove c’era il Marchio Nero, ora coperto dalla manica della camicia. 

Harry si raddrizzò e sciolse le braccia. “No, non ho alcuna intenzione di metterti in Azkaban”.

“Okay”. Regulus sembrava più sorpreso che contento. 

“Anzi, preferirei che il tuo ritorno rimanesse segreto. Per questo volevo chiedere a Sirius di portarti a casa con sé”. 

“Ma certo!”

“È più sicuro se stai in casa con qualcuno di noi che in questo posto dove girano troppe persone”. 

Regulus annuì piano, l’espressione di chi era ancora piuttosto confuso dall’intera faccenda. Solo Sirius faticava a celare una certa contentezza dietro tutta la stanchezza e lo sbigottimento di quell’ultima ora. 


Tutta la famiglia Tonks-Lupin era seduta davanti alla tv per guardare il dibattito tra Hermione e il suo oppositore all’elezione al Ministero della Magia, un signore tarchiato e tozzo di mezz’età che con tutta probabilità indossava un parrucchino. A loro si erano aggiunti anche Victoire, Bill, Fleur, James e Lily. Questi ultimi non ci capivano molto della politica di quel tempo - molto diversa da quella che avevano conosciuto loro dove il Wizengamot era assicurato per lo più a coloro che si potevano comprare le poltrone - ma da quello che gli era stato detto Hermione era promotrice di una linea democratica e progressista dove tutti potessero godere di pari diritti e fossero riconosciuti nelle loro volontà e identità, nonché una maggiore attenzione verso i Nati Babbani e più apertura verso i Babbani in maniera tale da non doversi sempre nascondere, anche se con tutta la cautela che la questione richiedeva. L’altro, Parisio Lark, portava avanti una politica più ferrea e conservatrice, metteva davanti i Maghi e le Streghe prima ancora che i Babbani coi quali invece preferiva tenere i ponti completamente chiusi. 

Victoire ci aveva tenuto ad aggiungere che era pure un maiale che aveva fatto commenti inappropriati verso le donne. Si diceva anche che volesse togliere dei diritti ad alcune minoranze della società magica che a lui non piacevano, ma la cosa chiaramente non era ufficiale. 

“Dai che inizia!” disse Lily esortando James a sedersi vicino a lei. 

Ai due vennero fatte diverse domande, tipo che rapporti avessero intenzione di instaurare con i Babbani - appunto - e quale fosse il programma che avevano per Hogwarts. Per Hermione era importante soprattutto cercare l’apertura con i Nati Babbani per aiutarli a inserirsi nella scuola di Magia e Stregoneria perché non fossero spaesati all’inizio, ma il suo oppositore andava avanti allo slogan di “prima i Maghi e le Streghe”.

A metà del dibattito i toni si fecero un po’ più accesi e Lark criticò l’amministrazione di Hermione e la gestione dei casi che erano avvenuti nell’ultimo periodo: il crollo del Ponte, il ritorno dei morti e le violenze misteriose avvenute nei confronti di alcuni Babbani e Nati Babbani.

E poi l’accusò anche di essere arrivata lì soltanto perché era amica di Harry Potter, Salvatore del Mondo Magico.

“Io - a differenza sua - ho contribuito alle sorti di questa società e di questo mondo. Non mi ha portata qui l’amicizia con Harry, ma la fiducia delle persone che credono in me. Lei ha preferito scapparsene in America quando Voldemort era agli apici del suo potere e minacciava tutti quanti”, dichiarò Hermione riuscendo a tenergli testa.

“Vuole davvero screditare così gli eroi di guerra e le sue vittime? Abbiamo dovuto lavorare sodo per ricostruire dalle fondamenta la società magica che, le ricordo, era corrotta fin nel profondo, e per assicurare un futuro a chi era rimasto orfano. Non mi ricordo però di averla vista partecipare in tutto questo. Anzi, lei è tornato quando le ha fatto comodo. È sicuro che sarebbe in grado di fare il bene della nostra comunità semmai si dovesse trovare nuovamente in difficoltà?” 

“Wow!” esclamò James, incantato dalle parole di Hermione e da come riusciva a tenere testa a quell’uomo che sembrava basare la sua campagna solo sulla critica all’opposizione.

Teddy invece, senza dire nulla, si alzò di colpo e si diresse verso l’ingresso. Vicky fece per seguirlo ma quando si accorse che Remus voleva fare altrettanto lasciò perdere.

Remus trovò Teddy fermo sotto il portico di casa. 

“Stai bene?” gli chiese avvicinandosi.

Teddy sobbalzò e si girò a guardare il padre. “Sì, scusa. Quel dibattito mi stava innervosendo un po’”.

“Sì, non è molto a posto quel tipo”. 

“E ce l’ha a morte coi lupi mannari”. 

Remus si appoggiò alla ringhiera per essere proprio di fianco al figlio. “Può mettersi in fila. In ogni caso, non mi sembra vincerà lui”. 

“Non lo darei così per scontato. Ci sono diverse persone che lo adorano e pensano che lui abbia davvero a cuore il benessere dei Maghi. Il che può anche essere vero, ma non a discapito di altri…”.
“Io sarò anche morto in un periodo in cui il mondo ce l’aveva con tutti quelli che erano diversi, ma anche oggi mi sembra che le cose non siano cambiate poi così tanto”, commentò Remus amaramente guardando di fronte a sé. 

“Già”. 


***
Buonsalve,


temevate che non sarei arrivata?? Eccomi qua, come sempre. Perdonate il ritardo ma sono stata via tutto il weekend e solo ora ho avuto il tempo di aggiornare. 

Confesso di avere una vita abbastanza caotica ultimamente. Comunque, non preoccupatevi, se l’aggiornamento non arriva di domenica, lo faccio arrivare di lunedì (a meno che non riesca a fare addirittura sabato se so che domenica non avrò tempo). 


Spero abbiate apprezzato, soprattutto la parte di Regulus che è quella a cui tengo di più.
Se qualcuno invece si sta chiedendo se c’è una certa somiglianza tra il candidato Ministro della Magia oppositore di Hermione con un altro politico d'oltreoceano, grasso, col parrucchino biondo e la faccia arancione.... Be’, avete proprio ragione. Il riferimento NON è casuale XD


Fatemi sapere, come sempre, che leggere le vostre recensioni è una goduria. 


Bacioni,

C.


   
 
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